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Corteggiando Abbie (eLit): eLit
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E-book147 pagine1 ora

Corteggiando Abbie (eLit): eLit

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Info su questo ebook

ROMANTICO INVERNO VOL. 1 - Per Jarrett è un colpo di fulmine. Appena conosce Abbie viene subito conquistato dal suo fascino e non riesce a capire perché una donna così bella e giovane rifiuti l'amore. Anche Abbie si scopre fortemente attratta da lui, ma ha sofferto molto in passato e adesso non vuole lasciarsi andare...
LinguaItaliano
Data di uscita29 dic 2017
ISBN9788858979280
Corteggiando Abbie (eLit): eLit
Autore

Carole Mortimer

Zu den produktivsten und bekanntesten Autoren von Romanzen zählt die Britin Carole Mortimer. Im Alter von 18 Jahren veröffentlichte sie ihren ersten Liebesroman, inzwischen gibt es über 150 Romane von der Autorin. Der Stil der Autorin ist unverkennbar, er zeichnet sich durch brillante Charaktere sowie romantisch verwobene Geschichten aus. Weltweit hat sie sich in die Herzen vieler Leserinnen geschrieben. Nach der Schule begann Carole Mortimer eine Ausbildung zur Krankenschwester, musste die Ausbildung allerdings aufgrund eines Rückenleidens nach einem Jahr abbrechen. Danach arbeitete bei einer bekannten Papierfirma in der Computerabteilung. Zu diesem Zeitpunkt schrieb sie ihren ersten Liebesroman, das Manuskript wurde abgelehnt, da es zu kurz war und die Handlung nicht den Ansprüchen des Verlags genügte. Bevor sie einen zweiten Versuch wagte, schmollte sie nach eigenen Angaben erst einmal zwei Jahre. Das zweite Manuskript wurde dann allerdings angenommen, und es war der Beginn ihrer erfolgreichen Karriere als Autorin von modernen Liebesromanen. Sie selbst sagt, dass sie jeden Augenblick des Beginns ihrer Karriere genossen hat, sie war die jüngste Autorin des Verlags Mills & Boon. Carole Mortimer macht das Schreiben viel Freude, sie möchte gern mindestens weitere zwanzig Jahre für ihre Leserinnen schreiben. Geboren wurde Carole Mortimer 1960 in Ost-England, und zwar in einem winzigen Dorf. Sie sagt, das Dorf sei so klein, dass, sollte der Fahrer beim Durchfahren einmal zwinkern, er den Ort vollkommen übersehen könnte. Ihre Eltern leben immer noch in ihrem Geburtshaus, ihre Brüder wohnen in der Nähe der Eltern. Verheiratet ist sie mit Peter, ihr Mann brachte zwei Kinder mit in die Ehe, sie leben in einem wunderschönen Teil Englands. Die beiden haben vier Söhne, zusammen sind es sechs Kinder, zwischen dem ältesten und jüngsten bestehen 22 Jahre Altersunterschied. Außerdem haben sie einen Kleintierzoo sowie einen Hund, der zur Hälfte von einem Kojoten abstammt und den die Familie aus Kanada mitbrachte.

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    Anteprima del libro

    Corteggiando Abbie (eLit) - Carole Mortimer

    successivo.

    1

    «Apprezzo il vostro invito a cena, Stephen» disse l'uomo con voce annoiata. «Ma non ho l'abitudine di fare il quarto. Per me, ogni donna che esce da sola di sera o è a caccia di un uomo ricco o, peggio, è una racchia.»

    La donna liquidata come cacciatrice di uomini ricchi o, peggio, come racchia, era entrata nel bar dell'albergo pochi secondi prima e stava cercando la sua amica Alison e suo marito Stephen, quando casualmente aveva udito l'offensivo commento dell'uomo.

    Nascosta dietro la grande pianta che abbelliva l'elegante sala, Abbie non riusciva a vedere gli amici né il loro odioso interlocutore.

    «Sei un po' troppo cinico, Jarrett» protestò Alison indignata. «Oggi le donne possono andare dovunque e fare tutto ciò che vogliono. Non abbiamo bisogno di un uomo.»

    Be', almeno ora Abbie conosceva il suo nome. Jarrett. Non le diceva nulla.

    «Queste donne libere si sposano?» chiese sarcastico l'uomo di nome Jarrett.

    «Hanno il diritto di scegliere questa possibilità, come ho fatto io» ribatté Alison. «Volevo soltanto precisare che non ci serve un uomo per vivere, come accadeva alle nostre nonne. Adesso abbiamo la carriera, ci manteniamo da sole, perciò il matrimonio non è più una necessità.»

    Stephen scoppiò a ridere. «Stai già pensando di chiedere il divorzio, amore mio?»

    Anche l'altro uomo rise. «È colpa mia. Non dovevo dire certe cose a una coppia in luna di miele. Trovo fantastico che voi due abbiate deciso di sposarvi e mi spiace di essere mancato al vostro matrimonio. È incredibile avervi incontrato qui. Non sapevo che sareste venuti in Canada a sciare.»

