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Dolce come l'amore: Harmony Destiny
Dolce come l'amore: Harmony Destiny
Dolce come l'amore: Harmony Destiny
E-book148 pagine2 ore

Dolce come l'amore: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Holly Fitzgerald è la fortunata vincitrice del concorso indetto dalla Baronessa Gelati per creare e lanciare un nuovo gusto di gelato. Passa quindi una giornata indimenticabile tra conferenze stampa e manifestazioni a fianco dell'affascinante Joe Barone, che aggiunge un tocco di perfezione alla gioia della vincita.

Il desiderio deve avere una natura elettrica, perché sono scintille quelle che Joe Barone sente al fianco della dolce e bellissima Holly Fitzgerald. Non ha bisogno di altro per iniziare a corteggiarla e certo non si fermerà di fronte a una sciocchezza come l'abisso sociale che li separa.
LinguaItaliano
Data di uscita10 giu 2016
ISBN9788858950876
Dolce come l'amore: Harmony Destiny
Autore

Katherine Garbera

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Dolce come l'amore - Katherine Garbera

    successivo.

    1

    C'erano volte in cui era una vera seccatura far parte di un'importante famiglia italiana come la sua, rifletté Joseph Barone mentre ascoltava sua sorella Gina impartirgli le ultime istruzioni su come comportarsi con i giornalisti.

    In fondo, era lei l'addetta alle pubbliche relazioni della gelati Baronessa e quindi, secondo Joseph, spettava a lei fare da accompagnatrice alla vincitrice del concorso, la signorina Holly Fitzgerald.

    Gina e suo marito Flint, portavoce dell'azienda nei rapporti con la stampa, erano convinti invece che gli onori di casa dovesse farli uno dei dirigenti dell'esecutivo. E, in ogni caso, lui era l'unico in grado di alzarsi alle cinque del mattino per affrontare l'ultima geniale trovata di sua sorella per salvare la faccia all'azienda dopo il recente scandalo.

    «Se qualcuno tira in ballo la storia del gelato al pepe, tu ribadisci che si è trattato di un errore, un errore che non si ripeterà mai più. Dopodiché, utilizza le informazioni che ti ho fornito sul nuovo gusto di gelato.»

    «D'accordo» mugugnò lui.

    Gina gli sorrise e lo guardò con affetto. «Grazie per aver accettato di fare tutto questo per noi.»

    «Come se tu mi avessi lasciato altra scelta.» Joe aveva cercato di opporsi, ma era praticamente impossibile spuntarla con sua madre o le sue sorelle. Le donne della sua famiglia sapevano sempre come fare quando volevano ottenere una cosa, anche a costo di giocare sporco, e, alla fine, il senso di colpa e quello del dovere familiare avevano avuto il sopravvento.

    «Anche la mamma è convinta che sia tu la persona più adatta a questo compito.»

    «Già, dopo che ci hai pensato tu a convincerla. Questa me la paghi, Gina.»

    Lei ignorò la sua minaccia e consultò il foglio col programma che teneva il mano. «Vado a vedere se la vincitrice del concorso è arrivata.»

    Joe osservò la sorella allontanarsi.

    Gina era di statura superiore alla media, ma sarebbe sempre stata la sua sorellina. Era cambiata negli ultimi mesi, da quando aveva sposato Flint Kingman. Non portava più i capelli castano chiaro raccolti in un severo chignon, ma li teneva sciolti sulle spalle. In fondo, però, l'amore poteva fare questo e altro a una persona, rifletté, e lo spaventava un po' vedere Gina così pazzamente innamorata di suo marito.

    Lui stesso era cambiato molto dopo aver conosciuto Mary. Ed era cambiato ancora di più quando lei era morta. Ma certe cose appartenevano al passato ed era meglio lasciarle lì dov'erano. Mary se n'era andata e continuare a tormentarsi per la sua perdita non sarebbe servito a riportargliela indietro.

    Sebbene fossero appena le sette del mattino, lui si sentiva già uno straccio. Era rimasto in piedi quasi tutta la notte a lavorare per assicurarsi che le proiezioni sul nuovo gusto di gelato fossero corrette. La Baronessa aveva bisogno di una mossa strategica e quel concorso, per quanto folle gli fosse parso all'inizio, rappresentava l'unica risposta per risollevare le sorti dell'azienda.

