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Attrazione in alto mare (eLit): eLit
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E-book141 pagine2 ore

Attrazione in alto mare (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Quando l'abito non fa il monaco, ma aiuta...

Phoebe Devereaux ancora non riesce a credere di recitare la parte di una ballerina di fila di varietà su una nave casinò di proprietà dell'ex boss Mr. V. e tutto perché quella svitata della sorella si è cacciata nei guai. Ora lei è costretta a fare da informatrice per la polizia, ma la cosa che maggiormente la sconvolge è scoprire che su quella stessa nave lavora, come spogliarellista, Trace McGraw, l'uomo che ormai la perseguita da anni nei suoi sogni più infuocati e con cui in passato ha trascorso una sola notte di intensa passione.

Trace non avrebbe mai immaginato di assistere a un simile spettacolo: la ragazza che si dimena sul palco insieme alle altre è Phoebe. Che cosa ci fa su quella nave? L'unico modo per scoprirlo è riallacciare i rapporti con lei e magari riprendere il discorso da dove lo avevano bruscamente interrotto.
LinguaItaliano
Data di uscita30 giu 2016
ISBN9788858956557
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    Anteprima del libro

    Attrazione in alto mare (eLit) - Cami Dalton

    l'occhio.

    1

    «Come sarebbe a dire che non sai quando sarai di ritorno?» strillò Phoebe Devereaux nella cornetta. «Per quanto tempo ancora credi di potertela spassare ai Caraibi senza un soldo?» Tentò di mantenere la calma. Se avesse perso la pazienza, non sarebbe mai riuscita a farsi raccontare tutta la storia dalla sorella.

    «Tornerò quando le cose saranno sistemate. Ti ho già detto che quel poliziotto, Alvarez, sarà furioso quando scoprirà che ho lasciato la città. Gli ho ripetuto mille volte che non c'è motivo di sospettare di Mr. V., ma lui non ne vuole sapere» rispose Tiffany. «E il denaro non è un problema. Tony viene con me.»

    Phoebe incuneò la cornetta tra la testa e la spalla e si massaggiò le tempie. Sin da quando erano bambine, Tiffany si era sempre cacciata nei guai. Ed era sempre stata lei, la coscienziosa sorella maggiore, a dover correre in suo aiuto.

    «E va bene» riprese infine Phoebe. «Voglio che ricominci daccapo. Raccontami tutto nei minimi particolari.»

    Tiffany emise un sospiro esasperato. «Come ti ho già detto, sabato sera ci sarà un'importante riunione a bordo della Mirage. Sono invitati anche dei tipi di Las Vegas e New York, gente che in passato ha lavorato per lo zio di Tony, Mr. V. Sono sicura che non si tratta di niente di losco, invece Alvarez ne è convinto. Sono venuta a sapere di questa riunione perché Mr. V. in persona ha chiesto a me e ad altre ragazze di esibirci alla festa.» Tiffany esitò un istante. «E i poliziotti vogliono che tenga le orecchie bene aperte e riferisca qualsiasi cosa senta.»

    «Perché proprio tu? Perché non un'altra delle ragazze?»

    «Be'» tergiversò Tiffany, «io ho qualche faccenda in sospeso con la polizia. Se accetto di fare da infiltrata, chiuderanno un occhio su qualche... piccolo guaio che ho combinato. Altrimenti, potrei finire al fresco.»

    «Finire al fresco?» Tiffany aveva sempre avuto un talento speciale per mettersi nei guai, ma non era una criminale. Le piaceva soltanto uscirci insieme.

    Tiffany sbuffò. «Non hanno nulla contro di me. E poi Tony mi ha assicurato che Mr. V. ormai è fuori dai giri illegali. La polizia dovrà rendersene conto.»

    Phoebe chiuse gli occhi e si pinzò la radice del naso. Per l'ennesima volta si trovava a dover tirar fuori dai pasticci la sorella. Aveva giurato migliaia di volte che non sarebbe più successo. Tuttavia, anche se Tiffany non avrebbe mai dovuto fidanzarsi con il nipote di un boss mafioso, lei non riusciva proprio ad accettare la prospettiva che la sorella potesse finire in prigione. Doveva fare qualcosa per evitare che quella sciocca commettesse il peggior errore della sua vita.

