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Conquista d'amore: Harmony Collezione
Conquista d'amore: Harmony Collezione
Conquista d'amore: Harmony Collezione
E-book149 pagine2 ore

Conquista d'amore: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Nulla è impossibile per Michael Finn: la sua abilità negli affari è proverbiale, ogni avversario trema di fronte a lui, mentre qualunque donna farebbe carte false per godere delle sue attenzioni. Lo spirito libero e indomabile di Lucy Flippence, la sorella della sua segretaria, mette però a dura prova il suo fascino indiscusso...
Nonostante sia un pesce fuor d'acqua nel mondo di Michael, Lucy finisce con il cedere all'attrazione che scoppia tra loro. Sa però perfettamente che quando lui scoprirà il suo segreto non ci metterà molto a metterla da parte, come hanno fatto tutti gli uomini che ha incontrato prima di lui, e l'unica soluzione è non svelargli i suoi sentimenti.
LinguaItaliano
Data di uscita9 apr 2021
ISBN9788830527768
Conquista d'amore: Harmony Collezione
Autore

Emma Darcy

La vita di Emma Darcy è stata caratterizzata da tanti colpi di scena, esattamente come succede ai protagonisti dei suoi romanzi. Nata in Australia, al momento abita in una bella fattoria nel Galles.

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    Anteprima del libro

    Conquista d'amore - Emma Darcy

    Copertina. «Conquista d'amore» di Darcy Emma

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Most Exquisite Conquest

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2013 Emma Darcy

    Traduzione di Roberta Canovi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3052-776-8

    Frontespizio. «Conquista d'amore» di Darcy Emma

    1

    Una figlia adorata sepolta nella tomba sbagliata.

    Un uomo che scavava su una tomba.

    Un cane che scorrazzava nel cimitero, abbattendo le teste degli angeli.

    Che lunedì mattina!, considerò Lucy Flippence aggirandosi per il Greenlands Cemetery con l’incarico di risolvere queste situazioni, proprio quando le sarebbe servito un po’ di tempo libero per festeggiare il compleanno della sorella. Sarebbe stato proprio carino invitare a pranzo Ellie, anche perché moriva dalla voglia di vederla con il completo vistoso, tanto diverso dal suo look abituale, e il nuovo taglio di capelli.

    Era una trasformazione totale per Ellie, che aveva voluto portare a termine visto che era il suo trentesimo compleanno. Negli ultimi due anni, sua sorella aveva indossato solo abiti grigi o neri o, comunque, di colore scuro. L’impiego di segretaria personale di Michael Finn la coinvolgeva al massimo, non lasciandole praticamente spazio per una vita privata... nessun uomo riusciva a catturare il suo interesse.

    In quel periodo per la verità, Lucy comprendeva a pieno come si potesse non avere interesse per gli uomini. Il penoso incidente all’Irish Pub a Port Douglas le aveva rovinato il finesettimana. Il tizio che le era parso un principe azzurro, si era trasformato in un ranocchio disgustoso. Sembrava che tutti subissero questa trasformazione, prima o poi. A ventotto anni doveva ancora conoscere l’uomo la cui armatura scintillante restasse tale, nonostante le circostanze.

    Tuttavia era decisa a non rinunciare agli uomini. Le piaceva l’eccitazione di una nuova conquista; la sensazione di essere amata, anche se solo per un poco, compensava la pena di restare delusa in seguito. Nella vita avrebbe sperimentato qualsiasi cosa la attraesse. Era questo che sua madre le aveva insegnato... sua madre, che aveva sposato quell’orribile ranocchio di suo padre perché era rimasta incinta di Ellie.

    «Non fare mai il mio stesso errore, Lucy. Fai attenzione.»

    E lei stava attenta. Sempre.

    Soprattutto perché non voleva avere bambini, non voleva rischiare di trasmettere loro la dislessia. Far passare a un bimbo ciò che aveva passato lei a scuola, non era un atto d’amore, e i problemi non si fermavano qui. Quell’handicap incurabile le aveva reso inaccessibili un sacco di opportunità che le persone normali davano per scontate.

