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La tentazione dell'ereditiera: Harmony Collezione
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La tentazione dell'ereditiera: Harmony Collezione
E-book162 pagine1 ora

La tentazione dell'ereditiera: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Gli scandali dei Ravensdale 2/4

Miranda Ravensdale ha rinunciato all'amore anni prima, e in effetti nessun uomo da allora ha fatto breccia nel suo cuore. Nessuno eccetto Leandro Allegretti, il suo personalissimo tallone d'Achille.
Amici da sempre, per Leandro Miranda ha sempre rappresentato il frutto proibito. Negli anni si è accontentato allora di osservarla da lontano, assistendo alle sue trasformazioni e guardandola sbocciare in una bellissima donna. Adesso però è arrivato il suo momento. Con una scusa le propone di raggiungerlo a Nizza, dove è deciso a risvegliare la sua sensualità bacio dopo bacio, carezza dopo carezza.
LinguaItaliano
Data di uscita20 giu 2019
ISBN9788858999264
La tentazione dell'ereditiera: Harmony Collezione
Autore

Melanie Milburne

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    La tentazione dell'ereditiera - Melanie Milburne

    successivo.

    1

    Miranda non lo avrebbe nemmeno visto se non fosse stata impegnata a nascondersi dai paparazzi. Non che una pianta finta in un vaso le offrisse poi una grande protezione, pensò mentre sbirciava fra le foglie per guardare Leandro Allegretti, che stava attraversando la strada incurante della pioggia, dei pedoni e del traffico caotico dell'ora di punta, diretto al bar all'interno del quale lei aveva trovato rifugio.

    Lo avrebbe riconosciuto ovunque. Aveva un atteggiamento quasi regale che lo distingueva dagli altri. Anche il modo in cui indossava il completo antracite e il soprabito scuro denotava una classe non comune.

    Il suo segno distintivo però era l'espressione del viso perennemente corrucciata.

    Non ricordava di averlo mai visto sorridere.

    Julius e Jake, i suoi fratelli gemelli, avevano frequentato con lui il liceo e l'università. Spesso Leandro era stato ospite nella casa di famiglia dei Ravensdale, una proprietà chiamata Ravensdene, nel Buckinghamshire. Essendo minore di dieci anni, lei era sempre stata intimidita dalla presenza di Leandro, il tipico uomo di poche parole. Non solo, ma non era quasi mai riuscita a interpretare i suoi pensieri o il suo stato d'animo, non aveva mai capito se quella ruga che gli solcava la fronte fosse un segno di disapprovazione o concentrazione.

    Lo vide entrare nel bar e, di conseguenza, notò tutte le donne presenti nel locale girarsi per guardarlo. Le sue origini francoitaliane lo avevano favorito parecchio per quello che riguardava l'aspetto. Altissimo, capelli neri come l'ala di un corvo, occhi scuri, proprio non poteva passare inosservato, ma se anche era consapevole dell'impatto che aveva sul genere femminile, non se n'era mai vantato. Era questa una delle cose che le piacevano di lui, sembrava che considerasse la sua bellezza come un dettaglio irrilevante. Contrariamente a suo fratello Jake, che sfruttava la sua prestanza ogni volta che gli si presentava l'occasione.

    Leandro si avvicinò al bancone, ordinò un caffè, poi controllò il cellulare mentre aspettava che la giovane barista glielo servisse.

    Aveva quel tipo di fisico da mozzare il respiro, rifletté Miranda mentre continuava a osservarlo. Chissà se aveva una partner al momento?, si chiese. Nessun pettegolezzo era circolato sul suo conto ultimamente, però era anche vero che il padre era scomparso da pochi mesi e che da allora lui aveva mantenuto un basso profilo.

    Dopo aver preso la tazza di carta che la barista gli aveva teso, Leandro si voltò per uscire, e allora i loro sguardi s'incrociarono attraverso le foglie di plastica della pianta. Ovviamente l'aveva riconosciuta, capì Miranda, era chiaro dalla luce che si era accesa nei suoi occhi, ma non stava sorridendo. In realtà, non ricordava di averlo mai visto sorridere, almeno non a lei.

    «Miranda?»

    Lei sollevò la mano in un segno di saluto appena accennato nel tentativo di evitare di attrarre su di sé l'attenzione degli avventori.

    Leandro si avvicinò al suo nascondiglio, così Miranda fu costretta a sollevare la testa per guardarlo negli occhi. Si era sempre sentita una lillipuziana quando gli era accanto. Aveva la stessa corporatura imponente dei suoi fratelli, ma per qualche motivo a lei sembrava persino più alto di loro.

    «I giornalisti ti danno ancora la caccia?»

