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Illecita attrazione
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E-book166 pagine2 ore

Illecita attrazione

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Info su questo ebook

Bugie milionarie 2/4
Quando la vita che hai conosciuto finora si rivela una menzogna, forse il passato può aiutarti a costruire il tuo futuro.

Dieci anni prima Morgan Steele è fuggita insieme a River Atkinson solo per vedere la propria fiducia tradita nel peggiore dei modi. Adesso River è tornato, ed è a capo di una compagnia di costruzioni capace di rivaleggiare con l'impero della famiglia Steele. Costretti a lavorare fianco a fianco, Morgan e River cedono al desiderio che li ha sempre consumati, un'attrazione minata dal sospetto e dalla diffidenza. Ma adesso che Morgan ha scoperto di non essere l'erede legittima degli Steele, potrà il loro amore avere una seconda possibilità?
LinguaItaliano
Data di uscita20 nov 2020
ISBN9788830521957
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    Illecita attrazione - Andrea Laurence

    successivo.

    1

    «Morgan? C'è una persona che vorrei presentarti.»

    Voltandosi al suono della voce di suo fratello Sawyer, Morgan Steele rimase di sasso. Gli occhi sbarrati, cominciarono a tremarle le labbra, ma non le uscì alcun suono mentre fissava l'uomo accanto al fratello.

    Si era aspettata un'altra chiacchierata garbata e noiosa con uno degli amici o colleghi dei genitori. I galà di raccolta fondi per la Steele Tools di solito implicavano fiumi di champagne e di parole con gente di cui dopo dieci minuti non ricordava neanche il nome. La famiglia teneva sempre eventi come quello nella villa di Mount Pleasant, a Charleston. Solo che il nome di quell'uomo lei lo conosceva bene; non sarebbe riuscita a scordarlo, neanche se avesse voluto.

    Il suo fisico dinoccolato e giovanile si era trasformato nel corpo atletico tipico di un uomo abituato al lavoro manuale. La barba corta dal taglio rigoroso lo faceva sembrare più vecchio e più sofisticato, ma Morgan avrebbe riconosciuto ovunque quegli occhi. Quelle due gemme azzurre avevano visto fin dentro la sua anima.

    «Morgan, ti presento River Atkinson. È il proprietario e il CEO della Southern Charm Construction; lavorerà con te al progetto di beneficenza di quest'estate.»

    Sawyer continuò il suo discorso, del tutto ignaro delle reazioni delle due persone con cui stava parlando. Perlomeno della reazione di Morgan, che era rimasta basita. Per quanto riguardava River... be', in effetti, lui appariva più che altro compiaciuto. Sorrideva in un modo strano e i suoi occhi erano divertiti quando le porse la mano.

    «È un piacere conoscerla, signorina Steele» esordì.

    Avrebbe dovuto stringergli la mano, stare al gioco senza fare una scenata; eppure, non riuscì ad allungare il braccio per toccarlo. Perché quella che le porgeva era la stessa mano che aveva accarezzato ogni centimetro del suo corpo; la stessa mano che le aveva infilato un piccolo anello di diamante al dito nel corso di una semplice cerimonia sulle Smoky Mountains. La stessa mano che aveva accettato centomila dollari dal padre, prima di andarsene senza voltarsi indietro.

    «Morgan?»

    La voce preoccupata del fratello la riscosse da quei ricordi. Si stampò in faccia un sorriso di circostanza e tese la mano per stringere quella di River. Doveva trattarlo come qualsiasi altra persona con cui aveva a che fare per lavoro; Sawyer non conosceva il loro passato. Non lo conosceva praticamente nessuno, inclusi gli altri due fratelli. «È un piacere anche per me, signor Atkinson. Sono certa che le nostre compagnie faranno grandi cose, insieme, quest'estate.»

    La sua stretta era ferma, tuttavia ebbe la sensazione che non fosse ansioso di allentarla. A essere onesti, nemmeno per lei fu semplice tirarsi indietro. Quando si toccavano, c'era qualcosa – una connessione familiare – che restava nell'aria e sulla pelle. Come se i loro corpi si ricordassero uno dell'altro, anche se le loro menti resistevano all'idea.

    Alla fine lui sciolse la presa.

    Morgan spostò la coppa di champagne nella mano destra in modo che il freddo del vetro le intorpidisse il palmo, dopodiché bevve un bel sorso perché anche la sensazione di lui nella testa si intorpidisse.

    Chi diavolo aveva organizzato quella collaborazione? Di sicuro non era stato suo padre: Trevor Steele avrebbe preferito sparare a River sulla porta piuttosto che lasciarlo entrare, dopo ciò che era successo al college. La sua famiglia era molto brava a mantenere i segreti, persino al suo interno; per Morgan era una novità che la Southern Charm Construction e River Atkinson fossero la stessa entità. Aveva sentito parlare dell'impresa, ovviamente, però non si era mai chiesta a chi appartenesse.

