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Storia delle dottrine politiche
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E-book92 pagine1 ora

Storia delle dottrine politiche

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Storia delle dottrine politiche di John Dunn, pubblicato per la prima volta in italiano da Jaca Book nel 1992, può essere considerato un classico della riflessione sulle finalità e i metodi d’indagine propri della storiografia sul pensiero politico.
Introdotto ora da un nuovo saggio del prof. Davide Cadeddu (professore di Storia delle dottrine politiche all’Università degli Studi di Milano), che lo contestualizza all’interno della produzione scientifica dell’autore, questo scritto è ancora in grado di suscitare domande profonde e suggerire risposte originali e attuali sul significato di un approccio peculiare all’analisi delle teorie politiche.
LinguaItaliano
EditoreJaca Book
Data di uscita17 lug 2020
ISBN9788816802353
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    Storia delle dottrine politiche - Davide Cadeddu

    POLITICA

    John Dunn

    STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE

    Con un saggio introduttivo

    di Davide Cadeddu

    Titolo originale

    The history of political theory

    Traduzione dall’inglese di

    Teresita Vanotti

    © 1992, 2020

    Editoriale Jaca Book Srl

    per l’edizione italiana

    Prima edizione italiana

    marzo 1992

    Prima ristampa

    maggio 1996

    Nuova edizione

    giugno 2020

    Redazione e impaginazione

    Elisabetta Gioanola / Jaca Book

    eISBN 978-88-16-80235-3

    Editoriale Jaca Book

    via Frua 11, 20146 Milano, tel. 02/48561520

    libreria@jacabook.it; www.jacabook.it

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    INDICE

    Conoscenza storica e teoria politica. L’importanza dei ‘classici’ secondo John Dunn, di Davide Cadeddu

    STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE

    [Introduzione]

    L’OGGETTO DELLA DISCIPLINA

    IL METODO

    DOMANDE E RISPOSTE

    IL SIGNIFICATO

    COMPRENDERE LA POLITICA:

    VALORI, PRATICHE E ISTITUZIONI

    Bibliografia

    CONOSCENZA STORICA

    E TEORIA POLITICA

    L’importanza dei ‘classici’

    secondo John Dunn

    Davide Cadeddu

    A che serve la storiografia, o la riflessione storica, se essa non può essere in alcun modo magistra vitae?

    Questa è la domanda canonica cui anche John Dunn sembra voler fornire risposta con le pagine del saggio The history of political theory, pubblicato originariamente in italiano come Storia delle dottrine politiche nel marzo del 1992¹, contestualmente alla traduzione della sua opera più celebre dedicata a John Locke², che contribuì a rendere significativa la presenza dell’autore nella cultura italiana³.

    Il testo, confluito nel 1996 nella raccolta The history of political theory and other essays⁴, è organizzato in modo semplice, ma risulta, anche per la sua brevità, a tratti piuttosto ellittico, sia nella versione italiana sia in quella inglese⁵. Un elemento problematico della traduzione, peraltro, potrebbe apparire la corrispondenza, nel titolo del saggio e al suo interno, del termine (plurale) «dottrine» alla parola (singolare) «theory», come accadde anni prima per la versione in italiano della più nota opera di George H. Sabine⁶. Tuttavia, ciò che sembra possibile rilevare, tanto nelle opere di Dunn, quanto nelle pagine di autori a lui vicini per ispirazione metodologica⁷, è innanzitutto un uso sostanzialmente sinonimico di espressioni quali «political thought», «political philosophy» e «political theory»⁸, più di quanto sia capitato o avvenga per sintagmi simili nella cultura italiana, dove, comunque, non si è riusciti a trovare una soluzione coerente⁹. Allo scopo di conservare un nesso diretto con l’espressione originaria di ‘political theory’, in questa analisi si è preferito far riferimento a ‘teoria politica’, che sembra essere in generale più adeguata. A prescindere, in ogni caso, da un possibile stallo nominali stico, l’opera in questione rivela tutt’oggi una sua vitalità intellettuale, poiché offre una risposta chiara e, per certi versi, originale, al dilemma diuturno del rapporto tra storia e azione, storiografia del pensiero politico e attività di teorizzazione politica¹⁰.

    Questo saggio di John Dunn, dopo una prima parte introduttiva, che pone i termini del ragionamento, si articola attraverso una riflessione sull’oggetto, sul metodo e sul significato della ricostruzione storica propria della storia della teoria politica. Infine, dopo un capitolo dedicato alle domande e alle risposte che possono interessare oggetto e metodo da lui descritti, il testo si conclude con alcune ulteriori considerazioni, sulla capacità di comprensione più profonda della realtà politica contemporanea, offerta proprio dalla storia della teoria politica¹¹.

    Se è possibile affermare, secondo Dunn, che le conseguenze intenzionali o inintenzionali delle azioni politiche abbiano più importanza delle intenzioni che le hanno generate, tuttavia, al fine di comprendere queste conseguenze, è rilevante cogliere la causalità sociale, economica e politica che a sua volta le ha prodotte. All’interno della divisione accademica del lavoro, proprio alle scienze sociali è stato attribuito il compito di indagare la causalità riguardante il funzionamento e i risultati delle pratiche e delle istituzioni politiche, mentre alla storia della teoria politica spetterebbe la funzione di analizzare i valori, i fini e le intenzioni che alimentano quelle pratiche e quelle istituzioni¹².

    In questo quadro, uno dei grandi meriti della storia della teoria politica è, secondo Dunn, la sua capacità di opporsi a un riduzionismo accademico che considera la conoscenza politica concentrata soprattutto sull’analisi delle cause empiriche, laddove essa permette di indagare, con ben maggiore profondità, anche quelle morali. La causalità è un tema presente in molte delle opere classiche della storia del pensiero politico, ma, in effetti, esse mostrano la loro importanza ancora attuale soprattutto per l’attenzione rivolta alla natura e alla forza dei valori umani. Tra gli scopi della storia della teoria politica vi è, infatti, proprio quello di ricordare e mostrare lo iato profondo esistente, in termini politici, tra fatti e idee, pensieri e azioni. Inoltre, essa attesta la persistenza di valori storici all’interno di quelle ideologie e pratiche politiche successive, che ne costituiscono una più evidente e strumentale manifestazione.

    La storia della teoria politica, a differenza delle scienze sociali positiviste, permette soprattutto di individuare le ragioni della forza e della fragilità di concetti presenti all’interno di varie ideologie, attraverso una prospettiva privilegiata di lungo periodo e di considerare le ragioni pratiche e valoriali che ne determinarono l’enucleazione. Essa offre così il modo di comprendere con maggiore profondità la politica moderna, rilevando le discontinuità profonde manifestatesi nel corso del tempo e conducendo a capire che i temi del passato – come nel 1992 poteva apparire il progetto della rivoluzione egualitaria socialista – non possono meramente scomparire, bensì possono ripresentarsi sotto altre forme e contenuti in un futuro prossimo. Anche per questa ragione, la storia della teoria politica genera infine una capacità immaginativa e creativa maggiore, sia nel vedere sia nel progettare il futuro, di quanto possa essere offerto, nel primo caso, dalle altre scienze sociali e, nel secondo, dall’esperienza professionale di politici e burocrati¹³.

    Poiché la storia del pensiero politico si caratterizza per la considerazione della volubilità non solo degli interessi degli esseri umani, bensì anche delle condizioni e dello stesso significato che assume

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