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La tentazione di Eve: Harmony Destiny
La tentazione di Eve: Harmony Destiny
La tentazione di Eve: Harmony Destiny
E-book153 pagine1 ora

La tentazione di Eve: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Eve si è sempre sentita il brutto anatroccolo in confronto alla sorella Irish, affermata modella

in procinto di convolare a nozze. Il giorno del matrimonio, Eve balla con Matt, il cugino dello sposo: bello, ricco, sensuale e... single! Per lui è amore a prima vista, invece lei fugge dalle sue braccia senza una spiegazione. Quando tutta la sua famiglia si trasferisce nel Texas per stare più vicino a Irish, Eve decide di rimanere nell'Ohio. Ma un giorno arriva la lettera di un'agenzia pubblicitaria di Dallas. Eve parte e...
LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2017
ISBN9788858960790
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    Anteprima del libro

    La tentazione di Eve - Jan Hudson

    successivo.

    1

    Era un angelo. Un vero angelo piovuto dal cielo. Matt Crow, in piedi accanto all'altare della piccola chiesa episcopale di Akron, Ohio, ne era sicuro. Non aveva mai visto niente di più bello nemmeno in Texas. Non riusciva a staccare gli occhi da lei.

    Dimenticò tutto. La gente riunita per il matrimonio. La musica che accompagnava l'ingresso della sposa. Tutta la sua attenzione si concentrò sull'angelo che avanzava lentamente verso di lui.

    Invece di una diafana veste bianca, indossava un abito bordeaux e non aveva le ali, ma per il resto era assolutamente celestiale. I raggi di sole che filtravano attraverso i vetri colorati le bagnavano di luce i capelli biondi.

    Totalmente incantato, la osservò avvicinarsi all'altare, lo sguardo basso, le mani strette intorno a un bouquet di rose e gigli. Solo quando prese posto accanto alle altre damigelle alzò il volto e lunghe ciglia dorate si sollevarono per mostrare gli occhi più fantastici che avesse mai visto.

    Occhi di angelo.

    Di un azzurro così limpido che, in contrasto con la pelle di porcellana, sembravano cielo liquido. E per Matt il mondo si fermò.

    Eve Ellison strinse il bouquet come se i fiori fosse ro un'ancora di salvezza nel mare delle emozioni che minacciavano di sommergerla. Perché aveva accettato di fare la damigella d'onore? Aveva tentato di tutto con Irish, ma la sorella non aveva voluto intendere ragioni.

    «Eve, non essere sciocca» le aveva detto. «Al diavolo le amiche, non mi sognerei di avere nessun altro accanto se non la mia sorellina.»

    Lei l'aveva guardata al di sopra degli occhiali, storcendo la bocca in una smorfia di disgusto. «Non sono affatto la tua sorellina. Arrivo quasi al metro e ottanta e non sono tipo da pizzi e merletti. Mi occuperò dei fiori. Farò la torta. M'impegno persino a preparare i sacchetti di riso da lanciare contro di voi all'uscita della chiesa, ma non chiedermi di addobbarmi da Rossella O'Hara. Per favore. Irish, sei tu la bellezza in famiglia. La modella che ama la luce della ribalta. Io mi sentirei una sciocca.»

    Ma Irish l'aveva fissata con cipiglio. «Ascoltami bene, Eve Ellison, tu sarai una damigella d'onore stupenda. Sei molto più bella di me.»

    «Come no! Irish, svegliati! Sai che non ho avuto un appuntamento, dico uno, durante tutto l'anno?»

    «Significa solo che a Cleveland gli uomini sono ciechi. Tu sei incantevole, Eve. Dipende da come ti vesti, immagino. Prendi i capelli, per esempio.»

    «Cosa c'è che non va nei miei capelli?»

    «A parte il fatto che sembrano essere stati tagliati da una falciatrice, sono incolti, aggrovigliati.»

    «Qualcos'altro?»

    Irish scoppiò in un'allegra risata. «Scommetto che lo fai apposta. Niente trucco, vestiti sformati. Che diavolo cerchi di provare?»

