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La promessa del capitano: Harmony History
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E-book253 pagine3 ore

La promessa del capitano: Harmony History

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Info su questo ebook

Inghilterra, 1815
Per Miss Grace Linwood sono tempi duri: il padre è stato arrestato per bancarotta, la sua famiglia è in rovina e il fidanzato si è appena liberato dalla promessa di matrimonio. Quando incontra Spencer Dauntsey, capitano dell'esercito ormai in congedo che non vede da otto anni, Grace ritrova anche la madre dell'uomo che, per aiutarla nelle difficoltà economiche, decide di assumerla come dama di compagnia. Presto però le sue condizioni di salute peggiorano e, sul punto di morte, l'anziana donna strappa ai due giovani una promessa: si sposeranno quella sera stessa e cercheranno insieme di trovare la felicità che il destino ha loro negato. Quando Grace e Spencer accettano, sanno che la loro vita cambierà per sempre.
LinguaItaliano
Data di uscita20 feb 2020
ISBN9788830510685
La promessa del capitano: Harmony History

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    Anteprima del libro

    La promessa del capitano - Joanna Johnson

    successivo.

    1

    Grace Linwood fissò la linea piatta e sfocata dell'orizzonte finché non fu più in grado di comprendere se il sapore di sale che sentiva sulle labbra provenisse dagli spruzzi del mare o dalle sue lacrime.

    Non avrebbe saputo dire da quanto tempo era ferma sulla costa della contea di Cobb, sferzata da una pioggia violenta. Sapeva soltanto che quando, poco prima, Henry Earls le aveva messo un foglio di carta tra le mani, lo aveva visto circondato dall'alone del sole di gennaio, mentre adesso quello stesso sole stava tramontando oltre l'orizzonte.

    Le grida dei gabbiani sovrastavano a tratti il suono del vento che le fischiava nelle orecchie, sollevandole con le sue dita invisibili i lembi del mantello. La pioggia le sferzava le guance gelide e le mani che continuavano a stringere la lettera, ma Grace era tramortita dalla disperazione che le gravava sul petto come un macigno.

    Alla luce della recente incarcerazione di tuo padre, devo ritirare la mia proposta di matrimonio. Lo sfortunato capovolgimento della tua posizione mi rende impossibile proseguire il nostro fidanzamento, e sono certo che tu stessa sarai così comprensiva da affrancarmi da qualsiasi obbligo nei tuoi confronti.

    Una nuova ondata di lacrime salì a bruciarle gli occhi, insieme agli spruzzi salmastri che il vento le spingeva contro la faccia. Oh, se soltanto fosse riuscita a smettere! Quante lacrime poteva mai essere in grado di versare, ancora?, si domandò. Eppure, ogni volta che ripensava alle crudeli parole di Henry, il dolore le trapassava le viscere come la lama di un coltello e altre lacrime le salivano agli occhi, pronte a mescolarsi alla pioggia.

    Forse una parte di lei avrebbe dovuto domandarsi cosa avesse mai visto in lei un uomo come Henry, che poteva avere tutte le giovani dame di Lyme Regis, pronte a sbattere le ciglia e ad amoreggiare con lui con tutta la sfrontatezza di cui erano capaci.

    Io non sono mai stata una di loro.

    Troppo affezionata ai libri, troppo silenziosa, troppo banale. Le era sembrato un miracolo che Henry la scegliesse tra tante chiedendole di ballare la quadriglia con lui, e il brivido che l'aveva scossa al primo, lieve contatto delle loro mani era qualcosa che non avrebbe mai dimenticato.

    In quel momento, mentre fissava la sconfinata distesa d'acqua, Grace serrò le labbra in una smorfia di dolore. Non c'erano parole adatte a descrivere un altro momento indimenticabile: quello in cui lui le aveva girato le spalle, quel pomeriggio, allontanandosi lungo la costa senza mai voltarsi a degnare di un ultimo sguardo la donna alla quale aveva appena strappato il cuore dal petto.

    Ormai era chiaro che l'unico interesse che Henry avesse mai nutrito per lei era legato alle sue conoscenze, alla sua parentela e alla sua fortuna e, ora che Grace aveva perso tutto, lui non aveva più niente a cui ambire.

    L'arrivo di due donne più anziane, che si affrettavano lungo la costa chinando la testa per vincere la forza del vento, la spinse quasi a girarsi a guardarle. Invece si avvicinò ancora di più al bordo sdrucciolevole della scogliera, mentre le due le passarono accanto senza neppure degnarla di un cenno di saluto. Parlavano fitto tra loro e, sebbene il vento soffocasse le loro parole, il tono malizioso delle loro voci era inconfondibile.

