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I sensi e il cuore (eLit): eLit
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E-book171 pagine2 ore

I sensi e il cuore (eLit): eLit

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Info su questo ebook

I Marshall 1

Lily ha deciso di lasciarsi il passato alle spalle e, forse, ha trovato come fare: cognome nuovo, lavoro nuovo. Nessuno a casa Marshall scoprirà mai la sua storia. O le sue intenzioni. Peccato che Ethan la pensi diversamente: vuole sapere tutto della bella scudiera, vuole avere tutto di lei. Una relazione con un uomo del suo calibro è una pessima idea, ma è davvero possibile resistere alla tentazione?
LinguaItaliano
Data di uscita28 feb 2018
ISBN9788858981641
I sensi e il cuore (eLit): eLit
Autore

Kimberly Lang

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    I sensi e il cuore (eLit) - Kimberly Lang

    I sensi e il cuore

    KIMBERLY LANG

    1

    Goose chinò la testa e scartò, distogliendo Lily dalle sue fantasie giusto un attimo prima che andasse a sbattere contro un ramo che pendeva basso. Tirò le redini all'ultimo secondo e riportò il cavallo sul sentiero. «Comportati bene, cavallo viziato.»

    Per tutta risposta, Goose sbuffò.

    Sarebbe stata solo colpa sua se Goose l'avesse disarcionata. Il cavallo adorava sfidare chi lo cavalcava per vedere chi dei due comandasse. Perciò Lily avrebbe fatto bene a non distrarsi, anche se la pace e la bellezza della proprietà Marshall a volte la ipnotizzavano. Combinate con la dolce cadenza della camminata di Goose – ovviamente quando la smetteva di scalpitare – era davvero difficile non farsene rapire.

    Tutta quella gente che pagava a peso d'oro per delle lezioni di yoga o per starsene distesi sul lettino di uno strizzacervelli avrebbe fatto bene a passare almeno mezz'ora a fare quello che faceva lei. Senza contare che era gratis.

    No. Era più che gratis. I Marshall la pagavano addirittura. Era assurdo ma vero, e Lily ringraziava la sua buona stella ogni giorno per essere approdata lì.

    Erano quasi arrivati al fiume, e Goose cominciò a trottare impaziente. Lily vide i placidi raggi di sole mattutini luccicare sull'acqua e rivolse il viso al cielo per riscaldarsi. Goose andò dritto verso la riva e si tuffò. Solo un colpo deciso del suo tacco gli impedì di arrivare a una profondità tale da farle inzuppare il suo unico paio di stivali.

    «Non questa volta, Goose. Non ti permetterò di farmi andare di nuovo in giro per tutto il giorno con i piedi bagnati.»

    Come se l'avesse capita, Goose emise un suono simile a uno sbuffo contrariato, poi abbassò la testa per bere. Tirando fuori la bottiglietta d'acqua, anche lei bevve un sorso, poi sollevò la vista sulle montagne accarezzate dal sole, beandosi della loro bellezza.

    La proprietà dei Marshall, Hill Chase, era un pezzo di paradiso in terra. Era sufficientemente vicina a Washington D.C. per consentire ai membri della famiglia impegnati in politica di farvi una breve fuga, ma sembrava anni luce lontana dalla civiltà. Oltre a essere la casa di famiglia, era anche un'azienda, e Lily faceva del proprio meglio per mescolarsi con gli altri dipendenti.

    Inalò un po' di quell'aria così pulita e sorrise, d'un tratto consapevole di una realtà che aveva cautamente tardato ad accettare.

    Il suo assistente sociale, Jerry, l'aveva avvisata che quel giorno prima o poi sarebbe arrivato. Lei allora non gli aveva creduto, ma adesso...

    Poteva iniziare davvero una nuova vita. L'aveva già iniziata, in realtà. La Lily che era stata un tempo stava svanendo giorno dopo giorno, e la Lily che era adesso aveva finalmente cominciato a sentirsi quella vera. Le sembrava di essere rimasta chiusa in una scatola per anni e di star solo adesso cominciando a essere libera di muoversi e di respirare.

    Scosse la testa per distogliersi da quei pensieri. Avrebbe voluto prolungare quel momento all'infinito, ma aveva ancora due cavalli a cui dedicare le sue attenzioni giornaliere, oltre a una lunga lista di altri compiti da portare a termine nelle stalle.

    «Su, Goose andiamo.»

    «Di già? Siete appena arrivati.»

    Lily sobbalzò al suono della voce maschile e fece cadere la bottiglietta d'acqua tra le zampe di Goose. Si voltò per localizzare la provenienza del suono e vide un uomo a pochi metri da lei. Soltanto spalle e testa erano visibili sopra la superficie dell'acqua.

    «Mi dispiace, non volevo spaventarti.» Un sorriso sornione contraddiceva il significato di quelle parole.

    «Sono solo sorpresa» ribatté lei. Ed era vero. La proprietà era privata, e nessuno sapeva che lei era lì, perciò non aveva alcuna ragione per essere spaventata. In più Goose aveva sollevato la testa e nitrito vivacemente, come se avesse riconosciuto la voce dell'uomo.

