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Non puoi dirmi di no: Harmony Jolly
Non puoi dirmi di no: Harmony Jolly
Non puoi dirmi di no: Harmony Jolly
E-book156 pagine3 ore

Non puoi dirmi di no: Harmony Jolly

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Info su questo ebook

Non può essere vero. Freya non ci crede: l'uomo che lei reputava un amico, una spalla su cui piangere, Jackson Falcon, è colui che ha infranto tutti i suoi sogni, facendo scappare il suo fidanzato a un passo dalle loro nozze. Ora basta, con lei la famiglia Falcon ha chiuso e niente e nessuno riuscirà a farle cambiare idea!

Che cosa ho combinato. Jackson non riesce a darsi pace. Non era sua intenzione fare del male a Freya, ma nello stesso tempo non ne è affatto pentito. Freya si merita molto di più di quel damerino. Si merita... lui. Non può più nasconderlo: Jackson la ama e farà di tutto per riconquistare la sua fiducia e far capitolare il suo cuore. Dopotutto lui è un Falcon e per loro niente è impossibile.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2019
ISBN9788858996058
Non puoi dirmi di no: Harmony Jolly
Autore

LUCY GORDON

Lucy Gordon cut her writing teeth on magazine journalism, interviewing many of the world's most interesting men, including Warren Beatty and Roger Moore. Several years ago, while staying Venice, she met a Venetian who proposed in two days. They have been married ever since. Naturally this has affected her writing, where romantic Italian men tend to feature strongly. Two of her books have won a Romance Writers of America RITA® Award. You can visit her website at www.lucy-gordon.com.

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    Anteprima del libro

    Non puoi dirmi di no - LUCY GORDON

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Final Falcon Says I Do

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2014 Lucy Gordon

    Traduzione di Paola Picasso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5899-605-8

    1

    Il matrimonio celebrato in una elegante chiesa di Londra, alla presenza di una folla di persone appartenenti all’alta società, sarebbe stato l’evento dell’anno.

    Amos Falcon, gigante del mondo finanziario, il cui nome ispirava meraviglia e furore in ugual misura, avrebbe accompagnato la sua figliastra all’altare, dove l’aspettava Dan Connor, un magnate dell’industria televisiva, ma non sembrava compiaciuto.

    Era comunemente risaputo che Amos Falcon avrebbe voluto che fosse uno dei suoi figli a impalmare la sua figliastra, ma in quell’occasione non l’aveva avuta vinta.

    La tensione stava aumentando. Le nozze sarebbero state celebrate a mezzogiorno, ma le telecamere erano in posizione già da un’ora. Si era sparsa la notizia che i cinque figli di Amos, provenienti dall’Inghilterra, dall’America, dalla Russia e dalla Francia, sarebbero stati presenti. Alcuni di loro erano molto ricchi, altri erano famosi e nessuno voleva perdere l’arrivo di personaggi tanto importanti.

    «Travis Falcon» sospirò una giovane giornalista. «Oh, spero tanto che si volti. Ho ammirato le sue serie televisive e mi piacerebbe molto conoscerlo.»

    «Pensi che sia arrivato a Londra da Los Angeles?» le domandò il cameraman che era con lei.

    «Perché no? Il mese scorso è andato a Mosca per il matrimonio di Leonid... Ehi, che cosa succede?»

    Un mormorio eccitato aveva accompagnato l’arrivo di un’auto lussuosa, ma l’uomo a bordo non era Travis e molti restarono delusi.

    «È Marcel Falcon, il fratello francese, e quello nella macchina che segue è Leonid» spiegò Ken, inquadrando i due fratelli che entravano in chiesa, per poi spostarsi e puntare una coppia che stava scendendo da un’altra auto.

    «Darius, l’inglese» sussurrò.

    «E Jackson, che dopo Travis è il più conosciuto per via dei suoi documentari, dov’è?»

    «Non è tra gli invitati. Lui è il testimone dello sposo e arriverà insieme a Freya, la sposa, che giungerà al braccio di Amos. Ed ecco la madre di Freya, l’attuale signora Falcon.»

    La signora Falcon, una cinquantenne in forma ed elegante, aveva un’aria riservata e schiva. Infatti salì rapidamente i gradini come se i flash la mettessero a disagio.

    All’interno della chiesa l’aspettavano Darius e Marcel con le rispettive consorti che l’abbracciarono con affetto.

    «Questo deve essere un bel giorno per te, Janine. Freya è riuscita finalmente a sfuggire al terribile destino di sposare uno di noi» dichiarò Marcel.

