Protetta da vicino: Harmony Destiny
Di Lisa Jackson
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Anteprima del libro
Protetta da vicino - Lisa Jackson
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Best-Kept Lies
Silhouette Desire
© 2004 Susan Lisa Jackson
Traduzione di Elisabetta Elefante
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3050-436-3
Prologo
«È inutile girarci intorno, figlia mia. Sto morendo.»
Randi si arrestò sui gradini della vecchia scalinata di legno della casa in cui era cresciuta, un solido ranch che si ergeva su un’isolata collina di un ancor più isolato angolino del Montana. Presa dai suoi pensieri, non si era accorta che suo padre giaceva abbandonato sulla poltrona dell’ampio soggiorno, gli occhi sbarrati fissi sul caminetto di pietra annerito. John Randall McCafferty era ancora un uomo imponente, ma il tempo, implacabile, aveva curvato la sua schiena e lasciato profondi solchi sul viso ormai spento.
«Che sciocchezze!» cercò di minimizzare la giovane donna. «Hai una tempra forte, papà. Hai sempre detto che camperai fino a centocinquant’anni.»
«E mi sbagliavo.» L’uomo spostò lo sguardo su di lei. «Ma prima di andarmene, voglio che tu sappia che lascerò a te la metà del ranch. Il resto dovranno dividerselo i ragazzi. Presto il Flying M sarà tuo.»
«Non dire così.» Randi entrò nella stanza illuminata dalla luce rossastra del tramonto e guardò fuori della finestra in direzione dei pascoli che si estendevano fino all’orizzonte, sotto il cielo limpido. Al di là della stalla e del fienile, bovini e cavalli brucavano l’erba verdissima, ondeggiante nel vento.
«Tanto vale che ti rassegni all’idea, Randi. Vieni qua. Avvicinati, coraggio: sai che abbaio, ma non mordo.»
Sì, Randi lo sapeva. Collerico e incline a violenti scatti d’ira coi suoi fratelli, John era sempre stato più tollerante con lei.
«Voglio solo guardarti più da vicino. I miei occhi non sono più quelli di una volta...» Si interruppe e cominciò a tossire così violentemente da perdere il respiro.
«Chiamiamo Matt, papà. Anzi, no: ti porto in ospedale.»
«Neanche per sogno!» Il vecchio agitò per aria una mano ossuta. «Tanto nessuno può fare più niente per me.»
«Ma papà...»
«Piantala di blaterare e stammi a sentire, per una volta.» Fissandola negli occhi, John le mise in mano una busta. «Qui dentro c’è il mio testamento. Thorne, Matt e Slade dovranno dividersi la metà del ranch e non credo che ne saranno contenti. Già me li immagino a litigare, per decidere come mandarlo avanti» aggiunse, con una risatina. «Ma questo non deve preoccuparti, perché a te ho lasciato la fetta più grossa della torta.» Cercò di sorridere. «A te e a tuo figlio.»
Randi trasalì. «A mio... che cosa?»
«A mio nipote. Il figlio che porti in grembo. O sbaglio?»
Randi annaspò. Non aveva detto ad anima viva del bambino.
«Avrei preferito che ti sposassi prima di restare incinta, ma ormai è fatta, e non vivrò abbastanza a lungo da veder nascere questa creatura. Ma morirò più tranquillo sapendo di aver fatto qualcosa per te e per lui. Per questo ti lascio il ranch.»
«Non mi serve l’aiuto di nessuno, papà.»
Il sorriso di John si spense. «Sì, invece. Stai per avere un figlio e dovresti avere accanto qualcuno che si prenda cura di te.»
«Sono capacissima di badare a me stessa e di mantenere mio figlio. Ho un appartamento a Seattle, un lavoro che mi permette di guadagnare bene e...»
«Ma non hai un uomo. Perché non mi dici come si chiama quel farabutto che ti ha messa incinta?»
«Lasciamo perdere.»
«Un bambino ha il diritto di sapere chi è suo padre. Anche se stiamo parlando di uno smidollato capace di scaricare una ragazza dopo averla messa nei guai.»