    Era seduto in una delle sale per conferenze al primo piano dell'edificio a cinque piani che ospitava gli uffici esecutivi, attendendo paziente di venir truccato per l'intervista televisiva fissata per la mattinata.

    Sia suo padre sia suo fratello Nicholas erano riusciti a liberarsi dagli impegni in programma per la giornata, e lui cominciava a sospettare perché. Ma per il bene dell'azienda era pronto ad affrontare qualche sacrificio e a sopportare le eventuali prese in giro dei suoi fratelli, nel caso fossero piombati nella stanza proprio mentre lui si sottoponeva al trucco.

    Per distrarsi, cominciò a guardarsi intorno e provò un senso di benessere, come sempre accadeva quando prendeva coscienza di far parte di qualcosa che, da una piccola attività a conduzione familiare, si era trasformato in una compagnia di fama internazionale. Sapere chi fosse e da dove venisse significava tanto per lui. Come per chiunque, immaginava.

    Ed essere costantemente circondato dall'illustre storia della propria famiglia riusciva, in un certo qual modo, a lenire il suo dolore. La maggior parte delle volte, perlomeno.

    La piccola gelateria fondata negli anni Quaranta dai suoi nonni, Marco e Angelica, era cresciuta a tal punto da affermarsi come una delle maggiori ditte produttrici di gelato a livello mondiale. Joe era orgoglioso di lavorare per la prestigiosa azienda di famiglia. Dopo aver maturato esperienza presso una grossa compagnia di servizi californiana, era ritornato a Boston a prendere il suo posto nell'attività dei Barone.

    «Eccola» annunciò Gina, rientrando nella sala per conferenze in compagnia di un'altra donna.

    Nel voltarsi, Joe rimase col fiato sospeso.

    La donna che camminava verso di lui rassomigliava in maniera sorprendente alla moglie scomparsa. Sottile, non troppo alta, aveva capelli di un castano rossiccio che le ricadevano in morbide onde attorno alle spalle. I capelli di Mary erano più corti, ma i lineamenti erano simili. Viso triangolare, labbra carnose e nasino leggermente all'insù.

    Joe andava orgoglioso della capacità di ripresa dimostrata dopo la perdita di Mary. Era sopravvissuto a un'esperienza che avrebbe annientato una persona più debole di lui. Ora però non aveva nessuna intenzione di andarsene in giro per la sede della Baronessa con la fotocopia della moglie defunta. Gina avrebbe preso il suo posto.

    «Holly Fitzgerald, le presento Joseph Barone, mio fratello, nonché responsabile finanziario della Baronessa

    «Piacere di conoscerla, signorina Fitzgerald» dichiarò lui, stringendo la mano della donna. Una mano piccola, fragile, notò, dalla pelle morbida e levigata.

    «La prego, mi chiami pure Holly.»

    Lui annuì. Era sopravvissuto tenendosi alla larga dalle donne, non permettendo a nessuno, a parte i familiari, di avvicinarsi a lui, e non intendeva permettere alla vincitrice di quel concorso di scuotere i sicuri ormeggi del suo mondo. «Gina, posso parlarti un minuto in privato?»

    «Naturalmente. Holly, perché non vai a conoscere il nostro truccatore? Serviti pure del tè o del caffè, nel frattempo. Noi torniamo subito.»

    Joe non aspettò sua sorella, ma uscì dalla sala immediatamente. Fuori, trovò il cognato, Flint, un tipo alto dai capelli castani e, a detta di sua sorella, un uomo di gran fascino.

    «Dov'è Holly?» gli chiese Flint non appena vide comparire Joe nel corridoio.

    «Al trucco.»

    «Accidenti. Quanto credi ci vorrà?» indagò il cognato, impaziente.

    «Non lo so. Va' a verificare tu stesso.»

    «D'accordo. Ma tu, mi raccomando, non sparire. Il collegamento satellitare è pronto e abbiamo circa dieci minuti prima dell'intervista.»

    Gina emerse dalla stanza e dall'espressione sul suo viso si capiva che era contrariata. «Che diavolo ti è preso?»

    «Non posso farlo» pronunciò Joe.

    «Joe, ne abbiamo già discusso. Non c'è nessun altro.»

