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Amore alla francese: Harmony Collezione
Amore alla francese: Harmony Collezione
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E-book164 pagine2 ore

Amore alla francese: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

L'amore sboccia dovunque ci siano due cuori pronti a innamoroarsi. Dai mari color smeraldo alle trafficate strade di New York, dai rumorosi locali notturni del Quartiere Latino alla tipica nebbia londinese.

Otto anni prima Romain de Valois, nobile milionario francese, ha stroncato la carriera di Sondra Quinn, emergente fotomodella. Ora, però, le loro strade si sono incrociate di nuovo, e il destino ha deciso di riservare loro nuove sorprese, accompagnandoli in un romantico viaggio che parte da New York fino ad arrivare all'incantevole Parigi.
LinguaItaliano
Data di uscita10 ott 2019
ISBN9788830506176
Amore alla francese: Harmony Collezione
Autore

Abby Green

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Amore alla francese - Abby Green

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Bought for the Frenchman’s Pleasure

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2008 Abby Green

    Traduzione di Cristina Proto

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3050-617-6

    1

    Quando Romain de Valois si avvicinò alla sala da ballo, sulle prime fu felice di vedere le porte chiuse, quasi una sorta di barriera tra lui e quel mondo. Quel pensiero lo colpì all’improvviso. Una barriera? Da quando pensava di averne bisogno?

    Allungò il passo, come a scrollarsi di dosso quell’insolita sensazione. E la successiva fu anche più curiosa... il desiderio di avere qualcuno al proprio fianco al momento di varcare quelle porte. Qualcuno... una donna... che lo tenesse per mano, che capisse senza sforzo ciò che stava pensando, che gli rivolgesse uno sguardo di intesa...

    A un passo dalla porta si fermò, incerto. Cosa diamine gli prendeva? Fantasticare di una donna quando fino a quel momento non aveva mai sentito la mancanza di niente... figuriamoci di una compagna. E una cosa era sicura: nel suo mondo una donna simile non esisteva. Se desiderava una donna del genere faceva meglio a tornarsene nella cittadina francese che si era lasciato alle spalle molto tempo prima... Toccò la maniglia della porta, la girò e aprì.

    Al suo ingresso, nella sala scese un silenzio dettato dalla soggezione. Lui lo notò appena, chiedendosi se avrebbe fatto differenza se non fosse successo. Storse la bocca con evidente cinismo, sorvolando gli sguardi altrui in cerca di sua zia. In quanto capo del più potente gruppo industriale della moda, praticamente comandava ogni singola persona presente in quell’immensa sala da ballo, e persino alcuni di quelli che cercavano di sfruttarli. Lo sapevano loro e lo sapeva lui.

    La folla si mosse per farlo passare, e per la prima volta nella sua vita non avvertì il minimo brivido di anticipazione. In effetti quello che sentiva era... una profonda insoddisfazione.

    Era piuttosto giovane, più ricco di ogni altro uomo in quella sala, e senza falsa vanità sapeva di essere attraente. Cosa fondamentale, era single. E lì a New York questo lo condannava a una taglia sulla testa. Quindi non si faceva illusioni su ciò che le donne amavano in lui. La facilità con cui poteva prendersi la più bella, la più desiderabile, gli causava un sapore sgradevole in bocca.

    Quando vide sua zia si sentì sollevato e si diresse subito verso di lei. In questo modo riportò la mente al motivo per cui si trovava lì quella sera. Doveva esaminare qualcuno per motivi professionali, una modella che gli avevano consigliato di assumere per una delle più redditizie campagne pubblicitarie mai realizzate. Anche sua zia gli aveva fatto pressione, dato che la donna in questione era una delle sue modelle. Ma lui sapeva bene che quella donna, Sondra Murphy, sarebbe stata come ogni altra in quella sala. E in più aveva un passato che, a suo giudizio, la rendeva inidonea. Tuttavia doveva stare al gioco, mostrare di essere almeno venuto per vederla di persona prima di dire no...

    «No.» Sondra prese un respiro, paziente. «Sondra..., non Sorba»

    «È carino quasi quanto te, tesoro... e che origine ha?»

    Gli occhi piccoli dell’uomo la squadrarono di nuovo con una lascivia che spinse Sondra a ritirare di scatto la mano dalla sua stretta sudata. Con educazione e un debole sorriso riuscì a dire: «È un nome di famiglia. È stato un piacere conoscerla, ma, se non le dispiace, adesso devo davvero...».

