Le leggi armoniche universali: Come in cielo, così in terra
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Anteprima del libro
Le leggi armoniche universali - Fabrizio Bartoli
Note
Introduzione
Come in Alto così in basso… come in Cielo così in Terra
.
Questo antico motto (sutra): " Come in Alto così in basso", che deriva dall’antica Tradizione egizia, riferita al mitico Ermete Trismegisto, poi ripreso dalla Tradizione cristiana: " Come in Cielo così in Terra", ha sempre suscitato in me un profondo interesse.
Dopo molti anni di studio sui principi del Cielo, che potremmo definire universali cosmici, e che hanno una loro corrispondenza sulla terra, ho conseguito una scoperta " sensazionale " riguardante le geometrie armoniche con le quali sono state realizzate strutture in pietra, Templi, Cattedrali, glifi ed altre costruzioni, che simbolicamente rappresentano il principio di corrispondenza tra Cielo e Terra.
Questo testo svela la scoperta effettuata ed i suoi significati reconditi, lasciando aperti importanti interrogativi sulle conoscenze non comuni, che antichi sacerdoti, architetti e Re, avevano utilizzato per la costruzione di Templi o di altre strutture, alle quali era attribuito un significato sacro.
La scoperta geometrico-matematica, riferita al Geoglifo di Nazca, inoppugnabile, dimostra che conoscenze della cosiddetta Scienza Armonica
erano padroneggiate da questi antichi costruttori, i quali poi le hanno tramandate nel tempo con modalità da accertare, ma quasi sempre in modo riservato e segreto.
Analizzando alcuni antichissimi cerchi di pietra, Geoglifi, Basiliche, Moschee, Castelli e Cattedrali, si possono comprendere, come certe caratteristiche geometriche armoniche, hanno ispirato da sempre costruttori esperti e uomini speciali
, che sicuramente avevano appreso insegnamenti molto importanti da trasmettere poi all’umanità.
Spero di poter contribuire a far meglio comprendere questi principi universali armonici che governano il cosmo, i quali dovrebbero essere utilizzati nella nostra esperienza terrestre per poter vivere meglio ed incarnare l’armonia presente tra cielo e terra.
I Geoglifi di Nazca
Conoscevo da tempo i Geoglifi di Nazca, lunghe linee scavate nella roccia desertica della pampa di Nazca, in Perù, affascinanti e difficili da decifrare e visibili solo dall’alto. Dopo essersi sollevati da terra enormi figure e disegni fantastici, si delineano sul terreno per centinaia di metri, incisi da più di duemila anni.
immagine 1immagine 2La scoperta del mistero delle Linee di Nazca risale al 1927, quando un pilota dell’aviazione peruviana, che stava sorvolando la regione, vide delle linee sul terreno.
Molti disegni sembrano realizzati per essere osservati solo dall’alto, quasi delle indicazioni di volo; sono quindi inspiegabili se consideriamo che risalgono a più di 2000 anni fa. Gilbert de Jong, archeologo e studioso peruviano, ha osservato di recente un Geoglifo geometrico a Palpa vicino Nazca e lo ha definito lo " Zodiaco di Nazca" .
Dopo aver esaminato queste Linee di Palpa vicino Nazca, misurando e tracciando le caratteristiche con il GPS, si è imbattuto in un disegno geometrico che assomiglia ad un antico " mandala ", figura sacra della tradizione tibetana. Questa figura, rappresentata da un cerchio enorme all’interno di un quadrato, secondo Gilbert de Jong, ricorda molto una mappa dello zodiaco. La sua indagine è stata ulteriormente supportata da immagini satellitari. L’iscrizione sembra essere stata scolpita con eccezionale precisione.
immagine 3De Jong ha effettuato le dovute misure e ha ottenuto una lunghezza del lato del quadrato di circa 54,7 metri.
La piazza è di circa 180 metri di diametro, mentre un cerchio interno si estende sullo stesso diametro. Diverse piazze più piccole, larghe circa 20 metri, sembrano essere state incise nel paesaggio insieme ad un assortimento di fori posizionati strategicamente.
immagine 4Ricostruzione del geoglifo di Palpa
Quando, poco tempo fa, ho osservato questa figura geometrica sono rimasto affascinato dalla precisione, dalla geometria e dalle sue forme, quadrati e cerchi che si intersecano. Il cerchio, da sempre, in diverse culture antiche rappresenta il Cielo e il quadrato rappresenta la terra.
Da molti anni studio le relazioni che esistono tra i principi universali che governano il cosmo, il Cielo, e le leggi armoniche operanti sulla terra e subito, per intuizione superconscia, ho pensato al principio del come in Cielo così in Terra
della scienza armonica.
In questo straordinario Geoglifo vi sono buchi intorno ai cerchi e all’interno dei quadrati, il numero dei buchi nei cerchi sono 64, mentre nei quadrati più piccoli sono 4, con un raggruppamento di 3 quadrati in ogni spigolo del quadrato più grande (12 x 4 = 48), mentre i quadrati che compongono la croce interna sono 8 quindi 8 x 4 =32.
Vi è poi il quadrato centrale dal cui centro partono 8 raggi.
