Fra le braccia di un milionario: Harmony Collezione
Di Sara Craven
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Info su questo ebook
Helen Frayne ha giurato a se stessa di fare qualunque cosa pur di salvare Monteagle, residenza medievale dei sovrani inglesi e storica dimora dei Frayne. Così, quando si ritrova sola e praticamente sul lastrico, non le rimane che accettare l'inattesa proposta di matrimonio di Marc Delaroche, ricchissimo uomo d'affari al quale lei si è rivolta per trovare i soldi necessari a ristrutturare la proprietà. Il fatto è che, a dispetto dell'immediata antipatia che lui ha suscitato in lei, Marc la desidera come non ha mai desiderato nessun'altra donna. Le armi di seduzione di un milionario, si sa, sono numerose ed efficaci, e questa volta sembra che lui voglia far ricorso a tutto il proprio arsenale...
Sara Craven
E' nata nel Devon ed è cresciuta in mezzo ai libri, in una casa nei pressi del mare. Ora vive nel Somerset.
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Anteprima del libro
Fra le braccia di un milionario - Sara Craven
successivo.
1
Helen non era mai stata tanto nervosa in vita sua. E l'ambiente asettico che la circondava non era di grande aiuto.
Dopotutto, quello era il quartier generale della Restauration International, un'organizzazione che si dedicava alla conservazione di edifici di importanza storica.
Si era aspettata di trovare opere d'arte appese alle pareti, mobili antichi e, magari, anche un tappeto persiano. Qualcosa che avesse la grazia e il fascino del passato. Invece era stata ricevuta da una segretaria gelida e lasciata in quella stanza tutta vetro e acciaio con la sola compagnia di un distributore d'acqua mentre i minuti passavano con lentezza esasperante.
Anche se doveva ammettere che l'avveniristica poltrona sulla quale sedeva era molto comoda, non riusciva a sentirsi a proprio agio. Del resto, come avrebbe potuto, nella disperata situazione in cui si trovava?
Con le mani serrate sull'impugnatura della valigetta portadocumenti, cominciò a ripassare tra sé i punti fondamentali da mettere in chiaro, una volta che si fosse trovata davanti alla commissione.
È la mia ultima speranza, pensò. Tutte le altre sono svanite, quindi devo fare in modo che stavolta vada tutto bene.
Non riuscendo più a stare ferma, in attesa, la donna si avvicinò al distributore e riempì d'acqua un bicchiere di plastica. Appena si mosse, si accorse che la telecamera della sicurezza si era messa in azione e represse una smorfia al pensiero che qualcuno la stesse osservando non visto.
«Cerca di avere un aspetto professionale» le aveva suggerito la sua amica Lottie. «Lascia stare i soliti jeans e mettiti una gonna. Ricordati che stai presentando un progetto. Sei stata aiutata molto... Non rovinare tutto.»
Lottie aveva ragione. Un gran numero di persone le aveva offerto collaborazione con grande gentilezza, dandole suggerimenti sulla stesura della relazione, offrendole una veloce tinteggiatura della facciata, la sistemazione del prato e fornendole anche i filmati dei principali eventi che si erano svolti a Monteagle negli ultimi due anni.
Ma adesso era tutto nelle sue mani. Helen aveva accettato il consiglio dell'amica e aveva indossato una gonna grigia, una camicetta bianca di cotone e la sua vecchia giacca nera, sperando che nessuno si accorgesse di quanto fosse sciupata.
Aveva legato con un nastro nero i capelli castano chiaro, che avevano urgente bisogno di un taglio e di una messa in piega, e aveva messo ai lobi dei piccoli orecchini d'argento.
Resistendo all'impulso di levare il bicchiere alla salute dello sconosciuto che la stava osservando, tornò a sedersi con studiata noncuranza, come se non avesse alcun pensiero al mondo e l'imminente colloquio non la preoccupasse affatto.
È solo in gioco tutta la mia vita, pensò cercando di bere un sorso d'acqua con la gola stretta dall'emozione. Nelle mani di questi estranei c'è tutto quello che ho di più caro al mondo. Eccetto Nigel, naturalmente. Devo convincerli che vale la pena salvare Monteagle, che non ho intenzione di gettare la spugna, come hanno fatto mio padre e mio nonno, e lasciare che la casa vada in rovina. O, peggio, nelle mani di Trevor Newson.
Helen rabbrividì al ricordo del viso compiaciuto dell'uomo, sicuro di avere la vittoria in pugno e ansioso di trasformare la storica tenuta della sua famiglia nel parco divertimenti a tema che si era proposto di realizzare. Erano stati proprio quei piani che l'avevano spinta a fare un ultimo disperato tentativo per trovare il denaro necessario ai lavori di restauro più urgenti.
