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Nel cuore del capo: Harmony Jolly
Nel cuore del capo: Harmony Jolly
Nel cuore del capo: Harmony Jolly
E-book161 pagine2 ore

Nel cuore del capo: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

OGGETTO: SCAMBIO DI LAVORO

Ciao, Hope. Grazie per aver accettato di scambiare i nostri lavori. Sono appena arrivata a casa tua, ed è fantastica. So bene di essere una sconosciuta per te, e forse sei preoccupata per quello che potrei combinare. Capisco anche che il tuo capo, Kit Bunchan, sia un uomo da prendere con le pinze. L'ho già incontrato, e credo sia andata bene. Ti prometto che farò il possibile per non farlo arrabbiare e per soddisfare i suoi desideri. No, non in quel senso! Non intendo mischiare lavoro e sentimenti... Ho solo bisogno di sei mesi lontana da New York per riprendermi da una brutta esperienza e capire chi sono.

Okay, lo ammetto: Kit è davvero affascinante. Comunque, lui non sembra affatto interessato a me: puoi stare tranquilla!

A presto

Maddison Carter
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2017
ISBN9788858966990
Nel cuore del capo: Harmony Jolly

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    Anteprima del libro

    Nel cuore del capo - Jessica Gilmore

    successivo.

    Prologo

    Ciao Hope,

    sinceramente, sono rimasta un po' scioccata quando mi hanno chiesto di scambiare il mio lavoro con il tuo per sei mesi. Pensavo di essere l'ultima ruota del carro, specialmente da quando la mia carriera è cambiata e mi sono ritrovata al gradino più basso della piramide gerarchica aziendale.

    Sai, non ho mai lasciato gli Stati Uniti, e sono davvero emozionata. Le mie valigie sono pronte, ho preso il passaporto e sto per partire per Londra... prima che cambino idea!

    Credo che tu voglia sapere qualcosa della sconosciuta che subentrerà al tuo posto. La mia vita è abbastanza banale, quindi non ci sarà bisogno di mettere in guardia i vicini o di nascondere l'argento di famiglia.

    Mi chiamo Maddison, come già sai, e lavoro per la DL Media da più di tre anni; ho incominciato come PR, nello staff eventi prima che Brenda, il mio capo (presto il tuo) mi sbattesse a scrivere articoli di opinione. È stato un passo indietro, per certi versi; sono ritornata a preparare caffè e a prenotare taxi, gestendo molto di meno il mio tempo, ma in qualche modo lei è riuscita a convincermi che ne sarebbe valsa la pena. È bello essere apprezzata per il mio cervello e non per la lista dei miei contatti, almeno è ciò che mi dico quando ritiro i suoi vestiti in lavanderia. Perché, tra taxi e code al bar per prendere il caffè, Brenda mi sta insegnando tante cose. Sarai fortunata a lavorare con lei. È una persona molto determinata, concentrata solo sul lavoro, ed è letteralmente ossessionata dai limiti che le donne incontrano nel corso della loro carriera professionale, nel volere raggiungere grandi risultati e bla... bla... bla... Non che io non voglia tutto questo. Sono ambiziosa, ma desidero di più. Voglio tutto! Per esempio, non sarebbe affatto male incontrare l'uomo giusto e sistemarmi, con una casa circondata da una staccionata, un grosso cane, dei marmocchi attorno. Non dirlo a Brenda!

    Pensavo di avere trovato la mia anima gemella. Bart, alias Bartholomew J Van De Grierson III. Ma non si è rivelato la persona giusta, oppure sono io che non vado bene per lui. Almeno, non in questo momento. Ha bisogno di una pausa. Pensa che dovremmo, e qui cito le sue parole, esplorare altre opzioni. E così, devo ammettere che quest'opportunità è arrivata al momento giusto per me. Esplorerò altre opzioni dall'altra parte dell'Atlantico e, per una volta, metterò la carriera al primo posto. Forse lavorare con Brenda mi ha influenzato più di quanto immaginassi!

    Spero che lui sentirà almeno un po' la mia mancanza...

    Che dire di New York? È la città più fantastica del mondo, giuro. Il mio consiglio? Viaggia leggera! La buona notizia è che abiterai nell'Upper East Side, che è un quartiere favoloso! La brutta notizia? L'appartamento è un po' piccolo... una scatola per gatti, via! Ma la posizione è tutto, no? Quando ti siedi sulla scala antincendio a sorseggiare il caffè del mattino e guardi il sole alzarsi su Manhattan non vorresti essere in nessun altro posto.

    Benvenuta a New York, città della riscoperta, città dei sogni...