Mi sono chiesto: qual è il significato recondito di questo disegno che risale ad oltre 2000 anni fa?
Cerchi e quadrati, Cielo e Terra che si intersecano tra loro, che si compenetrano secondo rapporti armonici fanno pensare e rimandano all’antico principio del " come in Alto così in basso ".
Se nelle figure geometriche ritrovassimo queste corrispondenze numeriche armoniche, si potrebbe dimostrare che il significato profondo del disegno espresso nel Geoglifo era proprio questo.
immagine 5Il quadrato deve essere come il cerchio, il cerchio come il quadrato; questo è l’antico problema della quadratura del cerchio
, ovvero trovare la circonferenza di un cerchio che sia uguale al perimetro del quadrato (quadratura di perimetro).
La soluzione di questo problema matematico corrisponde simbolicamente quindi al principio del come in " Cielo così in Terra ".
immagine 6Sappiamo che numericamente la rettificazione del cerchio non è possibile, perché il cerchio contiene Π ( P greco 3,14…), che è un numero irrazionale; ma geometricamente possiamo realizzare un quadrato il cui perimetro sia uguale alla circonferenza di un cerchio (con piccolissime differenze).
Disegniamo un cerchio e circoscriviamoci un quadrato, dopodiché tracciamo le semi-diagonali del quadrato.
Se al quadrato più piccolo (rettificato) iscriviamo poi un cerchio, otterremo un secondo cerchio(C2), la cui distanza dal primo cerchio è data dalla posizione del quadrato (rettificato). diagonali intersecheranno il cerchio, e se si uniscono i punti di intersezione, si ottiene un quadrato più piccolo, il quale avrà il perimetro uguale alla circonferenza del cerchio grande (C1), avremo quindi realizzato geometricamente la " quadratura del cerchio ".
immagine 7Un terzo cerchio (C3), in relazione agli altri due, si otterrà iscrivendolo all’ottagono centrale dato dalle intersezioni delle diagonali, e si potrà quindi circoscrivere al cerchio un terzo quadrato.
Otterremo quindi quadrati e cerchi tra loro collegati dalla relazione di quadratura del primo cerchio.
Simbolicamente avremo quindi Cielo e Terra strettamente collegati tra loro in modo armonico rispettando il rapporto di quadratura.
Tra il secondo e il terzo quadrato vi è poi un'altra relazione armonica molto importante, che ritroviamo molto spesso in natura, il rapporto aureo.
Il lato del quadrato più grande (b) diviso il lato del quadrato più piccolo (a) è uguale al numero aureo b/a = ϕ = 1,618 (…).
Naturalmente anche i due cerchi iscritti nei quadrati avranno i loro diametri in rapporto aureo.
Avremo quindi ottenuto tre quadrati e tre cerchi legati tra loro da due relazioni armoniche, quella della quadratura e quella del rapporto aureo.
Ciò che però ho trovato sensazionale è che questi cerchi e quadrati, legati da queste relazioni armoniche, si sovrappongono esattamente al Geoglifo di Nazca descritto.
Il Geoglifo, oltre 2000 anni fa, è stato quindi realizzato da un antico popolo del Perù che conosceva questi rapporti armonici in grado di esprimere il legame iscindibile tra Cielo e Terra.
immagine 8Ho trovato questa scoperta " sorprendente ", perché da essa possono scaturire tante domande e considerazioni che potrebbero sconvolgere la nostra visione storica, ritenuta valida fino ad oggi. Nei successivi capitoli vedremo come questi cerchi e quadrati, tra loro in relazione armoniche, siano stati utilizzati da diversi popoli, nel tempo, per realizzare strutture ed edifici sacri (Templi, chiese, Moschee, ecc…), sempre con la stessa geometria costruttiva.
Ritrovare in tante strutture questi significati simbolici, che poi sono stati utilizzati anche in pratica per realizzare costruzioni importanti ed ancora esistenti, mi ha entusiasmato. Scoprire in un Geoglifo di 2300 anni fa, la dimostrazione geometrica della rettificazione del cerchio e contemporaneamente una relazione aurea tra il secondo cerchio (C2) e il quadrato centrale, ha confermato la mia convinzione, che questi principi di geometria armonica si tramandano da tempi immemorabili ed hanno la funzione di ricordare a tutta l’umanità i significati filosofici, religiosi, ma anche costruttivi del principio: " come il Cielo così in Terra ".
Ricapitolando, abbiamo che il primo cerchio (C1) ha la circonferenza uguale al perimetro del quadrato circoscritto al secondo cerchio (C2) e il diametro (b) del secondo cerchio(C2), diviso il segmento (a) (diametro del cerchio (C3)), è uguale al N. aureo 1,618…
immagine 9Principi armonici cosmici
immagine 1I tre cerchi concentrici (C1, C2, C3), derivati dal Geoglifo, sono quindi in relazioni geometriche armoniche ed hanno anche un profondo significato filosofico simbolico.
Il cerchio uguale al quadrato, simbolo del " come in Cielo così in Terra ", rappresenta il principio di corrispondenza, descritto dai sapienti fin dalla più remota antichità, in primis dalla tradizione ermetica.