    Quando sua sorella gli parlava così, lui si sentiva come un bimbetto di quattro anni che faceva un capriccio. A ogni modo, per nulla al mondo avrebbe trascorso un'intera giornata con una donna che gli faceva ritornare alla memoria cose che preferiva non ricordare.

    «È quasi pronta» annunciò Flint, ricomparendo loro davanti.

    «Lui no, però» scandì Gina, indicando il fratello.

    «Non c'è più tempo per i ripensamenti, ormai. Bisogna sbrigarsi e uscire in giardino per le riprese. I tecnici ci aspettano.»

    Gina tentò di nuovo di tranquillizzarlo. «Joe, andrà tutto bene, vedrai. Attieniti alle informazioni che ti ho fornito io.»

    «Non sono nervoso per l'intervista. È solo che non voglio trascorrere la giornata con quella donna.»

    «Joe...»

    «Neanch'io voglio trascorrere la giornata con lui» proclamò Holly, comparendo all'improvviso sulla porta. «Datemi il mio assegno e sarò ben felice di togliere il disturbo.»

    Naturale che un Barone non volesse trascorrere la giornata con lei, pensò Holly mortificata. Doveva avere tutta l'aria di una che trascorreva la maggior parte del suo tempo in cucina, il che era vero, ovviamente. In effetti, quella mattina si era recata al lavoro alle tre, per assolvere i suoi doveri nei confronti della signora Kirkpatrick, la proprietaria della panetteria in centro dove lei prestava servizio.

    Si sentiva fuori luogo in quell'edificio lussuoso e non vedeva l'ora di calarsi di nuovo nella sua uniforme da cuoca e tornare a sfornare panini e brioche.

    Detestava stare sotto i riflettori. Non avrebbe partecipato a quel concorso se non fosse stato per i mille dollari in palio. Aveva bisogno di quel denaro per pagare le costose cure mediche di suo padre, un meccanico di modeste condizioni.

    Ma ciò non spiegava perché Joseph Barone non volesse avere nulla a che fare con lei. Era un uomo attraente, di un fascino quasi imbarazzante. Holly era cresciuta in mezzo agli uomini, avendo dovuto dare il suo contributo per tirar su i suoi tre fratelli, ma c'era qualcosa in quell'uomo che accendeva di nuova vita tutta la sua femminilità.

    La osservava come una pantera quando punta la sua preda. Senza timore, ma pronto a reagire in caso di minaccia. Aveva paura che lei mettesse in imbarazzo l'azienda?

    Accidenti! Avrebbe dovuto controllare meglio il suo aspetto allo specchio prima di uscire. Forse aveva ancora della farina sul viso o fra i capelli.

    Gina Barone la prese sottobraccio. «Oh, Holly, non si può. La Baronessa ha bisogno della pubblicità che ci farà il tuo gelato.»

    «Io sono disposta a fare la mia parte» ribatté lei. Ed era così. Non era abituata a indietreggiare di fronte alle proprie responsabilità e non intendeva cominciare proprio adesso. Anche se c'era qualcosa di strano negli occhi di Joseph Barone...

    «Ascolta, Gina, dobbiamo parlare» disse Joseph, muovendo un passo in avanti.

    «Non ora» intervenne Flint, prendendo in mano la situazione. «Fuori, tutti e due» ordinò.

    Flint prese Joe sottobraccio e sospinse tutti in un meraviglioso giardino ricco di fiori variopinti. La troupe televisiva era già pronta, mentre la squadra di truccatori dava gli ultimi ritocchi a Holly.

    All'improvviso, Holly si innervosì e si chiese spaventata se sarebbe riuscita a pronunciare qualcosa di sensato davanti a una telecamera. Non era mai stata brava a parlare in pubblico. Per carattere, preferiva starsene defilata, confondersi tra la folla.

    «Fino a stamattina, non sapevo che ci sarebbe stata un'intervista televisiva» disse con voce sommessa.

    «Si rilassi, andrà tutto bene» la rassicurò Flint, battendole una leggera pacca sulla spalla.

    La prossima volta che parteciperò a un concorso, starò attenta a leggere bene il regolamento, si disse Holly. In realtà, se c'era una cosa che detestava più di parlare in pubblico era vedersi parlare in pubblico. Si augurava solo che il servizio non

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