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Non tentarmi
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E-book218 pagine3 ore

Non tentarmi

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Info su questo ebook

Fantasia n°1: avere il coraggio di vivere ogni più recondita e conturbante trasgressione.

Samantha Sawyer è in cerca del perfetto assistente: come esperta fotografa vuole un professionista che sia in grado di aiutarla a realizzare i suoi scatti. Come donna inquieta desidera un uomo che sia tanto disinibito da dividere con lei ogni fantasia che la stuzzichi. La soluzione ha il fascino e il corpo da urlo di Rick West. Lui sembra perfino troppo perfetto per essere vero e forse le nasconde qualcosa, ma fino a quando continuerà a prendersi cura di Samantha e dei suoi bisogni più segreti con tanta dolce sensualità, perché lamentarsi? Finché dura...

LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2015
ISBN9788858939727
Non tentarmi
Autore

Dawn Atkins

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Non tentarmi - Dawn Atkins

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Don’t Tempt Me...

    Harlequin Blaze

    © 2006 Daphne Atkeson

    Traduzione di Elisabetta Frattini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2007 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-972-7

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «La pelle urla, il pizzo sussurra» spiegò Samantha Sawyer alla nuova cliente che si era tolta il mantello di seta rossa, svelando il completo che aveva scelto per farsi fotografare in una posa artistica.

    La guêpière di pelle nera, le calze a rete rosse e le scarpe lucide dai tacchi a spillo non rendevano giustizia alle sue forme morbide e femminili, conferendole l’aspetto di una dominatrice un po’ sovrappeso che sembrava uscita da un film di fantascienza degli anni Cinquanta.

    «Da quello che mi hai raccontato prima, mi sembrava di aver capito che vorresti attirare Tony nel tuo letto e non incatenarlo alla testata e sottometterlo a frustate» insinuò Samantha in tono scherzoso.

    «Ma Tony adora la pelle. I vestiti in pelle, l’arredamento in pelle, tutto» protestò Misty agitando la mano dalle dita cariche di anelli.

    «Tony ti ama, Misty, e il tuo corpo reclama il pizzo.»

    «Più che altro reclama aria. Questa guêpière è così stretta che non riesco a respirare.» Misty aprì i primi due gancetti poi, sollevata, prese un respiro profondo.

    A Samantha spiaceva di non riuscire a farle capire che, invece di strizzare le curve un po’ troppo morbide in una guêpière di pelle, che su di lei sembrava uno strumento di tortura, avrebbe dovuto scegliere qualcosa di più morbido ed elegante che mettesse in risalto la sua sensualità. Misty non era la prima delle sue clienti a commettere quell’errore. Erano davvero in tante a volersi far fotografare in abiti striminziti, con i capelli tinti di colori poco naturali e con i visi trasformati in maschere statiche grazie all’aiuto di peeling chimici e di iniezioni di botulino.

    «Che cosa indossava Bianca?» chiese Misty. «Voglio apparire bella come lei. Devo assolutamente attirare l’attenzione del mio Tony. Negli ultimi tempi lo vedo troppo distratto e la cosa non mi piace neanche un po’.» Gli occhi grigi della donna tradivano una profonda apprensione.

    «Vediamo che cosa ti sta meglio» suggerì Samantha, decisa a risollevarle il morale. «È molto importante scegliere qualcosa che valorizzi la tua bellezza.»

    «Mi metto nelle tue mani» annuì Misty e, aprendo un terzo gancetto, si lasciò sfuggire un altro sospiro. «Bianca mi ha detto che sei in grado di fare miracoli. A sentire lei, ora Darien è un altro uomo.»

    Bianca Sylvestri, l’amica che aveva consigliato a Misty di rivolgersi a Samantha, era convinta che i ritratti realizzati in quello studio avessero salvato il suo matrimonio. Era così felice che aveva suggerito a una dozzina, tra parenti e amici, di farsi fotografare da lei. Il marito, evidentemente altrettanto soddisfatto, aveva persino offerto a Samantha un contratto d’affitto molto vantaggioso per l’intero pianterreno di un edificio vuoto di sua proprietà. Così era nato il Bedroom Eyes e nello stesso stabile Samantha aveva trovato posto ai negozi di tre sue amiche: un centro massaggi, un salone di acconciature e una boutique di intimo.