    «E va bene, Tiffany, stammi a sentire. Innanzi tutto, devi rompere con quel criminale...»

    «Non è un criminale!»

    «So che sei innamorata di lui, ma non è l'uomo giusto per te.» Phoebe si sforzò di continuare. «Vai subito alla polizia e di' che farai esattamente come ti hanno chiesto. Io cercherò di prendere un volo e ti raggiungerò al più presto. Poi torneremo a casa insieme, qui a San Francisco.»

    «Ti ha dato di volta il cervello? Preferisco finire in prigione che tornare a vivere sotto lo stesso tetto con mamma e papà. E poi, non mi ci vorrebbero neanche.»

    Phoebe trasalì. In effetti, il pensiero di tornare a vivere dai suoi la fece rabbrividire. Abitare a mezz'ora di macchina era già troppo.

    «E non ho intenzione di rompere con Tony» continuò sua sorella. «Anche se la polizia non ha alcun motivo per sospettare di Mr. V., devo ammettere che alcuni dei suoi amici non sono esattamente dei santi. Tony non vuole che abbia a che fare con questa faccenda, specialmente ora che...» Tiffany si interruppe per un attimo, poi riprese. «E poi Tony ha deciso di non occuparsi più dei traffici di famiglia. Solo un pazzo ficcherebbe il naso negli affari di Mr. V., e io non sono tanto sciocca da... Ehi!» Sembrò avere un'illuminazione. «Aspetta un attimo. Credo di aver trovato la soluzione.»

    Phoebe conosceva bene il tono della sorella e rabbrividì. «Qualsiasi cosa tu abbia in mente, scordatelo.»

    «Sono convinta che funzionerà. Siamo entrambe ballerine, giusto?»

    Phoebe sussultò. «Io sono una maestra di danza classica. Tu sei una ballerina di lap dance. C'è una bella differenza.»

    In realtà non disapprovava il lavoro di sua sorella. C'erano molte ottime ballerine nei casinò, ma c'era una bella differenza tra il danzare in tutù piuttosto che in perizoma. Tuttavia, nonostante il commento sarcastico, Phoebe si immaginò nei panni della sorella. Si morse il labbro e chiuse gli occhi. In segreto aveva sempre desiderato assomigliarle di più. Sarebbe voluta essere meno inibita, più intraprendente, avrebbe voluto lanciarsi alla conquista della vita e non fermarsi davanti a nulla. Trovare un uomo attraente e spassarsela... Quel particolare aspetto bloccò all'istante le sue fantasie. Quand'era al college, l'unica volta che aveva deciso di lasciarsi andare era rimasta profondamente ferita. E di sicuro non voleva commettere di nuovo lo stesso errore.

    «Ascolta» riprese Tiffany, «potresti prendere il mio posto sulla Mirage e infiltrarti nella riunione di Mr. V. Sarebbe perfetto.» Phoebe notò l'entusiasmo nel tono di voce della sorella. «Al detective Alvarez non importerà, purché qualcuno gli fornisca le informazioni che desidera.»

    Phoebe rimase senza parole. «Credevo avessi detto che solo uno sciocco ficcherebbe il naso negli affari di Mr. V.»

    Tiffany si schiarì la voce. «Be', ho esagerato. Mr. V. tiene molto alla sua privacy, è vero, ma è una persona adorabile. Devi solo fare attenzione alla sua guardia del corpo, Sonny. Avanti, di' che posso contare su di te. So che non hai niente di meglio da fare, non hai nemmeno un lavoro.»

    Quelle parole la ferirono. «Scordatelo, Tiffany. E per tua informazione ho ancora un lavoro. Il mio ginocchio è guarito, posso tornare a insegnare in qualunque momento.» Non era facile ammettere che non aveva alcuna intenzione di riprendere le lezioni di danza. Se n'era stancata ancora prima che le capitasse l'infortunio.

    Se sette anni prima il suo ginocchio non avesse cominciato a darle problemi, adesso avrebbe avuto la vita che sognava. Ma il New York City Ballet non poteva permettersi una prima ballerina con un futuro a rischio.

    «Avanti, Phoebe» insistette Tiffany. «Di' che prenderai il mio posto sulla Mirage

    Era impossibile averla vinta con Tiffany. Per un istante, Phoebe prese in considerazione quella proposta strampalata. In fondo, non poteva più ballare sulle punte, ma i tacchi alti non avrebbero fatto alcun danno al suo ginocchio.

