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Sedotta per vendetta: Harmony Collezione
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Sedotta per vendetta: Harmony Collezione
E-book159 pagine2 ore

Sedotta per vendetta: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

È giunto il momento che Marco De Luca si vendichi di Claudia Hazelton e del suo tradimento di quattro anni prima. La sedurrà un'ultima volta, per poi gettarla via come una scarpa vecchia esattamente come Claudia ha fatto con lui. Marco, però, non è preparato all'effetto che la ragazza ha ancora su di lui: dopo un solo istante, infatti, capisce che una notte non basta a soddisfarlo.
Il problema è capire quante notti serviranno... e se davvero saranno sufficienti per la sua rivincita.
LinguaItaliano
Data di uscita9 set 2018
ISBN9788858986554
Sedotta per vendetta: Harmony Collezione
Autore

Natalie Rivers

Tra le autrici piuù amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Sedotta per vendetta - Natalie Rivers

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Claimed for the Italian’s Revenge

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Natalie Rivers

    Traduzione di Maria Teresa Delladio

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-655-4

    Prologo

    Marco De Luca era affacciato alla finestra del cottage ad ammirare l’atmosfera di quella notte calma e serena. Nel cielo splendeva la luna piena che si specchiava nel mare, illuminandolo con i suoi raggi argentei.

    Per troppi anni aveva vissuto e lavorato in metropoli dove il cielo notturno rifletteva le luci della città, che rendevano le stelle praticamente invisibili. Era stato talmente preso a costruire dal nulla la sua società che solo in quel momento si stava rendendo conto di cosa significasse tirare il fiato e godersi ciò che aveva raggiunto, o apprezzare i semplici piaceri della vita.

    Non c’erano lampioni in quel tratto remoto di costa gallese a rischiarare il cielo con la loro luce artificiale. E in quella baia appartata dove era annidato il cottage, non sorgevano altre case.

    Era bello contemplare l’incontrastato splendore della luna nel cielo color inchiostro. Quel posto tranquillo, poi, era tanto remoto dal mondo quanto lo erano gli affari.

    Era contento che Claudia lo avesse portato lì.

    Aveva significato molto per lui che la donna gli avesse chiesto di recarsi con lei in quell’angolo del Galles dove sua madre era cresciuta. Marco sapeva che la madre era morta lasciandola sola alla tenera età di cinque anni e sapeva anche che quel luogo, con tutti i suoi preziosi ricordi, occupava un posto speciale nel cuore di Claudia.

    Volse le spalle alla finestra per osservare la donna che dormiva nel letto. Le splendide gambe da gazzella erano intrecciate tra le lenzuola dopo ore e ore di passione e i lunghi capelli ondulati erano scompigliati sul cuscino. Nell’oscurità non si distingueva il loro colore ramato, eppure brillavano al chiarore lunare e anche la pelle era luminosa come una perla.

    Nel guardarla, Marco avvertì un inconsueto calore nel petto. Avevano trascorso una bella giornata. Quel posto era fantastico e il fatto che lei avesse voluto condividerlo con lui lo aveva toccato nell’intimo. Sebbene avesse perso la madre da piccola, era commovente vedere come Claudia attingesse tanta gioia dai ricordi lontani.

    Marco non vedeva la propria madre da ben otto anni. E ogni volta che pensava a lei, si sentiva pervadere dalla collera e dall’amarezza. Era una donna dissoluta che si era fatta usare da un uomo, Primo Vasile, un bastardo della peggior razza, che l’aveva indotta a mettersi contro la propria famiglia.

    Portato a termine il suo inganno, che aveva generato la distruzione dell’intera famiglia con la morte del padre e del nonno di Marco, la donna era sparita dalla circolazione, abbandonando la figlia appena undicenne, Bianca, mentre il figlio era lontano.

    Marco avvertì una stilettata nel petto e scosse la testa per allontanare quei pensieri. Non si sarebbe lasciato sopraffare dal ricordo di sua madre e di ciò che aveva fatto otto anni prima. Non le avrebbe permesso di distruggergli quel giorno perfetto con Claudia.

    Il tradimento di sua madre lo aveva indurito. Da allora non era riuscito più a fidarsi completamente di nessuno e quando Bianca gli aveva presentato Claudia, la sua nuova amica, lui si era messo subito sul chi vive. La famiglia di Claudia, infatti, era legata a Primo Vasile. Suo padre era uno dei soci dell’uomo, e tanto era bastato a insospettirlo. Per amore della sorella, però, si era preso il tempo necessario per conoscerla. Era contento di averlo fatto, perché erano diventati ben più di semplici amici, e la loro relazione era andata oltre a quelle che lui era solito avere con le donne.

