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Sotto il vischio con il capo: Harmony Collezione
Sotto il vischio con il capo: Harmony Collezione
Sotto il vischio con il capo: Harmony Collezione
E-book161 pagine2 ore

Sotto il vischio con il capo: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Come sono lontani i tempi in cui mi bastava poco per innamorarmi! Allora ero molto giovane e ingenua. Adesso sono un'organizzatrice di eventi di successo, con un lavoro che mi gratifica e una vita piena di interessi. Quello che non mi aspettavo proprio era di incontrare nuovamente Jack Trevelyan, l'uomo sicuro di sé conosciuto in gioventù. Certo, è un'opportunità d'oro per il mio lavoro e non posso permettermi il lusso di rifiutarla. Per la verità, Jack non sembra più quello di un tempo: più maturo, di successo e decisamente attraente. Ha bisogno del mio aiuto per trasformare la tenuta che ha ereditato in una location per matrimoni di lusso. E se tutto quel tempo da passare con lui mi facesse scoprire non solamente un cliente, ma un uomo da amare? - Cassie Grey -

LinguaItaliano
Data di uscita9 feb 2015
ISBN9788858930885
Sotto il vischio con il capo: Harmony Collezione
Autore

Jessica Hart

Ha girato il mondo facendo i lavori più disparati, prima di stabilirsi in Inghilterra e di dedicarsi alla scrittura.

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    Anteprima del libro

    Sotto il vischio con il capo - Jessica Hart

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Under the Boss’s Mistletoe

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2009 Jessica Hart

    Traduzione di Elisabetta Motta

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-088-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    «Voglio dirti due parole!»

    Cassie inciampò nella fretta di raggiungere Jack prima che lui si defilasse, da codardo qual era. L’aver incespicato aumentò la sua rabbia mentre correva verso di lui, che era già salito in sella alla moto.

    Stava per infilarsi il casco, ma si fermò al suono della voce di lei. Con addosso il giubbotto di pelle invecchiata, appariva scuro e cattivo come la motocicletta che montava. C’era un lato pericoloso in Jack Trevelyan che Cassie trovava profondamente inquietante, ma adesso era troppo arrabbiata per lasciarsi intimorire.

    «Hai rotto il naso a Rupert!» lo assalì furente, le gote in fiamme.

    Jack, gli occhi stretti in una linea sottile, la osservò avvicinarsi a grandi passi. L’ardita figlia del gestore della tenuta aveva una massa selvaggia di riccioli, un viso rotondo e furbo e una bocca particolarmente seducente. Adesso aveva solo diciassette anni e gli ricordava un esuberante cucciolo che voleva a tutti i costi reggersi sulle proprie zampe.

    Ma non un cucciolo giocherellone. I suoi occhi castani, di solito sognanti, erano fiammeggianti d’ira. Non era difficile indovinare che cosa l’avesse fatta infuriare: doveva avere appena visto il suo amato Rupert.

    Lui sorrise ironico. «Non è proprio carino oggi, vero?»

    Cassie serrò i pugni. «Mi piacerebbe rompere il tuo naso» sibilò, e Jack scoppiò a ridere.

    «Fallo!» la sfidò.

    «Per darti la scusa di picchiare anche me? Non ci penso nemmeno.»

    «Non ho preso a pugni Rupert» si difese lui. «È questo che ti ha detto?»

    «L’ho appena visto. Ha un aspetto spaventoso

    Cassie udì la sua voce morire in gola e serrò le labbra in una linea sottile, per evitarsi l’umiliazione di piangere.

    Era così felice che aveva dovuto pizzicarsi per essere sicura che non fosse un sogno. Aveva sempre desiderato Rupert e adesso era suo, o almeno lo era stato. Erano trascorsi solo tre giorni dal ballo a cui lui l’aveva portata. Ma ora era rovinato!

    Per colpa di Jack Trevelyan.

    «Ti denuncerà.» Cassie usò un tono minaccioso, sperando di intimorire Jack, ma lui mantenne un’aria sprezzante.

    «Me l’ha appena detto il signor Ian.»

    Lei non aveva mai capito perché il signor Ian tenesse in considerazione uno scapestrato come Jack, soprattutto adesso che aveva fatto a botte con suo nipote!