    «... sorpresa che si sia azzardata a uscire di casa... che vergogna...»

    «Dicono sia stato accusato ingiustamente! Adesso dovranno abbandonare quella splendida casa, e con così tante figlie...»

    «Bancarotta, ho sentito dire. Immagino che il fidanzato la lascerà, e dubito che altri giovani le faranno qualche proposta.»

    Grace sussultò a ogni sferzata velenosa che accompagnava quelle malignità. Era già abbastanza dura affrontare l'amara realtà, senza che ci si mettessero anche le compaesane a sbatterle in faccia la sua situazione. Senza denaro, senza un buon nome e con la vergogna di un padre carcerato, nonostante si fosse sempre proclamato innocente, né Grace, né le tre sorelle più piccole avrebbero mai più potuto sperare di suscitare l'interesse di un uomo perbene.

    Grace si passò una mano sugli occhi, si asciugò le lacrime e trasse un profondo respiro.

    Basta. Adesso basta.

    Piangere non sarebbe servito a niente. Neppure un fiume di lacrime sarebbe servito a riportare Henry tra le sue braccia. Niente poteva rimediare all'errore del padre, alla sua determinazione a credere alla buona fede del prossimo, che pure adesso aveva attirato la disgrazia sulla sua famiglia.

    Grace ripensò al volto della madre, un tempo liscio e sereno, ora segnato dal solco di decine di rughe. Non si sarebbe aggiunta alle preoccupazioni della madre arrivando a casa con le labbra tremanti e gli occhi arrossati dal pianto.

    Il pensiero del volto stanco della madre rinnovò il suo dolore, tanto che per riprendere fiato fu costretta a portarsi una mano allo stomaco, dove l'infelicità le gravava come un macigno.

    Non era soltanto il mio futuro a essere legato all'amore di Henry.

    Libera dall'onere di mantenere quattro figlie, sua madre avrebbe potuto risparmiare a sufficienza per restare nella loro casa. Ora, purtroppo, quel sogno non si sarebbe più potuto realizzare. Grace emise un gemito di muta disperazione.

    Chiuse gli occhi, quasi a respingere l'avanzante grigiore del crepuscolo. Il ruggito delle onde e le grida dei gabbiani si mescolavano alla sua malinconia, accrescendo il suo dolore. Doveva andarsene da quel luogo desolato e sferzato dalla pioggia e tornare a casa ad affrontare la delusione della sua povera madre, lo sapeva bene, ma qualcosa la teneva legata al punto esatto in cui aveva visto Henry per l'ultima volta, al punto in cui si era resa conto che tutte le sue speranze di futura felicità le erano sfuggite come sabbia tra le dita.

    Nel frattempo il vento si era rafforzato, mentre il sole scompariva definitivamente oltre l'orizzonte. Folate violente la sferzavano con forza, scompigliandole i nastri del cappello e appiattendole le gonne contro le gambe. Con gli occhi ancora chiusi e la mente colma di angoscia, fu inevitabile che una folata particolarmente forte la cogliesse di sorpresa. Un attimo era in piedi a sostenere il vento freddo della costa, e un attimo dopo il mantello le si attorcigliò intorno al corpo, facendole perdere l'equilibrio e l'appiglio sulle rocce scivolose.

    Troppo tardi si rese conto di quanto fosse prossima al precipizio. Spalancò gli occhi di colpo mentre protendeva le mani per afferrare qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse salvarla, ma non trovò altro che il vuoto. La lettera di Henry le sfuggì dalle mani, volando via come un uccellino bianco sospinto dal vento verso il mare. Le balzò il cuore in gola quando capì che presto anche lei l'avrebbe seguita, e un grido di terrore le si formò in gola mentre cominciava, per quella che le parve una lenta, tortuosa e interminabile eternità, a scivolare.

    «Attenta!»

    Grace sollevò la testa di scatto, tanto da emettere un grido di dolore. Onde gonfie e rabbiose mugghiavano sotto di lei, gli schizzi d'acqua la sferzavano gelidi, ma senza farsi più vicini. E quando finalmente riprese il controllo di se stessa, si accorse che una morsa ferrea le serrava il braccio. Soltanto la forza di una mano stretta intorno a lei la separava da una caduta che senza dubbio l'avrebbe uccisa.

    Il suo salvatore la tirò in salvo con uno strattone, e quel movimento brusco la fece sussultare. Ancora scossa dal terrore, il respiro affannoso e il cuore in gola per la paura, si girò verso di lui su gambe tremanti. Le ci volle un istante per registrare l'identità dell'uomo che le stava di fronte, e che la fissava con cipiglio adirato. Poi, finalmente, scoprì di ricordare il suo nome.

