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Una notte, una vita: Harmony Destiny
Una notte, una vita: Harmony Destiny
Una notte, una vita: Harmony Destiny
E-book151 pagine2 ore

Una notte, una vita: Harmony Destiny

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Info su questo ebook

Una notte di sesso può cambiare la vita? Il marine Jack Singer risponderebbe di si. E di certo anche Melanie Patterson. Durante una licenza, infatti, i due hanno una breve storia di letto e Melanie rimane incinta. Jack lo viene a sapere e solo dopo la nascita della piccola e torna subito per rimediare. Melanie non vuole, però, che la sposi per un senso del dovere, ma cero non può impedirgli di vedere la figlia. E più la guarda, più la vorrebbe accanto a sé!
LinguaItaliano
Data di uscita10 mag 2016
ISBN9788858948415
Una notte, una vita: Harmony Destiny

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    Anteprima del libro

    Una notte, una vita - Amy J. Fetzer

    successivo.

    1

    Congratulazioni! È una bambina!

    Ancora in uniforme da campo, il tenente di Marina Jack Singer sgranò gli occhi e rilesse la cartolina postale. La scrittura era quella della sorella.

    «Ehi, sono diventato zio di una nipotina.»

    «È una notizia grandiosa!» esclamò Reese Logan, suo compagno di squadra. Sorrise. «Quando ne avrai l'occasione comunica a Lisa e a Brian le mie felicitazioni.»

    «Non mancherò.»

    Una bambina.

    Jack si accigliò. Era tutto quel che Lisa gli aveva scritto. Strano che una patita della fotografia come lei non gli avesse inviato una foto della piccola. Ancora più strano gli parve il fatto che non gli avesse mai detto di essere incinta.

    D'altro canto era difficile comunicare con i marine quando si trovavano in missione.

    Da quindici mesi, stava partecipando a un addestramento speciale, lontano dal mondo e dalla famiglia. L'unica possibilità di comunicazione era con il comandante e la squadra. Era proprio quella la parte più dura del suo mestiere: tagliare brutalmente i rapporti o lasciare che si allentassero al punto che le persone finivano con il dimenticarsi di lui.

    Ormai era ovvio che anche Melanie Patterson l'avesse fatto.

    Passò in rassegna l'altra posta senza però trovare ciò che cercava: una lettera, o perlomeno un messaggio, che testimoniasse che la donna con cui aveva trascorso una notte di fuoco, la sera delle nozze di Lisa, non lo avesse bandito dalla sua esistenza.

    Richiuse la cassetta postale pregustando i trenta giorni di licenza che l'attendevano.

    Sapeva già dove trascorrerli.

    Per prima cosa si sarebbe recato in visita dalla sorella per fare la conoscenza della nuova arrivata. Chissà, forse a casa di Lisa avrebbe incontrato di nuovo Melanie e le avrebbe chiesto il motivo per cui lo aveva tagliato fuori dalla sua vita come se nulla fosse stato, come se nulla fosse mai accaduto fra loro due.

    Lui invece no, non aveva potuto dimenticare un solo attimo del tempo trascorso insieme. Anzi, il ricordo di lei era più che mai vivo nella propria mente e lo sarebbe sempre stato.

    Aveva conosciuto Melanie in occasione dei preparativi per le nozze di sua sorella. Di tre anni maggiore di Lisa, Melanie era la sua migliore amica e aveva avuto l'onore di farle da testimone.

    Jack ne era rimasto folgorato all'istante. Melanie Patterson era il genere di donna che rendeva gli uomini felici di essere tali. E in effetti, la felicità sperimentata con lei nessuna gliela aveva mai fatta provare, pensò Jack con struggente nostalgia.

    Intanto si era recato ai telefoni. Compose il numero di Lisa, più eccitato per la prospettiva di avere notizie di Melanie che per la nascita della nipote.

    In quell'anno e mezzo trascorso in missione speciale aveva fatto molteplici e vane telefonate a casa di Melanie e alla fine aveva appreso che la linea era stata disattivata. Aveva anche chiesto sue notizie a Lisa, ma quest'ultima gli aveva risposto che non la sentiva né la vedeva da mesi.