    Un attimo dopo, il cavallo cominciò a immergersi nell'acqua per raggiungere l'uomo verso il centro del fiume. Lily tirò le redini, ma lui ignorò deliberatamente i suoi tentativi di fermarlo.

    Grazie al cielo, l'uomo venne loro incontro, e lei, stringendo le ginocchia contro la sella, riuscì a sollevare i piedi quel tanto che le permettesse di tenerli fuori dall'acqua.

    La grande testa di Goose dondolò per il piacere quando l'uomo gli accarezzò il muso, e per un momento lei si sentì esclusa da quel ricongiungimento. Ma accolse con gratitudine il momento di pausa, perché ebbe la possibilità di riconoscere Ethan Marshall, uno dei nipoti del Senatore. Aveva sentito che era tornato da un lungo viaggio oltreoceano ma, sebbene avesse visto una montagna di sue fotografie, nessuna era paragonabile alla realtà.

    La natura era stata generosa con tutti i Marshall – capelli biondi, occhi verdi, lineamenti decisi – ma Ethan sembrava aver sbancato la lotteria, perché, oltre a quei tratti così felici, aveva anche qualcosa di più... di più... di più, insomma. I capelli folti e dorati gli sfioravano le spalle ampie e abbronzate e, su di esse, copiose gocce d'acqua scorrevano in rivoli, accarezzando pettorali e bicipiti scolpiti nel marmo, prima di correre verso...

    Lily sollevò gli occhi di scatto. Santo cielo! Quell'uomo era così bello che le batteva il cuore. Quando ne incrociò gli occhi, capì dal sorriso soddisfatto che gli si era dipinto in volto che aveva notato il suo sguardo ammirato, e quella consapevolezza la fece arrossire.

    «Sono Ethan Marshall» si presentò lui.

    «Lo so.» Tieni gli occhi alzati. «È un piacere conoscerla.»

    Lily tirò le redini per far indietreggiare Goose. Le gambe contratte contro la sella le facevano male. Aveva bisogno di distendere i muscoli, senza il pericolo di affondare di nuovo i piedi nel fiume. Ma Ethan non li seguì. Rimase a guardarla in attesa, e lei cercò affannosamente qualcos'altro da dire, ma in qualche modo il suo cervello sembrava essersi spento. «Bentornato» fu l'unica parola che le uscì di bocca.

    «Grazie. E tu sei...?»

    Le guance di Lily avvamparono. Idiota! «Oh, certo... Lily. Lily Black.»

    «Anche per me è un piacere conoscerti, Lily. Quante altre volte Goose ti ha fatto bagnare i piedi prima che capissi come fare per evitarlo?»

    «Tre.» Ethan curvò le labbra in un sorrisetto divertito, e lei fece spallucce. «Sono dura di comprendonio, immagino.»

    «Be', Tinker farà lo stesso, nel caso non lo sapessi già.»

    Tinker era il cavallo di Ethan, un enorme stallone bianco con un carattere ancora più dominante di quello di Goose.

    «Tinker mi fece direttamente cadere nel fiume la prima volta» gli confessò. «Poi uscì dall'acqua e scappò via, obbligandomi a tornare a piedi alle stalle.»

    Ethan scoppiò in una risata calda e virile che le fece rimescolare qualcosa dentro. «Avevo sentito dell'accaduto, ma non sapevo che fossi tu la malcapitata. Forse mi dovrei scusare.»

    «Perché?» La scrollatina di quelle ampie spalle era stata già sufficientemente eloquente. «Gli ha insegnato lei a farlo, vero?»

    «Sì, per impedire ai miei fratelli e ai miei cugini di cavalcarlo quando non c'ero.»

    Quel sorrisetto impenitente era vagamente contagioso e la mise improvvisamente a suo agio. Da quanto tempo non faceva una chiacchierata oziosa con qualcuno? Era una sensazione piacevole, constatò, benché alquanto strana per una come lei, visto che le vicissitudini della sua vita avevano fatto decisamente arrugginire il suo lato sociale.

    «Il suo cavallo è una carogna» gli disse con aria scherzosa.«È una fortuna per lui che sia così bello.»

    Ethan ammiccò, prendendola alla sprovvista. «Ho sentito dire lo stesso di me.»

    Malauguratamente quell'affermazione le fece posare di nuovo lo sguardo sulle ampie superfici di quel busto abbronzato. Bello era una parola decisamente inadeguata per le fattezze di un adone del genere.

    Goose stava tirando il morso per cercare di raggiungere di nuovo Ethan verso il centro del fiume, e così facendo le diede finalmente la possibilità di concentrarsi su qualcos'altro. Lily tirò le redini e Goose sbuffò sonoramente scuotendo la testa, ma lei non mollò. Non lo avrebbe mai fatto di fronte a Ethan Marshall. Non voleva che la credesse incapace di controllare il cavallo.

