Confessioni sul red carpet: Harmony Collezione
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L'ultima cosa che Tristan vorrebbe fare è correre in soccorso di Lily: quella ragazza ha sempre avuto una pessima influenza sulla sua giovane sorella, e nonostante l'indimenticabile bacio che si sono scambiati lui ha fatto in modo di allontanarla per sempre molto tempo fa. Tristan, però, non può rifiutarsi, e in attesa del processo si ritrova a essere responsabile, giorno e notte, della bella Lily.
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Anteprima del libro
Confessioni sul red carpet - Michelle Conder
successivo.
1
«È questa la tua idea di scherzo, Jordana?» Tristan Garrett distolse lo sguardo dal panorama del Tamigi offerto dalla finestra del suo ufficio al decimo piano per fissare incredulo la sorella minore, che se ne stava seduta su una delle poltroncine blu davanti alla scrivania.
«Non potrei scherzare su qualcosa di così serio!» esclamò Jordana. «So che sembra incredibile, ma è vero e dobbiamo aiutarla.»
In realtà la sua storia non sembrava incredibile, ma Tristan sapeva che la sua fiduciosa sorella aveva la tendenza a non vedere il male nelle persone. Si voltò di nuovo a guardare il Tamigi, irritato verso quella cosiddetta amica.
Quando lei lo raggiunse le cinse un braccio intorno alle spalle, avvicinandola a sé. Cosa poteva dire per calmarla? Che l'amica che voleva aiutare non se lo meritava? Che chiunque, se era così stupido da provare a contrabbandare droga dalla Thailandia, meritava di essere arrestato?
«Jo, non è un tuo problema e non ne sarai coinvolta.» Le prese la mano. «Se quello che dici è vero, allora si è messa nei pasticci. Posso ricordarti che sei a otto giorni dal matrimonio dell'anno? Dubito che il Principe di Grecia vorrà sedere accanto a una nota tossicodipendente, per quanto bella.»
«Oliver vuole che io faccia ciò che è giusto» obiettò lei. «E non mi importa cosa pensano gli ospiti del mio matrimonio. Aiuterò Lily.»
Tristan scosse la testa. «Per quale motivo vuoi rischiare?»
«È la mia migliore amica, gliel'ho promesso.»
Non avrebbe dovuto stupirsi, altrimenti non sarebbe stata la damigella d'onore al matrimonio di Jo. E perché non aveva pensato a sincerarsene due settimane prima, quando aveva scoperto che Lily sarebbe venuta al matrimonio?
Si accigliò, ma decise di accantonare la questione per occuparsi del problema più urgente. «Quando hai parlato con lei?»
«Non l'ho fatto. Un doganiere mi ha chiamata da parte sua. Lily voleva farmi sapere perché non poteva incontrarmi e se non l'aiutiamo andrà probabilmente in prigione.»
«Probabilmente è il posto migliore per lei.» Aggrottò le sopracciglia. «Lì potranno aiutarla.»
Lily Wild. Era considerata una delle donne più sexy del pianeta e un'attrice di talento. Lui non aveva seguito la sua carriera, ma aveva visto il suo primo film, un'opera d'essai di un regista esordiente sulla fine del mondo. Tristan non ricordava la trama. Quale uomo avrebbe potuto? Quasi in ogni scena c'era Lily nuda, a parte una canottiera bianca fuori misura e un paio di mutandone di cotone.
Lui e suo padre avevano tollerato l'amicizia adolescenziale delle due ragazze perché rendeva felice Jordana, ma a Tristan Lily non era piaciuta al primo sguardo quando l'aveva sorpresa a nascondere droga sotto il materasso della sorella nel dormitorio. Quel giorno era stata arrogante: ripensandoci avrebbe dovuto far subito trasferire la sorella in un altro collegio.
Tristan emise un sospiro e tornò alla scrivania. «Jo, io sono occupato. Tra mezz'ora ho un'importante riunione. Mi dispiace, ma non ti posso aiutare.»
«Tristan, so che ce l'hai con i tossicodipendenti, ma Lily è innocente.»
«E tu come lo sai?» domandò lui.
«Conosco Lily e so che non prende droghe. Le odia.»
«Hai dimenticato il tuo diciottesimo compleanno? Quando l'ho beccata a nascondere una canna a quattordici anni? Per non parlare delle molte foto dubbie sui giornali.»