    «Sawyer? Puoi venire un attimo?»

    La voce della madre la distrasse, facendola irrigidire, Non voleva restare da sola con River. Non che si potesse dire che sarebbero rimasti soli in senso stretto, d'altra parte stare nella stessa stanza a parlare a quattr'occhi era più intimo di quanto avessero sperimentato dal giorno in cui la sua famiglia li aveva fatti separare.

    «Se volete scusarmi.» Con un sorriso, Sawyer batté una pacca sulla spalla a River prima di allontanarsi.

    Ai margini della folla di invitati, Morgan non seppe bene cosa fare. Si sentiva più in imbarazzo che al ballo del liceo. Che cos'avrebbe dovuto dire al ragazzo... uomo, che le aveva voltato le spalle tanti anni prima?

    «Ti trovo bene, Morgan» cominciò River. Aveva in mano uno scotch e faceva rigirare il liquido ambrato nel bicchiere mentre la studiava da cima a fondo. «Quell'abito verde smeraldo ti dona; fa risaltare il verde dei tuoi occhi.»

    Dunque aveva optato per l'educato, ma intimo.

    «Grazie. Mi piace la barba; ti dà un'aria distinta.» Era un'osservazione sciocca, però non sapeva cos'altro dire.

    River ridacchiò a quella scelta di parole.

    «Distinta. Se intendi dire ricca e importante, allora esatto, era proprio l'effetto a cui avevo puntato.» Abbassò lo sguardo sulla sua mano. «Non ti sei ancora sposata?» le domandò.

    Inevitabilmente, Morgan inarcò un sopracciglio, sorpresa e confusa. «Ancora? Non volevi dire di nuovo, River?»

    Lui però si lasciò scivolare addosso la sfida.

    «Per lo stato del Tennessee e per la tua famiglia non sei mai stata sposata, Morgan, e nemmeno io. Ottenere l'annullamento significa questo. Non è mai successo. Per questo mi hai rispedito l'anello via posta, ricordi?»

    «Shh!» Lei spalancò gli occhi e si guardò intorno per vedere se qualcuno li stesse ascoltando. Grazie al cielo, gli invitati sembravano presi dalle loro conversazioni. Comunque fosse, lo prese per il gomito e lo trascinò verso un angolo nascosto della sala da ballo dove nessuno li avrebbe sentiti.

    «Cosa sta succedendo, River?» sibilò a denti stretti.

    Incrociate le braccia sul petto, lui fece tendere le spalle dello smoking. «Non so di cosa parli.»

    «Accidenti se lo sai. Perché sei venuto qui, stasera?»

    «Sono stato invitato» rispose con un sorrisetto soddisfatto.

    Morgan sospirò di frustrazione. Voleva la domanda diretta? D'accordo.

    «Com'è successo che finiremo con il lavorare insieme, River? È la prima volta che sento questa cosa, perché di sicuro non l'avrei approvata. È questa la tua grande idea? Insinuarti di nuovo nella mia famiglia grazie agli affari?»

    «Perché dovrei volermi insinuare nella tua famiglia, Morgan? Per le poche ore che sono stato legato agli Steele, sono stato trattato come spazzatura. Siete sempre stati così arroganti, come se tutto il mondo ruotasse intorno a voi, a ciò che la gente vuole da voi.» Il veleno nella sua voce era più che lampante. «Da te non ho mai voluto altro che il tuo amore, Morgan, e tuo padre non mi ha lasciato neanche quello.»

    Morgan gli vide una scintilla di dolore negli occhi. Sì, era stato ferito. Tuttavia non era stato abbandonato come invece era successo a lei. «No, non l'ha fatto, però sei sembrato fin troppo felice di accontentarti di un bell'assegno in cambio.»

    Quando erano tornati a Charleston, quella mattina fatidica, il padre aveva cercato di farla ragionare.

    River non era abbastanza, per lei. La stava solo usando per arrivare ai suoi soldi. Una fuga per amore? Senza un accordo prematrimoniale? Un controllo del suo background? Quel gesto avventato avrebbe potuto avere un esito disastroso, aveva insistito. E il ragazzo di cui era innamorata aveva un prezzo: i suoi sentimenti valevano centomila dollari. Quando il padre gli aveva concesso quella cifra, soldi alla mano, River aveva smesso di lottare e le aveva voltato le spalle.

    Dieci anni dopo, River si irrigidì alle sue parole. Forse nemmeno lui era orgoglioso di ciò che aveva fatto. Socchiuse gli occhi, un istante, quindi lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi.

    «Se è questo che pensi di me, probabilmente è meglio che il nostro matrimonio sia stato cancellato dagli archivi: non avremmo mai avuto un futuro. Tu, però, già te lo aspettavi, non è così? Non hai avuto grandi remore a lasciare che il tuo paparino rimettesse a posto il pasticcio.»

    Morgan rimase a bocca aperta, senza parole.

