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Tentazione in paradiso (eLit)
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Tentazione in paradiso (eLit)
E-book173 pagine2 ore

Tentazione in paradiso (eLit)

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Info su questo ebook

ROMANZO INEDITO
A Olivia Evans i milionari non interessano affatto, neanche quelli affascinanti come Adam Masterson. Il suo unico obiettivo è rintracciare il padre di Adam, e imbucarsi al party di lusso organizzato dallo scapolo più in vista di Londra è la sua ultima speranza.
Ma quando lui – vittima suo malgrado di una spietata caccia al milionario – la coglie sul fatto, decide di farle una proposta. L’aiuterà nella ricerca a patto che lei si finga la sua fidanzata così da depistare i paparazzi. Si tratta di un’offerta che Olivia non può permettersi di rifiutare, sebbene implichi una partenza improvvisa alla volta della Thailandia e, soprattutto, un mare di guai.
LinguaItaliano
Data di uscita2 ago 2021
ISBN9788830531734
Tentazione in paradiso (eLit)

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    Anteprima del libro

    Tentazione in paradiso (eLit) - Nina Milne

    Prologo

    Rivista Glossip. Edizione estiva.

    La rubrica di oggi è dedicata a tutte le cacciatrici di dote che ci leggono.

    Come accalappiare un miliardario in sei semplicissimi passi.

    In cerca di un nuovo stile di vita?

    A corto di soldi?

    Mai disperarsi! Che ne dite di accalappiarvi un bel miliardario?

    Ok, care amiche, ecco come si fa:

    1. Identificate il vostro target.

    Deve essere ricco sfondato e deve essere single – e non sarebbe male se fosse pure uno schianto! Vi sembra che sia chiedere troppo? E invece no! Ci siamo guardati in giro e abbiamo scovato per voi un target da sogno. Rullo di tamburi... Adam Masterson, fondatore e amministratore delegato della catena Masterson Hotels. Ricco sfondato e più sexy del peccato.

    2. Scoprite cosa gli piace in una donna.

    Abbiamo svolto delle ricerche, ma non è stato facile, care amiche, perché Adam Masterson è un tipo misterioso. La buona notizia è che negli ultimi anni si è fatto vedere in pubblico accompagnato dalle donne più diverse. Bionde o more, alte o basse, accorrete numerose. L'unico criterio stabilito da Adam Masterson è la bellezza: la donna al suo fianco deve essere uno spettacolo per gli occhi.3. Sistematevi di conseguenza.

    Lozioni e pozioni, si inizia a colazione! È giunta l'ora di farsi belle.

    4. Scoprite la routine del target.

    Questa è dura. Adam Masterson non ha una routine – in questo momento potrebbe trovarsi a Parigi come a Londra. Ma sappiamo da fonti autorevoli che il suo lussuosissimo hotel principale è un buon punto di partenza.

    5. Tendetegli un'imboscata.

    È ora di liberare la civetta che si nasconde in voi!

    6. Seducete il target.

    Ora tocca a voi...

    Adam Masterson è là fuori. Vale miliardi, così come vale la pena accalappiarlo. Chi riuscirà nell'impresa?

    Buona caccia!

    1

    Rischiava l'arresto.

    Olivia Evans si guardò intorno con quel pensiero che le martellava nel cervello. Si trovava nel vicolo buio e fortunatamente deserto sul retro del Masterson Mayfair, l'albergo principale della lussuosa catena Masterson Hotels.

    Come le era venuto in mente di imbucarsi a uno dei party più esclusivi di Londra?

    Olivia serrò le labbra, la fronte imperlata di sudore. Era la sua ultima speranza, ecco perché. Doveva assolutamente parlare con Adam Masterson prima che partisse per chissà dove, come suo solito. Aveva provato a contattarlo in tutti i modi, ma quell'uomo era più sorvegliato del Presidente degli Stati Uniti d'America.

    Da lì era nata l'Operazione Effrazione. A mali estremi, estremi rimedi.

    Olivia inspirò a fondo nel tentativo di soffocare un senso di panico e, alzandosi in punta di piedi, si mise a forzare la serratura. Incredibile come certe abilità non l'avessero mai abbandonata, persino quelle apprese da uno dei più loschi dei compagni di sua madre. Il pensiero di sua madre la spronò a insistere.

    Quando la serratura cedette, la tensione si trasformò in un misto di sollievo ed euforia. Tutto bene, finora. La ricognizione dell'hotel che aveva fatto in precedenza si stava rivelando un successo; aveva scelto, come punto di accesso, una piccola sala conferenze che non sarebbe stata in uso, dato che quella sera l'intero albergo era adibito a un gala di beneficenza organizzato da Adam Masterson.

    Solo che non aveva messo in conto le dimensioni della finestra; a occhio, sgattaiolarvi dentro sembrava fisicamente impossibile. A ben pensarci, forse non era stata un'idea brillante. Ma arrendersi ora avrebbe significato giocarsi l'ultima occasione di parlare con Adam Masterson.

    Inaccettabile.