    Nemmeno Abbie era andata alla cerimonia di nozze, per questo aveva accettato l'invito a cena della coppia. Era comunque ovvio, dalle parole di quel Jarrett, che il suo incontro con i novelli sposi era stato un puro caso.

    Se Abbie avesse pensato che i suoi amici avevano organizzato la serata per farle conoscere quell'uomo, sebbene con buone intenzioni, sarebbe andata via alla chetichella e dopo avrebbe telefonato per scusarsi. Ma Alison sapeva quali fossero i suoi sentimenti verso le relazioni amorose. Per quanto riguardava Abbie, non esistevano.

    Nonostante ciò, doveva ammettere che l'iniziale commento di Jarrett l'aveva colpita. D'impulso, si era girata verso uno degli specchi alle pareti del bar per esaminarsi con occhio critico. Alta, le sue gambe erano lunghe e snelle. Indossava un aderente vestito nero che le modellava la figura, occultata però da una giacca di seta dello stesso colore viola dei suoi occhi. I lunghi capelli scuri erano raccolti in un ordinato chignon, e il viso aveva un trucco leggero.

    Abbie cercò di vedersi attraverso gli occhi di quel Jarrett e decise che lui l'avrebbe trovata fredda e distaccata, di certo non brutta, ma neanche bella da mozzare il fiato.

    «Tuttavia» stava dicendo Jarrett in tono allegro, «non posso accettare il vostro invito a cena. Al contrario della tua amica, Alison, a me non piace reggere il moccolo.»

    Abbie sentì le guance infiammarsi a quell'insulto diretto a lei. Era stata riluttante quando Alison le aveva chiesto di unirsi a loro quella sera, sapendo che la coppia era ancora in luna di miele. Ma Alison aveva riso del suo timore di disturbare e le aveva rammentato che lei e Stephen avevano vissuto insieme per un anno prima di sposarsi, quindi non erano più due colombi in cerca di intimità.

    Senza farsi scorgere, Abbie andò nella toilette. Lì si tolse la giacca, ritoccò il trucco per accentuarlo e infine rimosse le forcine che le trattenevano i capelli. Una fluente massa di riccioli scuri le ricadde sulle spalle, mettendo in risalto la luminosità degli zigomi scolpiti, la bellezza degli occhi e le labbra sensuali.

    Una racchia, eh?

    Abbie lasciò la giacca nel guardaroba, assieme al cappotto che vi aveva depositato poco prima. Poi attraversò la hall con passo disinvolto, conscia degli sguardi maschili che la seguivano con evidente ammirazione.

    Gli orecchini di brillanti e il prezioso bracciale che le adornava il polso testimoniavano che non era a caccia di un uomo ricco.

    Quando tornò nel bar, stavolta si diresse verso il tavolo a cui sedevano Alison, Stephen e l'altro uomo. Sfoderò uno smagliante sorriso quando l'amica la vide avvicinarsi.

    «Abbie!» Alison si alzò per abbracciarla con calore. «Hai un aspetto magnifico!» Nella sua esclamazione c'era una leggera nota di sorpresa. Durante gli ultimi due anni Alison le aveva spesso rimproverato di non mettere in risalto quella bellezza che una volta aveva destato l'interesse, mai ricambiato, di alcuni degli uomini più potenti della terra.

    «Sei proprio incantevole.» Stephen si alzò e le diede un bacio sulla guancia.

    I novelli sposi formavano una splendida coppia, Alison slanciata e con i capelli rossi, Stephen alto e biondo. Abbie li conosceva da anni e si era sempre sentita rilassata in loro compagnia. Ma quella sera non erano soli.

    Abbie si girò a guardare con freddezza l'uomo dalla voce profonda, che lei conosceva solo come Jarrett, e venne attraversata dall'equivalente di una lieve scossa elettrica. Era uno di quegli uomini che non è possibile dimenticare dopo averli incontrati: diabolicamente affascinante!

    Poteva avere dieci anni di più dei ventisette di Abbie, e il suo viso era segnato da rughe di esperienza e maturità. Forse erano proprio quelle rughe e la luce cinica nei suoi penetranti occhi color ambra, mentre ricambiava lo sguardo di Abbie, che lo salvavano dall'essere troppo bello.

    Quando lui si alzò educatamente in piedi, Abbie notò che era alto e atletico, vestito in giacca blu, camicia e pantaloni grigi. I capelli scuri, un po' lunghi, si arricciavano sul colletto della giacca. I lineamenti del viso sembravano scolpiti, la mascella squadrata e decisa, la bocca lievemente curva in un sorriso ironico. Ma erano i suoi occhi che dominavano, con quell'insolito colore ambrato che Abbie non aveva mai visto. Somigliavano agli occhi di una tigre.

    «Abbie, questo è un mio amico di Londra.» Intervenne Stephen per fare le presentazioni. «Jarrett Hunter.»