Tutte le organizzazioni alle quali si era rivolta avevano respinto la sua richiesta, dicendo che la casa era troppo piccola, poco importante e troppo lontana dai normali itinerari turistici.
«È proprio quello che fa per me» le aveva detto invece Trevor Newson. «Tornei sui prati, maialini arrosto, banchetti nella sala grande... Questo la inserirà negli itinerari turistici. I visitatori arriveranno a frotte, anche dall'estero, una volta che l'avrò messa su Internet. E non mi faccia aspettare troppo la sua risposta, signorina Frayne, o il prezzo che le offro comincerà a scendere.»
«Non avrà bisogno di aspettare» aveva ribattuto Helen. «La mia risposta è no.»
«Non sia così frettolosa» aveva insistito l'uomo. «Non credo che abbia molta scelta. La casa le sta crollando addosso, ed è noto che suo padre e suo nonno non le hanno lasciato altro che debiti. La rendita del pascolo e i pochi soldi che riesce a raggranellare dai visitatori estivi non la porteranno lontano. In effetti, mi meraviglio che sia riuscita a cavarsela finora.»
Aveva scosso il capo con aria paternalistica. «Lei ha bisogno di vendere, mia cara. E se non se la sente di lasciare la casa, potrei offrirle un lavoro. Una volta, i tornei erano presieduti da una Regina dell'Amore e della Bellezza, e lei è una ragazza molto carina. Non mi è difficile immaginarla in abiti medievali.»
«È un'offerta allettante» aveva risposto Helen controllando a stento la collera. «Ma temo che la risposta sia ancora no.»
«Vecchio barbagianni impertinente!» aveva commentato Lottie. «Meglio non raccontarlo a Nigel o potrebbe arrabbiarsi sul serio. A proposito, ha intenzione di accompagnarti quando affronterai la commissione?»
«No.» Helen aveva fatto del suo meglio per nascondere il disappunto. «È molto impegnato con il lavoro, in questo periodo. Comunque, sono una donna adulta e posso cavarmela da sola.»
In effetti, era stato proprio Nigel a fare quel commento, ricordò con una fitta di dispiacere. Forse lei aveva fatto male a dare per scontato il suo appoggio in quella circostanza, ma si frequentavano da moltissimo tempo e tutti supponevano che lui le sarebbe stato al fianco nella lotta per salvare Monteagle.
A dire il vero, Helen doveva ammettere con riluttanza che Nigel era sempre stato piuttosto freddo al riguardo. Aveva notevoli disponibilità finanziarie, un posto di responsabilità in una grande banca e aveva ereditato una discreta somma dalla nonna, eppure non si era mai offerto di aiutarla.
Era un argomento di cui avrebbero dovuto discutere, una volta ottenuto il finanziamento. Perché lei era determinata a essere autosufficiente e, anche se non le piacevano i progetti del signor Newson, aveva in mente molte idee per far fruttare la proprietà.
Negli ultimi tempi, comunque, avevano avuto ben poche possibilità di parlare e forse era colpa sua. Nigel era stato trattenuto a Londra dagli impegni di lavoro, ma lei era così assorbita dalla preparazione del materiale da presentare alla commissione che non aveva avuto il tempo di sentirne la mancanza.
Non era bello dover fare una simile ammissione sull'uomo che stava per sposare!
Ma tutto sarebbe cambiato. Una volta superato questo scoglio, con successo o meno, gli avrebbe dedicato tutto il suo tempo. E non solo quello.
Sapeva di essere una sciocca fuori moda, ma aveva sempre rifiutato l'idea del sesso prima del matrimonio. Non che avesse paura o che non fosse certa dei propri sentimenti verso Nigel, ma il giorno in cui si fosse trovata accanto a lui sull'altare della chiesetta del villaggio, voleva che l'abito bianco fosse il simbolo di qualcosa di reale.
Inoltre, non si erano mai presentati il momento, il luogo e l'occasione giusta. Ma non poteva aspettarsi che la pazienza di Nigel durasse all'infinito. Doveva decidersi a dargli una dimostrazione dei propri sentimenti per lui.
Fu scossa dai propri pensieri dalla porta che si apriva all'improvviso e balzò in piedi all'ingresso di una ragazza bionda, alta e snella che indossava un elegante completo nero.
«Signorina Frayne? Vuole seguirmi, prego? La commissione la sta aspettando.»
Arrivarono a una porta in fondo a un lungo corridoio. Dopo essere entrati, sette uomini intorno a un tavolo ovale la salutarono con un cortese cenno del capo.
«Prego, signorina Frayne, si accomodi e si metta a suo agio» le disse quello che doveva essere il presidente della commissione.
Helen si sedette su una sedia di cuoio e acciaio e tutti gli altri presero posto a loro volta.
Sembravano dei cloni, con i loro completi scuri e le cravatte dai colori discreti. Eccetto uno. L'uomo che sedeva con aria noncurante alla destra del presidente.