    I Trevelyan erano noti a Portrevick per i loro affari loschi e sembrava che l’unica persona della famiglia mai riuscita a mantenere un’occupazione stabile fosse la madre di Jack, la quale aveva lavorato come domestica presso il signor Ian fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta due anni prima. Lo stesso Jack aveva fama di essere un piantagrane. Era di quattro anni maggiore di Cassie e non c’era stata volta in cui la sua rude e minacciosa figura non le avesse ricordato che era decisamente meglio tenersi a una prudente distanza.

    Per sua sfortuna, però, non l’aveva rammentato al Ballo di Allantide.

    Adesso Cassie lo guardava, stupita del suo stesso coraggio.

    «Ma immagino che l’idea della prigione ti lasci del tutto indifferente» dichiarò. «È una tradizione di famiglia, vero?»

    Un’espressione feroce e cattiva accese gli occhi di Jack e lei, d’istinto, arretrò di un passo chiedendosi, forse troppo tardi, se avesse esagerato. C’era una rabbia repressa dentro di lui che avrebbe dovuto metterla in guardia dal provocarlo. Non avrebbe dovuto fargli tirare fuori tutto l’odio che nutriva per Rupert, ma Jack si limitò a guardarla con sdegno.

    «Che cosa vuoi, falsa santarellina?»

    Cassie trasse un profondo sospiro. «Voglio sapere perché hai picchiato Rupert.»

    «Per quale motivo ti interessa?»

    «Rupert mi ha riferito che è successo per colpa mia.» Si morse le labbra. «Ma non mi ha raccontato i dettagli.»

    Jack scoppiò a ridere. «Ci avrei scommesso!»

    «È stato... è stato per quello che è accaduto al ballo?»

    «Quando ti sei offerta a me su un piatto d’argento?» chiese lui di rimando, e il volto di lei si infiammò per l’imbarazzo.

    «Volevo solo parlare» protestò Cassie, anche se sapeva di essere andata oltre.

    «Non si indossa un vestito come quello che avevi solo per parlare» sottolineò Jack con enfasi.

    Le guance di lei adesso erano scarlatte, come l’abito che aveva scelto come arma di seduzione nella sua disperata strategia per convincere Rupert che non era più una bambina.

    I suoi genitori erano inorriditi quando l’avevano visto, e anche Cassie aveva provato una sensazione tra lo sbalordito e l’eccitato dopo avere osservato la sua immagine riflessa nello specchio. Il colore era delizioso, rosso scuro, ma la stoffa – una lycra delle più economiche – fasciava spudoratamente ogni curva del suo corpo. L’abito era esageratamente corto e aveva una profonda scollatura sul seno che lei doveva tirare su di continuo per evitare che rivelasse più del dovuto. Si sentì morire di vergogna al pensiero di come doveva essere sembrata goffa e volgare, vicino a tutte quelle snelle ragazze bionde, vestite in nero.

    Ma, malgrado tutto, aveva funzionato.

    Rupert l’aveva notata quando era arrivata e questo le aveva dato la grinta per attuare la seconda parte del piano.

    «Devi farlo ingelosire» le aveva suggerito la sua migliore amica Tina. «Deve capire che non sei a sua disposizione, anche se non è così.»

    Incoraggiata dalla reazione di Rupert, Cassie gli aveva rivolto un freddo sorriso e, muovendosi sinuosa, gli era passata davanti per raggiungere Jack. Ancora adesso non sapeva dove avesse trovato il coraggio di tanta sfrontatezza; lui era rimasto sulle sue, per una volta, a guardare la scena con aria cinica.

    Il Ballo di Allantide era una tradizione locale che il signor Ian, appassionato di folclore della Cornovaglia, aveva riportato in auge. L’evento si celebrava il 31 ottobre, quando il resto del Paese festeggiava Halloween, e tutti a Portrevick partecipavano al ballo, unica occasione in cui le differenze sociali erano momentaneamente messe da parte.

    Almeno in teoria.

    L’espressione di Jack non era stata incoraggiante, ma Cassie aveva flirtato con lui, o pensava di averlo fatto. A guardare indietro, i suoi goffi tentativi di sbattere le ciglia con espressione languida e di apparire sensuale dovevano essere sembrati ridicoli, ma in quel momento si era sentita soddisfatta di se stessa.