    Il capitano Spencer Dauntsey?

    Tutto il terrore degli ultimi istanti svanì nel nulla mentre fissava incredula il viso che le si era parato dinanzi e con il ricordo tornava indietro di settimane e mesi, fino a fermarsi all'ultimo giorno in cui l'aveva visto. Già, perché doveva essere lui. Erano passati otto anni da quando aveva seguito con sguardo sgomento i due gemelli Dauntsey, appena rimasti orfani di padre, montare sui loro cavalli e intraprendere la lunga strada per York, eppure non c'era modo di confondere quei capelli scuri, né la fossetta su un mento perfetto. Soltanto dal naso si riusciva a capire quale dei due gemelli, peraltro assolutamente identici, fosse Spencer: guarito malamente dopo essersi rotto, era rimasto appena storto, secondo una linea che a Grace era sempre sembrata stranamente attraente. Quell'irregolarità gli conferiva, almeno ai suoi occhi, un fascino maggiore rispetto a William, il cui profilo perfetto non era mai stato in grado di far battere più in fretta il suo giovane cuore.

    Per la madre di Grace era stato triste separarsi da Mrs. Dauntsey quando, dopo la morte del marito, anche lei era partita verso nord insieme ai figli. Quel giorno anche le fantasticherie della giovane Grace sui due gemelli erano spirate.

    Negli anni seguenti le due matriarche avevano intrattenuto un'affettuosa corrispondenza, scambiandosi notizie sui progressi militari e su altri trionfi dei gemelli, ma negli ultimi due anni le lettere di Mrs. Linwood non avevano raggiunto il loro destinatario, e tutti i tentativi di rintracciare i Dauntsey erano falliti.

    Impossibilitata a fare altro, Mrs. Linwood si era limitata ad augurarsi che la vecchia amica stesse bene, ovunque si trovasse, proprio come i suoi figli.

    Lo aveva sperato anche Grace, fino a quel momento, tremando sotto lo sguardo furioso di un uomo che non sembrava affatto riconoscere nella ventunenne che gli stava di fronte la timida giovanetta a cui aveva detto addio otto anni prima.

    «Cosa diavolo vi è saltato in mente?» la rimproverò il suo salvatore aggrottando la fronte e fulminandola con un'occhiataccia di quei meravigliosi occhi marroni. La sua ira malcelata la fece rabbrividire. «Come si fa ad avvicinarsi tanto al precipizio con un tempaccio simile? Non sapete che il mare è particolarmente pericoloso, in inverno?»

    Grace sollevò lo sguardo verso di lui, ancora incapace di formulare una risposta adeguata a tanta stupefacente rabbia.

    Cosa ci fa qui? Quando è arrivato?

    Era incredibile che non le fosse giunta neppure una voce sul ritorno dei Dauntsey, pensò sulle prime, ma subito dopo si diede un'amara spiegazione.

    Perché ti stupisci? Chi potrebbe avercelo detto? Nessuno vuole più frequentarci, nessuno ci degna di un saluto, né si ferma a chiacchierare con noi. Non abbiamo più amici che ci informino delle novità.

    Rivedere un'ombra dal passato, tuttavia, la turbava. Se si fosse trattato di un qualsiasi altro uomo, sarebbe riuscita senza dubbio a formulare una risposta adeguata, ma con lui era tutto diverso.

    Il ricordo della violenza con cui arrossiva ogni volta che Spencer l'aveva degnata di uno sguardo la fece vergognare come una ladra. Le era sembrato così maturo quando, a soli diciassette anni, aveva scortato la madre, appena vedova, attraverso mezzo paese! Era stato quasi un adulto, e non c'era da stupirsi che si fosse a malapena accorto di lei. Cosa poteva ricordare, dopotutto, se non una bambina bruttina con il naso perennemente affondato in un libro, troppo timida per ricambiare i sorrisi che i giovani Dauntsey riservavano a tutti? Peccato che sul viso di Spencer non ci fosse più traccia di quel sorriso, adesso, e che gli anni lo avessero cambiato in modo così sorprendente.

    Un brivido di apprensione la scosse di fronte al gelo che gli vide balenare negli occhi. Sarebbe stato comunque difficile trovare qualcosa da dire, in una situazione così spinosa, e il fatto che lui fosse tanto cambiato non faceva che accrescere la confusione di Grace.