    Samantha invitò Misty a sedersi sulla dormeuse di velluto sistemata in un angolo dell’anticamera, poi prese posto accanto a lei e le porse il Libro delle Fantasie, il portfolio nel quale erano raccolti gli scatti più belli, sensuali ed erotici che in nessun caso scadevano nel cattivo gusto e che richiamavano alla mente scenari di harem esotici, castelli medievali e prati verdi.

    Samantha era convinta che quelle fotografie piacessero così tanto alle sue clienti perché per realizzarle aveva tratto spunto dalle proprie fantasie erotiche. Fantasie che intendeva realizzare non appena avesse trovato il tempo. E l’uomo giusto.

    Sei mesi prima aveva deciso che era arrivato il momento di ottenere qualche successo nel lavoro e nella vita privata. Alla tenera età di ventisette anni si era finalmente resa conto che l’educazione rigida che aveva ricevuto aveva influenzato negativamente la sua vita privata e che era ora di porre rimedio alla situazione di stallo in cui si trovava.

    Adesso che il Bedroom Eyes era decollato, Samantha poteva concedersi il tempo necessario per la ricerca di un uomo con cui condividere lunghe notti di fuoco.

    Il primo passo che l’aveva spinta verso una vita più eccitante e audace era consistito nel dare spazio alle sue fantasie erotiche. Fantasie elaborate che prevedevano la presenza di amanti appassionati nelle vesti di pirati, principi, fuorilegge, cowboy e persino poliziotti, e di scenari fantasiosi simili a quelli che la sua cliente stava ammirando e che le strappavano sorrisi e sospiri.

    Misty si soffermò sul ritratto di una donna distesa su una poltrona tigrata, che indossava un morbido vestito di velluto, molto sensuale. La fotografia si rifaceva a una fantasia in cui la protagonista veniva invitata da un amante, che la conosceva molto bene, ad abbandonarsi completamente alla passione così da permettergli di legarla in modo molto inconsistente, offrendosi completamente alle sue brame. Era la fantasia preferita di Samantha.

    Il ritratto seguente era un nudo. La modella era Monica, l’amica di Samantha, proprietaria del centro massaggi. Con la testa gettata all’indietro, sorrideva provocante, mostrando le sue curve sensuali, rese ancora più eccitanti da un uso sapiente delle luci. Nella sua semplicità, la realizzazione di quel ritratto aveva richiesto una particolare abilità nell’utilizzo dei riflettori con i quali era riuscita a creare l’effetto di sensualità discreta che si addiceva perfettamente a Monica. Samantha era molto brava nello scegliere pose, scenografie e costumi in perfetta sintonia con la personalità delle sue clienti ed erano proprio questi dettagli a rendere speciali le sue fotografie.

    Misty non si soffermò a lungo su quello scatto. Non aveva abbastanza confidenza con la nudità. Non ancora, almeno. La missione di Samantha consisteva nell’aiutare le persone che si rivolgevano a lei a rendere onore alla loro bellezza naturale, ma non le spingeva mai a superare confini che potevano farle sentire a disagio.

    Voltando pagina, Misty si lasciò sfuggire un gemito di approvazione portandosi la mano sulla bocca. I diamanti sulle sue dita rifletterono la luce, mandando bagliori tutt’intorno. «Ecco che cosa voglio!»

    «La Bella Addormentata, certo. Ti confesso che piace molto anche a me.» In quella fantasia, Samantha aveva immaginato di essere stata svegliata dal bacio di un principe che l’aveva cercata per mari e per monti, rischiando la vita per possederla con le sue labbra ardenti, le dita dal tocco leggero e...

    Smettila.

    Presto Samantha avrebbe vissuto quelle fantasie invece di limitarsi a immaginarle. Non appena avesse trovato un assistente, avrebbe avuto più tempo libero a disposizione per andare alla ricerca di un uomo con cui realizzarle. Il problema era che bisognava agire al più presto, prima che il desiderio la consumasse.

