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Fantasy nel mondo
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E-book60 pagine44 minuti

Fantasy nel mondo

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Fantasy - saggio (42 pagine) - La narrativa fantasy non arriva solo dal mondo anglosassone! Alla scoperta della letteratura fantastica dal resto del mondo


Esiste una tradizione ricca e illustre in altri paesi, dal realismo magico sudamericano (celebrato anche dalla Disney col recente Encanto) al wuxia orientale; dai fortunati romanzi della serie The witcher di Sapkowski al fantasy africano, che ha rielaborato, tra le altre cose, il dramma del colonialismo. Questo nuovo capitolo della Guida al fantasy ci porta tra i sette continenti del nostro mondo, alla scoperta della letteratura fantasy per area geografica!


Classe 1990, Gloria Bernareggi ha conseguito il diploma di Tecnico dei Servizi Ristorativi indirizzo cucina, e ha poi deciso di trasformare la sua passione per il mondo editoriale in lavoro, prima iscrivendosi alla facoltà di Lettere Moderne, poi lavorando come collaboratrice per Il Giornale di Monza. Successivamente, ha iniziato collaborazioni con diverse realtà editoriali come digital content creator (in partiolare nel settore food) e come correttrice di bozze.

Scrive a quattro mani con la collega Sephira Riva e, sempre con lei, co-gestisce il blog Moedisia.eu dove si occupa di letteratura fantastica, narrativa inclusiva e critica letteraria. E per non tradire la propria vena gastronomica ha ideato la rubrica Ricette letterarie: ricette tratte dai suoi libri fantasy preferiti – e non solo.

Classe 1990, Sephira Riva è laureata in Chimica e ha conseguito il dottorato di ricerca in Ingegneria dei Materiali. Ha vissuto per anni all’estero (Galles, Germania, Norvegia), lavorando per l’Agenzia Spaziale Europea e per l’Istituto Italiano di Tecnologia. Ha quindi avuto svariate occasioni per incontrare alien* e analizzarne i manufatti!

Pur avendo intrapreso una carriera prettamente scientifica, ha mantenuto un profondo interesse per la letteratura, partecipando a corsi e workshop di scrittura e storytelling. Scrive in coppia insieme a Gloria Bernareggi da molti anni e insieme a lei gestisce il blog Moedisia.eu, in cui si occupa di critica letteraria, narrativa inclusiva e fantasy, con post e approfondimenti tematici.

Per Delos Digital ha già pubblicato Addendum alla proposta di legge sul diritto all’autodeterminazione degli oggetti, nella collana Futuro Presente curata da Elena Di Fazio e Giulia Abbate.

LinguaItaliano
Data di uscita16 mag 2023
ISBN9788825424591
Fantasy nel mondo

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    Anteprima del libro

    Fantasy nel mondo - Gloria Bernareggi

    10.1 Introduzione

    Chiunque abbia fatto un giro in libreria per sostare qualche minuto di fronte allo scaffale dedicato al fantasy, non potrà non aver notato l’assoluta preponderanza di opere provenienti dal mercato anglofono. È uno strano paradosso: sappiamo che i reami del fantastico sono sterminati e popolati da creature di ogni tipo, eppure traduciamo (e leggiamo) quasi esclusivamente storie provenienti dallo stesso posto.

    Il fantastico, come ogni genere letterario, si nutre delle esperienze di vita di chi lo scrive, ma se limitiamo il nostro orizzonte alla produzione statunitense e britannica, andiamo a inserire anche in Fantàsia un bias culturale, sociale e linguistico. Nella pratica, questo può implicare una percezione di superiorità della narrativa anglofona, in forza dei suoi numeri; insieme all’idea che chi voglia pubblicare fantasy in Italia debba usare uno pseudonimo inglesizzante; infine, la proliferazione di romanzi fantasy ispirati tutti agli stessi, pochi, modelli.

    Facciamo un esempio semplice: a chi scrive viene spesso domandato Chi sono i tuoi modelli di riferimento? Vi sfidiamo a trovare autor* di nazionalità italiana che abbiano citato qualche compatriota, e autor* di lingua inglese che abbiano indicato a modello opere non anglofone. L’uno segue, l’altro guida (e non si volta indietro).

    L’idea della superiorità del fantasy anglofono è talmente radicata nel nostro contesto culturale che possiamo realmente considerarla un costrutto coloniale. E a malapena ci rendiamo conto di quello che ci stiamo perdendo: quante cose potremmo imparare, leggendo cosa viene immaginato in Cile o nelle Filippine? In che modo l’incontro con un fantastico davvero alieno andrebbe a influenzare le nostre strutture di pensiero?

    Se vogliamo prendere sul serio questo genere letterario, dobbiamo riconoscere che al momento si trova in pastoie, prigioniero di un anglocentrismo decisamente sorpassato.

    Un radicale cambio di prospettiva potrebbe infatti farci retrodatare fantasy e fantascienza di qualche secolo, oltre a spostarne il luogo di nascita in Africa.

    Come osserva W. Kahiu:

    La fantascienza è un genere che è stato utilizzato per lunghissimo tempo in Africa. Era presente da ben prima che i nostri genitori venissero al mondo. Se consideriamo la fantascienza come una scienza fittizia, o l’elemento speculativo in una storia, allora dobbiamo dire che il nostro folklore è fantascienza perché abbiamo usato la botanica; abbiamo usato l’entomologia; abbiamo usato l’idea degli animali per raccontare una storia; l’idea di insetti per raccontare storie; o l’idea delle scienze naturali, usando alberi per raccontare storie… Perciò, fantasy e fantascienza non sono novità in Africa. È come abbiamo sempre raccontato storie (…), come abbiamo comunicato morale e tradizione, codici di condotta, come essere parte della società. 1

    L’affermazione di Kahiu trova riscontro nella ricca e articolata tradizione di storytelling del continente africano, portata avanti fino ai nostri giorni; purtroppo, è ritenuta di valore inferiore rispetto alla comunicazione scritta, e quindi mai studiata in relazione al resto del corpus del fantastico (a proposito: anche l’idea che l’apprendimento attraverso testi scritti sia superiore a quello per via orale è un retaggio colonialista). Crediamo invece che lo storytelling, portato avanti sia in forma tradizionale che di performance interattiva, rappresenti un raro momento di abbandono fiducioso all’alterità. La scarsità di informazioni su questo tema ci costringe a lasciare l’indagine in sospeso, ma se ti abbiamo incuriosit* non possiamo che consigliarti di assistere a uno dei festival di storytelling che si tengono in tutta Europa (per esempio, il Beyond the Border Festival

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