    Il pensiero di un bimbo innocente nato con una tara al cervello come la sua le suscitava repulsione. Non avrebbe rischiato che accadesse. Il che significava che, probabilmente, non si sarebbe mai sposata... non aveva senso, quando rifiutava di avere una famiglia.

    C’era sempre, tuttavia, la speranza di conoscere il principe al quale non importasse avere dei bambini, o che avesse anche lui una tara ereditaria, e che si accontentasse quindi di vivere una felice vita a due. Non escludeva le si presentasse questa occasione, l’aiutava ad andare avanti, godendosi il meglio che la vita poteva offrirle.

    Raggiunse il cimitero alla periferia di Cairns. Era chiamato Greenlands, perché il verde era ovunque, in modo particolare in quei giorni, dopo le recenti piogge e prima che sopraggiungesse l’opprimente caldo estivo. Agosto era un mese molto piacevole da quelle parti e Lucy era felice di non essere bloccata a una scrivania, lontano dalla luce del sole.

    Mentre parcheggiava il furgone, scorse un uomo anziano che scavava accanto a una tomba. Lucy decise di avvicinarlo. Non avrebbe corso rischi, perché il suo aspetto normalmente disarmava la gente.

    Adorava vestirsi in modo informale e particolare, così da mettere in evidenza che aveva uno stile tutto suo. Il mercatino della domenica di Port Douglas era famoso per le cose strane. Indossava la collana con i beads di legno che aveva acquistato il giorno precedente, una camicetta molto scollata, una gonna bianca di pizzo che le scendeva di poco sotto i fianchi, una cintura di pelle e dei sandali con i lacci incrociati sui polpacci. I capelli lunghi biondi erano raccolti sulla sommità del capo e alcune ciocche sfuggivano da tutte le parti. Non aveva certo un aspetto ufficiale, e questo spingeva le persone a confidarsi con lei.

    Il vecchio vide la giovane avvicinarsi e smise di scavare, appoggiandosi al badile, per studiarla da capo a piedi, come faceva la maggior parte degli uomini, a dispetto della loro età.

    «Be’, per chi è afflitto da una pena lei è proprio una bella visione, ragazza mia» la salutò l’uomo la cui bocca intanto si curvava lentamente in un grande sorriso. «Viene forse a far visita a una persona cara?»

    «Sì, vado sempre da mia madre, quando vengo qui» rispose Lucy con un radioso sorriso.

    «Sua madre, eh? Deve essere morta giovane» rimarcò il vecchio che doveva avere un’ottantina d’anni.

    Lucy annuì. «Aveva solo trentotto anni.» Dieci anni più di quanti ne aveva lei ora, un fatto che non riusciva a togliersi di mente, e che le imponeva di godersi appieno il tempo che il destino le avrebbe lasciato.

    «Di cosa è morta?» chiese il vecchio con tono compassionevole.

    «Di tumore.»

    «Ah, che brutta morte.» Scosse tristemente il capo. «Io ringrazio il cielo che mia moglie se ne sia andata rapidamente. Il cuore ha ceduto. Avrebbe compiuto settantacinque anni. Mancava poco alle nostre nozze di diamante.»

    «Il vostro deve essere stato un matrimonio felice» commentò Lucy, chiedendosi se fosse proprio vero. Aveva notato che diverse coppie restavano insieme perché non volevano affrontare il disagio di un cambiamento.

    «La mia Gracie era una donna stupenda.» C’era amore e rimpianto nella voce. «Non l’avrei cambiata con nessun’altra. Era la migliore, l’unica per me. Mi manca tanto.» Le lacrime gli inumidirono gli occhi.

    «Mi dispiace» mormorò Lucy con dolcezza, aspettando che si riprendesse prima di domandargli. «Sta piantando delle rose sulla sua tomba?»

    «Sì» rispose il vecchio con voce incerta. «Gracie adorava le rose, soprattutto la qualità Pal Joey, perché hanno un profumo meraviglioso. Ecco...» Si chinò e raccolse la pianta indicando un bocciolo giallo. «... senta che profumo meraviglioso che hanno questi boccioli.»

    Lucy si chinò. Avevano veramente un profumo delizioso.

    «Le ho prese dal nostro giardino. Non potevo lasciare la mia Gracie senza un pezzetto del nostro giardino.»