Nel " Kybalion ", antico libro di saggezza ermetica, viene detto:
I veri saggi, conoscendo la natura dell’Universo, impiegano le Leggi contro le leggi, ciò che è in alto contro ciò che è in basso; […] ogni forma dell’esistenza sia grossolana che sottile è come se fosse collegata a tutte le altre attraverso invisibili fili ed ogni cosa che accade si ripercuote in tutto l’Universo
.
Il filosofo Proclo (neoplatonico del V sec.) così si era espresso:
… tutto è in tutto, nel cielo si trovano le cose terrestri in modo celeste, ed in terra le cose celesti in modo terrestre
. Anche Giordano Bruno, nella cena delle ceneri, aveva detto:
" Onde Iddio tutto è in tutte le cose ".
Conoscere le Leggi armoniche superiori è indispensabile per poi uniformarsi ad esse, proprio perché esiste una concatenazione tra le cose del Cielo e della Terra. È necessario quindi svelare l’Armonia celeste, universale, per poi applicarla sulla terra: in questo modo si realizzano opere in sintonia con l’Alto.
Il compito di saggi, sacerdoti, filosofi, iniziati
nel corso dei secoli, è stato quello di trasmettere questo insegnamento, lasciando anche testimonianze di realizzazioni costruttive in risonanza con i principi del Cielo.
Ecco un altro brano chiarificatore, tratto dagli scritti ermetici:
[…] la Legge antica non veniva seguita perché
buona o
utile, ma unicamente perché legge divina […] Il suo esser dall’Alto costituiva il fondamento della Legge […] il suo fine era un certo collegamento del singolo ad un ordine trascendente e per ciò stesso non-umano, universale
.
Viene quindi messa in evidenza l’importanza di riconoscere una Legge superiore " dall’Alto " e la sua corrispondenza, così da adeguarsi ad essa, imitandola.
Se leggiamo con attenzione il Timeo di Platone, quando ci riferisce " dell’Anima del mondo ", cioè di ciò che " anima il mondo ", ci rendiamo conto che il mondo, l’universo, si è manifestato ed organizzato armonicamente, musicalmente. Nella visione platonica il mondo può essere racchiuso in una formula matematica-musicale, secondo l’ambizioso sogno pitagorico.
Marsilio Ficino (1433-1499) aveva affermato nel Compendio del Timeo
: " Dice anche spesso (Platone) che quante specie ci sono nell'archetipo, cioè nel mondo originario, intelligibili e imitabili, altrettante forme delle cose ha disposto in questo mondo e lo ha fatto così simile a sé, come è naturale per chi comprenda che le idee (principi) delle cose si trovano non tra le nubi, come certi maldicenti falsamente dicono, ma nella mente dell'Architetto del mondo ".
Ficino aveva affermato che, per Platone, gli archetipi (modelli) divini originano le forme nel mondo terreno; il mondo è quindi ad immagine dei principi superiori ed è originato nella mente di Dio, considerato Architetto del mondo.
Capparelli (1878-1958) studioso del pitagorismo, nel suo libro " il Messaggio di Pitagora ", aveva affermato che il Timeo può essere considerato l’espressione, il punto focale di convergenza, di due secoli di intenso travaglio speculativo del pensiero greco sulla natura, a cui i pitagorici hanno dato il tono.
Il Timeo, dunque, descrive questo organizzarsi musicalmente del mondo, e nessuna altra opera ha maggiormente contribuito a diffondere la credenza di un legame tra microcosmo e macrocosmo, la credenza di una universale aspirazione delle cose ad una compatta unità.
Dietro quella generale simpatia, intesa come compartecipazione, ritroviamo una concezione del tutto simile alla " filia" cosmica pitagorica ed empedoclea.
Platone stesso nel Gorgia lo dice: [...] per i sapienti italici, cielo e terra ed uomini sono tenuti insieme da rapporti vicendevoli, dall’amicizia, dall’ordine, dalla saggezza, dalla giustizia e perciò questo universo essi lo chiamano cosmo, ossia appunto ordine (armonia); di qui il potere che ha l’eguaglianza geometrica tra gli dèi e gli uomini …
.
Nel Timeo, Platone si assume il compito di dare una forma più razionale a quella secolare ricerca dell’ordine del mondo.
Lo stesso Aristotele aveva dichiarato che i pitagorici vedevano quell’ordine-armonia nel cielo.
Ha affermato ancora il Capparelli ne il Messaggio di Pitagora
: "…questa nostra scienza che ha così avanzato in superficie, nel cogliere i rapporti più esteriori delle cose, ha perduto da lungo tempo il senso dell’intima connessione che regge il cosmo, che regola il processo diacosmico; la nostra scienza episodica non vede più che realmente tetrodi
o ebdomadi
governano il nostro mondo […] Fra tutti gli attributi divini, dice Proclo, quello che più aveva colpito i pitagorici, era la potenza benevola che diffonde dappertutto l’ordine, l’armonia nel modo più opportuno; è questo ordine, musicalmente concepito, che fa amiche le cose nemiche,