    Maddison

    Ciao Maddison,

    Benvenuta nel più grande quartiere di Londra. Ho compilato un file di benvenuto che contiene tutto ciò che hai bisogno di sapere – in ordine alfabetico, da dove si trovano la caldaia e il numero di un bravo idraulico al posto migliore dove bere un buon caffè. Sotto la T di Trasporti, troverai anche una guida per gli autobus e alcune Oyster card (niente metropolitana qui, a Stokey). Infine c'è una sezione riepilogativa sul lavoro (sotto la L di Lavoro) che ti servirà per adattarti subito alla nuova situazione.

    Spero che ti sentirai a casa qui. Stoke Newington è un quartiere abbastanza ricercato adesso, ma al tempo in cui i miei genitori vi si trasferirono era la parte più degradata di East End, caratterizzata da un grande spirito comunitario. Anche se adesso hanno aperto bar eleganti e decine di studi yoga, mi manca molto il posto in cui sono cresciuta. Non si può parlare di spirito comunitario quando è più facile imbattersi in bambinaie e domestiche che in vicini, e ognuno è ossessionato dall'avere spazi grandi e bagni che sembrano delle SPA. Ma è casa mia, e non posso immaginare di vivere in un altro posto. Eccetto, forse, New York...

    Sono contenta di trasferirmi a New York per sei mesi. Ho sempre desiderato viaggiare, però non ne ho mai avuto la possibilità. Faith, mia sorella minore, si è presa un anno sabbatico e sta girando il mondo, beata lei... ma vivere in una nuova città e fare carriera? È un'opportunità fantastica.

    Sono stata anche io alla DL Media per circa tre anni. Prima, ho lavorato in uno studio legale locale, il cui orario conciliava bene con quello scolastico di Faith. Non appena lei è diventata abbastanza grande da permettermi di fare la pendolare, sono andata alla DL, all'inizio come segretaria generale, e poi ho avuto e colto la possibilità di lavorare con Kit Buchanan come assistente editoriale.

    Brenda sembra essere proprio ciò di cui ho bisogno, una vera guida. Kit, il tuo futuro capo, è... Sì, un tipo brillante. Tutti concordano su questo. È solo che non sono sicura che mi veda. A volte mi sento come se fossi un pezzo dell'arredamento dell'ufficio.

    Devo confessarti che è già da diverso tempo che nessuno mi considera una persona che vale la pena di conoscere. Ciò mi fa sentire sola, a essere sincera, specialmente adesso che Faith non ha bisogno più delle mie attenzioni.

    Forse ha ragione. È il momento di mettere me stessa prima di ogni altra cosa.

    Incominciando da New York!

    Goditi Londra.

    Un abbraccio

    Hope

    1

    Maddison Carter aprì la porta di vetro satinato, si appoggiò contro lo stipite e sollevò la mano perfettamente curata, un foglio penzolante tra le dita. «Messaggi» annunciò.

    Kit Buchanan spinse indietro dalla scrivania la sua poltroncina e ammiccò, guardandola. La sua espressione poteva sembrare assonnata e indifferente a un osservatore casuale ma, dopo solo quattro settimane, Maddison aveva capito che si trattava solo di una facciata.

    «Avresti potuto inviarmeli con una mail» le suggerì, un bagliore di divertimento nei suoi occhi blu.

    Quella conversazione stava diventando prevedibile come l'alba, pensò Maddison. Lei usava ancora carta e penna per stilare le sue liste, ma ciò non significava che era contraria all'innovazione tecnologica. Solo, con il vecchio metodo era più efficiente. E c'era un altro motivo se aveva scelto di non usare le mail...

    «Per ignorarla meglio?» chiese, infatti.

    Kit emise un sospiro debole come per dire: Ecco che ci risiamo. Alla solita ora, ogni giorno. «Forse, Maddison, mi piace ignorare i messaggi.» I suoi occhi ridevano, ma lei rifiutò di restituirgli il sorriso.

    «Allora, assumi una centralinista. O installa una segreteria telefonica, oppure semplicemente rispondi al cellulare una volta ogni tanto, così io...» brandì la lista, «... non devo dire venti volte al giorno alla tua fidanzata che sei in riunione.»

    Lui inarcò un sopracciglio. «Venti volte? Sei molto precisa.»

    D'accordo, forse aveva esagerato, ma una sola conversazione con la super educata e altezzosa Camilla era abbastanza, e tre erano davvero troppe. Maddison ignorò l'interruzione e, con voce deliberatamente lenta, incominciò a leggere sul foglio. «Ha telefonato tua madre e ha detto di richiamarla oggi, per favore, per confermare che andrai al matrimonio, sottolineato tre volte, e se non risponderai all'invito al più presto, lo farà lei per te. Ha chiamato tua sorella e cito le sue parole: "Digli che se dovrò andare a quel dannato matrimonio da sola lo farò soffrire come nemmeno immagina e lo farò davvero"..