    La sua matrigna gli rivolse uno sguardo affettuoso.

    «Sai quanto vi ami tutti» rispose. «Se Freya avesse scelto uno di voi, non avrei avuto problemi. È stato il modo in cui Amos... Ma lo sapete meglio di me.»

    Moglie leale, Janine non volle infierire, criticando apertamente il marito, e i fratelli annuirono.

    «Come hai fatto a convincerlo a lasciarla libera di fare la sua scelta?» domandò Harriet, la moglie di Darius. «Non l’avrei mai detto.»

    «Gli ho spiegato che se non l’avesse fatto lui, l’avrei fatto io e quando si è reso conto che dicevo sul serio, si è arreso. Dimostrare pubblicamente che eravamo in disaccordo, ebbene...»

    «Temeva che la gente avrebbe riso di lui» concluse Harriet. «E non poteva sopportarlo. Sai che sposarti è stata la cosa migliore che Amos abbia fatto? Sei la sola che sappia impedirgli di commettere delle sciocchezze.»

    «Shh!» sussurrò Janine, premendole un dito sulle labbra. «Non raccontargli mai che te l’ho detto.»

    «Promesso.»

    Delle grida gioiose, provenienti dall’esterno, richiamarono l’attenzione generale.

    «È Travis» annunciò Harriet. «Quando la folla esulta, significa che è arrivato Travis. Scommetto che sta mandando baci a tutti e circonda con un braccio le spalle delle ragazze.»

    «No, se con lui c’è Charlene. Tiene in gran conto i suoi sentimenti.»

    «Eppure tutti sanno che lei non si preoccupa minimamente» commentò Darius. «Travis può comportarsi come vuole tanto lei sa di tenerlo in pugno.»

    «A me pare un’ottima strategia» affermò sua moglie.

    Darius rise. «Sai benissimo che ti basta schioccare le dita perché mi metta sull’attenti.»

    Lo sguardo che i due si scambiarono era colmo della stessa calda intesa e contentezza che permeava la famiglia in quei giorni. Tutti i Falcon avevano trovato la moglie perfetta per loro.

    Darius aveva voltato le spalle alle donne dell’alta società che l’avrebbero accolto a braccia aperte, per impalmare Harriet, una giovane nata e vissuta sull’isola che lui possedeva. Marcel aveva riscoperto l’amore per Cassie, la donna che aveva amato e perduto. Travis aveva chiesto a Charlene di proteggerlo dalle pressioni dei media e aveva scoperto che il suo bisogno di averla accanto fondava su ragioni molto più profonde. E l’amore di Leonid per Perdita aveva superato ostacoli e incomprensioni perché era stato deciso dal momento in cui si erano incontrati.

    Era rimasto libero un solo figlio, Jackson, che aveva presentato Freya a Dan Connors, l’uomo che stava per diventare suo marito.

    «Possiede una importante rete televisiva» spiegò Travis. «I suoi documentari hanno reso famoso Jackson. Ma adesso dobbiamo prendere i nostri posti. Pensavo che Dan e Jackson fossero già qui. Mi domando che cosa li trattenga.»

    «Non sei ancora pronto?» domandò Jackson, socchiudendo la porta della camera da letto. «La macchina ci sta aspettando.»

    «Eccomi» esclamò Dan, apparendo. «Avevo da fare le ultime cose.»

    Lo specchio rifletté i due amici. Entrambi erano alti, belli ed eleganti, ma il migliore era Jackson a cui bastava sorridere perché il suo viso si trasformasse. Molti affermavano che di tutti i figli di Amos, quello che gli assomigliava di più era lui. I lineamenti scolpiti della faccia erano quasi identici. Gli occhi azzurri erano uguali, come i capelli, anche se quelli di Jackson erano castani, mentre quelli di Amos si erano incanutiti.

    La sola differenza era nell’espressione. Quella di Amos, avvezzo da una vita a ottenere ciò che voleva, era dura e decisa. Quella del figlio più gentile.

    «Ti sembra che stia bene?» domandò Dan, rimirandosi nello specchio.

    «Benissimo» rispose Jackson, ridendo. «Sei l’immagine dello sposo delirante di felicità.»

    Dan gli lanciò un’occhiataccia. «Nessuno qui è follemente felice. Abbiamo tutti i nervi tesi per il passo che stiamo compiendo.»

    «Adesso che ci penso, hai ragione» convenne Jackson. «Il giorno delle nozze i miei fratelli tremavano dalla tensione, ma quando sono riusciti a incastrare le loro mogli, si sono rilassati.»