    Per fortuna, Olivia aveva un corpo flessibile.

    Appollaiato sulla scrivania del suo capo della sicurezza, Adam Masterson rivolse uno sguardo torvo alla donna inquadrata dal monitor del sistema di videosorveglianza.

    Che diavolo credeva di fare, a parte imitare Catwoman? Vestita di nero, con un berretto calato sulla fronte, era impossibile persino capire di che colore avesse i capelli.

    E, soprattutto, chi diavolo era? Giornalista? Fotografa? Purtroppo, era più probabile che si trattasse dell'ennesima aspirante alla nuova moda del momento: Accalappia un miliardario. Adam sapeva già che la sala da ballo dell'hotel era sul punto di riempirsi di invitate paganti che tramavano di tendergli un agguato di fronte al buffet. Ma almeno si erano guadagnate quel privilegio, e il denaro ricavato dal gala sarebbe andato a una causa meritevole.

    Adam soffocò un'improvvisa ondata di ricordi spiacevoli. Ne aveva abbastanza di ricordi mesti dopo la telefonata dell'ex moglie, la quale gli aveva annunciato che stava per risposarsi. Era davvero felice per Charlotte, ma quella conversazione gli aveva ricordato un periodo di cui non andava affatto fiero, oltre a sottolineare le diverse direzioni nelle quali erano andati negli otto anni trascorsi dal loro matrimonio disastroso. Charlotte aveva ottenuto il lieto fine che desiderava da sempre, mentre Adam si ritrovava a essere inseguito da un branco di donne a caccia del suo denaro. Ed ecco che ora, per giunta, doveva occuparsi dell'imbucata misteriosa. Adam trattenne a stento un gemito di esasperazione.

    «Vuoi che la fermiamo?» chiese Nathan, il capo della sicurezza.

    Adam tornò al presente per concentrarsi sul monitor. La donna stava contorcendosi per entrare dalla finestra con movimenti flessuosi, e Adam avvertì una fitta di desiderio.

    Si passò una mano tra i capelli. Quel desiderio era del tutto fuori luogo. Quella donna era un'intrusa, una potenziale stalker, eppure aveva scatenato la libidine da tempo sopita di Adam.

    La donna atterrò in piedi, si guardò furtivamente intorno e aprì il borsone che si era trascinata dietro.

    Sul punto di ordinare al capo della sicurezza di occuparsi della questione, Adam represse un grido alla vista della donna che si sfilava il berretto, liberando una massa di splendidi capelli color rosso Tiziano che le ricadevano oltre le spalle in ciocche folte e morbide.

    Poi la donna si sfilò anche il maglione e i jeans neri.

    Fuori luogo o no, il desiderio riprese ad attanagliarlo, e Adam rifletté che era ora di darsi una calmata. Ancora meglio, di trovarsi una donna. Era passato troppo tempo; da quando era comparso quell'articolo e si era ritrovato assediato dalle accalappiamiliardari, Adam si era imposto un periodo di astinenza. In parte perché trovava ripugnante l'idea di essere corteggiato per il suo denaro, ma anche e soprattutto perché preferiva che la stampa si concentrasse sulle sue attività filantropiche piuttosto che su quelle amorose.

    «Che si fa, allora?» insistette Nathan.

    Ottima domanda.

    Ora la donna indossava una mise che, a una prima occhiata, sembrava l'uniforme dei dipendenti dell'albergo: camicia bianca, pantaloni neri... aveva persino un portablocco. Era chiaro che si fosse documentata. Lo sguardo risoluto e il mento sollevato, raccolse i magnifici capelli in una sobria crocchia poi, reggendo il borsone con una mano, s'incamminò lungo il corridoio con aria disinvolta, come se sapesse esattamente dove stava andando.

    Adam non aveva intenzione di lasciare che quella donna avvicinasse i suoi invitati, ma osservarla all'opera era affascinante. Era la prima accalappiamiliardari a suscitare il suo interesse, e di certo la più intraprendente.

    Ma ormai era venuto il momento di mobilitare le truppe.

    Prima che potesse aprire bocca, Nathan si irrigidì al suo fianco mentre osservavano la donna intrufolarsi nel bagno per signore. «Speriamo si tratti davvero solo di un'accalappiamiliardari; per quanto ne sappiamo, potrebbe fabbricare una bomba, là dentro.»

    Adam fissò il monitor, la mascella serrata. Era improbabile, ma non del tutto impossibile, che l'intrusa fosse armata. E lui si era lasciato distrarre da un'attrazione passeggera quanto inappropriata. Scattò in piedi con grazia felina.

    «Fa' chiudere il bagno, ma sii discreto. Di' che c'è un guasto alle tubature e manda i tuoi uomini vestiti da addetti alle pulizie.»

    Nathan annuì. «Andrò io stesso a prenderla.»

    Ma Adam fece cenno di no. «Ho sbagliato io, quindi sta a me rimediare.»

    «Ma...»