    «Sondra!»

    Nel sentire il proprio nome si girò, sollevata.

    «Kate...» Lanciò un’occhiata significativa alla sua migliore amica, poi si girò di nuovo verso l’uomo, che strabuzzò gli occhi all’arrivo della splendida bionda.

    Kate si limitò a sorridergli con dolcezza, portandosi via Sondra.

    «Cielo, come sono felice di vederti. Penso di aver bisogno di una doccia dopo questo incontro.» Sondra ebbe un piccolo brivido.

    «Lo so. Prima ha intrappolato me, e quando ti ho vista con lui ho capito che dovevo salvarti.»

    Sondra le sorrise e d’impulso la abbracciò. «Sono così felice che tu sia qui, Katie. Queste serate sono una tale tortura... Pensi che potremmo fuggire da qui?»

    Katie arricciò il naso. «Non siamo così fortunate. Maud ci sta tenendo d’occhio e mi ha già detto che se ce la squagliamo presto ce la farà pagare.»

    Sondra emise un gemito, cogliendo proprio in quel momento lo sguardo della donna in questione: Maud Harriday, capo della Models Inc, l’agenzia di New York per cui lei e Kate lavoravano.

    Le sorrise finché lo sguardo tagliente di Maud non fu distratto da qualcos’altro, poi soffocò un enorme sbadiglio. Erano entrambe in piedi sin dall’alba quel giorno.

    Kate placcò un cameriere che passava e prese due bicchieri di champagne, passandone uno a Sondra. Di solito non beveva quella roba, ma lo prese comunque per salvare le apparenze. A Maud piaceva che le sue modelle dessero l’idea di divertirsi, soprattutto quando si trovavano in mezzo alla baraonda della Settimana della Moda di New York in uno dei migliori alberghi della città, spalla a spalla con alcuni dei personaggi più importanti dei media, della moda e della politica.

    Sondra sorrise. «Grazie. Mi sento sempre come una cavalla da riproduzione in queste occasioni... non sembra anche a te?»

    Kate si stava guardando in giro con interesse. «Oh, non saprei, Sondra...» Imitò l’accento newyorkese di Maud, e ripeté il discorsetto che la donna aveva tenuto poco prima. «Questo è il periodo dell’anno in cui, insieme a quelli già noti, promuoviamo i volti nuovi.» Diede una gomitata allegra a Sondra e sottovoce disse: «Alla veneranda età di venticinque anni noi siamo già vecchie, in caso non l’avessi notato, e facciamo business. Queste sono le persone che investono su di voi, gli inserzionisti della moda che pagano i vostri conti, quindi andate là fuori e siate magnifiche».

    Sondra gettò indietro la testa e rise. «Se ti sentisse ti ucciderebbe.»

    Le loro bellezze contrastanti, una bionda, l’altra bruna, attiravano molti sguardi. E loro condividevano una complicità che aveva radici in una lunga amicizia iniziata quando Kate era arrivata al collegio di Sondra in Irlanda, appena fuori Dublino.

    «Hai visto quanti meravigliosi ragazzi ci sono questa sera, Sondra?»

    Il volto di Sondra si tese. «Kate, non ricominciamo, per favore.» La supplica nei suoi occhi azzurri era evidente. Kate era la sua migliore amica, l’unica persona che la conosceva davvero, che l’aveva vista nelle peggiori condizioni. Sentì risvegliarsi il familiare senso di colpa, anche se sapeva che Kate non vi avrebbe accennato, né l’avrebbe usato contro di lei.

    Con suo sollievo vide l’amica annuire appena.

    «Va bene, sei fuori dai guai per ora. Ma è solo che... sei una delle donne più belle che conosco, dentro e fuori. Desidero solo...»

    Sondra prese la mano di Kate, fermando quelle parole. «Grazie, Katie... ma, sul serio, per ora lascia perdere... va bene?»

    Non era stato difficile individuarla nella folla. Sarebbe stato facile anche solo grazie alle foto, a parte la sua innegabile bellezza.

    Osservò di nascosto l’interazione tra le due donne. Aveva sentito le loro risate prima ancora di intravederla mentre parlava con l’amica. Odiava ammetterlo, ma non erano come le altre modelle, pronte ad adulare gli uomini lì riuniti. Sembravano... due bambine nascoste in un angolo, pronte a marinare la scuola.