    Tuttavia intuiva che il nervosismo di Dan nascondeva qualcosa di più. Industriale nel fiore degli anni, ricco e sicuro di sé, aveva creato la Connor Productions, famosa per i suoi documentari e aveva avuto molte donne, badando sempre a non farsi ingabbiare.

    Quando però aveva conosciuto Freya, aveva abbandonato ogni cautela e all’improvviso aveva avanzato la proposta di sposarla.

    Jackson che era seduto al loro tavolo, lo aveva udito esclamare: «È così! Ho deciso. Lei deve sposarmi».

    Freya era scoppiata a ridere. «Oh, dunque sarei obbligata a sposarla?»

    «Nel modo più assoluto. È deciso. Lei diventerà la signora Connor» aveva ribadito Dan. Poi le aveva posato una mano sulla nuca per attirarla verso di sé e baciarla, incurante degli altri commensali che si erano messi a ridere e ad applaudire.

    Jackson si era rallegrato per entrambi. Freya era diventata da sei anni la sua sorellastra e il loro rapporto era sempre stato altalenante. Talvolta cordiale; talaltra di aperta sfida.

    «Chi sei tu per impartirmi degli ordini?» gli aveva domandato sulla difensiva lei una volta.

    «Non intendevo...»

    «Sì, invece. E non te ne sei nemmeno accorto. Sei uguale a tuo padre.»

    «Questa è un cosa orribile da dire.»

    «Perché? Credevo che lo ammirassi.»

    «Non sempre» le aveva risposto Jackson. «Non mi piace il suo modo di comandare tutti, quindi non sono come lui e ti proibisco di ripeterlo!»

    «Oh, davvero?»

    «Sì!»

    La loro baruffa era finita in una risata, come accadeva spesso.

    Adesso Jackson le si era affezionato. La giudicava una ragazza sensibile e tanto intelligente da aver ottenuto il massimo dei voti al termine del corso per diventare infermiera. Ma era anche allegra e pronta a divertirsi. Non sarebbe mai stata una bellezza, ma il suo aspetto era gradevole. Dan, pensò, aveva scelto bene.

    Poco dopo il loro fidanzamento, lui era dovuto andare dall’altra parte del mondo a realizzare un documentario. Adesso era tornato da appena una settimana e si era subito accorto che il suo amico era tesissimo, ma l’aveva attribuito al nervosismo tipico degli sposi. Nemmeno le abbondanti libagioni di Dan, la sera di addio al celibato, l’avevano allarmato. Evidentemente l’alcol serviva a calmarlo.

    «Coraggio» gli disse aprendo la porta d’ingresso. «È ora di andare.»

    «Un momento» replicò Dan. «C’è una cosa...»

    «Smettila di agitarti. Ce l’ho.»

    «Che cosa?»

    «L’anello. Guarda.» Jackson infilò una mano in tasca e tirò fuori una scatoletta che conteneva un cerchietto d’oro. «Non era di questo che ti preoccupavi?»

    «Certo, certo.»

    «È tutto a posto. A questo punto niente può andare storto» lo confortò Jackson. «Vieni.»

    In pochi minuti scesero la scala e salirono sull’auto guidata da un autista. La chiesa non era distante, ma il traffico era intenso.

    «Se impiegheremo troppo tempo, Freya e suo padre arriveranno prima di noi» sbuffò Jackson.

    «Non riesco a credere che Amos me la dia in sposa.»

    «Perché non dovrebbe? Oh, alludi al fatto che sperava di farla sposare con uno dei suoi figli? Dopo che Leonid ha sposato Perdita sono rimasto solo io, ma gli ho detto subito di toglierselo dalla testa. Mi piace Freya, ma non in quel modo.»

    «Sospetto che tu me l’abbia presentata nella speranza che io facessi quello che tu non volevi fare.»

    Jackson rimase scioccato. «Nemmeno per sogno. Ero contento che lei conoscesse degli altri uomini, però non ho mai manovrato in segreto.»

    «Oh, andiamo! Ma se speravi che il vecchio ammettesse la sconfitta, ti sei sbagliato. Ha mosso mari e monti per impedire questo matrimonio.»

    «Che cosa vuoi dire?»

    «Che una volta è venuto da me e mi ha intimato di lasciar perdere Freya, minacciando, nel caso non avessi obbedito, di danneggiarmi economicamente.»

    «Gli avrai risposto di andare al diavolo.»

    «Non ne ho avuto l’occasione.

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