«Se lo dici tu» replicò Randi, stringendo in mano la busta. Sotto le dita, avvertì che all’interno non c’era solo un foglio di carta ripiegato.
Interpretando la sua muta domanda, suo padre spiegò. «Dentro troverai anche una collana. Quella col ciondolo. Era di tua madre.»
Un’emozione indicibile serrò la gola di Randi, che ricordò il pendente d’oro a forma di cuore tempestato di schegge di brillanti, con cui aveva giocherellato tante volte, da bambina. Sua madre lo portava sempre al collo. «Glielo regalasti il giorno del vostro matrimonio» ricordò.
«Sì.» L’espressione del vecchio sembrò intenerirsi. «E c’è anche la fede. Se la vuoi.»
«Certo. Grazie» mormorò Randi, scoprendo di avere gli occhi lucidi.
«Se vuoi ringraziarmi davvero, rivelami il nome di quel mascalzone.»
Randi si rabbuiò, ma non fiatò.
«Non hai intenzione di dirmelo?»
Randi tenne la bocca ostinatamente chiusa.
John imprecò. «Con una testa dura come la tua, c’è poco da discutere.»
«Devo averla ereditata da te, papà.»
«E sarà la tua rovina, figlia mia. Dai retta al tuo vecchio.»
Randi ebbe un tentennamento mentre un senso di presagio si impadroniva di lei. Ma per il bene della creatura che portava in grembo, non si lasciò convincere. La decisione era stata presa nell’attimo stesso in cui il test di gravidanza era risultato positivo: nessuno avrebbe mai saputo chi era il padre di quel bambino. Nemmeno suo figlio.
1
Kurt Striker si strozzò con la propria saliva e strabuzzò gli occhi.
L’incarico che gli avevano appena proposto non gli piaceva per niente, ma non poteva dire di no. E non solo per via del ghiotto gruzzoletto che gli avrebbe fruttato, sebbene anche solo quello lo allettasse parecchio. A chi non avrebbero fatto comodo trentamila dollari suonanti? Quindicimila erano già lì, sul tavolino che aveva di fronte. Ma non osava toccarli.
Per via di quel che era accaduto la notte prima.
I quattro uomini erano in soggiorno. Alle spalle di Kurt, il fuoco scoppiettante del grande camino che gli scaldava le gambe; al di là delle finestre appannate, i pascoli innevati del Flying M.
«Allora, Striker? Accetti?» domandò Thorne McCafferty, il maggiore dei tre fratelli.
Il lavoro era complicato. Kurt avrebbe dovuto fare da guardia del corpo a Randi, e lei si sarebbe opposta strenuamente a quell’idea: era pronto a scommetterci. Aveva trascorso poco tempo con la figlia del compianto John Randall McCafferty, ma gli era bastato a inquadrarla come una ragazza di polso, determinata, che quando prendeva una posizione non si lasciava smuovere da nessuno. Nemmeno dai suoi tre fratellastri che sembravano essere improvvisamente diventati iperprotettivi nei suoi confronti.
Randi gli avrebbe dato del filo da torcere, poco ma sicuro. Il modo in cui era andata via di lì solo poche ore prima parlava da sé. Aveva deciso di tornare a Seattle, col suo bambino. Di tornare al suo lavoro. Alla sua vecchia vita. E al diavolo tutto quanto il resto!
Stava scappando, era chiaro. Dai suoi asfissianti fratelli. E da lui.
Spostò lo sguardo dal primo, al secondo, al terzo McCafferty, sforzandosi di non analizzare troppo approfonditamente le sue emozioni, per non ammettere il vero motivo del suo tentennamento: preferiva stare alla larga dalle donne. Tutte, in generale. In particolar modo, dalla preziosa sorella minore di tre ossi duri come i fratelli McCafferty.
Un po’ tardi per ricordarsene, non credi?
Randi era una gran bella ragazza. Una donna dal carattere forte che, degna figlia di suo padre, affrontava la vita a testa alta, prendendo da sola le decisioni che la riguardavano. Le sarebbe seccato averlo tra i piedi, anche se Kurt voleva solo proteggerla.
