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Uno scapolo nei guai (eLit): eLit
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E-book149 pagine2 ore

Uno scapolo nei guai (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Matt Gallagher ha determinazione e fascino da vendere. E una bocca troppo larga. Per dimostrare al padre, colpevole di averlo abbandonato da piccolo, di essere riuscito a costruirsi una vita felice, si inventa una moglie bella e innamoratissima che esiste solo nei suoi sogni. Ma come evitare che una tale menzogna gli si ritorca contro? Facile. Basta che l'intrepido Matt affitti una sposa. Magari una come Gina Delaney, l'angelo della porta accanto, con un cuore d'oro e un fisico da mozzare il fiato...
LinguaItaliano
Data di uscita28 apr 2017
ISBN9788858968680
Uno scapolo nei guai (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Uno scapolo nei guai (eLit) - Hayley Gardner

    successivo.

    1

    Non disturbare! Sì, dico proprio a te. A Gina Delaney scappò da ridere sbirciando tra i cespugli che delimitavano il confine tra il proprio giardino e quello di Matthew Gallagher. Leggendo il cartello che Matt aveva affisso a un albero, notò che la parola non era stata sbarrata. Non c'era da stupirsi che il nuovo vicino continuasse a ricevere ospiti indesiderati!

    Uno dei primi visitatori inopportuni era stato il piccolo Jimmy Simmons, che Gina aveva visto introdursi nel giardino del vicino mentre lei potava la siepe. Nonostante Matt Gallagher avesse dichiarato espressamente a un altro ospite di non ricevere visite, il piccolo Jimmy di nove anni era sgusciato nel giardino di Matthew attraverso un varco nella siepe, passando dal vialetto di Gina senza neanche far caso a lei e noncurante della volontà di Matt.

    Pochi minuti dopo, quando la voce roca del vicino aveva imprecato, Gina si era lasciata vincere dalla curiosità. Con il pretesto di portare fuori la spazzatura, infatti, aveva approfittato per dare un'occhiata nel cortile confinante con il suo scorgendo la scritta sul cartello appeso all'albero.

    Avrebbe dovuto avvisare Matthew Gallagher che qualcuno aveva alterato quella scritta, ma, dopo averci pensato bene, decise di non farlo. In quanto adulta, volle rispettare il desiderio del vicino di non essere disturbato.

    In altre occasioni non avrebbe esitato a dare il benvenuto al nuovo dirimpettaio con una torta al limone preparata in casa, la sua specialità, ma quello non era un vicino qualunque.

    Era uno scapolo. Elijah Tuttle, il loro comune padrone di casa, ormai ottantenne, l'aveva già informata. Naturalmente, aveva anche aggiunto che sarebbe stata una stupida se non si fosse affrettata a farsi avanti con Matt, poiché riteneva che gli somigliasse incredibilmente, anche se era più giovane di cinquant'anni.

    Esasperata dall'ennesimo tentativo dell'amico di combinarle un matrimonio, Gina gli aveva risposto di non avere alcuna intenzione di sposare un suo sosia. Quindi, nel proprio interesse, preferì restarsene dal suo lato della siepe.

    Gina si ripeteva che non era la paura di innamorarsi di nuovo a impedirle di fare nuovi incontri, ma la consapevolezza che l'uomo giusto per lei non esistesse. Circa un anno dopo la morte del marito, infatti, aveva frequentato qualcuno per un po', ma dopo un'esperienza disastrosa e alcuni incontri mediocri, alla fine, era giunta alla conclusione che il vero amore capita una sola volta nella vita. Così, da allora, aveva scelto di vivere da sola.

    Dedicava tutto il suo tempo al negozio di articoli nuziali di sua proprietà, che le dava molte soddisfazioni e la teneva impegnata.

    No, proprio non c'era nessuna possibilità di approccio con il signor Non disturbare della porta accanto.

    Tornata in giardino, Gina si diresse verso le siepi per raccogliere le forbici. In quello stesso istante, dall'altra parte del divisorio, sentì la voce di Matt Gallagher gridare: «Ti ho preso!». Seguì un semplice rumore sordo come risposta.

    La voce di Matt Gallagher risuonò imperiosa. «Piccolo mostro, mi hai fatto male!»

    Gina soffocò una risata quando udì una voce di bambino strillare, ma, inginocchiatasi per spiare attraverso i cespugli, smise di ridere.