    Lei veramente non cercava di provare niente. Semplicemente non dava importanza all'aspetto esteriore. Non l'aveva mai dato. Irish aveva la bellezza. Eve il cervello. Non che Irish fosse stupida. Tutt'altro. Ma le erano sempre piaciuti i vestiti, le cose di lusso, ricercate. Eve invece si sentiva una regina dietro un libro o con i pennelli in mano. Pasticciare con la terra per piantare fiori o qualche verdura, poi, le dava una soddisfazione suprema. Altro che perdere tempo a limarsi le unghie!

    Ma a quel punto la sorella aveva deciso che era arrivato il momento di cambiare registro e così l'aveva trascinata a New York per due giorni. Il fidanzato, il dottor Kyle Rutledge, aveva trovato l'idea tanto magnifica da accompagnarle.

    Ed eccomi qui, adesso, travestita da Rossella O' Hara. Accidenti a Irish!

    Nuova pettinatura, lenti a contatto, unghie smaltate. Si sentiva un pesce fuor d'acqua camuffata in quel modo. Sicura che nessuno badasse a lei, tenne lo sguardo fisso sulla punta delle scarpe sino a che non giunse all'altare.

    La prima cosa che vide quando si decise a guardare in su, furono due formidabili occhi neri che la fissavano. L'uomo, un cugino di Kyle, probabilmente, sembrava ipnotizzato. Devo averlo scioccato, poveri no, pensò, desiderando scomparire in una nuvoletta di fumo.

    Cercò di piegarsi su se stessa, ma il nuovo body che Irish l'aveva costretta a indossare glielo impedì. Così alzò il mento e ricambiò l'occhiata.

    Non che le costasse sacrificio. Il tipo era fantastico. Quasi due metri di ben di Dio. Folti capelli neri, bocca sensuale, fisico atletico.

    Le strizzò un occhio e lei si sentì avvampare. L'aria le andò di traverso e per poco non si soffocò.

    Deve essere Matt Crow, si disse, girandosi in fretta mentre tutti si alzavano all'ingresso di Irish al braccio del padre. Aveva già conosciuto l'altro cugino di Kyle, Jackson, al ricevimento della sera prima. Smith, il fratello dello sposo, non sarebbe venuto. Quindi doveva essere proprio Matt Crow, affascinante miliardario texano dalla fama di irresistibile dongiovanni.

    Eve tirò un grosso respiro e, prima di coprirsi di ridicolo, si costrinse a concentrarsi sul prete.

    Matt, dal canto suo, non riusciva a staccare gli occhi dalla damigella d'onore. Doveva essere la sorella minore di Irish. Ann? Lisa? Non riusciva a ricordare, per la miseria!

    Finalmente Kyle baciò la sposa e si volse verso gli invitati con un sorriso sornione e soddisfatto. A quel punto il testimone dello sposo offrì il braccio all'angelo biondo e insieme seguirono Irish e il marito lungo la navata. Subito dopo venivano Jackson e un'altra damigella. Alle loro spalle s'incamminarono Matt e Kim Devlin, una bella ragazza dai capelli rossi.

    «Sai come si chiama la sorella di Irish?» le chiese mentre uscivano dalla chiesa.

    «Eve. Incantevole, vero?»

    «Altroché!»

    Lui cercò di raggiungerla attraverso la folla di invitati, ma fu impossibile. Il fotografo esigeva collaborazione assoluta e gli tolse ogni opportunità di avvicinarla. Per fortuna, suo fratello Jackson non aveva messo gli occhi su di lei ma su una brunetta tutto pepe che, tuttavia, caso più unico che raro, sembrava resistergli.

    «Te lo ripeto per l'ultima volta. Non m'interessa nulla di quello che mi offri. E se non togli subito la mano dalla mia vita, ti arriverà un ceffone.»

    Matt per poco non scoppiò a ridere e fu tentato di prendere un po' in giro il fratello. Jackson non sbagliava mai. Colpiva sempre il bersaglio. Senza fatica. Ma lui, al momento, voleva solo conoscere Eve. Dovette tuttavia accontentarsi di guardarla mentre si metteva in posa con Irish e la famiglia per altre fotografie.

