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La sposa d'inverno: Harmony Collezione
La sposa d'inverno: Harmony Collezione
La sposa d'inverno: Harmony Collezione
E-book135 pagine1 ora

La sposa d'inverno: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Amber Carlton ama poche cose: i fiori che sbocciano nel giardino, la tranquillità della sua casa e il suo bambino. E odia una persona soltanto: il milionario Rocco Volpe, che ha osato prendersi gioco di lei, soddisfando il suo desiderio di conquista per poi metterla da parte. Credeva che non lo avrebbe incon-trato mai più, ma il destino l'ha portata a lavorare nella sua villa a Londra, e per di più nel periodo più romantico dell'anno. Rocco sembra intenzionato a farla rientrare nuovamente nel suo letto, ma Amber non è disposta a lasciarsi sedurre e abbandonare una seconda volta, a meno che lui non le prometta di a-marla per tutta la vita.

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2014
ISBN9788858919316
La sposa d'inverno: Harmony Collezione
Autore

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Anteprima del libro

    La sposa d'inverno - Lynne Graham

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Christmas Eve Bride

    Mills & Boon Romance - Various

    © 2001 Lynne Graham

    Traduzione di Daniela Cristina Innocenti

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-931-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Rocco Volpe non era abituato di certo ad annoiarsi. Trovandosi dunque a provare, inaspettatamente, quella spiacevole sensazione, era propenso ad attribuirne la colpa a chi lo ospitava.

    Quando Harris Winton, il noto banchiere, l’aveva invitato a trascorrere il weekend nella sua residenza di campagna, Rocco si era aspettato di trovarsi circondato da persone stimolanti. Dopotutto, in sua presenza tutti si davano sempre molto da fare per intrattenerlo al meglio. Ma non poteva certo prevedere che Winton avrebbe perso il volo di ritorno da Bruxelles, dove si era tenuta un’importante riunione d’affari, lasciando i suoi sfortunati ospiti nelle grinfie della giovane moglie, Kaye.

    Quest’ultima, la classica donna trofeo, si rivolgeva a Rocco con uno sguardo spudoratamente famelico; tuttavia lui, con i suoi lineamenti belli da togliere il fiato, rimaneva inespressivo ogni volta che la padrona di casa lo irritava con smorfie, lusinghe e, in generale, decisamente troppe attenzioni. Le donne minute dagli occhi grandi non gli erano mai piaciute, rifletté. Il motivo gli era chiaro dai ricordi indesiderati che cercò di reprimere non appena si risvegliarono in lui.

    Una donna in particolare del suo passato aveva avuto quelle caratteristiche...

    «E dimmi...» chiese Kaye con un sorriso fatuo. «Come ci si sente a essere uno degli scapoli più ambiti al mondo?»

    «È piuttosto noioso, direi.» Rocco la guardò arrossire al suo tono disinteressato poi, senza l’ombra di un rimorso per l’imbarazzo che le aveva appena procurato, si scostò per avvicinarsi alla finestra. Sembrava una tigre che rinfoderava, con estrema riluttanza, gli artigli.

    «Immagino di sì» convenne la bellissima donna mora, in tono melenso. «Sono davvero pochi gli uomini paragonabili a te quanto a potere, aspetto fisico e ricchezza smisurata...»

    Reprimendo una smorfia di disgusto e allo stesso tempo prendendo nota del fatto che, se mai si fosse sposato, avrebbe scelto una moglie con un minimo di cervello, Rocco cercò di ignorarla, dedicandosi a passare in rassegna i giardini ben curati della villa. Il timido sole invernale illuminava la testa china del giardiniere impegnato a rastrellare via le foglie dal vasto prato di fronte alla residenza. Quella particolare tonalità di biondo miele, tendente al caramello a seconda della luce, aveva un che di familiare.

    Quando la sagoma del giardiniere si voltò, Rocco si irrigidì all’istante, rendendosi conto che non solo si trattava di una donna, ma che era proprio...

    «Avete una donna come giardiniere?» Né la parlata lenta e misurata, né la voce profonda di Rocco lasciavano trapelare l’ombra dell’incredulità mista a indignazione e rabbia che provava in quel momento. Qualcuno avrebbe dovuto informare Winton che la donna che aveva assunto come addetta al giardinaggio rappresentava una minaccia in quanto potenziale spia per i giornali scandalistici.

    Se le relazioni clandestine della moglie fossero diventate di dominio pubblico grazie ai media, il povero Harris non sarebbe mai riuscito a riprendersi dall’umiliazione.

    La padrona di casa non si lasciò sfuggire l’occasione di avvicinarsi nuovamente a lui. «Forse non è molto comune, ma abbiamo una certa difficoltà nel trovare il personale per le mansioni all’aria aperta» gli spiegò, arricciando il naso. «Harris dice che la gente non vuole più quel tipo di lavoro, oggigiorno, quindi ci si deve accontentare di quello che si trova.»

    «Immagino che abbia ragione. E, dimmi... è tanto che quella donna lavora per voi?»

    «No, l’abbiamo assunta soltanto qualche settimana fa.» La padrona di casa lo fissò con aria perplessa, corrugando la fronte.

    «Vuoi scusarmi, Kaye? Mi sono appena ricordato che devo fare una telefonata urgente.»