Jordana si accigliò e scosse la testa. «La maggior parte di quelle foto erano false. Lily è stata perseguitata dalla stampa per tutta la vita a causa dei suoi genitori, ma è troppo sensibile ed equilibrata per rimanere coinvolta con la droga.»
«E questo è stato il motivo dello scandalo quando avevi diciott'anni? Perché Lily è così sensibile? Forse se avessi contattato il suo patrigno quando l'ho sorpresa con la marijuana la prima volta non sarebbe nel guaio colossale in cui si trova ora.»
«Tristan, non mi hai mai lasciato spiegare. E se la marijuana che hai visto nascondere da Lily non fosse stata sua? Se fosse stata mia?»
Tristan si alzò e girò intorno alla scrivania per abbracciarla: sapeva cosa stava cercando di fare e l'amava per questo, anche se l'oca che stava cercando di proteggere non si meritava la sua lealtà.
«So che stai cercando di prenderti la colpa per lei, Jo. L'hai sempre protetta. Ma rimane il fatto che lei è un problema. Lo è sempre stata. Sicuramente il suo patrigno o le sue sorellastre la possono aiutare.»
Jordana si allontanò da lui. «Non sono mai stati molto presenti e comunque credo che siano in vacanza in Francia. Per favore, Tristan! L'ufficiale con cui ho parlato stamattina mi ha detto che potrebbe essere rimandata in Thailandia. E, comunque tu la pensi, non lascerò che succeda.»
Tristan imprecò sottovoce. Doveva ammettere che non voleva nemmeno immaginare la splendida Lily Wild consumarsi in una cella thailandese. «Jo, la mia specialità è il diritto societario, non certo quello penale.»
«Ma sicuramente puoi fare qualcosa!» implorò lei.
Erano anni ormai che Lily si inseriva nei suoi pensieri e nei suoi sogni, ma ancora di più da quando Jordana gli aveva detto che sarebbe venuta al matrimonio. Chiuse gli occhi per controllare meglio la reazione del corpo, ma questo peggiorò solo le cose. Ora poteva pure sentire quasi il suo profumo.
«Jo, dimentica Lily Wild e concentrati sul tuo matrimonio.»
«Se Lily non ci sarà potrei anche non avere un matrimonio.»
«Ora sei melodrammatica.»
«E tu sei orribile. Lily è stata ingiustamente presa di mira...»
«Jordana, è stata presa con le mani nel sacco!»
«Tristan, so che odi le droghe a causa di nostra madre, ma Lily non è così. E di solito afferri la possibilità di aiutare una nobile causa.»
La fissò. «Jordana, la parola chiave in questa situazione è nobile. E per quanto mi riguarda un'attrice tossicodipendente in declino non è una causa nobile.»
In quel preciso momento Tristan si rese conto però di aver perso. Per nessun motivo poteva lasciare che sua sorella pensasse male di lui e per di più l'immagine di Lily in una prigione thailandese continuava a tormentarlo.
Scosse la testa. «Sarà un grande errore» la avvertì, ignorando il barlume di sollievo che provò quando il viso di Jordana si illuminò di gratitudine. «E non guardarmi così. Potrei non essere in grado di fare qualcosa.»
«Oh Tristan, sei il miglior fratello del mondo. Devo aspettare e venire con te?» Jordana era così felice che stava praticamente cantando.
«Assolutamente no.» L'ultima cosa di cui aveva bisogno era che sua sorella interferisse. «Ti chiamo io quando so qualcosa. Ora vai. Occupati del matrimonio e lasciami esaminare questo pasticcio.»
Quando Jordana uscì dal suo ufficio, stava già dando ordini per telefono alla sua segretaria. «Kate, sposta tutti i miei impegni del pomeriggio e di' a Stuart Macintyre che doveva essere nel mio ufficio cinque minuti fa.» Si lasciò andare sulla sedia e sospirò. Era impazzito a farsi coinvolgere in quella faccenda?
Lily Wild causava solo problemi e se vederla china sulla pregiata scrivania ottocentesca di suo padre a tirare cocaina al diciottesimo compleanno di Jo non bastava a dimostrarlo, ci riusciva sicuramente il suo odierno tentativo di far passare droghe da Heathrow.