    «Niente ma» lo interruppe Adam. «Avremmo potuto fermarla prima, ma non ho dato l'ordine in tempo utile.» Era stato troppo preso dai ricordi del passato e dalla brama smodata per una sconosciuta. Scosse la testa. Se non avesse provveduto lui stesso a risolvere la questione, quella donna dalla chioma rosso Tiziano l'avrebbe tormentato in sogno. Recuperò la giacca dello smoking. «All'attacco.»

    Olivia percorse mentalmente il suo vasto repertorio di imprecazioni. Avrebbe dovuto trattarsi della parte facile del piano: dopo essere sgattaiolata dalla finestra e aver impersonato un dipendente dell'albergo, le restava solo da indossare un abito da sera, santo cielo! Che razza di personal shopper non era in grado di mettersi un vestito? Invece si era incastrata la lampo dell'elegante abito nero.

    Dimenandosi nel tentativo di raggiungere la cerniera dell'abito fin troppo aderente, Olivia perse l'equilibrio, andando a sbattere contro il bordo della tazza. «Ahi!» Si morse il labbro, irrigidendosi nel timore che ci fosse qualcuno là fuori, dato che ormai dovevano essere arrivati i primi invitati.

    E l'ultima fase del piano di Olivia consisteva proprio in questo. Sconfiggiamo il mieloma era un party privato, un vero e proprio gala che ogni anno raccoglieva centinaia di migliaia di sterline a sostegno della ricerca per la cura del mieloma. All'evento si accedeva solo tramite invito, ma, dato che Olivia si trovava già all'interno dell'edificio, le sarebbe bastato mimetizzarsi nella folla, trovando poi un angolo nel quale nascondersi in attesa di avvistare Adam Masterson.

    Del resto, era sempre stata brava a nascondersi durante le feste.

    Ripensò alle risate chiassose e alle bottiglie d'alcol che avevano riempito la sua infanzia e giovinezza. Quanto aveva odiato le innumerevoli feste organizzate da sua madre, pur comprendendo il disperato bisogno che aveva Jodie Evans di spillare ogni goccia di divertimento da una vita che le aveva riservato solo guai. Olivia non aveva mai serbato rancore verso sua madre; il suo unico desiderio era che Jodie fosse felice. La consapevolezza di non essere in grado di ripagare sua madre per ciò che le aveva dato era una costante nella sua vita.

    Olivia chiuse gli occhi, inspirando a fondo. Non era il momento di perdersi nei ricordi, accidenti! Doveva darsi una mossa, perché da un momento all'altro sarebbe potuto entrare qualcuno. Si dimenò di nuovo nel tentativo di afferrare la cerniera. «Serve una mano?» chiese una voce inconfondibilmente maschile, e Olivia si immobilizzò prima di alzare lo sguardo verso un uomo che la osservava dalla porta. Capelli scuri, occhi color castano chiaro, mascella squadrata, un naso appena sbilenco... lo riconobbe all'istante. «Adam Masterson» disse con un filo di voce.

    «In carne e ossa» ammise lui a denti stretti.

    Pur spiazzata dall'intensità del suo sguardo, Olivia non poteva non approfittare di un'occasione tanto ghiotta. «Signor Masterson» balbettò, «posso spiegarle...»

    «Devo controllarti la borsa.»

    Confusa, Olivia si chinò goffamente a raccogliere il borsone. «Senta, è proprio necessario?» gli chiese, con un brivido di riluttanza, mentre lui iniziava a rovistare tra i suoi effetti personali.

    «Sì» affermò. «Il mio capo della sicurezza ha paura che ti sia chiusa qui dentro a fabbricare una bomba.»

    Olivia fu pervasa da un'ondata di panico all'idea che la sospettassero di essere una terrorista.

    Calmati, Olivia. Ci sai fare con le parole, te la sei cavata in situazioni ben peggiori, no?

    Anche se temeva che convincere quell'uomo a parole sarebbe stato facile quanto fondere il ferro con un bastoncino di incenso. D'altronde non aveva scelta se non provarci. Così, Olivia fece un passo in avanti, drizzando le spalle.

    «Mi rendo conto che le sembrerà strano, ma non sono una terrorista e non ho intenzione di fare del male a nessuno. Se...»

    Ma Adam Masterson non la stava neanche guardando, figurarsi se l'ascoltava. Era al telefono.

    «Nate» disse. «Ho controllato la borsa. La nostra intraprendente intrusa si è chiusa in bagno per vestirsi, non per fabbricare una bomba.» Ascoltò in silenzio per qualche minuto, poi si rimise il cellulare in tasca.

    Okay, almeno non era più sospettata di essere una terrorista, anche se l'espressione di Adam Masterson non si era rilassata, al contrario si era fatta più torva.

    «Mi dispiace davvero» disse Olivia. «Non intendevo creare tanto scompiglio. Davvero, voglio soltanto...»

    Fu interrotta da una risata sardonica. «So benissimo cosa vuoi fare, e non mi interessa affatto.»

    «Non può saperlo» ribatté Olivia perplessa. Lei stessa stentava a crederci.

    Adam estrasse di nuovo il cellulare.

    «Aspetti un

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