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Il confine del desiderio: Harmony Destiny
Il confine del desiderio: Harmony Destiny
Il confine del desiderio: Harmony Destiny
E-book162 pagine2 ore

Il confine del desiderio: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Patto milionario 1/3
Successo e segreti non sono mai stati così appassionatamente legati

Lavorano insieme, sono l'uno il confidente dell'altra e sono migliori amici da sempre: Flynn e Sabrina non avevano mai superato il tacito confine del loro rapporto. Fino a un focoso bacio la notte di San Valentino. Quando Sabrina si trova costretta a trasferirsi da Flynn, quel che resta di quel confine crolla sotto le fiamme di un desiderio bruciante. E segreto. Nessuno deve sapere ciò che adesso accade dietro le porte chiuse della camera da letto, perché a rischio non c'è solo la loro reputazione professionale, ma anche la loro relazione.
LinguaItaliano
Data di uscita20 feb 2020
ISBN9788830510548
Il confine del desiderio: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Il confine del desiderio - Jessica Lemmon

    successivo.

    Prologo

    «Come minimo venti minuti, o racconterà a tutti che sei una mezza cartuccia.»

    «Se ci metti più di sette minuti, idiota di un inglese, vuole dire che non sai quello che fai.»

    «Detto da uno che non sa quello che fa.»

    Flynn Parker si appoggiò allo schienale, la gamba rotta distesa sul poggiapiedi, e rimase ad ascoltare i due amici che parlavano di sesso. Soprattutto di come soddisfare le donne.

    «Se sapeste il fatto vostro, non sareste single» informò i suoi amici.

    Gage Fleming e Reid Singleton guardarono Flynn come se si fossero dimenticati della sua presenza. Considerato che erano ubriachi fradici non era da escludere. Gage afferrò la bottiglia di whisky mezza vuota appoggiata sullo sgabello di Flynn e ne versò un altro goccio nel bicchiere di Reid e nel proprio.

    Non in quello di Flynn, però. Con tutti i farmaci che stava prendendo l'unico sballo che poteva concedersi era quello che gli offriva il Percocet.

    «Proprio tu parli» biascicò Reid con il suo accento inglese. «Mi pare che il tuo anulare sinistro in questo momento sia disabitato.»

    «Siamo qui in vacanza proprio per questo.» Gage batté il bicchiere contro quello di Reid e poi con la bottiglietta d'acqua di Flynn.

    Flynn avrebbe brindato proprio a questo. La recente fine della sua storia con Veronica li aveva portati sulle montagne del Colorado a sciare.

    L'ultima volta che erano stati nello chalet del padre di Flynn era stato al secondo anno di college. Quel luogo era come una macchina del tempo perché appena arrivati erano tornati a essere i ragazzini di allora.

    Gage e Reid non avevano fatto altro che raccontarsi le loro avventure amorose vantandosi della loro presunta prestanza fisica e Flynn era stato così stupido da cercare di fare di nuovo quella pista nera... Tuttavia era fuori esercizio e così, proprio come l'ultima volta, aveva fatto una caduta epocale ed era finito in ospedale. A differenza dell'altra volta, però, si era rotto un osso.

    Lo sci non era il suo forte.

    E neanche Veronica.

    La sua ex moglie gli aveva rovinato la vita e il futuro. I suoi amici dicevano di averlo trascinato lì per sollevargli il morale, in realtà erano lì soprattutto perché erano inseparabili dai tempi del college. Reid per un breve periodo era rientrato a casa, a Londra, poi era tornato.

    Nessuno ne aveva mai dubitato.

    Prima di imbarcarsi su quel volo, che lo avrebbe portato in vacanza, Flynn aveva ricevuto due notizie. La prima era che suo padre non aveva la polmonite ma un cancro terminale che se lo sarebbe portato via a cinquantaquattro anni e la seconda che al suo ritorno si sarebbe ritrovato seduto alla scrivania del padre con la scritta Presidente accanto al proprio nome.

    Flynn aveva sempre desiderato poter dirigere la Monarch.

    Aveva.

    Nonostante tutti gli anni che Flynn aveva trascorso a cercare di compiacerlo, Emmons Parker aveva allontanato il figlio invece di attirarlo a sé. Adesso, però, l'impero era tutto sulle spalle di Flynn.

    Tuttavia non era solo. C'erano Reid e Gage, i suoi migliori amici da sempre, e Sabrina Douglas. Lavoravano tutti con lui alla Monarch e Flynn sapeva che con loro al suo fianco ce l'avrebbe fatta.