Era più giovane dei suoi colleghi, sui trentacinque anni, con folti capelli neri spettinati e un viso bruno che non si poteva definire bello. Aveva un naso aquilino, una bocca insolente e occhi scuri e impenetrabili che la scrutavano.
A differenza degli altri compassati membri della commissione, aveva l'aria di essersi appena alzato dal letto e di avere indossato la prima cosa che aveva trovato sotto mano. La cravatta era allentata e il primo bottone della camicia era aperto.
Helen pensò con aria critica che sembrava capitato lì per caso e si accorse che lui faceva una smorfia divertita, come se avesse indovinato quello che stava pensando.
Subito si sentì imbarazzata e risentita nel constatare di essere così trasparente. Non era quello il modo in cui aveva deciso di presentarsi. Gli lanciò uno sguardo freddo e lo vide sorridere con sensualità.
Per la prima volta in vita sua, capì che un uomo non ha bisogno di essere bello in modo convenzionale per emanare fascino e sex appeal. Si sentì avvolta dal suo intenso magnetismo e ne fu infastidita.
Si metta a suo agio, le aveva detto il presidente.
Com'era possibile? Non si era mai sentita tanto sulla difensiva e tanto spaventata.
Trasse un profondo respiro e distolse lo sguardo, concentrandosi sui positivi apprezzamenti che l'anziano stava facendo sul materiale da lei presentato.
Tutti tenevano aperta una copia dell'incartamento. Tutti tranne uno, constatò Helen indignata. Ma, almeno, aveva smesso di guardarla e ora sembrava perso nei propri pensieri.
Che senso aveva far parte di una commissione se non era interessato a quello che vi veniva discusso?, pensò la donna irritata.
Furono esaminati i filmati. «Spero che questo vi darà un'idea dell'uso che è stato fatto di Monteagle negli ultimi anni» commentò Helen. «Intendo ampliare le attività in futuro e ottenere una licenza per celebrarvi dei matrimoni.»
Ci fu un cortese mormorio di approvazione e la giovane cominciò a rilassarsi quando si accorse che lo sguardo dell'uomo si era posato di nuovo su di lei e si stava soffermando sul suo seno. Tentò di fingere indifferenza, ma sentì il rossore che si impadroniva del suo viso.
«Pensa di sposarsi lì anche lei, mademoiselle?» La voce era bassa e piacevole, con un leggero accento francese.
Helen sollevò il mento con aria di sfida e desiderò che il fidanzamento con Nigel fosse ufficiale e che al suo dito ci fosse un anello.
«Sì» disse. «In effetti mi propongo di essere la prima.»
A dire il vero, non ne aveva parlato con Nigel, ma non pensava che avrebbe avuto obiezioni in proposito. Sarebbe stato magnifico e avrebbe rappresentato un'ottima pubblicità.
«Che cosa romantica» mormorò l'uomo e sembrò ricadere nei propri pensieri.
Gli altri membri della commissione le chiesero di chiarire alcuni punti del suo progetto. A quanto pareva, avevano letto con attenzione la documentazione e sembravano interessati.
La porta si aprì e la segretaria entrò con il carrello del caffè.
Dopo la breve interruzione, il francese estrasse un foglio di carta.
«Questa non è la sua prima richiesta di finanziamento per il restauro di Monteagle. Qui c'è una lista delle organizzazioni alle quali si è rivolta prima di noi. È completa?»
«Sì» disse Helen, dando un'occhiata al foglio.
«Ma nessuna delle sue richieste ha avuto successo?»
«No» dovette ammettere la donna.
«Come è venuta a conoscenza della nostra organizzazione?»
«Un'amica ha trovato il vostro nome su Internet. Mi ha detto che vi interessate di piccoli progetti e ho pensato di tentare.»
«Perché non aveva più altre speranze.» Era un'affermazione, non una domanda.
«Sì.» Helen lo guardò con aria di sfida. Tutto quello che la circondava sembrava sfocato, come se nella stanza ci fossero solo loro due. «A questo punto, sono disposta a prendere in considerazione qualsiasi opportunità. Non permetterò che Monteagle ceda all'abbandono e sono pronta a tutto pur di salvarla.»
Nel silenzio che cadde, l'uomo estrasse un'altro foglio di carta. «La perizia che lei ha presentato risale a vent'anni fa.»
«È vero. Credo che la valutazione dei lavori necessari sia ancora valida. Anche se i costi, ovviamente, saranno aumentati.»
«Vent'anni sono molto tempo, mademoiselle. Come mai la sua famiglia non ha realizzato i lavori dopo avere chiesto la perizia?»
Helen arrossì. «Mio nonno aveva tutte le intenzioni di farlo, ma fu sopraffatto dagli