    Maddison si concesse una breve pausa e rilesse le frasi. Le piaceva il suono dolce e melodioso della voce della sorella di Kit, Bridget, così in contrasto con le sue parole dure.

    «"E Camilla ha chiamato tre volte. Rispondi per favore. Come può riuscire a prepararsi per un matrimonio in un paio di settimane se nemmeno confermi che la porterai, sconsiderato bas..."» Alzò lo sguardo e si concesse un breve sorriso. «Non ho afferrato il resto della frase.»

    «Peccato» rispose Kit debolmente. Il sorriso curvava ancora la sua bocca e lui era sempre appoggiato contro lo schienale in pelle nera della poltroncina, ma il divertimento era scomparso dai suoi occhi. «Sembrano tutti molto desiderosi di sapere se parteciperò al matrimonio.»

    «Se solo ti degnassi di rispondere, la smetterebbero di telefonare.» A Maddison non interessava se lui avrebbe partecipato o meno a quel dannato matrimonio. Desiderava solo non ricevere più quelle chiamate.

    «Lo farò appena avrò deciso.»

    Maddison emise un sospiro teatrale. «Fantastico. Posso suggerirti solo una cosa? Smettila di fare soffrire Camilla.» Certo, quella donna si rivolgeva a Maddison come se fosse la sua cameriera e di sicuro sembrava uno di quegli altezzosi personaggi dei film di Hugh Grant, con le vocali mangiate e la r moscia, ma diventava sempre più esasperata a ogni telefonata. Maddison non aveva mai supplicato l'attenzione di un uomo, ma sapeva bene che cosa significava vedere il bagliore dell'interesse svanire, anche se lei aveva fatto del suo meglio per mantenerlo. Conosceva la sensazione che si provava nel vedere le mail e i messaggi diradarsi, sentire le proprie chiamate reindirizzate ogni volta alla segreteria telefonica.

    Kit la fissò, gli occhi stretti in una fessura sottile. «Non sapevo che dare consigli sulla mia vita privata rientrasse nelle tue mansioni lavorative.»

    Lei emise un respiro profondo, cercando di restare calma. «Nemmeno io, ma sono io quella che prende le telefonate dalla tua fidanzata per otto ore al giorno.»

    «Ex fidanzata.»

    «Cosa...?»

    Gli occhi di Kit incontrarono quelli di lei, e il blu era diventato di ghiaccio. «Ex fidanzata. Lei vuole andare al matrimonio. Pensa che se la portassi a incontrare i genitori potrebbe ricominciare tutto tra noi. Come vedi, non sono un totale idiota.»

    Maddison fissò la lista, mentre la sua giustificata indignazione svaniva. «D'accordo. Ti chiedo scusa, anche se a mia difesa, mi sembra che Camilla non abbia ancora capito che tra voi sia finito tutto. Forse hai bisogno di rammentarglielo. E dovresti davvero chiamare tua madre.»

    Lui rimase in silenzio per un lungo momento e Maddison gli occhi ancora bassi sulla lista, capì di avere esagerato. Di solito era brava a mantenere la calma ma Kit Buchanan era così... irritante.

    «Ci sono volte in cui mi ricordi la direttrice della mia scuola. Lo farò, prometto. Come ti sembrano le cose per stasera?»

    L'improvviso cambiamento di argomento fu un sollievo. Aveva dedicato fin troppo tempo alla vita sociale di Kit Buchanan; il lavoro era un argomento molto più sicuro. Maddison guardò di nuovo la lista, ricomponendosi. «Gi addetti al catering sono già sul posto e stanno allestendo tutto, e anche il personale del bar. Il magazzino ha confermato lo stock di duecento libri per la firma. Ho inserito i nomi delle ultime cinque persone alla lista d'ingresso, e il servizio della sicurezza è pronto; tre invitati hanno mandato le loro scuse e ho risposto per tuo conto, e ho preparato i libri e le buste con gli omaggi da mandare nei loro uffici. Ah, e ieri sera dopo il lavoro, ho fatto un salto per dare un'ultima occhiata. È tutto a posto.»

    «Molto efficiente, come sempre. Grazie, Maddison.» Le parole erano perfette ma il tono divertito ridusse l'effetto del suo elogio e, suo malgrado, lei si sentì arrossire. Kit sembrava sempre prenderla in giro, il che era... preoccupante. Maddison voleva rispetto, non quel sottile umorismo. Però, fino a quel momento, qualunque cosa lei facesse, il rispetto sembrava evitarla. E, dannazione, ciò la faceva soffrire. Di solito, era molto brava a colpire le persone giuste nel modo giusto.

    Di sicuro, non era abituata a sentirsi scombussolata tutte quelle volte nel corso di una singola giornata.

    Osservò il suo capo. Era ancora appoggiato allo schienale della poltroncina, un ostinato bagliore di divertimento negli occhi mentre aspettava la

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