    I dirigenti più anziani avrebbero dato di matto alla notizia che Flynn sarebbe diventato il presidente. Lo avevano già accusato di non impegnarsi abbastanza, però gli sarebbe stata affidata tutta l'azienda e Flynn prendeva molto sul serio questo futuro incarico. Almeno quanto il giuramento su cui stava rimuginando sin da prima che la gamba gli si spezzasse in due su quella discesa.

    «Ve lo ricordate il giuramento che abbiamo fatto al college di non sposarci mai?»

    Reid emise un accorato Ah! Il britannico Reid Singleton infatti aveva tutte le intenzioni di restare single, proprio come suggeriva il suo cognome.

    «Eravamo proprio in questa stanza, se non sbaglio.»

    Gage strinse le labbra e aggrottò la fronte. «Quella sera, se non sbaglio, ci eravamo fatti parecchi Jager bomb. Chissà cos'altro non abbiamo detto.»

    «Io non ho osservato il giuramento e ho sbagliato.» Flynn era stato deluso dall'amore e dalla vita. Aveva sbagliato.

    Gage aggrottò la fronte. «È comprensibile che lo dica ora, dopo aver passato le pene dell'inferno. Allora nessuno poteva immaginarlo.»

    «Nessuno voleva immaginarlo» lo corresse Reid.

    Flynn puntò la bottiglia d'acqua verso Gage. «Tu e quella ragazza uscite da quanto? Un mese?»

    «Più o meno.»

    «Mollala.»

    Reid inarcò le sopracciglia, bevve una sorsata di whisky e prima di inghiottirla gonfiò le guance. «Tu e io, Gage, dobbiamo osservare il giuramento.» Sorrise. «Se fosse stato Flynn, lui l'avrebbe già sposata.»

    Reid non esagerava. Flynn e Veronica stavano insieme da trenta giorni quando si erano sposati. E se il matrimonio era durato tre anni era solo per la testardaggine di Flynn. E il colpo di grazia lo aveva inferto Veronica andando a letto con suo fratello.

    Okay, pensò, anche se il tradimento gli bruciava ancora. Julian comunque non gli era mai piaciuto.

    «L'ho capito» borbottò Reid non sottovoce, considerato il suo stato di ubriachezza. «Sta pensando ancora a lei.»

    «Guarda che ti ho sentito, scemo.» Flynn aveva perso il matrimonio, non l'udito. Anche se in realtà non l'aveva perso. Era andato distrutto, frantumato e la mazzata finale era arrivata da Veronica quando si era infatuata niente meno che delle velleità artistiche del suo fratello maggiore. Lui era uno spirito libero e Flynn era quello noioso, quello emotivamente controllato. Così lo aveva definito.

    «Ehi.» Gage fece schioccare le dita. «Sveglia! Siamo qui per festeggiare il tuo divorzio, non per accompagnarti sul sentiero della depressione.»

    Flynn tacque. Da quando era rotolato giù da quella pista aveva riflettuto parecchio. Era come se la vita avesse dovuto letteralmente scaraventarlo a terra per svegliarlo.

    «Voglio ripristinare il giuramento» dichiarò Flynn con voce seria. Perfino Reid smise di sorridere. «Ho chiuso con il matrimonio. Non vale la pena di starci male, né di rompersi una gamba o di ritrovarsi con due dei peggiori compagni di università del sistema solare.» A quelle parole Reid parve ferito e Gage rattristato.

    «Vai al diavolo, Parker.»

    «Esatto, proprio come ha detto lui» convenne Gage.

    Flynn con uno sforzo si mise a sedere, spostandosi con cautela per salvaguardare la gamba rotta, e si sporse in avanti.

    «Non voglio che ci passiate anche voi. Mai.»

    «Sei serio» osservò Gage dopo un lungo istante di silenzio.

    Flynn non rispose.

    Gage lo fissò un attimo, come se un briciolo di sobrietà fosse affiorato. «Ok. Allora, cosa ci eravamo detti?»

    «Avevamo promesso di non sposarci mai» intervenne Reid. «E abbiamo giurato sui nostri... be' sui nostri... gioielli

    Gage sorrise.

    «Perciò il tuo dovrebbe essersi svalutato» continuò Reid rivolgendosi a Flynn. «O no?»

    «Mi dispiace deluderti ma è ancora al massimo.» Reid si fece scivolare la mano sulla fronte in un gesto ironico di sollievo.

    «Dai, Parker, avevamo fatto quel giuramento perché eravamo tutti un po' giù...» intervenne Gage scrollando il capo.