    Mentre la sorella continuava a parlare in sottofondo, Phoebe si immaginò a danzare in uno di quei costumi succinti e sentì una vampata di eccitazione al solo pensiero.

    Come le venivano in mente certe idee assurde? Non c'era nulla di male a fantasticare, ma diventare una showgirl era ben altra cosa.

    Tiffany doveva aver intuito che stava per ricevere una risposta negativa e si affrettò a riprendere il discorso. «So che la Mirage non è esattamente il tuo palcoscenico ideale, Phoebe, ma non hai nulla da perdere. Guarda la realtà, sei in un vicolo cieco e questa è la tua occasione per uscirne. La vita può offrirti molto, è ora che tu decida di prendere in mano il destino e conquistare ciò che desideri.»

    Phoebe si passò una mano sul volto. «Purtroppo non credo che il modo giusto per farlo sia infiltrarmi nella mafia. Per niente al mondo prenderò il tuo posto a ballare mezza nuda su quella nave, mentre tu ti crogioli al sole dei Caraibi. Quindi risparmia il fiato, non c'è niente che tu possa dire per convincermi.»

    Tiffany rimase in silenzio per un istante.

    «Phoebe, voglio essere onesta con te. Non sto cercando di proteggere me stessa.»

    «Che cosa stai cercando di dirmi, allora?»

    Sua sorella pronunciò infine le parole che avrebbero cambiato la vita di Phoebe. «Aspetto un bambino.»

    Le caviglie di Phoebe ondeggiavano paurosamente sui tacchi vertiginosi. Imprecò sottovoce mentre si affrettava all'appuntamento.

    Una delle ragazze del corpo di ballo della nave, Candy, l'aveva invitata alla sua festa di addio al nubilato. Dopo soli tre giorni, Phoebe sembrava trovarsi perfettamente a proprio agio con le ragazze. Forse perché, per la prima volta, non era la migliore ballerina della compagnia.

    Phoebe sorrise tra sé e sé. Era diventata una ballerina di lap dance. Quel pensiero le sembrava talmente incredibile che scoppiò a ridere. Dovette ammettere che si stava divertendo. Era in città soltanto da pochi giorni, ma si era trovata subito bene. Tutto andava come aveva sperato.

    Grazie alle referenze fornitele dalla sorella, lei era stata assunta senza problemi. Naturalmente non le era stato chiesto di esibirsi alla riunione privata di Mr. V., ma c'era ancora una settimana di tempo. Si sarebbe esibita di lì a due giorni e sapeva che Mr. V. e il suo braccio destro, Sonny, sarebbero stati presenti per vedere come se la cavava.

    Si era anche messa in contatto con il detective Alvarez.

    Sebbene fosse furioso per la fuga di Tiffany, aveva accettato di sottoporre l'offerta di Phoebe ai suoi superiori. Si sarebbero incontrati la mattina seguente all'appartamento di Tiffany per discutere del caso. Per precauzione, Alvarez le aveva raccomandato di non andare alla stazione di polizia una seconda volta.

    In realtà non sospettava che Phoebe potesse essere sorvegliata da qualcuno, ma le aveva consigliato di non sottovalutare Sonny Martorelli.

    Phoebe si sentiva piuttosto nervosa, il pensiero che qualcuno potesse pedinarla e controllare i suoi spostamenti la spaventava a morte e le faceva desiderare di saltare sul primo aereo e tornarsene dritta a casa. Ma ormai non poteva tirarsi indietro. Sapeva di potercela fare. In cuor suo desiderava farlo e non soltanto per Tiffany.

    Aveva accettato di venire a Miami per proteggere il futuro nipotino, ma non era stata solo quella notizia a farle cambiare idea. Era sempre stata una ragazza con la testa sulle spalle, ma ora era la scapestrata sorella ad avere un marito e un bambino in arrivo. Phoebe stava per compiere trent'anni e la sua vita le sembrava vuota. Aveva un lavoro noioso e frequentava uomini noiosi.

    Era arrivato il momento di cambiare le cose, Tiffany aveva ragione. Finalmente avrebbe preso il destino nelle proprie mani. Aveva sempre

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