    «Credo soltanto che sia felice di vederla, signor Marshall. Di solito si comporta meglio con me.»

    «Ethan» la corresse lui. «Chiamami semplicemente Ethan. Ci sono troppi signori Marshall da queste parti... e dammi del tu, per favore.»

    Lily sentì le guance andarle di nuovo in fiamme, ma non per l'imbarazzo questa volta. «Va bene, Ethan.»

    Quando l'uomo le sorrise, un leggero brivido le attraversò la pelle. E fu quel brivido, insieme agli indomiti movimenti di Goose, a riportarla con i piedi per terra. «Adesso devo proprio andare, ma è stato un vero piacere conoscerla... ehm... conoscerti.»

    Ethan annuì. «Anche per me.»

    Lily girò la testa al cavallo, e solo allora notò la bottiglietta di plastica che ancora galleggiava sulla superficie dell'acqua.

    «Ethan... ehm, potresti gentilmente prendermi quella bottiglia d'acqua?»

    «No.»

    Lily si spostò sulla sella per guardarlo basita. Possibile che avesse capito male? Dopotutto, la sua era stata una richiesta ordinaria, senza troppe pretese. Ma magari l'ego di quell'uomo era troppo grande per assecondarla. Che il potente nipote del Senatore Marshall ritenesse troppo offensivo abbassarsi a fare qualcosa per una semplice dipendente?

    «Non te l'avrei chiesto in condizioni normali ma, vedi, ho gli stivali bassi e se scendo da cavallo mi si riempiranno d'acqua.»

    Ethan sollevò le spalle. «Mi dispiace ma non posso proprio aiutarti.» Un sorrisetto sornione gli illuminò il viso mentre incrociava le braccia sul petto. «Sono sicuro che tu non ci abbia ancora fatto caso, ma non indosso nient'altro che acqua in questo momento.»

    Mentre il significato di quelle parole veniva lentamente registrato dalla sua mente, Lily si sentì avvampare. Fino a quel momento aveva fatto una tranquilla conversazione con un uomo... nudo, e a non più di mezzo metro di distanza!

    I suoi occhi – e la cosa triste fu che non riuscì a impedir loro di farlo – si posarono sul punto esatto in cui il ventre piatto e muscoloso dell'uomo veniva lambito dall'acqua.

    Sentendo la risatina di Ethan, risollevò la testa con uno scatto e sobbalzò sulla sella, tanto da far protestare Goose.

    «Se vengo lì a prenderla, uno di noi due potrebbe imbarazzarsi» aggiunse lui con uno sguardo compiaciuto e allusivo che non lasciava alcun margine di dubbio su chi dei due lo avrebbe fatto.

    Oh, santo cielo! Lily era già imbarazzata. Puntando gli occhi sulla riva, vide una pila di vestiti ammucchiati su una roccia. Come aveva fatto a non accorgersene prima? Se n'era stata ad ammirare il petto e il ventre di quell'uomo, senza sapere che solo a pochi centimetri sotto la superficie dell'acqua...

    Oh, cielo! Adesso le sue guance erano decisamente paonazze. «Vuoi ancora che venga lì a prenderla?» le chiese lui con una nota di divertimento e di sfida insieme.

    Subito dopo Lily sentì dei rumori d'acqua, come se Ethan stesse lentamente guadando il fiume verso di lei. «No!» gridò, poi si schiarì la gola. «Volevo dire non preoccuparti, la prendo io.»

    Senza guardarlo smontò da cavallo, afferrò la bottiglietta e rimontò in sella in tempo record. Strinse i tacchi sui fianchi di Goose, sentendo l'acqua che le inzuppava le dita dei piedi, e lo lanciò al trotto. Non le importava se sembrava che stesse battendo la ritirata. Doveva andar via di lì il prima possibile. Prima di morire letteralmente di vergogna.

    Il suono della risata di Ethan la seguì, e Lily fece del suo meglio per non lanciare Goose al galoppo.

    Nudo.

    Era stato nudo per tutto il tempo.

    La distanza dalla scena del crimine l'aiutò a calmare i battiti del cuore, ma con la calma arrivò anche un profondo disagio. Lei si era sentita morire dalla vergogna, mentre per Ethan l'episodio era stato divertente. Ma lo avrebbe trovato ancora così spassoso se lei lo avesse detto a sua nonna o a suo nonno? E il senatore Marshall e sua moglie avrebbero condiviso la sua ilarità?

    Poi un pensiero la raggelò. Avrebbero potuto licenziarla per questo? Lily non soltanto amava la sicurezza di quel luogo, lei ne aveva bisogno. Hill Chase era l'unico posto in cui pensava di poter ritrovare la pace interiore che aveva smarrito e il coraggio di ricominciare da zero. Il solo pensiero di perdere il lavoro perché si era fatta abbagliare da un uomo... nudo era insopportabile.

    Accidenti! Sarò mai in grado di guardarlo di nuovo negli occhi?

    Nudo.

    Ma come facevo

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