«Randi non la prenderà bene» disse Slade, il più giovane dei tre McCafferty, come se gli avesse letto nella mente. Jeans sdruciti, camicia di flanella, bighellonò fino alla finestra e guardò fuori.
«È naturale» commentò Matt, il fratello numero due. Spaparanzato sul divano di cuoio, teneva il tacco di uno dei suoi stivalacci posato sul tavolino, a due centimetri dall’assegno. «La prenderei male anch’io.»
«Il fatto è che non ha scelta» intervenne Thorne. Amministratore delegato di una solida compagnia che aveva fondato anni prima, era abituato a dare ordini e a vederli eseguire senza indugi. «Abbiamo vagliato tutti i pro e i contro e siamo giunti tutti alla stessa conclusione: per il bene suo e del bambino, Randi ha bisogno di una guardia del corpo.»
Matt annuì. «Sì, siamo d’accordo. Ma questo non significa che Randi sarà d’accordo. Anche se Kelly è disposta a darci una mano.»
Kelly, moglie di Matt, aveva lasciato la polizia per aprire un’agenzia di investigazioni private. Aveva accettato di affiancare Striker, visto che in gioco c’era la vita di sua cognata. Intuitiva, scattante, intelligentissima, Kelly poteva rivelarsi un aiuto prezioso, ma Kurt dubitava che il suo coinvolgimento sarebbe servito ad ammansire Randi.
Cercò con lo sguardo il più giovane dei McCafferty, l’amico che lo aveva trascinato in questo pasticcio. Ma Slade teneva ancora gli occhi fissi fuori della finestra.
«Be’, qualcosa dobbiamo fare, e in fretta. Qualcuno la vuole morta» ricordò Thorne ad alta voce.
Striker serrò le mascelle. Nessuno lì dentro aveva voglia di scherzare. Randi era in pericolo. E lui, in fondo, già sapeva che avrebbe accettato l’incarico. Perché per quanto cocciuta e indisponente potesse essere, Randi McCafferty aveva un certo non so che, una luce speciale in quegli occhi color cioccolato che lo aveva colpito sin dal primo istante.
La notte appena trascorsa glielo aveva dimostrato.
Thorne sospirò. La sua agitazione era evidente. «Allora che cosa fai, accetti?» incalzò, rivolto a Striker. «O dobbiamo cercare qualcun altro?»
Slade non diede a Kurt il tempo di replicare. «Non c’è nessun altro. Abbiamo bisogno di una persona di cui possiamo fidarci.»
«Sottoscrivo in pieno» disse anche Matt.
Fidarsi? Di lui!? Kurt serrò i denti con forza e non parlò.
Slade fece un cenno col capo, indicando un fuoristrada che era apparso nel viale. «Sta rientrando Nicole.»
Pochi minuti più tardi, la porta di ingresso del ranch si aprì portando con sé una folata di vento gelido, che arrivò fino al soggiorno. Scuotendosi la neve dal giaccone, Nicole attraversò l’ingresso e si diresse verso le scale, in cima alle quali apparvero due vispe bimbette bionde. Quattro anni appena compiuti, le gemelle erano la luce degli occhi di Thorne, che le aveva adottate sposando Nicole. Le corsero incontro gioiose.
«Mamma!» urlò Molly, mentre Mandy, più timida, si gettava raggiante tra le braccia aperte di Nicole.
Che le sollevò entrambe. «Come stanno i miei piccoli tesori?»
«Come sei fredda, mammina!» si lamentò Molly.
«Avete visto quanta neve c’è fuori?»
Thorne uscì nell’ingresso e andò a salutare sua moglie con un bacio, avvolgendo nel suo abbraccio anche le bambine.
Striker distolse lo sguardo, sentendosi quasi un intruso. Era lo stesso disagio che aveva provato quando, pregato da Slade di venire a dargli una mano, aveva messo piede per la prima volta al Flying M. Cioè a ottobre, subito dopo l’incidente d’auto occorso a Randi, che era finita fuori strada. Le si erano rotte le acque