    Molti erano i particolari che attiravano l’attenzione: i lunghi capelli corvini scendevano ondulati sulle spalle nude e l’azzurro degli occhi era contornato da ciglia scure. In un vestito a vita alta senza spalline, la curva pallida del seno lasciava intuire una formosità insolita per una top model, e il portamento e la grazia indicavano anni di pratica.

    Quella punta di insoddisfazione stava tornando più forte. Non abituato ad alcun tipo di introspezione, Romain la soffocò agitato.

    Aveva già deciso in cuor suo di non avvalersi dei suoi servizi - soprattutto alla luce della sua precedente notorietà - ma osservandola dovette ammettere che sembrava davvero perfetta per ciò che stavano cercando. Che fosse intenzionale o meno, la sorridente vivacità luminosa sul volto di Sondra Murphy aveva attirato la sua attenzione. Di solito in quegli ambienti le modelle erano sempre attente ad assumere un atteggiamento che tenesse sotto controllo ogni espressione.

    Sentì l’impulso di vederla da vicino, e anche una fitta di desiderio. Fu una reazione che non riuscì a controllare e che lo colse di sorpresa... di nuovo. Era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato di avvertire incontrandola.

    «Belle, vero? Vedo che l’hai trovata.»

    Trasalì al suono della voce bassa e roca alla sua destra. Era stato così evidente? In fretta riprese il controllo del volto, ma la donna accanto a lui non si fece ingannare, dato che lo conosceva bene: solo lei aveva notato quei pochi secondi momentaneamente privi di difese.

    Romain torse la bocca prima di darle un bacio sulle guance e lei batté ironica le ciglia.

    «Se fossi ancora capace di arrossire, mio caro Romain, allora sarei rossa come un peperone.»

    «Ne sono sicuro» scherzò lui secco. «Allora... come stai, ma chére tante

    Lei gli colpì lievemente la guancia con il ventaglio e sorrise con affetto. «Molto bene, ti ringrazio. Siamo onorati di avere qui un uomo del tuo calibro. Sono così felice che per una volta i nostri interessi professionali coincidano, dato che non ti vedo più, anche se immagino che la prospettiva di una sala piena di belle donne sia stato un incentivo alla tua venuta...»

    «Prima mi lusinghi, poi riveli la bassa opinione che hai di me...»

    «Mmh... Con tutte quelle foto sulle riviste di te che corteggi ogni modella disponibile in Europa, capisco che tu possa desiderare nuovi pascoli.»

    Era abituato a quella presa in giro affettuosa, anche se non l’avrebbe tollerata da nessun altro. Con aria assente si guardò in giro. Le parole della zia erano andate a segno: dovette frenare il desiderio di difendersi rivelandole di non avere un’amante da tempo. Ma l’immagine di Sondra Murphy lo innervosì, costringendolo a rispondere allegro: «Tu meglio di tutti dovresti sapere che non puoi credere a tutto quello che leggi sui giornali».

    «Non so come puoi continuare ad accumulare tutti quei miliardi, dato che non sembri averne neanche il tempo. Sempre a folleggiare...»

    «Maud...» mormorò lui con tono di avvertimento, ma con un gesto del tutto inconscio gli occhi si spostarono di nuovo a cercare Sondra.

    La zia non poté fare a meno di notarlo.

    «Ah, giusto... Allora, cosa ne pensi?»

    Scrollò le spalle con indifferenza. «Non sono ancora sicuro...»

    «La sua amica bionda è Kate Lancaster, una ex compagna di scuola. Anche lei è una delle modelle più pagate degli Stati Uniti: viene da Londra, con una parentesi a Dublino.»

    Con un piccolo sforzo, Romain mantenne l’espressione misurata. Anni di controllo sulle emozioni erano diventati una seconda natura e dettavano legge sulle sue azioni. Fingendo una profonda noia, squadrò la ragazza.

    La bionda era davvero meravigliosa. Un invito sensuale dalla bellezza dolce e aggraziata. E... niente. Nessuna reazione. Dovette ricordarsi che il suo scopo quella sera non era procurarsi piacere personale. Anche se il primo sguardo su Sondra Murphy aveva oltrepassato il confine professionale.

    Riportò gli occhi su Sondra e sentì un nuovo sussulto nell’intimo... come una scossa elettrica. Scrollò le spalle, socchiudendo gli occhi.

    La zia notò lo sguardo prolungato sulla modella. «Allora... è all’altezza del suo portfolio?»

    «Naturalmente. Non mi aspetterei niente di meno da una delle tue modelle, Maud. Il dubbio però rimane» mormorò lui con

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