    «D’accordo, forse stavo flirtando» concesse. «Ma non era un buon motivo per... per...»

    «Per baciarti?» completò Jack. «In quale altro modo, altrimenti, potevi fare ingelosire Rupert? Era questo che volevi, vero?»

    L’espressione di Cassie fu più eloquente di una risposta; lui si sistemò meglio in sella e la guardò con un sorrisetto beffardo che le fece venire voglia di mollargli uno schiaffo. «È stata un’ottima strategia» si congratulò Jack. «Rupert Branscombe Fox è il tipo a cui interessano le ragazze degli altri. Scommetto che anche da bambino voleva sempre i giocattoli altrui. Sei stata molto astuta ad averlo notato.»

    «Ti sbagli.»

    Voleva solo che Rupert la notasse. E ci era riuscita. Il piano aveva funzionato.

    Ma non aveva considerato che Jack potesse prenderla sul serio. L’aveva condotta fuori, per mano. Cassie, vedendo Rupert seguirla con lo sguardo, aveva provato un’enorme soddisfazione. Certo, si era aspettata il bacio di Jack, ma non quello che aveva ricevuto.

    Era incominciato tutto con un contatto lieve, freddo e imbarazzato, ma poi la freddezza si era trasformata in calore e, successivamente, in una passione ardente, accompagnata da una disarmante dolcezza. Cassie si era sentita come se fosse finita con i piedi nelle sabbie mobili, senza più scampo. Era spaventata ed eccitata al tempo stesso e, quando Jack finalmente l’aveva lasciata andare, lei era rimasta lì a fissarlo, tremante.

    Lui non le piaceva nemmeno. Era l’esatto contrario di Rupert, che per Cassie rappresentava l’incarnazione di un sogno. In cuor suo Jack e Rupert erano come la Bella e la Bestia. Non che Jack fosse brutto; anzi. I capelli scuri, i lineamenti marcati e lo sguardo penetrante gli conferivano un’aria da vero duro, mentre Rupert aveva un fascino completamente diverso, angelico, come un principe delle favole.

    «È tutto inutile» dichiarò Jack, decifrando la sua espressione senza difficoltà. «Stai perdendo il tuo tempo. Rupert non avrà mai interesse per una brava ragazza come te.»

    «È qui che ti sbagli» ribatté Cassie, stizzita. «Desideravo che mi notasse e ci sono riuscita.»

    «Non vorrai farmi credere di essere la fidanzata di Rupert?»

    Cassie sollevò il mento. «Credi quello che ti pare. Io so qual è la verità.»

    La sua risposta lo fece solo sorridere. «Andare a letto con Rupert non significa diventare la sua ragazza, come scoprirai presto» la mise in guardia lui. Prese di nuovo il casco. «Devi crescere, Cassie. Vivi ancora nel mondo delle favole, come quando eri bambina. È ora che ti svegli e guardi in faccia la realtà!»

    «Sei solo geloso di Rupert!» lo accusò lei con la voce tremante di rabbia.

    «Geloso?» Jack inarcò un sopracciglio in un’espressione beffarda. «Non credo proprio!»

    «Sì. Perché lui è bello, affascinante e ricco ed è il nipote del signor Ian, mentre tu sei solo... solo...» Troppo arrabbiata e umiliata per essere prudente, era praticamente a un passo da lui, adesso. «Solo un animale

    E fu allora che Jack perse il controllo che si era sforzato di mantenere fino a quel momento. Alzò le mani e attirò a sé Cassie, con una forza tale da farsela cadere addosso. Fortunatamente la motocicletta era stabile sul cavalletto, o sarebbero entrambi finiti per terra.

    «Dunque pensi che io sia geloso di Rupert, vero?» riprese a denti stretti, insinuando le mani tra la massa dei suoi riccioli. «Forse hai ragione.»

    Premette la bocca su quella di lei, in un bacio rude, selvaggio, come se volesse castigarla. Cassie si dimenò protestando, i palmi premuti contro la sua giacca di pelle, finché la pressione non si addolcì di colpo.

    Le labbra di Jack non abbandonarono le sue, ma lui si scostò appena, allentando la vigorosa stretta sui capelli aggrovigliati attorno alle dita, mentre il bacio diventava sempre più profondo.

    Il cuore le batteva

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