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Lady Disaster
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E-book114 pagine1 ora

Lady Disaster

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Info su questo ebook

Il Marchese di Gulliver, Seth Mowbray, non ha una famiglia tutta sua. Quando non è in compagnia dei suoi cari amici, il Duca e la Duchessa di Selkirk, annega la sua solitudine indulgendo alle cose più malvagie che la vita ha da offrire.

Lady Constantine Hartley non sembra voler seguire le regole della società. La pressione e le aspettative le hanno guastato tutto il divertimento, perché allora preoccuparsi? Durante quest’ultima Stagione ha deciso di ignorare le regole e divertirsi.

Dopo un incontro casuale, Seth si ritrova affascinato dall’infernale Lady Constantine. Allo stesso modo, Constantine si ritrova affascinata dal Marchese. Due paria della società possono sfidare la sorte e conquistare il vero amore?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita2 ott 2020
ISBN9781071567814
Lady Disaster
Autore

Amanda Mariel

USA Today Bestselling, Amazon All Star author Amanda Mariel dreams of days gone by when life moved at a slower pace. She enjoys taking pen to paper and exploring historical time periods through her imagination and the written word. When she is not writing she can be found reading, crocheting, traveling, practicing her photography skills, or spending time with her family.

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    Anteprima del libro

    Lady Disaster - Amanda Mariel

    LADY DISASTER

    Dall’autrice best seller per USA TODAY

    Amanda Mariel

    Questa è un'opera di finzione. Nomi, personaggi, organizzazioni, luoghi, eventi e situazioni sono o prodotti dell'immaginazione dell'autore o usati in modo fittizio.

    Copyright © 2020 Amanda Mariel

    Tutti i diritti riservati.

    Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o archiviata in un sistema di recupero o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, fotocopie, registrazioni o altro, senza l'espressa autorizzazione scritta dell'editore.

    Pubblicato da Brooke Ridge Press

    Per mio marito, tu sei la mia canaglia redenta preferita. Ti amo!

    Il Marchese di Gulliver, Seth Mowbray, non ha una famiglia tutta sua. Quando non è in compagnia dei suoi cari amici, il Duca e la Duchessa di Selkirk, annega la sua solitudine indulgendo alle cose più malvagie che la vita ha da offrire.

    Lady Constantine Hartley non sembra voler seguire le regole della società. La pressione e le aspettative le hanno guastato tutto il divertimento, perché allora preoccuparsi? Durante quest’ultima Stagione ha deciso di ignorare le regole e divertirsi.

    Dopo un incontro casuale, Seth si ritrova affascinato dall’infernale Lady Constantine. Allo stesso modo, Constantine si ritrova affascinata dal Marchese. Due paria della società possono sfidare la sorte e conquistare il vero amore?

    Capitolo 1

    Londra

    Aprile 1818

    Lady Constantine Hartley non si considerava affatto una signora.

    La mancanza della necessaria raffinatezza non era che uno dei suoi tanti difetti. Il vero problema, piuttosto, era il fatto di aver trascorso gran parte della sua vita reclusa in campagna, senza il beneficio della presenza di una madre, ciò che l'aveva lasciata del tutto impreparata ad affrontare la società di Londra.

    Nessuno avrebbe mai sostenuto che fosse afflitta da carenze vistose, eppure non era una signora. Certo, era una lady, ma l'arbitrarietà del rango sociale e della posizione erano cose che sfuggivano alla sua comprensione. Come una persona potesse far parte della società e tuttavia non esserne del tutto accettata, la faceva a dir poco impazzire.

    Constantine diede un'occhiata in lungo e in largo al tavolo da pranzo, il suo sguardo indugiò sui signori elegantemente vestiti e sulle donne sedute intorno a lei.

    Il suo abito era elegante quanto i loro. Indossava gioielli che le ornavano il collo e che le pendevano dalle orecchie, e i capelli erano abilmente foggiati in uno chignon alla moda, con alcuni riccioli ribelli che le incorniciavano il viso. In effetti, Constantine sembrava, sotto ogni aspetto, la donna ben educata che era.

    Sospirò. A ben guardare, il suo aspetto era irrilevante se paragonato alla sua mancanza di portamento, e lo sapeva bene. Il fatto che sembrasse elegante e raffinata non importava se poi non lo dimostrava nei modi. Era inutile cercare di ingannare sé stessa, Constantine sapeva la verità: non era una signora.

    Se pure avesse avuto dubbi a riguardo, l’ultima Stagione aveva rappresentato una prova tangibile. Si era messa in ridicolo in più occasioni, infrangendo regole che non sapeva nemmeno fossero tali.

    Peggio ancora, più errori commetteva più diventava ansiosa, il che la portava, senza scampo, a commetterne sempre di più.