    Costringendosi a riflettere, scacciò il senso di disagio. Spencer torreggiava sopra di lei, il corpo possente a malapena nascosto dagli abiti dal ricco taglio, eppure nei suoi occhi balenò un lampo di riluttante interesse, laddove un attimo prima non c'era stata che rabbia.

    Le nostre madri erano grandi amiche. Forse sarebbe meno severo, se gli ricordassi chi sono.

    «Vi sono infinitamente grata per l'aiuto, signore» pronunciò finalmente guardandolo di sottecchi da sotto la piccola falda del cappellino per studiare la sua reazione. Il silenzio glaciale di lui fece vacillare il suo coraggio. «Anche se dovete aver dimenticato che un tempo ci conoscevamo.»

    Spencer tacque a lungo, il silenzio tra loro interrotto soltanto dal picchiettio della pioggia e dal fragore delle onde che si infrangevano contro le rocce sottostanti. Aggrottò ancora di più la fronte mentre tentava di riconoscerla, e il suo attento esame non fece che accrescere l'agitazione di Grace. Era bello come sempre, anche se la nuova durezza del suo volto in qualche modo attenuava l'ammirazione che lei aveva provato da ragazzina. Ormai, pensò con un guizzo di pena, soltanto il viso di Henry era impresso nella sua mente, un viso che non avrebbe mai più potuto toccare.

    «Avete ragione, madame, non ricordo» convenne Spencer, atono, come se non gli importasse di ricordare, e Grace non poté fare altro che interrogarsi sulle ragioni che potevano avere provocato un simile cambiamento nel giovane che aveva conosciuto un tempo.

    «Mi chiamo Grace Linwood» fu dunque costretta a presentarsi. «Vostra madre e la mia erano buone amiche, prima che partiste per York. Ricordate?» gli chiese quindi sforzandosi di sorridere, anche se aveva le guance irrigidite dal freddo. «È bello vedervi di nuovo in città. Anche vostra madre e vostro fratello sono venuti con voi?»

    Un profondo sollievo la travolse quando finalmente vide balenare un lampo di riconoscimento negli occhi di Spencer, che pure non servì a dissipare la freddezza che continuava a brillargli nello sguardo.

    «Miss Linwood, non vi avevo riconosciuta.» Le rivolse un breve cenno del capo, quanto di più prossimo a un saluto ci si potesse aspettare da quella strana creatura. «Mia madre mi ha chiesto di condurla qui per godere di un inverno mite. La sua salute è peggiorata notevolmente, negli ultimi tempi.»

    Determinata a ignorare il tono meccanico della voce di Spencer, Grace perseverò nella ricerca di un sorriso convincente. «Mia madre sarà felicissima di vederla! E William? Vi raggiungerà anche lui?»

    Il volto di Spencer parve chiudersi ulteriormente, a quelle parole, e la sua espressione truce fece rabbrividire Grace. Doveva aver commesso un grave errore, si disse, anche se ormai era troppo tardi per rimediare.

    «Sarà difficile. William è morto due anni fa.»

    Un nuovo brivido di terrore le percorse la schiena, soffocando le parole che le salirono alle labbra socchiuse.

    William? Morto?

    Era impensabile, e per un terribile istante Grace si domandò se Spencer non l'avesse fatta oggetto di un macabro scherzo. Era impossibile pensare a lui senza immaginarlo insieme alla sua esatta metà. Quando erano piccoli, ovunque andasse uno, c'era da giurare che l'altro fosse pronto a seguirlo. Le loro bocche identiche solevano curvarsi nei medesimi sorrisi. Si assomigliavano perfino nell'andatura. Era impossibile che uno dei due potesse vivere senza l'altro, eppure la tensione nelle spalle possenti di Spencer le fece capire che non le aveva mentito.

    Cosa sarà successo?

    Non ricordava il contenuto preciso dell'ultima lettera di Mrs. Dauntsey a sua madre, ma di sicuro non si faceva menzione di una simile tragedia.

    «Sono costernata» mormorò. «Non ne avevo idea, davvero. Negli ultimi tempi non abbiamo avuto vostre notizie, e anche le lettere che spediva mia madre venivano restituite al mittente, perché non avevamo modo di conoscere il vostro nuovo indirizzo...»

    Le parole le erano salite rapide e disordinate alle labbra, anche se Spencer non parve prestarle grande attenzione. Attese che lei sprofondasse in un silenzio mortificato, quindi cambiò discorso in maniera così repentina che Grace comprese che l'argomento, per lui, era chiuso.