    Irritato e preoccupato al tempo stesso, Jack aveva interpretato l'intera faccenda come un segnale ben preciso. Era evidente che, se Melanie fosse stata intenzionata a rimanere in contatto con lui, in un modo o in un altro lo avrebbe fatto. Invece era drasticamente e misteriosamente sparita dalla circolazione. Come mai? Che cosa le era successo? E perché non aveva sentito il bisogno di parlare con lui? In fondo erano stati bene insieme, prima di tutto come amici oltre che come amanti.

    «Nessuna lettera di lei?» domandò Reese.

    Jack scosse il capo.

    «Lasciala perdere, amico, da' retta a me.»

    Jack alzò lo sguardo. «Un marine non si arrende facilmente. Deve continuare a combattere dando fondo a tutte le sue risorse.»

    «Un marine combatte una guerra quando sa che può vincere. Ma la donna in questione ha mostrato chiaramente quali siano i suoi sentimenti, e tu stai combattendo una guerra persa, Singer.»

    «Con Melanie Patterson vale la pena di insistere.»

    Reese fece una smorfia. «Allora va' a prenderti un giubbotto di salvataggio. La tua barca ha già iniziato ad affondare.»

    Jack si irritò, più contro se stesso che contro l'amico per la crudezza delle sue parole.

    Non era mai stato tanto caparbio con le donne. Ma con Melanie aveva sperimentato un'intesa che andava oltre il sesso, e una volta in licenza avrebbe voluto sincerarsi se quell'intesa fosse stata reale o il semplice frutto di una stupida fantasia.

    Sì, con Melanie era stato diverso, perché tutte le volte che ripensava a lei gli tornava in mente ogni particolare. Perché ancora adesso al ricordo fremeva con lo stesso anelito e lo stesso trasporto di allora.

    La celebrazione delle nozze era terminata. Jack aveva accompagnato Lisa all'altare consegnandola all'uomo che amava e, dopo i festeggiamenti nella tenuta del padre, aveva scortato gli sposi fino alla limousine, lasciandoli alla loro nuova vita insieme.

    Si era guardato intorno. Sua madre si stava intrattenendo con le amiche. Così ora poteva finalmente focalizzare la propria attenzione su colei che da quindici giorni era l'oggetto dei suoi tormenti.

    Si trattava di Melanie Patterson. Erano bastate due settimane per innamorarsi di lei, anzi un solo minuto dopo le presentazioni di rito. Il resto era stato un durissimo combattimento della mente e del cuore. Per non dire dei sensi.

    Erano successi innumerevoli inconvenienti per organizzare a regola d'arte il matrimonio di Lisa e Melanie era sempre stata presente, quando vi era stato bisogno: per calmare la futura sposa spesso nervosa e talvolta nel panico, per sbrigare commissioni e... per mandare su di giri il fratello.

    Così bella, sensuale, dalle gambe slanciate, i capelli rossi e un carattere volitivo e sfrontato, non era passato giorno senza che Jack avesse creduto di morire dal desiderio insopprimibile di toccarla.

    Nei momenti in cui non erano stati fagocitati dai preparativi, erano sempre rimasti insieme. La sera spesso si erano intrattenuti a lungo a parlare. Quella in cui erano andati in barca sul fiume, le chiacchierate erano durate fino all'alba del giorno seguente.

    Quando poi non erano insieme Jack non faceva altro che pensare a lei, nell'attesa che arrivasse il momento in cui trovare un luogo appartato dove baciarla e magari spingersi oltre.

    Era più che certo di non essere il solo a coltivare tali desideri. Le allusioni e i segnali che Melanie gli aveva lanciato, benché sottili, erano stati abbastanza eloquenti. E questo lo aveva intrigato ancora di più.

    Una volta che la limousine con i novelli sposi si era dileguata all'orizzonte, Jack aveva rivolto lo sguardo a Melanie.

    «Ehi, tenente, non ti ho ancora detto quanto sei affascinante in quell'uniforme bianca?» si era complimentata lei, avvicinandosi.

    «Non ne hai avuto il tempo, suppongo.»

    Ma per fortuna il caos era finito. Jack aveva raccolto uno dei fiori dal bouquet della sposa e lo aveva regalato a Melanie.

    «Mio Dio, non dirmi che sei un marine sentimentale, Singer» lo aveva provocato lei.

    «Generalmente il sentimentalismo non fa parte della mia natura.»

    «Ecco il lato cinico dei marine. Proprio a questo mi riferivo.»

    «Allora sono un marine di razza» aveva commentato, ridendo, Jack.