    Che cos'avrebbe dovuto replicare? Cosa ne sapeva del pasticcio che lui si era lasciato alle spalle? Non c'era stato. Non aveva idea di ciò che lei aveva passato dopo averlo perso. Dopo aver perso tutto. Lui aveva estorto un capitale al padre ed era andato avanti con la sua vita; lei era rimasta a gestire le conseguenze.

    «Morgan, papà dice che è ora di salire sul palco a chiedere soldi.»

    Distolse lo sguardo da River con un sospiro di sollievo. Aveva bisogno di quell'interruzione. La situazione era degenerata rapidamente, con tutti quegli anni di accuse e risentimenti imbottigliati tra loro, in ogni caso quello non era il momento per stappare la bottiglia. Se non si fosse allontanata in fretta da lui, avrebbe finito con il dire qualcosa di cui si sarebbe pentita.

    «Hai preparato il discorso?» Questa volta era il gemello di Sawyer, Finn, che l'aveva raggiunta per portarla via. I due gemelli, identici, avevano un anno e mezzo più di lei, entrambi con i capelli biondo scuro e occhi nocciola con riflessi dorati ereditati dal padre.

    Finn lei lo distingueva dalla fossetta che aveva sulla guancia destra. Sawyer l'aveva nella sinistra. E poi sapeva che Finn aveva indossato un papillon arancione brillante sullo smoking, giusto per tormentare il padre; era la sua missione di vita esacerbare Trevor Steele.

    «Arrivo subito.» Tornò a voltarsi verso River, che aspettava ancora la risposta. Le aveva dato dell'arrogante, e da come la guardava avrebbe tanto voluto cancellargli il sorrisetto dalla faccia a suon di schiaffi. Avrebbe dovuto accontentarsi di fargli rimangiare le sue stesse parole. «Dovremo riprendere la conversazione più tardi, signor Atkinson.»

    «Non vedo l'ora. Certo non vado da nessuna parte.»

    Mentre si allontanava per salire sul palco insieme ai familiari e dare il benvenuto agli invitati, Morgan realizzò che River diceva sul serio.

    Che fosse una promessa o una minaccia, di punto in bianco River Atkinson era tornato nella sua vita, e ci sarebbe rimasto.

    River osservò Morgan allontanarsi con un sorrisetto maligno sul volto. Era compiaciuto. Innanzitutto, l'aveva colta alla sprovvista, il che era stato il suo obiettivo per la serata; in secondo luogo, osservare le sue curve ondeggiare in quell'abito di pizzo e satin era una splendida vista che gli riportava alla mente ricordi bollenti. Sicuramente si era ammorbidita, dall'ultima volta in cui l'aveva vista, e questo avrebbe fatto sorridere qualunque uomo, persino l'uomo che aveva passato anni a tramare come farle rimpiangere il modo in cui aveva giocato con i suoi sentimenti.

    I sentimenti che aveva provato per Morgan erano ormai morti e sepolti, spazzati via insieme alle altre ingenuità della sua giovinezza. Avrebbe dovuto sapere che una storia con la ricca principessina non sarebbe finita bene. Lei aveva appena iniziato a spiegare le ali, ribellandosi alle corte redini che l'avevano governata da bambina. Dopotutto, il college serviva proprio a quello. Il problema era che si erano spinti entrambi troppo oltre: si erano innamorati.

    E neanche quello sarebbe stata la cosa peggiore, in realtà. L'amore non era per sempre. Il matrimonio, invece, era un'altra faccenda; era un vincolo per la vita. O perlomeno, così lui aveva creduto, finché gli avvocati della famiglia Steele non erano riusciti a cancellare la loro piccola disgressione.

    E Morgan glielo aveva permesso. Questo era ciò che faceva più male. Il padre aveva alzato la voce e lei si era messa in riga, gettando via tutti i loro progetti. Lui era rimasto con un letto vuoto e un premio di consolazione, se così si poteva chiamare. Qualcuno l'avrebbe definita una mazzetta per farlo tacere, perché se ne andasse senza sollevare un polverone.

    Se c'era una cosa che aveva imparato, sulla famiglia Steele, era che odiava gli scandali. Probabilmente avrebbe ottenuto anche più soldi, dal padre di Morgan, se glieli avesse chiesti; l'uomo era disposto a tutto, pur di liberarsi di lui.

    Ovviamente lui non ci aveva neanche pensato. Non aveva voluto accettare il denaro, era da vigliacchi; quello che voleva era sua moglie, il futuro che aveva pianificato con lei.

    Nel momento in cui, però, si era reso conto che quel futuro non si sarebbe mai realizzato, aveva capito di avere una scelta: poteva tornarsene a casa con la coda tra le gambe e l'orgoglio ferito, oppure poteva accettare i soldi e far nascere qualcosa di buono da quel pasticcio. Probabilmente il signor Steele aveva pensato che avrebbe sperperato fino all'ultimo centesimo in birra e auto costose, come secondo lui facevano

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