    «Come mai siete sulla scogliera con questo tempaccio?» Era quasi un'accusa, la sua, e formulata con tale freddezza da farla sussultare. «Una caduta avrebbe potuto costarvi la vita. Mi sarei aspettato più cautela da parte vostra, considerando che avete vissuto qui per tutta la vita.»

    Quel brusco cambiamento di conversazione la colse di sorpresa. L'immagine dei gemelli Dauntsey le colmava ancora gli occhi, e trovarsi a guardare soltanto uno di quei due volti identici le procurò un dolore immenso. Forse fu quello il motivo per cui rispose con estrema sincerità, e subito si pentì di averlo fatto. «Sono venuta qui per incontrare il mio fidanzato. O meglio, l'uomo che è stato il mio fidanzato fino a poco fa.»

    Spencer inarcò un sopracciglio. «È stato?» ripeté.

    Grace annuì, gli occhi bassi e fissi sulla punta degli stivali dell'uomo che le stava di fronte. L'agonia che l'aveva trapassata fino a pochi istanti prima dell'arrivo di Spencer tornò a trafiggerla con rinnovato vigore. «Mi ha chiesto di rompere il fidanzamento, a quanto pare a causa della situazione in cui versa mio padre. Una situazione di cui, sono certa, siete già al corrente.»

    A quelle parole le si colmarono gli occhi di lacrime. Il pensiero del padre chiuso in una cella era insopportabile. Ciononostante, si fece coraggio e si asciugò gli occhi. Se Spencer si accorse del suo turbamento, però, non lo diede a vedere, e reagì alle sue parole con una levata di spalle.

    Erano sempre state così imponenti, le sue spalle?, si domandò Grace. Il ragazzo che ricordava era stato agile e snello, i movimenti fluidi come quelli di un ballerino. Gli anni trascorsi lo avevano irrobustito e gli avevano allargato le spalle, ma ciò non lo rendeva certo meno attraente. Grace non poté fare a meno di chiedersi per quale motivo avesse notato un simile particolare.

    «Siamo arrivati soltanto tre giorni fa» replicò lui. «Mia madre voleva fare una sorpresa alla vostra, facendole visita, ma è stata troppo male per uscire di casa, e purtroppo non siamo ancora nelle condizioni di ricevere visite. Se la salute glielo avesse consentito, immagino che a quest'ora starebbe condividendo qualche pettegolezzo con vostra madre. Data la sua salute precaria, però, non abbiamo ricevuto notizie di alcun genere, né abbiamo avuto fretta di acquisirne.»

    Grace strinse i pugni. Era troppo confusa per articolare una risposta adeguata. L'orrore per la scomparsa di William si alternava alla comprensione per il dolore di Spencer e le colmava il cuore di infelicità e vergogna.

    Se Spencer ignora ancora i dettagli della mia situazione familiare, non ci vorrà molto affinché li scopra.

    Senza dubbio Henry avrebbe comunicato compiaciuto a tutti i reciproci conoscenti la destrezza con cui si era districato dal fidanzamento con Grace. E i sussurri pettegoli che già l'avevano seguita per strada negli ultimi tempi si sarebbero fatti più baldanzosi, adesso che i sogni di Grace di indossare un abito bianco sarebbero rimasti per sempre disattesi, vista l'accusa di bancarotta grazie alla quale suo padre era finito in prigione. Ormai era stata declassata a oggetto di scherno e compatimento. Più in basso di così non sarebbe potuta precipitare.

    Non concederò mai più a nessuno il mio cuore.

    Grace fece quel giuramento con fierezza, quasi dimenticando l'uomo affascinante che le stava di fronte e osservava con silenzio il suo dolore. Fidarsi dell'amore di un altro uomo l'avrebbe resa debole, l'avrebbe esposta di nuovo al dolore, all'umiliazione e all'agonia del rifiuto che provava in quel momento.

    Almeno c'era una cosa di cui poteva ringraziare Henry: aveva finalmente messo a nudo l'eccessiva ingenuità di Grace e la sua penosa capacità di giudizio. Quella lezione, per quanto amara e crudele, le avrebbe permesso di diventare più cauta e di non ripetere mai più l'errore di dedicarsi a un uomo che aveva a cuore soltanto i propri interessi.

    No, non concederò mai più il mio cuore a nessuno, ripeté tra sé. Mai più, finché vivo.

    Spencer si sollevò il bavero del cappotto, ormai completamente inzuppato dalla pioggia. Non vedeva l'ora di essere a casa, al caldo, sprofondato nella sua poltrona preferita davanti al fuoco, mentre i capelli gli si asciugavano a riccioli sulla nuca, ma la donna che gli stava dinanzi non sembrava

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