Non che la notte del compleanno di sua sorella Lily avesse mai ammesso di assumere droghe. Gli aveva rivolto solo un falso sorriso che lo aveva fatto ribollire e Tristan non aveva più voluto sentire scuse. Perché preoccuparsi, dunque?
Quello che lo aveva fatto ancor più arrabbiare era che in precedenza, quella sera stessa, Lily lo aveva guardato con i suoi occhi viola da cerbiatta come se lui fosse l'unico uomo al mondo. E lui, da stupido che era, ci aveva quasi creduto!
Fino a quel momento lei non era stata altro che un fastidio, aveva portato di tanto in tanto sua sorella alle feste dell'azienda del suo patrigno ed era fuggita da lui ogni volta che l'aveva incontrata alla tenuta di famiglia durante le vacanze scolastiche.
Ma alla festa non era fuggita. Anzi.
Dimentica, si disse non appena la sua mente si concentrò sul ricordo potente di quella notte. Di come l'avesse toccata. Baciata. Era stata così pura e dolce, e così calda e...
Tristan scosse la testa e imprecò violentemente. Invece di rivivere un momento che non sarebbe mai dovuto accadere, avrebbe dovuto ricordare di averla scoperta nello studio privato del padre con un gruppo di disadattati, la sua amata sorella e abbondante cocaina.
C'erano voluti dieci minuti per sistemare la situazione. Il sapore di Lily, sfortunatamente, aveva impiegato un po' più di tempo a sparire.
Lily Wild si sentiva a disagio sulla dura sedia di metallo sulla quale era rimasta a sedere nelle ultime quattro ore e diciassette minuti, domandandosi quando sarebbe finito l'incubo in cui era precipitata.
All'idea di tornare in Inghilterra dopo sei anni si era sentita insieme nervosa ed eccitata. Aveva appena passato il controllo passaporti quando il funzionario l'aveva indirizzata verso una fila di agenti con cani antidroga. Lei non si era preoccupata, dato che non era l'unica. La sua mente era concentrata su Jordana: sperava che le sarebbe piaciuto il regalo di nozze che aveva portato per lei e Oliver dalla Thailandia.
Poi uno degli agenti aveva tirato fuori dalla sua borsa una busta di plastica di medie dimensioni e le aveva chiesto se le apparteneva. Lei onestamente non era stata in grado di ricordarselo.
«Non lo so» aveva risposto.
«Allora deve venire da questa parte.» Quando le aveva indicato un corridoio lungo e molto illuminato, le mani avevano iniziato a sudarle.
Adesso, guardandosi in giro in quella stanzetta, si chiedeva dove fossero andati i due funzionari della dogana. Non che le mancassero, in particolare quello più giovane e viscido, che aveva parlato quasi esclusivamente guardandole i seni e l'aveva minacciata di rimandarla in Thailandia se non avesse collaborato. Una vera assurdità, dato che non aveva fatto altro che collaborare!
Sì, la borsa multicolore era sua. No, non l'aveva mai lasciata incustodita. Sì, un amico era stato nella sua camera d'albergo la sera che aveva fatto i bagagli. No, non pensava che si fosse avvicinato ai suoi effetti personali. E decisamente no, le fialette di plastica riempite con ecstasy e cocaina non erano sue! Aveva quasi avuto un attacco di cuore, sicura che avessero commesso un errore.
«Nessun errore, signora» aveva detto uno dei due funzionari, causandole un brivido lungo la schiena.
L'avevano poi interrogata fino a sfinirla sui suoi movimenti all'aeroporto di Suvarnabhumi e sui motivi della sua presenza in Thailandia, poi l'avevano lasciata sola. Senza dubbio per conferire con quelli che stavano dietro allo specchio.
Lily sapeva che sospettavano di Jonah Loft, uno dei ragazzi che lavoravano nel film che aveva appena girato, ma solo perché si trovava nella sua stanza poco prima che lei si recasse all'aeroporto. Si sentì male per lui: lo aveva conosciuto al centro di riabilitazione di New York dove faceva volontariato e non ci sarebbe voluto molto alle autorità per scoprire che una volta aveva avuto problemi di droga. Fortunatamente ora li aveva superati, ma Lily sapeva dal suo lavoro con i tossicodipendenti che la mancanza di fiducia da parte degli altri poteva spingerli a ricaderci. E questo era il motivo per cui Lily gli aveva trovato un lavoro nel