    Attorno, i camerieri stavano cominciando a sparecchiare i tavoli, mentre il complesso musicale stava suonando un'ultima canzone. Lenta e languida.

    Jack aveva condotto Melanie al centro della pista e poi galantemente l'aveva invitata a ballare.

    «Eri splendida stamattina» le aveva sussurrato.

    «Vuoi dire che ora non lo sono più?»

    Jack sorrise. «Tranquilla. Oserei dire che sei tuttora la più bella della festa.»

    «Grazie. Eviterò di riferirlo a tua sorella.»

    Lui l'aveva attirata contro di sé e il contatto delle loro mani aveva sprigionato una serie di brividi per tutto il corpo. Combattere contro un desiderio divorante era come combattere contro un drago.

    Melanie aveva trattenuto il respiro. «Jack...»

    «Ssh. Anche tu senti lo stesso brivido che sento io?»

    Dopo un breve indugio, Melanie aveva ammesso: «Sì».Si era lasciata andare contro di lui, adagiando la testa sulla sua spalla.

    Come gli piaceva sentirla così, avvinghiata a lui, abbandonata fra le sue braccia. «Sono contento di non essere stato solo io in preda ai tormenti.»

    «Mi rincresce deluderti, ma non ho avuto molto tempo per lasciarmi tormentare, marine» aveva ribattuto lei, stringendosi ancora di più a lui e carezzandogli la schiena.

    Jack si era irrigidito. Come avrebbe voluto non avere indosso quell'uniforme, ed essere invece insieme a lei su un letto e senza vestiti. «Da un po' di giorni, mi stai facendo impazzire, lo sai?» le aveva sussurrato all'orecchio, suscitando in lei brividi di eccitazione.

    «Non l'avevo notato, tenente.»

    «Ho ritenuto che non fosse carino importunare la damigella d'onore, mentre la sposa pareva svenire da un momento all'altro, per la tensione nervosa.»

    «Complimenti, Singer. Sarai encomiato per il tuo autocontrollo con un'altra bella medaglietta dorata.»

    «E per quel che ho in mente meriterei la corte marziale!»

    Melanie aveva alzato il capo. I suoi occhi verdi e profondi fissavano il volto di quel bellissimo uomo, allora aveva capito il messaggio. Lui la desiderava da impazzire. Era ciò che supponeva da ormai due settimane.

    La prima volta che aveva visto Jack Singer si trovava nel salotto di Lisa, fra metri di tulle e di satin. Le era apparso nella sua uniforme bianca. Bello, sfolgorante, dallo sguardo penetrante. I suoi occhi, incredibilmente azzurri e intensi, l'avevano trafitta all'istante. Occhi particolarmente espressivi, talvolta luminosi e sorridenti, talaltra freddi e impenetrabili. Occhi che comunicavano senza parlare, ma che spesso non si potevano decifrare e nulla lasciavano trapelare.

    Come dimenticare il modo in cui quella mattina Jack aveva guardato la sorella pronta per essere condotta all'altare? Lei sembrava una principessa e lui con occhi lucidi di lacrime l'aveva contemplata con amore e orgoglio. Chi avrebbe mai pensato che un marine forte e con i nervi d'acciaio potesse sciogliersi alla vista di una sposa?

    «A che cosa stai pensando?» gli aveva chiesto, vedendolo assorto.

    «Coltivo pensieri proibiti e pericolosi» era stata la sua risposta, mangiandola con gli occhi.

    «Sono pronta ad imbarcarmi.»

    «Con me? Adesso?»

    Melanie gli aveva passato la mano sulla nuca e lo aveva indotto ad abbassare il capo su di lei. Pareva che lo avesse fatto molte altre volte...

    Ma che importava? Jack aveva divorato le sue labbra, trasmettendole tutta la voglia che aveva di lei.

    Era stato un bacio travolgente, troppo ardente per essere consumato in pubblico. Era pericoloso rimanere in quella sala. Il suo corpo era una torcia di desiderio, e anche Melanie, febbricitante contro di lui, gli inviava altrettanti segnali di fuoco.

    «Wow, Singer, i miei complimenti per la conquista!» aveva esclamato qualcuno alle sue spalle.

    «Chiudi il becco, Reese» aveva ribattuto Jack, senza distogliere lo sguardo da Melanie.

    «Sissignore» l'altro si

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