    «Be’, signor...?» Lucy inarcò le sopracciglia, cercando di fargli capire che aveva bisogno di sapere il suo nome.

    «Robson. Ian Robson.»

    «Lucy Flippence» disse a sua volta. «Devo dirle che faccio parte dell’amministrazione del cimitero. Qualcuno ha riferito che lei stava scavando su una tomba e sono stata mandata a controllare, ma non vedo niente di anormale in questo.»

    Il vecchio aggrottò la fronte. «Sto solo piantando delle rose.»

    «Lo so» lo tranquillizzò Lucy, «ciò che sta facendo è del tutto lecito. Ripulirà il tutto in seguito, vero?»

    «Non si preoccupi, signorina Flippence. Lascerò tutto in perfetto ordine.»

    Lucy gli rivolse un caldo sorriso. «Ne sono certa, signor Robson. È stato un piacere conoscerla. Adesso vado da mia madre.»

    «Che Dio la benedica.»

    «Anche a lei.»

    Mentre si allontanava, Lucy non ebbe dubbi che Ian Robson fosse stato un principe per la sua Gracie. Questa devozione poteva solo scaturire da un amore vero che durava una vita. Per quanto fosse raro, era confortante sapere che poteva succedere... anche a lei, se fosse stata super fortunata.

    Si fermò davanti alla tomba di sua madre.

    Sospirò mentre osservava ciò che Ellie aveva voluto che fosse inciso sulla lapide di quella donna venuta a mancare tanto, troppo presto.

    Veronica Anne Flippence

    Madre adorata di Elizabeth e Lucy

    Non moglie adorata di George, perché sarebbe stata una menzogna. Non appena a sua madre era stato diagnosticato il tumore, il padre se n’era andato. Non che sarebbe stato di aiuto in quei lunghi mesi di sofferenza. Ogni volta che tornava a casa in ferie dalla miniera di Mount Isa, si ubriacava e diventava violento. Meglio che avesse lasciato le figlie a badare alla moglie, ma quell’abbandono aveva dimostrato che non aveva la minima decenza... un ranocchio della peggior specie.

    Ellie aveva scoperto che aveva un’altra donna a Mount Isa, e che conduceva una doppia vita... un bastardo traditore. Lucy era felice che fosse sparito dalla loro vita, e lo odiava ancora per non aver dato alla sua mamma l’amore che meritava. Nel loro matrimonio non c’erano state rose... nessuna che Lucy ricordasse.

    «Oggi è il compleanno di Ellie, mamma» disse a voce alta. «Sono sicura che lo sai. Le ho comprato una bellissima camicetta con delle farfalle e una gonna coordinata. Si dedica solo al lavoro, e voglio che pensi anche un poco a divertirsi. Ci hai raccomandato di prenderci cura l’una dell’altra, ed Ellie non ha fatto altro. Adesso voglio aiutarla a trovare il suo principe. Gli uomini sono attratti dai colori vistosi, e bisogna darle una chance, non credi?»

    Lucy sorrise per quanto quella mattina Ellie le aveva detto al telefono, che si era tagliata i capelli e aveva cambiato tinta. Questo era già un passo nella direzione giusta. Se solo si fosse lasciata andare un poco, se fosse stata allegra, se avesse mostrato di divertirsi... Agli uomini piacciono tipi del genere. Anzi gravitano intorno alle donne che emanano gioia di vivere.

    «Se tu potessi fare un miracolo, mamma, sarebbe fantastico che due principi oggi sbucassero dal nulla per me ed Ellie. D’accordo? Sarebbe un compleanno da ricordare.»

    Trasse un altro profondo sospiro, sapendo che era del tutto improbabile. «Adesso devo andare a raccogliere le teste degli angeli, in modo che non si rovinino del tutto. Ciao, mami.»

    Il cane aveva fatto un bel disastro. Doveva esser stato o un pastore tedesco o un alano, per combinare un guaio del genere. Lucy raccolse una testa e, rendendosi conto di quanto fosse pesante, andò a prendere il furgone e parcheggiò più vicino. Le ci volle un’ora per caricarci sopra tutte le teste danneggiate.

    Controllato l’orologio, decise che le

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