    La sua attenzione fu attratta da un uomo alto dai capelli castano scuro tagliati corti, che indossava un paio di jeans e una T-shirt nera. Doveva essere Matt Gallagher.

    L'uomo aveva afferrato il piccolo Frankie Simmons per un orecchio e lo stava trascinando verso casa.

    «Frankie!» gridò lei.

    Sia Matt Gallagher sia Frankie, il fratellino di Jimmy Simmons, si voltarono di scatto in direzione della siepe.

    Senza preoccuparsi delle conseguenze, Gina si introdusse carponi nel giardino di Matt passando attraverso il buco nella siepe.

    «Signora Delaney!» urlò Frankie, talmente pallido da far sembrare le sue lentiggini delle macchioline d'inchiostro. «Vuole rapirmi! Chiami la polizia! Faccia presto!»

    «Lo lasci andare, per favore» lo pregò Gina, togliendo le foglie rimaste attaccate ai suoi abiti.

    Senza riuscire a muoversi, Matt restò a guardarla con espressione incerta.

    «E lei chi sarebbe? Il suo avvocato?»

    «È un bambino inoffensivo.»

    «Non direi proprio, mi ha preso a calci» la contraddisse lui.

    «L'ho fatto per autodifesa!» protestò Frankie guardando Gina con espressione seria. «Ha cominciato lui, io ho solo risposto.»

    «Autodifesa?» ripeté Matt.

    Visto che Gallagher continuava a tenere fermo il bambino, Gina volle saperne di più. «E lei, invece, come giustifica il suo comportamento?»

    Matt Gallagher la percorse con lo sguardo dalla testa ai piedi, per poi soffermarsi a guardarla negli occhi, mettendola a disagio.

    Incatenata da quello sguardo, Gina non poté non notare la bellezza dell'uomo, i suoi magnifici occhi scuri, il petto muscoloso esaltato dalla T-shirt nera aderente.

    E sentì un brivido percorrerle la schiena.

    Smetti di guardarlo così, si disse. In fondo l'uomo dalla bellezza latina e l'aria tormentata non era mai stato il suo tipo. Preferiva piuttosto un ragazzo allegro, con senso dell'umorismo. Gallagher era troppo serio.

    «Perché dovrei giustificarmi?» le domandò Gallagher.

    «Perché se la prende con un bambino» intervenne prontamente Frankie.

    Quel Gallagher si comportava come se Frankie fosse stato un pericolo pubblico, pensò Gina mordicchiandosi le labbra.

    «Proprio a me doveva capitare?» borbottò Matt con un respiro profondo che gli dilatò il petto.

    Gina rabbrividì nell'ammirare la plastica solidità del busto di Matt muoversi sotto la maglietta aderente. Poi distolse lo sguardo dal suo corpo per concentrarsi sul volto.

    Lui la fissava con i suoi profondi occhi scuri e le labbra curvate in una smorfia di stizza. «Il ragazzo è entrato abusivamente» replicò in tono deciso.

    «Lei avrà le sue ragioni, ma quando il trasgressore ha solo otto anni lo si manda a casa con una sgridata, non gli si mettono le mani addosso» lo rimproverò lei in tono pacato, indicando le possenti braccia di Matt. «Almeno per questa volta non chiami la polizia» aggiunse Gina con un velo d'ironia nella voce, dopo aver indugiato con lo sguardo su alcune cicatrici che Matt aveva sulle braccia.

    Ci siamo, pensò Matt, immaginando che la sua vicina si fosse fatta un'idea sbagliata di lui, ma non aveva intenzione di giustificarsi con quella donna che si comportava come Mamma orsa.

    Accarezzando con lo sguardo il corpo sinuoso di Gina, Matt trasalì nell'accorgersi di essere attratto dalla sua bellezza. In qualsiasi altro momento e luogo avrebbe assecondato quell'attrazione, ma non lì, a Bedley Hills. Vi sarebbe rimasto il tempo necessario per sistemare una questione determinante per la sua vita, non per avere dei flirt.

    «Comunque, sono certa che Frankie avesse un buon motivo per entrare nella sua proprietà senza permesso» soggiunse Gina con aria sicura. Conosceva Frankie da quando era nato e sapeva che era un bambino tranquillo.