    Alla fine della Stagione, Constantine non desiderava altro che tornare in campagna e trascorrere il resto dei suoi giorni come una reclusa, o sposare un signorotto di campagna e stabilirsi lì a condurre una vita tranquilla. Ad ogni modo, non sarebbe mai più tornata in società.

    Lo sguardo di Constantine si fermò quando raggiunse la testa del tavolo.

    Zia Dorothy, la Viscontessa madre di Chadwick, era orgogliosa di regnare sulla sua cena e una fitta di rimpianto colpì Constantine. Desiderò, per il bene di sua zia, non essersi dimostrata una tale delusione. Dopotutto, la cara zia era andata ben al di là di quanto era suo dovere per dare a Constantine una seconda Stagione.

    E Constantine l'aveva rovinata in ogni possibile modo. Il suo crescente disagio la portava a compiere sempre più passi falsi man mano che la Stagione avanzava.

    Se non fosse stato per la posizione sociale della zia, avrebbe scommesso che nessun membro della buona società le avrebbe permesso di entrare in casa propria.

    Proprio mentre Constantine ci pensava, la zia Dorothy incontrò lo sguardo di Constantine offrendole un caloroso sorriso. La Viscontessa era fatta così: gentile, comprensiva e sempre incoraggiante. Per questo, a dispetto dei fallimenti di Constantine, la zia aveva insistito affinché la nipote partecipasse a un’altra Stagione. E Constantine l'amava per questo, anche se non era stata felicissima all’idea di dover tornare in città.

    Constantine fece un sospiro, poi ricambiò il sorriso della zia prima di riprendere il suo cucchiaio da minestra.

    Avrebbe fatto del suo meglio per comportarsi in maniera appropriata; per il bene della zia, era determinata a non permettere ai suoi errori di dominarla.

    Quella Stagione sarebbe stata diversa.

    L’avrebbe affrontata con tutta la buona grazia possibile, e magari avrebbe anche potuto sforzarsi e godersela. Il che significava che avrebbe fatto tutto quanto in suo potere per seguire le molte regole che affliggevano le giovani donne ben educate ma, allo stesso tempo, non si sarebbe rimproverata per i suoi passi falsi.

    Fece roteare il cucchiaio nella densa zuppa scura davanti a sé. Detestava la zuppa di tartaruga, ma aveva imparato che era scortese lasciare il sopravvento ai propri gusti.

    La cara zia glielo aveva spiegato dopo che Constantine aveva rifiutato una portata dello stesso tipo durante la Stagione precedente. «È il massimo delle cattive maniere», l'aveva ammonita. «Basta cincischiarci, così sembra che tu la stia mangiando», le aveva suggerito.

    A Constantine era sembrato tutto piuttosto sciocco. Tuttavia, adesso fece scivolare armoniosamente il suo cucchiaio nella la zuppa mentre aspettava la portata successiva.

    «State usando il cucchiaio sbagliato», la interruppe una voce profonda, e Constantine si voltò verso il gentiluomo alla sua sinistra.

    Si asciugò la bocca mentre lo valutava. Era il sogno di ogni debuttante ‒ alto, bruno, bellissimo ‒ e per un momento, tutto ciò che riuscì a fare fu fissarlo.

    I capelli, del colore dell'inchiostro, incorniciavano il suo viso, i suoi occhi blu zaffiro la guardavano con calore, aveva un naso dritto da patrizio romano e una mascella forte e volitiva. Ma la cosa più affascinante di tutte era il modo diabolico in cui scintillavano i suoi occhi e il mezzo sorriso inclinato con le punte all’insù sulle sue labbra carnose.

    Constantine deglutì e, ignorando l’improvviso calore che aveva pervaso il suo viso, disse: «Ah sì?» Inarcò un sopracciglio provocatorio, desiderando che i suoi nervi non la tradissero.

    Il sorriso del gentiluomo si allargò. «Certo che è così».

    Constantine si irrigidì nelle spalle. «Suppongo che questa sia la parte in cui arrossisco follemente per l'imbarazzo mentre correggo il mio errore e vi ringrazio?» Finse di non sentire il leggero tremore nella sua voce. Non avrebbe permesso alla sua ansia di sopraffarla.

    «In effetti state arrossendo». Il sogghigno dell'uomo si trasformò in un sorriso di puro divertimento. «E quella sarebbe la risposta di circostanza, sì».

    «Forse io non sono capace di adattarmi alle circostanze, allora, perché non mi scuserò. Né cambierò cucchiaio», ribatté Constantine, sorvolando sul fatto che l'aveva notata arrossire.

    «Senza dubbio siete molto singolare», la sua voce denotava un crescente interesse mentre continuava: «Signorina...», la fissò in attesa.

    «Hartley», rispose, «Lady Constantine Hartley».

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