    L'aveva totalmente conquistato. Certo, era bella, ma di donne belle lui ne aveva incontrate a iosa. C'era qualcos'altro che l'aveva colpito. La sua semplicità. Una timidezza, una sorta di ingenuità, di innocenza che traspariva da quegli occhi color cielo e che gli dava un desiderio pazzo di proteggerla. E di possederla.

    Matt era sicuro di aver trovato la donna della sua vita. La sua anima gemella. E da niente e nessuno sarebbe stato tenuto lontano da lei.

    Eve avrebbe preferito che le strappassero le unghie con le pinze piuttosto che farsi fotografare accanto a Irish. Sin da quando erano piccole, la gente l'aveva sempre guardata in modo sorpreso. «Tu sei la sorella di Irish Ellison?»

    Quante notti aveva passato a piangere dopo i commenti cattivi e impietosi dei compagni di scuola a proposito dell'apparecchio ai denti o degli occhiali! E quando Irish era diventata una modella, le cose erano anche peggiorate. Lei frequentava il liceo, continuava a portare l'apparecchio, gli occhiali, era alta e dinoccolata e le avevano appioppato il soprannome di gi raffa.

    Quando tentò di filarsela, Irish la prese per un braccio. «Eh, no! Voglio una foto con te soltanto.»

    «Santa pace, ma perché?»

    «Sei bellissima.»

    «Mettiti un paio di occhiali, Irish.»

    «Anche Matt Crow ti trova bellissima» le bisbigliò la sorella. «Non ti ha tolto gli occhi di dosso dall'inizio della cerimonia.»

    «Lui?! Torna con i piedi per terra, sorellina. Non sono il suo tipo. E non ti azzardare a combinarmi qualche scherzo, altrimenti ti faccio un incantesimo e ti spunterà un neo peloso sul naso durante la luna di miele.»

    Irish si limitò a ridere, divertita.

    Prima che Matt avesse la possibilità di parlare con Eve, gli invitati salirono sulle macchine diretti all'albergo per il ricevimento. Quando la cercò tra la folla, vide che parlava con suo nonno, Cherokee Pete. Stava per raggiungerli quando sua madre lo prese per il braccio e gli fece presente che doveva assolutamente incontrare i genitori di Irish.

    «Sei tanto bella da sembrare un dipinto» disse con un sorriso simpatico il nonno di Kyle. «Mi fai venire in mente un angelo.»

    Eve scoppiò a ridere. Il vecchio, nonostante i suoi ottant'anni, era affascinante come, se non più, dei nipoti. Alto, portamento regale, occhi neri come carboni, gli zigomi pronunciati che testimoniavano gli avi pellerossa. «La ringrazio, signor Beamon. Anche lei sta molto bene in smoking.»

    «Come un maledetto stupido, vuoi dire... Non avevo mai messo una di queste armature, ma non volevo creare imbarazzo a tua sorella venendo in tuta da lavoro. Voglio molto bene a Irish. Vorrei però che lasciassi da parte ogni formalità. Tutti mi chiamano Cherokee Pete o, semplicemente, Pete.»

    «Vada per Pete, allora. Voglio confessarti un segreto. Anche io preferisco le tute e i jeans. Irish mi ha parlato della tua stazione commerciale in Texas. È vero che scolpisci in legno come Kyle?»

    «Veramente è Kyle che scolpisce come me. È l'unico dei nipoti che lo sappia fare. E l'unico che si sia sposato. Ne restano tre. Smith, suo fratello, che si è appena salvato da un disastro. E Jackson e Matt. Non male nessuno dei due, ti assicuro.» Chinò la testa da un lato, strizzandole l'occhio. «Non ti interesserebbe uno di loro?»

    Eve sorrise. «Non credo.»

    «Sicura? Sono disposto a mettere sul piatto due milioni di dollari. Jackson è il più grande e vorrei mettesse su famiglia presto. Ma è tempo che entrambi si sistemino.»

    «Sanno che cerchi di venderli?»

    Lui le sorrise malizioso. «Oh, quella è una faccenda tra me e te. Tra l'altro ho convinto i tuoi genitori a trasferirsi in Texas. C'è un sacco di spazio là da noi. Perché non vieni anche tu?»

    «Mi piacerebbe avere più spazio per i miei animali, ma lavoro a Cleveland.»

    «Hai degli animali?»

    «Tanti.

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