Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Oro sporco: Jack Reacher e Will Trent
Oro sporco: Jack Reacher e Will Trent
Oro sporco: Jack Reacher e Will Trent
E-book134 pagine1 ora

Oro sporco: Jack Reacher e Will Trent

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Una novella adrenalinica da due tra i più affermati scrittori di thriller del momento.


JACK REACHER e WILL TRENT
Il doppio dell'azione
Il doppio della suspense



Will Trent è sotto copertura a Fort Knox. La sua missione: investigare su un omicidio commesso ventidue anni prima. Il nome del sospettato? Jack Reacher.
Ma anche Jack Reacher è in missione a Fort Knox. Il suo obiettivo è smantellare una pericolosa organizzazione criminale che opera dall'interno dell'esercito americano. Solo che sulla sua strada si frappone Will Trent.
Ma quella che si sta giocando, in realtà, è una partita molto più importante e pericolosa, che né l'agente segreto né l'ex ufficiale della polizia militare avrebbero mai potuto prevedere. L'unico modo per uscire indenni da una situazione così spinosa è unire le forze e collaborare.
Sempre che riescano a fidarsi l'uno dell'altro...

QUESTA NOVELLA CONTIENE ANCHE UN ESTRATTO DI LA RAGAZZA DIMENTICATA, IL NUOVO ROMANZO DI KARIN SLAUGHTER.

Praise per Karin Slaughter

"Adoro i personaggi di Karin Slauhter. Ti prendono per mano e ti conducono attraverso l'oscurità del male."- Sandrone Dazieri

"Personaggi, trama e ritmo perfetti. Karin Slaughter non ha rivali."- Michael Connelly

"Non ci sono romanzi migliori dei suoi."- Jeffery Deaver

Praise per Lee Child

"I suoi libri danno dipendenza." - George R.R. Martin

"Jack Reacher è il James Bond dei giorni nostri." - Ken Follett

"Il protagonista più forte mai inventato." - Stephen King

LinguaItaliano
Data di uscita5 ago 2019
ISBN9788830504646
Oro sporco: Jack Reacher e Will Trent

Correlato a Oro sporco

Titoli di questa serie (5)

Visualizza altri

Ebook correlati

Thriller per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Oro sporco

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Oro sporco - Adria Tissoni

    1

    Will Trent era seduto davanti alla porta chiusa di un ufficio e ascoltava il brusio delle voci che discutevano dei due arresti per guida in stato di ebbrezza e della sua carriera lavorativa irregolare riportati nella domanda di assunzione. Non sembrava che la conversazione stesse prendendo una piega favorevole. Male. Will aveva bisogno di quel posto. Altrimenti il suo vero lavoro sarebbe saltato.

    Si asciugò la fronte con la manica. La temperatura fuori aveva già superato il punto di ebollizione. Dentro non andava molto meglio. Stava sudando, in quella catacomba umida di edificio governativo degli anni Cinquanta. Il soffitto basso imbarcato sembrava ancora più basso. Il cartongesso era gonfio di umidità. Guardò una goccia di sudore cadergli dal naso e rotolare sul pavimento. Al centro del linoleum correva un canalino risalente ai tempi in cui gli anfibi dei soldati percorrevano svelti il corridoio su e giù.

    Si mosse sulla sedia. Le vertebre gli strizzavano la colonna come fascette di serraggio. I muscoli delle gambe gli si stavano solidificando. Il corpo gli faceva male per due motivi. Primo, per il benservito che la sua fidanzata gli aveva dato la sera precedente. E poi di nuovo quel mattino al posteggio park and ride, che non avrebbe potuto avere nome più azzeccato. Secondo, perché aveva passato l’intero volo di un’ora da Atlanta a Lexington con le ginocchia conficcate nel sedile di fronte, incastrato tra un bambino che urlava con una graffetta e un anziano avvolto dalle sue flatulenze.

    Solo una di quelle ragioni però valeva il tormento.

    «Non mi interessa un accidente di quello che pensi, Dave» tuonò una voce dall’altra parte della porta.

    Era il colonnello Stephanie Lukather, responsabile di Fort Knox. Un’autorità importante, ma in fondo Will cosa ne sapeva? Doveva gran parte delle sue conoscenze sulle riserve auree del governo federale a Wikipedia e a Missione Goldfinger.