    Amber era tutta indolenzita, a partire dalla schiena. Fuori si gelava, ma lavorando aveva consumato tanta energia da scaldarsi, e indossava solo una leggera maglietta a maniche corte, per cui non riusciva a credere che mancassero solo dieci giorni al Natale. Raddrizzandosi, cercò di distendere la schiena dolorante. Alta appena un metro e sessanta, Amber aveva un fisico snello ma al contempo molto femminile nei punti giusti. Portava i capelli biondo miele raccolti con un fermaglio da cui continuavano a sfuggire alcune ciocche ribelli.

    Mancava ancora un’ora alla fine della giornata lavorativa, ma non ce la faceva già più. Solo qualche mese prima avrebbe affermato senza esitazioni di adorare i grandi spazi aperti, ma lavorare per i Winton era servito a disincantarla alla velocità della luce. Passava le giornate a massacrarsi fisicamente per uno stipendio quasi da fame e senza alcun riconoscimento dei suoi sforzi. I suoi datori di lavoro, pur essendo ricchissimi, non erano propensi all’investimento in macchinari che risparmiassero la fatica altrui. Eppure Harris Winton era un perfezionista che si aspettava che gli altri, soprattutto i suoi dipendenti, si sacrificassero per offrirgli gli standard qualitativi più alti.

    «Raccogli le foglie man mano che cadono» le aveva detto in tutta serietà, apparentemente incapace di comprendere che, data l’immensità dei suoi terreni, costituiti sia da un bosco sia da prati, era come se le chiedesse di arginare ogni giorno una marea inarrestabile.

    Attenta, Amber... rischi di diventare una di quelle donne lagnose che non fanno altro che autocommiserarsi, l’ammonì la sua coscienza mentre svuotava la carriola. D’accordo, un tempo aveva avuto abiti alla moda, unghie sempre smaltate e una carriera promettente. Non aveva più nessuna di quelle cose che una volta le erano sembrate così importanti, ma in compenso ora aveva Freddy, si ricordò a mo’ di consolazione.

    Suo figlio, Freddy, che aveva portato la gioia pura nella sua vita. Freddy, il cui sorriso le stringeva il cuore, e che l’aveva riempita di un amore tale per cui Amber ancora non si capacitava dell’intensità dei propri sentimenti. Freddy, che forse non era ancora un abile conversatore e che la svegliava tutte le notti perché giocasse con lui, ma per il quale valeva la pena compiere qualunque sacrificio.

    «Buongiorno, Amber... ma che piacevole sorpresa trovarti qui!»

    Amber sussultò, irrigidendosi poi per la paura, al suono di quella voce cupa scaturita dal nulla. Sbattendo le palpebre, in preda al panico, si voltò di scatto, rifiutandosi di credere al suo istinto. Non poteva aver riconosciuto davvero quella voce dal distinto accento italiano.

    «Mi sembra strano, ma allo stesso tempo curiosamente appropriato, trovarti a scavare attorno a un mucchio di concime» commentò Rocco, il cui tono era a metà tra il sardonico e il divertito.

    Amber fu assalita da una fortissima sensazione di vertigini. Quasi paralizzata dall’incredulità, cercò di concentrare lo sguardo su quella sagoma maschile robusta e incredibilmente alta, in piedi sotto i faggi che torreggiavano qualche metro più in là. Il cuore le batteva a un ritmo così accelerato da renderle affannoso il respiro.

    Ogni traccia di colore le svanì dal viso finemente cesellato, lasciandola bianca come la neve, i limpidi occhi verdi spalancati.

    Rocco Volpe, il potentissimo finanziere italiano, un tempo battezzato La Volpe d’Argento dalle riviste scandalistiche per la sua bellezza mozzafiato e la sua reputazione da libertino con il gentil sesso. E nessuno poteva negare che quell’uomo era uno spettacolo magnifico, con la pelle abbronzata e gli occhi scurissimi e velati che facevano da contrasto ai capelli così chiari da brillare come argento vivo. Rocco Volpe, lo sbaglio più grosso commesso da Amber nel breve arco dei suoi ventitré anni di vita. Si sentiva vuota dentro, come se ogni muscolo del suo corpo si fosse proteso in un disperato tentativo di autodifesa. Ma il suo cervello si rifiutò di reagire o di riprendersi. In preda allo stupore, Amber poté solo chiedersi per quale ragione Rocco Volpe si trovasse a vagabondare per i terreni della villa di campagna dei Winton.

    «Da dove sei arrivato?» gli chiese lei, la voce un sussurro spezzato.

    «Dalla casa, ovviamente... sono ospite dei Winton per il weekend.»

    «Ah...» Zittita per lo sconvolgimento provocatole dalla spiegazione di Rocco, Amber dovette ammettere a se stessa che non era una coincidenza assurda che Rocco e il suo datore di lavoro si conoscessero. Dopotutto, entrambi gli uomini esercitavano un notevole potere nello spietato mondo della finanza internazionale; era plausibile che loro due si conoscessero.

    Rocco la scrutò lentamente, con un’aria di apprezzamento tipicamente maschile e sfrontata com’era lui.

    «Temo che per te sia una cattiva notizia...»

    L’insolenza nel suo sguardo colpì Amber con la forza di un pugno nello stomaco. Scavare attorno a un mucchio di concime? Si ricordò di quel commento sarcastico non

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