    Naturalmente era al corrente dell'ultimo scandalo di cui si era reso protagonista suo padre. Era l'argomento di conversazione preferito in un certo tipo di ambiente, e la situazione non avrebbe potuto essere più imbarazzante. In pratica tutti a Londra sapevano che Richard Ravensdale aveva generato una figlia fuori dal matrimonio ventitré anni prima, pensò Miranda. Essendo due noti attori teatrali, i suoi genitori erano di solito sempre al centro dell'attenzione, ma la notizia di una figlia illegittima aveva davvero sollevato un polverone senza precedenti. Sua madre, Elisabetta Albertini, aveva cancellato tutti i suoi impegni a Broadway e minacciava di chiedere il divorzio, di nuovo. Richard invece stava tentando di far accettare la ragazza in famiglia senza ottenere peraltro grandi risultati. E Katherine Winwood, dal canto suo, evitava accuratamente il padre e i fratellastri.

    Il che le andava benissimo, specialmente perché Kat era talmente bella che adesso tutti si riferivano a lei come alla sorella brutta.

    «A volte» replicò con un sorriso tirato. «Mi dispiace per tuo padre» aggiunse. «Se solo lo avessi saputo per tempo, sarei venuta ai funerali.»

    «Grazie, comunque è stata una cerimonia privata.»

    «Allora, come ti vanno le cose? Julius mi ha detto che hai svolto un lavoro per lui in Argentina... Hai saputo del suo fidanzamento, giusto? Io ho conosciuto la fortunata, Holly, ieri sera. È adorabile.» Era sempre stato difficile per lei conversare con Leandro, considerò Miranda. Non era il tipo da sprecare tempo in chiacchiere inutili, così le veniva istintivo mettersi a blaterare per riempire i silenzi dicendo la prima cosa che le veniva in mente. Supponeva che per quello doveva crederla una svampita, ma cos'altro poteva fare? Parlare con Leandro era come tentare d'intavolare una conversazione con un muro.

    Almeno questa volta però le rispose.

    «Sì, l'ho saputo. Una notizia fantastica.»

    Miranda annuì. «Vero. Non riesco a credere che il mio fratellone stia per sposarsi. Davvero, Julius non era proprio il tipo da matrimonio, ma Holly è perfetta per lui. Sono così felice per loro. Jasmine Connolly disegnerà l'abito della sposa. Lei e io saremo le damigelle, poiché Holly non ha sorelle o amiche strette. Non capisco perché, dal momento che è un vero tesoro. Anche Jasmine lo pensa... Ricordi Jasmine, giusto? La figlia del giardiniere che è cresciuta con me a Ravensdene? Siamo state anche compagne di scuola. Ora lei ha un suo atelier di abiti da sposa e...»

    «Posso chiederti un favore?»

    Miranda socchiuse gli occhi. Un favore? Che tipo di favore? Cosa stava per dirle? Stai zitta? O forse, non parlare a vanvera? O meglio, smettila di arrossire come se fossi una dodicenne maldestra?

    Una ruga che gli solcava la fronte, Leandro la guardò dritto negli occhi. «Accetteresti un incarico?»

    «D... di cosa si tratta?» Balbettare era un'altra cosa che le capitava di fare quando era con lui. In sua compagnia si trasformava in una perfetta idiota, il che era ridicolo, decise Miranda. Lo conosceva da sempre, era come un fratello... O quasi. In realtà, per lei era il prototipo dell'uomo ideale. Non che permettesse a se stessa d'indugiare su quei pensieri. Tuttavia quei pensieri erano lì, in un angolo della sua mente, e di tanto in tanto si facevano avanti anche se non invitati.

    «Mio padre mi ha lasciato in eredità la sua collezione d'arte» spiegò Leandro. «È necessario catalogarla per poter vendere i vari pezzi, inoltre ci sono alcuni quadri che devono essere restaurati. Tu mi sembri la persona giusta per occupartene, dietro compenso, naturalmente.»

    Strano che avesse divulgato la notizia della morte di suo padre solo a tumulazione avvenuta, pensò Miranda. Avrebbe potuto dirlo ai gemelli, almeno a Julius, che era il più affidabile dei due. Quest'ultimo gli sarebbe rimasto accanto durante i funerali, gli avrebbe offerto tutto il sostegno necessario.

    Provò a immaginarlo tutto solo davanti alla tomba del padre. Dire addio a una persona cara era sempre alquanto doloroso, ma farlo senza nessuno al fianco doveva essere anche peggio. Anche se non era stato troppo legato al padre, la morte enfatizzava sempre i rimpianti e sottolineava il fatto che non era più possibile porre rimedio alle incomprensioni.

    Quando Mark, il suo fidanzatino dell'adolescenza, era morto a causa di una leucemia, lei era stata circondata dall'affetto dei suoi familiari, e questo senza dubbio le era stato di grande aiuto. Anche Leandro era intervenuto alle esequie, lo ricordava alto e silenzioso seduto in fondo alla chiesa.