    La struttura era adiacente alla base dell’esercito di Fort Knox, all’incrocio tra Bullion Bouvelard e Gold Vault Road. La porta principale, venti tonnellate per quarantacinque centimetri di spessore, era di un materiale resistente alla perforazione e alla fiamma ossidrica. All’interno erano immagazzinati metalli preziosi per un valore di quasi trecentocinquanta miliardi di dollari. La polizia della Zecca sorvegliava l’edificio, e l’esercito sorvegliava la polizia. Il caveau era stato aperto per un’ispezione pubblica una volta sola, nel settembre 1974. In precedenza, nel 1964, Pussy Galore aveva messo ko l’intera base con il suo Flying circus, e una bomba sporca era stata disinnescata con 0,07 secondi di margine.

    La porta alla fine si aprì.

    Il maggiore Dave Baldani rivolse a Will un’occhiata compiaciuta.

    Will conosceva quell’occhiata. Era il modo in cui il buono metteva il cattivo al suo posto. La usava spesso anche lui quando faceva l’agente speciale al Georgia Bureau of Investigation. Ma Will non era a Fort Knox in qualità di agente. Stava lavorando sotto copertura nelle vesti di un ex capitano dell’esercito travolto da una serie di decisioni assurde dopo due turni di servizio in Afghanistan.

    La sua identità era inscalfibile, a meno che qualcuno non violasse il database del Pentagono. Jack Phineas Wolfe, congedato nel 2016. Due arresti per guida in stato di ebbrezza. Condanna ai lavori socialmente utili. Libertà vigilata. Divorziato. Niente figli. Conto in rosso. Plafond delle carte di credito esaurito. Sfrattato dall’ultima residenza nota. Auto pignorata dalla banca. In cerca di un lavoro onesto, o almeno il più possibile onesto.

    «Sbrigatevi, ragazzi.» Il colonnello Lukather aveva da poco superato i cinquanta, era magra e in ordine, con i lunghi capelli biondi raccolti in stile militare. Mosse impaziente una mano. «Vi sto aspettando.»

    Will dovette chinarsi per rimanere in piedi. Il soffitto era più basso del dovuto di quarantacinque centimetri. I pannelli scuri che rivestivano i muri erano vecchi e piegati. Addossati a una parete c’erano vari schedari chiusi e di fronte c’era la scrivania di metallo d’ordinanza del colonnello. Non c’erano finestre. L’aria non si muoveva. Sembrava di stare in una bara.

    Il colonnello Lukather indicò il soffitto basso spiegando: «Il brigadier generale di sopra voleva una doccia nel suo ufficio. Tutto lo schifo arriva di sotto. Non mi servono lucernari, Wolfe. Si sieda».

    Will prese una sedia di fronte a lei. Baldani rimase in piedi, a cinque centimetri dalla sua spalla: un altro trucco da buono/cattivo.

    «Wolfe, ha passato un po’ di guai da quando ha mandato affanculo l’esercito» osservò Lukather.

    A Will non sembrò di ricevere una domanda, quindi non disse nulla.

    Il colonnello posò la mano sul suo dossier, aspettando che il silenzio lo spazientisse.

    Will non si spazientì.

    L’orologio a muro emise un secco toc.

    Baldani fece un sospiro lungo, sibilante, da fumatore.

    «Dave, a quanto pare abbiamo un vero Capitano Jack Harkness.» Aprì il fascicolo e finse di leggere le informazioni per la prima volta. «Cresciuto in mezzo al nulla. Quinto nella sua classe alla John Wayne School. Un bel po’ di onorificenze in Medioriente. Si è conquistato le Tre mostrine. Un figlio di puttana davvero molto zelante. Di sicuro ha vinto la gara a chi ce l’ha più grosso in questa stanza.»

    Will non aveva avuto il tempo di studiare il gergo dell’esercito, perciò non capì bene, tranne l’ultima parte che gli sembrò chiarissima.

    «Poi…» Girò una pagina del dossier e passò il dito sui suoi trascorsi. «Due arresti per guida in stato di ebbrezza. Un brutto divorzio. Problemi di credito. Cosa le fa pensare che debba darle quindici dollari all’ora e metterla in uno dei miei hotel per il privilegio di lavorare nella mia base nei prossimi giorni?»

    Will alzò una spalla con la stessa aria da chissenefrega dei criminali che interrogava. «È una sua decisione.»

    Baldani spostò il peso da un piede all’altro, chiaramente seccato.