    Guardando Claudia nel letto, capì che il tempo trascorso con lei era stato speciale.

    Lo squillo del cellulare sul comodino interruppe i suoi pensieri. Attraversando di corsa la stanza, si affrettò a rispondere affinché il trillo non disturbasse la donna addormentata.

    «Ciao, Riccardo» disse, uscendo dalla stanza e scendendo la scala che portava al piano di sotto, in soggiorno. «Tutto bene?»

    Era molto tardi, un’ora decisamente inadatta per le telefonate, e nel vedere il nome dell’amico sul display si era preoccupato.

    «Sì, va tutto bene. Almeno per il momento» gli ri-spose l’altro. «Penso, però, che tu debba sapere che circa un’ora fa ho incontrato Bianca a una festa qui a Torino. Era nei guai...»

    «Perché? Cosa le è successo? Sta bene?» lo interruppe Marco, angosciato che potesse essere accaduto qualcosa alla sorella diciannovenne.

    «Mi dispiace dirtelo, ma l’ho vista in compagnia di Primo Vasile» gli spiegò Riccardo.

    «Vasile!» esclamò Marco, imprecando. Che ci faceva quel bastardo con sua sorella?

    «Bianca aveva un’aria stordita. Credo che quel mascalzone l’abbia fatta bere.» Riccardo tacque un istante, sapendo bene di dare una preoccupazione all’amico. «Quando mi sono avvicinato, ho sentito che le rivolgeva delle domande sui tuoi affari. Inoltre, stava cercando di convincerla ad andare via con lui.»

    Marco imprecò ancora, serrando la mano a pugno.

    «Bianca comunque sta bene» lo rassicurò infine Riccardo. «Sono arrivato in tempo e l’ho portata via.»

    «Meno male» replicò Marco, tirando un sospiro di sollievo. «Ma quel bastardo me la pagherà. Bianca è fuori questione. Non avrebbe dovuto mettere in mezzo mia sorella per arrivare a me.»

    «Non mi aspettavo di vederla a una festa organizzata da una delle agenzie di pubbliche relazioni di Vasile. So che opinione hai di lui.»

    «Mi stai dicendo che Vasile non era un semplice invitato? Che ha organizzato lui la festa?» domandò Marco, risalendo a due a due i gradini della scala che portava in camera da letto.

    «Pensavo che lo sapessi. Era una serata offerta per inaugurare un ristorante di Vasile» gli spiegò l’amico. «Ho visto Claudia parlare con lui la settimana scorsa al matrimonio di Miretti.»

    «Cosa?» esclamò Marco, bloccandosi proprio davanti alla porta della camera.

    Oltre ad aver sentito il sangue gelarsi nelle vene, Marco aveva avvertito penetrare nella carne la familiare sensazione del tradimento, come una spada. Il sospetto che Claudia fosse in qualche modo coinvolta con l’uomo che aveva distrutto la sua famiglia si stava rivelando più che giustificato.

    «Ho visto Claudia parlare con Primo Vasile» ribadì Riccardo. «Lui le stava comunicando l’ora e il luogo della festa.»

    Marco ammutolì. La scioccante verità gli impediva persino di respirare.

    Claudia, la sua bellissima amante, lo aveva tradito. E il suo inganno aveva rischiato di mettere nei guai Bianca. Proprio come aveva fatto sua madre otto anni prima, Claudia aveva imbrogliato lui e Bianca.

    Spalancò la porta della camera e la fissò. Stava ancora dormendo e, con la sua espressione serafica, sembrava un angelo caduto dal cielo. Possibile che non le importasse nulla di aver spinto la sua amica nella tana del lupo?

    «Marco? Mi senti?» gli domandò Riccardo.

    «Sì, ci sono» replicò l’altro. «Torno immediatamente a casa. Devo pensare a mia sorella.»

    «E Vasile?»

    «Lo affronterò. Grazie, Riccardo, sei un buon amico. Ti telefonerò non appena atterrerò a Torino.»

    Poi ripose il telefono. Non sarebbe stato solo Vasile ad assaporare la sua vendetta. Anche Claudia avrebbe pagato per ciò che aveva fatto. Ma non subito.