    «Mi dica, signora Delaney, cosa le fa pensare che questo piccolo mostro avesse una ragione per fare quello che ha fatto?» le chiese lui pacatamente.

    «Perché Frankie è un bambino dolce e gentile. È un genio, lo sa?» rispose lei, avvicinandosi e afferrando Matt per un braccio, per poi sciogliere la sua presa sull'orecchio di Frankie.

    Gina sentì sotto le dita il rilievo delle cicatrici e il calore della sua pelle. Trattenendo il respiro si sentì avvampare. A ventisette anni sapeva bene che non avrebbe dovuto toccare quell'uomo.

    «Frankie non si diverte infastidendo la gente, ma solo con il suo computer e i suoi progetti scientifici. Vero, tesoro?»

    Il piccolo assentì, scrutando prima l'uomo che l'aveva immobilizzato, poi la donna che gli faceva spesso dei regali e giocava con lui e i suoi amici a softball.

    «Stavo solo cercando di avvertire il signore che quel cartello gli avrebbe procurato dei problemi. Lui invece mi ha spaventato quando è uscito sulla soglia e io ho cercato di scappare.»

    «Ah, sì? Se tutti invece osservassero quello che dice il cartello, nessuno avrebbe problemi» replicò Matt, senza prendere sul serio le parole di Frankie: anche lui era stato bambino un tempo.

    «Si sbaglia» insistette Frankie. «Qualcuno ha...»

    «Frankie, ti sei spiegato a sufficienza» lo interruppe Gina.

    Continuare a discutere con Gallagher non aveva più senso se Frankie era libero di andarsene. «Torna a casa» gli suggerì Gina.

    Mentre Frankie si dirigeva di gran carriera verso la strada costeggiata da querce, Gina rivolse nuovamente la sua attenzione al nuovo vicino. Avrebbe dovuto considerare anche lei l'idea di tornarsene a casa e fingere di non aver mai incontrato Matt, ma quando lui sollevò un braccio per passarsi una mano tra i capelli, ancora una volta le cicatrici attirarono il suo interesse.

    Sembravano di vecchia data, eppure conservavano ancora l'impronta delle ferite che dovevano averle provocate. Non era il caso di domandargli come se le fosse procurate, né era opportuno porgli una domanda così personale. Era uno scapolo, non doveva dimenticarlo. Alla fine, però la curiosità ebbe il sopravvento.

    «Ha delle brutte cicatrici» osservò lei.

    «Colpa di un recinto di filo spinato.»

    «Come quello di un ranch?»

    Se era un cowboy era meglio scappare. I cowboy avevano sempre popolato le sue fantasie.

    «No, come quello di un carcere» spiegò lui senza mezzi termini.

    «Oh.» Come ci si poteva ferire con il filo spinato del recinto di un carcere? A meno che... Oh, no! Gina fece un passo indietro al pensiero che potesse trovarsi davanti a un evaso.

    Nel vedere i grandi occhi castani sgranati per la sorpresa, Matt notò che Mamma orsa aveva perso la parola. In realtà era stato proprio il filo spinato di un ranch a ferirlo quando era bambino, nel cercare di salvare il fratellino che vi era rimasto impigliato con i pantaloni.

    Gina sembrava così a disagio, che lui si sentì quasi in colpa per averla spaventata. Quasi. Se la piccola, procace signora Delaney lo avesse creduto un ex detenuto e lasciato in pace, ne sarebbe valsa la pena. Qual era il problema? Anche perché lui si sarebbe trattenuto a Bedley Hills solo il tempo necessario e non l'avrebbe più rivista.

    Tutto sommato, però la sua vicina gli aveva fatto una buona impressione. Il padrone di casa gli aveva raccontato tutto di lei, però aveva omesso di dirgli quanto fosse attraente. Aveva grandi occhi castani dalle folte ciglia, come quelli di una cerbiatta. La vita sottile evidenziava i fianchi sinuosi e le sue curve, esaltate magnificamente dai jeans attillati, avrebbero fatto impazzire qualunque uomo. La legge avrebbe dovuto proibirle di andare in giro vestita in quel modo.

    In breve, lei aveva tutto quello che a Matt piaceva in una donna, ma lui non aveva intenzione di farglielo sapere. Doveva restarsene tranquillo per un po' e non poteva permettersi di distrarsi con le donne.

    «Scommetto che i bambini di questo

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