    Lukather sollevò lo sguardo dalle carte. Forse riconobbe a Will il merito dell’onestà, perché non gli disse di uscire subito dal suo ufficio. «Sa di che lavoro si tratta?»

    «Custode?» Will scrollò di nuovo le spalle solo per irritare Baldani. «Nel messaggio si parlava, credo, di pulizie.»

    «Non del consueto olio di gomito. Cosa sa dell’oro?»

    Seguì un’altra scrollata di spalle. «Mi farebbe comodo averne un po’.»

    «D’accordo, testa di cazzo.» Baldani aveva raggiunto il limite. «Occhio a come ti comporti. Stai parlando con un colonnello.»

    Will si girò dall’altra parte, fingendo di ignorarlo.

    Baldani strinse i pugni. Un’idea stupida, perché appena avesse sollevato le braccia, Will avrebbe potuto cacciargli lo scroto nel culo con un colpo.

    «Basta, ragazzi.» Lukather chiuse il dossier di Jack Wolfe. La decisione sull’incarico era stata presa, ma non aveva intenzione di divulgarla. Disse invece a Will: «L’oro è un elemento chimico presente in natura con numero atomico 79. È considerato un metallo tenero, quindi può essere facilmente graffiato o danneggiato. L’unto sulle mani può corroderne o intaccarne la finitura, diminuendone il valore. Quando lo si maneggia, si raccomanda di indossare guanti di cotone che non lasciano pelucchi. Si richiede l’uso di una mascherina perché l’umidità contenuta nel respiro e nella saliva può lasciare macchie impossibili da rimuovere.»

    Will attese il resto del discorso.

    «L’Ordine esecutivo 6012 emanato dal presidente Franklin D. Roosevelt nel 1933 vietò il possesso privato di monete d’oro, lingotti e certificati aurei, costringendo i cittadini a venderli alla Federal Reserve. Nel 1936 il Dipartimento del Tesoro iniziò a costruire la Gold Vault e alla fine trasferì con un convoglio blindato la maggior parte delle riserve auree nella nostra struttura. Abbiamo attualmente, in camere blindate situate in profondità, più di 147,3 milioni di once troy, soprattutto sotto forma di lingotti d’oro da 12,4 chilogrammi di purezza compresa tra .900 e .999. Il resto delle riserve del paese è conservato a West Point e a Denver.»

    Will fece l’ennesima scrollata di spalla alla chissenefrega. «E?»

    «Per ordine del Congresso, le camere blindate vengono esaminate ogni anno dall’Ufficio dell’Ispettore generale del Dipartimento del Tesoro. Solo visivamente. Ci vorrebbero mesi per controllare i numeri di serie di ogni lingotto in base all’inventario. Ed è per questo che siamo qui, ora, capitano Wolfe. Il TS/Ultra 42-12 nell’ambito della Compartimentalizzazione delle leggi del Tesoro del 1978 richiede che ogni oggetto d’oro sia ispezionato manualmente ogni dieci anni. Siamo alla scadenza di quei dieci anni e ci ritroviamo con pochi giorni a disposizione e un uomo in meno.»

    Will smise di alzare la spalla. Si sfregò la mascella cercando di controllare il Will adolescente che saltellava come uno strafatto su un trampolo a molla. Aveva sperato che il lavoro sotto copertura gli consentisse di entrare nella struttura, ma qui si alludeva all’interno dei caveau. Con l’oro. Qui si entrava nel territorio di Oddjob.

    Aveva bisogno di un chiarimento. «Vuole che maneggi l’oro?»

    «Sarai in sostanza una donna di servizio» intervenne Baldani. «Pulirai l’oro. La legge, in effetti, significa proprio questo. CTG: Cleaning the gold, pulizia dell’oro.»

    «Servono esattamente nove mesi per verificare l’intero inventario, e guarda caso in questo momento sono in anticipo sui tempi, il che è un gran bene. Lavoriamo ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette, con due squadre da sei durante il giorno e altre due fino alle otto del mattino. Per ragioni di sicurezza nessuna squadra passa più di due settimane nelle camere blindate, e usiamo personale esterno, preferibilmente ex soldati, in modo che nessuno alla base acquisisca troppa familiarità con chi va e chi viene. Come ho già detto, siamo davvero vicini al traguardo, ma il turno di giorno ha bisogno di un'altra ruota nell’ingranaggio» spiegò Lukather.

    Will considerò le sue parole. Non gli

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1