    Hunter... cacciatore... quel nome gli si addiceva, pensò Abbie. «E io sono Abbie» ribatté lei in tono mellifluo, porgendo la mano affusolata, priva di anelli e senza smalto alle unghie.

    Jarrett gliela prese in una stretta calda ma decisa, né troppo forte né troppo debole. Daniel aveva sempre detto che si poteva capire molto di una persona dalla sua stretta di mano. Se ciò era vero, quell'uomo non era distaccato, ma neppure eccessivamente cordiale.

    «Solo Abbie?» mormorò Hunter, posando lo sguardo dorato sul suo bel viso.

    «Solo Abbie» tagliò corto lei prima che Stephen avesse il tempo di parlare.

    «Era così che la chiamavano tutti negli anni in cui sfilavamo insieme» spiegò Alison con voce allegra mentre si sedevano.

    Abbie si trovò a occupare la sedia alla sinistra dell'altra donna, con Jarrett Hunter di fronte a sé.

    Lui studiò Abbie con rinnovato interesse, in una valutazione tutta maschile dei suoi attributi di donna. Poi si rilassò contro la spalliera. «Dunque anche lei è una modella?» chiese in tono di apprezzamento.

    «Lo ero» rispose Abbie con calma, ordinando una acqua minerale al cameriere che si era avvicinato al tavolo.

    Gli occhi color ambra la fissarono con curiosità. «Non lo è più?»

    «No, non più» disse Abbie prima di rivolgersi ai neo sposi, conscia di essere osservata da Jarrett Hunter. Immaginò, divertita, che lui avesse dei problemi nel catalogarla. Dato che non era più una modella ma appariva comunque una donna affermata e abbastanza ricca, ovviamente Hunter si stava chiedendo chi fosse lei ora. Ma aveva poche speranze di indovinare.

    «Non so dirti quanto siamo felici di averti qui, Abbie.» Alison le strinse il braccio. «Non ci siamo visti molto ultimamente» aggiunse dispiaciuta.

    Abbie si era accorta che Jarrett Hunter, malgrado apparisse rilassato e noncurante, in realtà ascoltava con attenzione ogni parola. Di sicuro era un uomo che non amava i misteri, e ai suoi occhi Abbie rappresentava un enigma.

    «Ho perso la cognizione del tempo» replicò lei con un sospiro. «Un giorno sono a Londra, l'indomani a Hong Kong, e oggi in Canada.»

    «Le piace viaggiare, Abbie?» Jarrett Hunter la guardava ora con un certo sprezzo, ritenendola forse una donna frivola e snob.

    Abbie lo ricambiò con uno sguardo gelido. «Non particolarmente, signor Hunter» si limitò a rispondere.

    Un lampo di stupore brillò negli occhi ambrati di lui. «Allora perché...»

    «Credo che il nostro tavolo sia pronto» lo interruppe Stephen appena vide avvicinarsi il cameriere, poi lanciò un'occhiata innocente a Jarrett, che stava per protestare. «So che poco fa hai detto di essere impegnato stasera, Jarrett, ma sei sicuro di non volerti unire a noi?»

    Abbie fece un sorrisetto e guardò il marito di Alison. Probabilmente Stephen sospettava che lei avesse sentito le pungenti osservazioni di Jarrett Hunter. Oppure trovava divertente l'interesse che l'amico mostrava per Abbie, dopo i suoi sarcastici commenti sulle donne single. In ogni caso, Stephen sembrava godersela un mondo.

    «Io...»

    «La prego, non deve cambiare i suoi programmi a causa mia.» Mentre tutti e quattro si alzavano Abbie offrì a Jarrett Hunter un sorriso smagliante. «Sono passati i tempi in cui noi donne avevamo bisogno di un cavaliere per andare a cena fuori. Grazie al cielo!» aggiunse con trasporto.

    Alison le rivolse un'occhiata interrogativa, poi girò il capo verso l'entrata del bar e notò la grande pianta che dall'ingresso impediva la vista del tavolo. A quel punto lei e Abbie si scambiarono uno sguardo complice.

    Anche Jarrett la fissava, ma per una ragione diversa. Stava ancora cercando di inquadrarla in un ruolo preciso, con scarso successo. «In realtà non ho altri impegni stasera» disse infine lentamente. «È che non volevo disturbare.»

    «Com'è gentile da parte sua!» esclamò Abbie. «Alison e io abbiamo tante cose da raccontarci.»

    «Mi riferivo alla luna di miele di Stephen e Alison» precisò Jarrett con una luce di sfida negli occhi.

    Lui era riuscito a tornare in posizione di vantaggio, mettendola sulla difensiva. Ma Abbie non intendeva dargli partita vinta.

    «Alison e io siamo sposati da quasi due settimane. Dopodomani torneremo a casa, perciò la luna di miele è finita» intervenne Stephen in soccorso di Abbie.

    Alison toccò il braccio del

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