    Per il momento, la sua priorità era Bianca. Doveva assicurarsi che stesse bene. Si vestì in sordina. Infilato il portafoglio e il cellulare nelle tasche della giacca, raccolse la borsa e uscì dalla camera senza voltarsi.

    1

    Quattro anni più tardi

    «Sposarti!» esclamò Claudia Hazelton, troppo meravigliata per mascherare lo shock alla proposta appena ricevuta. Depositando con mano tremante la tazza sul piattino, aggiunse: «Ho capito male, o mi hai appena chiesto di sposarti?».

    Nel frattempo aveva preso a tremare come una foglia e il cuore le batteva all’impazzata. Ciò nonostante, tenne la testa alta, fissando negli occhi il cinquantenne seduto di fronte a lei al lato opposto dell’elegante tavola del Ritz Hotel.

    Quell’uomo si chiamava Primo Vasile. Era cugino della sua matrigna e socio in affari di suo padre, ma, nonostante il legame familiare che li univa, quel tipo le aveva sempre fatto accapponare la pelle. Non avrebbe preso in considerazione l’idea di sposarlo neppure in un milione d’anni.

    «Non te lo sto chiedendo» disse Vasile, calmo, con una nauseante espressione di compiacimento stampata sul viso. «Te lo sto semplicemente comunicando. Oppure preferisci che tuo padre affronti un processo e vada in prigione per appropriazione indebita dei fondi pensionistici della società, qualora viva così a lungo?»

    Claudia lo fissò scioccata, talmente inorridita da restare senza parole per qualche secondo. Vasile le stava dicendo che suo padre aveva rubato il denaro della società e che si aspettava che lei sposasse il socio in modo tale da ripagare il debito...

    All’improvviso vide suo padre sul letto dell’ospedale e quell’immagine le cancellò ogni altro pensiero, procurandole un nodo in gola. Era così fragile e sofferente! Claudia non sopportava l’idea che sostenesse un processo e, peggio ancora, una condanna in prigione.

    Perché Vasile lanciava quelle minacce? Quell’uomo non le era mai piaciuto, ma non riusciva a credere che la stesse ricattando costringendola a sposarlo.

    «Non capisco perché tu stia dicendo tutte queste cattiverie» replicò, continuando a guardarlo con i suoi begli occhi dorati in quel momento carichi di sconcerto. «Perché vorresti fare del male a mio padre?»

    «Non voglio fargli del male» replicò l’altro. «Ma se non accetti la mia proposta, potrei essere costretto a farlo. Ha sottratto una grande quantità di denaro che deve essere restituita.»

    «Mio padre non ne sarebbe contento» asserì Claudia, mandando indietro i capelli con un gesto nervoso. Poi fissò la matrigna che le sedeva accanto.

    Non c’era mai stata confidenza tra loro. Francesca non si era mai assunta le responsabilità di madre, anche perché amava uno stile di vita indulgente e stravagante. Sicuramente sapeva del denaro, ma non poteva essere d’accordo con ciò che il cugino le aveva appena proposto.

    «Temo che sia proprio vero, mia cara. Sposare Primo è l’unico modo per uscir fuori da questo pasticcio» dichiarò invece Francesca. «Sposandoti, avrai accesso al tuo fondo fiduciario. Abbiamo bisogno di quel denaro per rimpiazzare ciò che tuo padre ha sottratto dal fondo pensionistico della società» dichiarò, calma.

    Claudia si morse il labbro, cercando di digerire quanto le era stato appena detto. Gli affari di famiglia dovevano andare veramente male se si era arrivati a un tale ricatto.

    «Deve pur esserci un’altra soluzione» mormorò. «Vi aiuterò a ripagare il debito.»

    «Sciocca ragazzina!» la schernì Vasile. «A parte il tuo fondo fiduciario, con quali mezzi pensi di farlo?»

    «Posso sempre vendere il mio appartamento e la mia macchina. Inoltre, potrei chiedere un prestito. Farò tutto ciò che mi è possibile. Lavorerò sodo pur di ripagare il debito.»

    «Non essere ingenua! Stiamo parlando di un fondo pensionistico. Persino io non ho tutto quel denaro. Stiamo parlando di centinaia di lavoratori che per anni hanno versato i loro contributi nel fondo. E se quel denaro non verrà restituito, tutta quella gente perderà la pensione.»

    «Quanto tempo ci vorrà prima che l’ammanco venga scoperto?» si informò Claudia, avvertendo una morsa allo stomaco all’idea che tutti quegli impiegati si ritrovassero con un pugno di mosche in mano

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