    «Ho un costume perfetto per te» disse a Misty e chiudendo il portfolio si alzò. «Vieni.»

    Samantha condusse la cliente nel camerino provvisto di specchi, tavolo illuminato per il trucco e una serie di costumi femminili e maschili. Cappelli, tiare e ogni genere di copricapo erano in mostra su teste di polistirolo appoggiate sugli scaffali.

    Entrando si aveva l’impressione di trovarsi dietro le quinte di un teatro. In effetti, Samantha aveva rilevato la maggior parte dei costumi e degli accessori dalla sartoria di un teatro che aveva chiuso i battenti.

    La lingerie, le calze e le giarrettiere, invece, le aveva acquistate nel negozio di biancheria intima di Valerie.

    Per Misty, Samantha scartò il babydoll rosso, il kimono nero di seta e la vestaglia bianca, scegliendo un corpetto rosa di satin e un abito d’organza che avrebbero valorizzato le sue curve. Calzature chiare dal tacco basso e un capello conico di satin con uno strascico completavano l’effetto principesco.

    Samantha tolse l’abito dalla gruccia e lo avvicinò a Misty, poi la invitò a guardarsi allo specchio. «È favoloso, non credi?»

    «Bello, sì» mormorò lei senza nemmeno guardarsi.

    «Sei nervosa perché temi di non apparire come vorresti?»

    Misty annuì con un cenno del capo.

    «È normale, ma non devi preoccuparti. Le luci che userò, l’angolazione, il costume e soprattutto tu, creerete un capolavoro.»

    «Lo credi davvero?» Il sorriso speranzoso di Misty diede ulteriore carica a Samantha.

    «Certo» la rassicurò lei sfiorando il medaglione portaritratti che portava al collo e che ormai era diventato una specie di talismano. La sua presenza le impediva di dimenticare qual era la sua missione. «Ti divertirai, te lo assicuro» aggiunse, consegnandole i vestiti. «Quando ti sarai cambiata, raggiungimi nel primo studio a sinistra.»

    Misty si avviò verso il camerino di prova mentre Samantha raggiungeva lo studio, pronta a dar vita a un’altra fantasia.

    Un giorno, molto presto, si sarebbe occupata di realizzare anche le proprie. Aveva una lunga lista di avventure erotiche da sperimentare, oltre alle fantasie che comprendevano immagini di cioccolato fuso che gocciolava su corpi nudi, sesso in una vasca di acqua calda, sotto le stelle, all’aperto sotto il cielo terso, su un ascensore, sotto un temporale... Le idee non le mancavano, ma per realizzarle aveva bisogno di più tempo libero.

    Fino a quel momento tutte le sue forze erano state assorbite dal lancio del Bedroom Eyes. Samantha aveva redatto un piano quinquennale che le avrebbe permesso di raggiungere gli obiettivi ambiziosi che si era prefissa. Il genere di fotografia in cui era specializzata necessitava di un’ampia clientela per poter essere redditizio. Per il momento, Samantha riusciva a malapena a sopravvivere, me se gli affari fossero andati bene, prevedeva di espandersi e magari di assumere alle sue dipendenze un secondo fotografo.

    L’inaspettata occasione offertale da Darien di affittare l’intero pianterreno dell’edificio di sua proprietà, pur essendo un affare da non perdere, aveva complicato le cose. Capire come dividere gli spazi aveva richiesto molto tempo e tutt’ora l’edificio sembrava un cantiere aperto. I lavori di ristrutturazione competevano a lei, ma Darien si era offerto di darle una mano consigliandole un’impresa di fiducia, inoltre si era intromesso per assicurarsi che ripiani e mobili di ogni genere non mancassero in nessuno dei locali. Il negozio di intimo di Valerie aveva ripiani per il doppio della merce che lei intendeva ordinare e nel salone di acconciature non si contavano i mobiletti che anche in quel momento gli operai stavano sistemando.

    Dal momento che Samantha aveva convinto le sue amiche ad aprire le loro attività in quello stabile, si sentiva responsabile dei disagi provocati dai lavori. Per questo motivo si era occupata personalmente del ripristino della linea telefonica nel negozio di Val, ma non aveva ancora trovato il tempo di risolvere il problema con le tubature nel salone di Blythe e con l’impianto di aerazione nel centro massaggi di Monica.