    «Giuriamo? Ancora sui vostri... gioielli?» insistette Flynn e Reid sorrise. «Grandi o piccoli, contano comunque.»

    La prima volta che avevano fatto quel giuramento nessuno di loro aveva conosciuto davvero la sofferenza d'amore. E comunque Reid e Gage non sapevano quanto facesse stare male il tradimento e Flynn voleva preservarli.

    Non voleva che si sentissero svuotati come si era sentito lui in quegli ultimi tre mesi. Una sofferenza che si sarebbe risparmiato se avesse mantenuto il giuramento.

    Forse i suoi amici non si sarebbero ritrovati con una donna che finiva a letto con un loro parente, in ogni caso non aveva importanza come si arrivasse a un divorzio. Contava che ci si arrivasse.

    Aveva sentito dire che qualcuno non aveva rimorsi perché se non si fosse sposato e non avesse poi divorziato non avrebbe appreso quella lezione di vita. Bla, bla bla.

    Balle.

    Flynn si era pentito amaramente di aver detto di sì a Veronica. Il male che gli aveva inflitto scegliendo suo fratello sarebbe stato più sopportabile se glielo avesse detto subito in faccia piuttosto che costringerlo a tre anni di sofferenze.

    «Lo giuro» disse Reid, fin troppo serio mentre toccava con il bicchiere la bottiglia di Flynn e guardava Gage in attesa.

    «Okay. È stupido, ma va bene.» Gage sollevò il bicchiere.

    «Devi dirlo» insistette Flynn, senza sorridere. «Se no, non conta.»

    «Lo giuro» disse Gage. «Non mi sposerò.»

    «Devi dire mai e poi beviamo» precisò Flynn.

    «Aspetta.» Reid alzò un dito. «E se uno di noi cedesse ancora? Come per esempio il nostro Gage, cuore tenero?»

    «Taci, Reid.»

    «Una delle tue ragazze da un'avventura e via potrebbe trasformarsi in un vero pericolo se non stai più che attento.»

    «Io sto attento» mugugnò Gage.

    «E fai bene.» Flynn fissò gli amici. Il fuoco scoppiettava nel camino, l'atmosfera era solenne. «Quella del per sempre è una bugia enorme.»

    Reid fissò la gamba rotta di Flynn per ricordarsi quanto gli fosse costata la sua stupidità e poi lanciò un'occhiata a Gage. Quei due uomini erano come fratelli per Flynn. Avrebbero fatto qualsiasi cosa per lui, perfino giurare di restare scapoli per sempre.

    «Mai» aggiunse Gage, alzando il bicchiere.

    Reid e Flynn annuirono all'unisono e poi bevvero.

    1

    Flynn Parker con un terribile groviglio allo stomaco cercava di farsi il nodo della cravatta. Le mani gli tremavano per i troppi caffè e la carenza di sonno. E non aiutava che nella stanzetta sul retro della camera ardente ci fossero ventisette gradi.

    Aveva la fronte gocciolante di sudore e le mani appiccicaticce. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, lentamente.

    Il servizio funebre per suo padre era terminato e quando Flynn aveva lasciato la sala, la prima cosa che aveva fatto era stato allentarsi il nodo della cravatta. Pessima idea. Non sarebbe mai riuscito a rifarlo.

    Non se la sentiva di assistere alla sepoltura del padre. Avevano avuto diverse divergenze di opinioni... Forse un milione. La morte era definitiva, tuttavia la sepoltura lo era ancora di più.

    «Eccoti.» Sabrina Douglas, la sua migliore amica sin dai tempi del college, entrò nella stanza e comparve nello specchio. «Ti serve aiuto?»

    «Perché fa tutto questo caldo qui dentro?» abbaiò lui.

    Lei schioccò la lingua. Era sempre stata una costante nella sua vita. Al suo fianco quando, da bravo bambino, era subentrato come presidente della società di consulenza di famiglia che adesso era diventata sua. Era stata con lui nei momenti privati della vita, per il suo matrimonio con Veronica e per il loro trentesimo compleanno.

    Sabrina era nata quattro minuti prima di lui nello stesso, dannatissimo giorno. Quando si erano conosciuti al corso di psicologia all'università di Washington lei aveva iniziato scherzosamente a dire che erano come gemelli, ma in realtà avevano ben presto scoperto di essere molto diversi.

    Diversi, ma inseparabili.

    Lei aggrottò la fronte sopra la montatura nera degli occhiali e prese la striscia di stoffa

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