    I suoi fratelli le avevano raccontato che Leandro aveva alle spalle una storia difficile. Non si erano dilungati in particolari, limitandosi a dirle che era figlio di genitori divorziati, e che la madre lo aveva portato con sé dalla Francia in Inghilterra, ma solo per iscriverlo in un collegio, dove poi lui aveva conosciuto Julius e Jake, quando si era risposata. Era stato un ragazzo assennato, eccellente sia negli studi sia nello sport, e aveva fatto una fantastica carriera come revisore forense.

    «Mi dispiace per la tua perdita» mormorò.

    «Grazie...» borbottò lui.

    «Tua madre è venuta al funerale?»

    «No, i miei non si sono più parlati dopo il divorzio, cioè da quando io avevo otto anni.»

    Forse la morte del padre aveva riportato alla mente di Leandro amari ricordi e soprattutto rimpianti, ipotizzò Miranda. Perché nessuno avrebbe voluto essere rifiutato dai propri genitori, ma era stato proprio quello che Vittorio Allegretti aveva fatto, rinunciando alla custodia condivisa dell'unico figlio dopo la separazione dalla moglie, per poi rivederlo solo saltuariamente, nelle rare occasioni in cui il lavoro lo aveva portato a Londra.

    Infine – questo lo aveva saputo dai suoi fratelli – Leandro aveva smesso di incontrare il padre a causa della grave dipendenza dall'alcol di quest'ultimo, che gli aveva procurato non pochi guai con le forze dell'ordine e una pericolosa tendenza alla violenza.

    Non c'era da sorprendersi della scelta di Leandro. Considerando la sua natura riservata e schiva, era ovvio che avesse preferito non attrarre l'attenzione su di sé.

    Ma c'erano tante cose che ignorava sul suo conto. Sapeva che era un revisore forense, titolare di uno studio di successo a Londra, richiesto in tutte le parti del mondo per la sua abilità a smascherare frodi nel campo sia pubblico sia privato. Spesso collaborava con la società di analisi aziendale di Jake, e di recente aveva aiutato Julius a incriminare il patrigno di Holly per spaccio di droga, usura e riciclaggio di denaro sporco.

    Leandro Allegretti era il numero uno quando si trattava di scoprire segreti, tuttavia lei credeva che ne avesse un paio ben nascosti.

    «Allora, dove si trova la collezione?»

    «A Nizza. Mio padre possedeva un negozio di antiquariato e una galleria d'arte in Costa Azzurra. Ha venduto tutto quanto, tranne la collezione privata quando gli è stato diagnosticato un cancro in fase terminale.»

    «E tu vuoi sbarazzartene?» domandò Miranda, il tono perplesso. Nonostante la loro complessa relazione, di certo avrebbe dovuto fargli piacere conservare un ricordo di suo padre, rifletté.

    «Sì» replicò Leandro. «Devo liberare la villa e vendere anche quella» aggiunse.

    «Perché non consideri la possibilità di affidare l'incarico a qualcuno del posto?» propose lei. Nonostante la sua giovane età, si era già fatta un nome come restauratrice ed esperta d'arte, però non avrebbe potuto fare molto a Nizza. Il restauro era più una scienza che un'arte, necessitava di sofisticate apparecchiature impossibili da trasportare, e di un ambiente protetto come quello di un laboratorio. Leandro poteva permettersi di assumere i migliori tecnici del mondo, dunque non capiva perché si fosse rivolto proprio a lei.

    «Pensavo che ti avrebbe fatto piacere sottrarti per un breve periodo dal polverone che ha sollevato Richard» argomentò lui. «Sarebbe impossibile per te allontanarti per un paio di settimane dalla galleria?»

    In realtà aveva già previsto di concedersi una vacanza, poiché era davvero stanca del caos in cui era precipitata la sua vita da quando la notizia che suo padre aveva una figlia illegittima era diventata di dominio pubblico. Non era libera di camminare per strada senza essere inseguita dai giornalisti di cronaca rosa che continuavano a porle sempre le stesse domande. Aveva già incontrato la sua sorellastra, oppure prevedeva di farlo in futuro? Sua madre come stava reagendo? I suoi genitori avrebbero divorziato di nuovo?

    Era estenuante, a dir poco. Perché, oltre al tormento costituito dalla stampa, c'era anche Elisabetta che non perdeva occasione per esprimere a gran voce la sua amarezza e la sua rabbia, e c'era Richard, che insisteva per dare il benvenuto in famiglia alla figlia appena ritrovata.

    Fosse stato per lei non sarebbe mai successo, rifletté Miranda.

    Ora Leandro le stava offrendo la perfetta via di fuga. Non solo, ma ottobre in Costa Azzurra sarebbe stato sicuramente preferibile rispetto allo stesso periodo a Londra, con il suo capriccioso clima. «Da quando avresti

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