    Non appena avesse trovato un assistente, avrebbe delegato a lei o a lui certe incombenze. Proprio il giorno prima aveva appeso alla vetrina un cartello per quello scopo e aveva prenotato un’inserzione sul giornale per la settimana seguente.

    Respirando a fondo controllò la capacità della macchina digitale. Nella scheda c’era ancora spazio per parecchi scatti. Di solito la usava per gli scatti di prova, così da poterli mostrare subito ai clienti, ma per i ritratti da stampare si avvaleva di una macchina tradizionale. Dopo aver fissato la macchina sul treppiede, sistemò lo sfondo che riproduceva un castello medievale e posizionò il letto. Stava drappeggiando una ghirlanda di rose bianche sopra il baldacchino quando sentì suonare il campanello dell’entrata.

    Maledizione. Non aveva tempo per nessuno ora. Forse si trattava di Valerie che voleva confermarle che si sarebbero viste nel tardo pomeriggio. Samantha le aveva promesso che l’avrebbe aiutata a sistemare gli articoli appena arrivati e ad allestire le vetrine. Il suo occhio d’artista era molto apprezzato dalle sue amiche.

    Alla porta però non trovò Valerie, ma un uomo.

    Bello, alto, camicia bianca e jeans, capelli corti e neri e un portamento sicuro come il taglio della sua mascella. La prorompente virilità di cui era dotato faceva apparire lo studio di Samantha frivolo come la casa di una bambola. Il suo aspetto le sembrava familiare...

    Samantha capì subito perché. Era l’immagine esatta del cowboy avvezzo alla vita all’aria aperta che abitava le sue fantasie, del lupo solitario e sexy che profumava di legna e di cuoio, le cui dita callose la facevano fremere sfiorando la sua pelle delicata.

    Lo sconosciuto appoggiò un portfolio di pelle sul bancone, atteggiando le labbra a un sorriso sornione. Pensandoci bene, assomigliava anche al fuorilegge che pur di possederla rischiava l’arresto entrando nella sua stanza al chiaro di luna.

    «Posso esserle utile?» gli chiese, cercando di usare un tono noncurante.

    «Mi chiamo Rick West» si presentò lui tendendole una mano così grande nella quale la sua scomparve. Niente calli, quindi tanto valeva scartare il cowboy. La sua espressione, poi, era decisa e sbrigativa, più simile a quella del poliziotto che, dopo averla fermata per eccesso di velocità, la sculacciava delicatamente.

    «Samantha Sawyer» riuscì a rispondere alla fine, trattenendosi dall’aggiungere: Ho fatto qualcosa di male, agente?

    Era chiaro che lo sconosciuto non si trovava lì per farsi fotografare. Gli uomini degni di essere considerati tali entravano nel suo studio unicamente se trascinati dalle donne che avevano conquistato i loro cuori. Rick West era da solo e non portava anelli.

    Smettila.

    «Sono qui per il lavoro» spiegò lui guardandola intensamente con occhi di un verde profondo.

    Mentre apriva il portfolio, Samantha ebbe l’opportunità di vedere i suoi bicipiti guizzare sotto la stoffa leggera della camicia.

    «Sono un fotografo.»

    «Un fotografo?» Non un cowboy né un fuorilegge e tanto meno un poliziotto. Lui era l’artista che la spogliava per poterla immortalare sulla tela, sulla pellicola o nella creta. «In realtà io cerco solo un assistente.»

    «Non c’è problema. Sono in grado di fare l’assistente. Reggere i riflettori, consegnare i negativi, rispondere al telefono... Insomma, qualsiasi cosa tu abbia bisogno che io faccia» concluse, sollevando lo sguardo a catturare il suo.

    Saresti disposto a indossare pantaloni di pelle? E a farti ammanettare? I suoi occhi erano di un verde raro. Non brillanti come quelli di un gatto, ma di una sfumatura più tenue, come la giada. Di un verde che si trovava in natura e che le ricordava le

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