Parlare in versi
Di Saro Trovato
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La poesia giusta al momento giusto
Cosa sarebbe la nostra vita senza la poesia? Senza quella capacità che hanno i versi di esprimere, con poche, semplici parole, concetti complessi, emozioni universali? Quante volte abbiamo desiderato poter citare la poesia di un certo autore per rendere più chiaro ciò che stavamo provando? Questo libro è un ricchissimo compendio di liriche adatte a tutte le occasioni. Tra queste pagine si potrà trovare in modo immediato il verso ideale da utilizzare in ogni situazione. Come un moderno Cyrano de Bergerac, che suggerisce le parole, Saro Trovato ci conduce alla scoperta di versi più o meno noti, che è affascinante recuperare nella nostra vita quotidiana: durante un primo appuntamento, per chiedere perdono a un amico, per dire arrivederci a qualcuno, per una dedica a chi si stima. Ma anche in un colloquio di lavoro o in una riunione tra colleghi. Grazie alla parola poetica alcuni momenti diventano speciali, si fissano nella memoria in modo indelebile. E alcune situazioni delicate possono avere esiti imprevedibili.
Fa’ entrare la poesia nella vita di tutti i giorni
Rendi indimenticabili i momenti che contano
Hanno scritto di Perché diciamo così:
«Un viaggio nel nostro passato ma anche nel nostro immaginario collettivo, che la lingua plasma e riflette. Un lavoro imponente e utile.»
La Repubblica
«Un libro da leggere.»
Corriere della Sera
Saro Trovato
è sociologo ed esperto in comunicazioni di massa. Nel 2012 ha fondato il media digitale Libreriamo, per promuovere la lettura, i libri e la cultura attraverso i canali digitali: oltre un milione di persone oggi ne seguono attivamente la Media Community. Nel 2019 Facebook e Forbes Italia hanno premiato tale impegno, celebrando Saro Trovato tra i dieci game changer italiani per aver rivoluzionato la divulgazione culturale attraverso i canali social, avvicinandola all’interesse del grande pubblico grazie a un linguaggio innovativo e democratico. La Newton Compton ha pubblicato Perché diciamo così. Origine e significato dei modi di dire italiani, e Parlare in versi.
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Recensioni su Parlare in versi
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Anteprima del libro
Parlare in versi - Saro Trovato
Prefazione
Tre appunti sulla poesia
Franco Arminio
(Poeta e Scrittore)
1.
Kafka diceva: poesia è malattia. Noi adesso possiamo dire: poesia è cura. Non lo è sempre, non è una cura che funziona per tutti e per tutte le poesie, ma è abbastanza sicuro che leggere versi può sciogliere alcuni malanni, può mettere un filo di consolazione o di sana disperazione nella carne.
2.
Dire che la poesia può curare non significa che la poesia deve essere scritta con questo intento. Bisogna scrivere quello che è necessario, quello che ci impone il nostro corpo. Chi scrive deve arrischiarsi, la poesia che cura non esce mai da un testo scritto in una zona di sicurezza. La poesia che cura è frutto di una furia indomita, di una ricerca a oltranza.
3.
La poesia che cura può essere semplice oppure oscura, non è questo il punto dirimente. Io mi sono curato con Michaux e con Caproni, con Penna e con Char. La poesia non è una stazione con un solo binario e non prevede nessuna stazione di arrivo. I poeti muoiono in viaggio.
Introduzione
Il verso giusto… al momento giusto
Saro Trovato
(Autore e Fondatore di Libreriamo)
Ci sono alcuni sentimenti, ho imparato, per i quali non abbiamo mai trovato le parole giuste.
Jodi Picoult, scrittrice statunitense
La poesia è vita e la vita ha bisogno di poesia. I poeti di tutte le epoche, grazie ai loro versi, hanno regalato all’umanità un patrimonio espressivo meraviglioso. Un bagaglio infinito di conoscenza che ci può aiutare ad affrontare il presente e prepararci al futuro. Non c’è momento della nostra vita in cui non abbiamo bisogno di relazionarci e di comunicare con gli altri. Tutti noi abbiamo esigenze in molti momenti della nostra vita di un verso giusto da proporre, condividere, donare.
I social sono l’esplicita testimonianza che i versi poetici fanno interagire costantemente milioni di persone. I versi e la poesia sono fondamentali per celebrare una ricorrenza, un momento importante, un sentimento, uno stato d’animo. In alcune occasioni ci possono aiutare a risolvere qualche problema negli affetti e nel lavoro, a trovare una soluzione per rinsaldare un rapporto o ricomporlo qualora si fosse incrinato.
L’autore di questo libro non è un linguista e neppure un esperto di letteratura, ma un sociologo prestato al mondo della comunicazione che ha un grande amore per la poesia. Quindi le relazioni e i rapporti tra persone motivano la stesura di questo lavoro. È sua convinzione che le belle parole, i versi poetici possono essere la linfa vitale per lo sviluppo di relazioni positive e costruttive.
Basta osservare le ricerche effettuate sui motori di ricerca presenti su Internet, per constatare che le poesie e i versi sono soggetto e oggetto di costante e continuativa attenzione. Milioni di persone tutti i giorni su Google sono a caccia di un verso o di una poesia necessari per esprimere il loro pensiero, colpire gli altri, manifestare un’emozione, destare l’attenzione.
La poesia è conoscenza, esperienza, emozione, pensiero, intelletto. Nella poesia c’è l’umanità intera nelle sue innumerevoli rappresentazioni, la storia stessa dell’uomo. I versi poetici, pertanto, sono un dono assoluto, un patrimonio dell’umanità che va tutelato e allo stesso tempo fatto conoscere sempre di più, perché possono aiutare a migliorare la società.
L’idea alla base di questo libro nasce dalla volontà di offrire al lettore una sorta di Atlante dei versi poetici, una guida per la scelta, in modo veloce e immediato, della frase più giusta da utilizzare a seconda del momento o della situazione. Il volume attinge dall’esperienza di Libreriamo (https://libreriamo.it) il media digitale dedicato alla promozione della lettura, dei libri e della cultura, che oggi vanta una community di circa un milione e duecentomila persone, fondato e diretto da chi scrive, con il prezioso costante contributo di Salvatore Galeone e Sarah Zocco.
Fin dagli albori di Libreriamo, nel 2012, la poesia e i versi sono stati, nella proposizione dei contenuti al pubblico, tra i più apprezzati, riuscendo a generare milioni di interazioni e condivisioni, contribuendo in tal senso e in modo strumentale alla conoscenza e alla divulgazione dei libri, dell’arte e della cultura. Questo libro segue la strada percorsa da Libreriamo, diventandone portavoce, nella convinzione che la cultura debba essere sempre più accessibile, pop, smart. La poesia merita di arrivare al maggior numero di persone possibili. Quasimodo, Ungaretti, Merini, Saba, Montale, Rodari, Leopardi, Pascoli, Arminio, Gualtieri, solo per fare qualche nome, sono state le star di Libreriamo e grazie a questo libro possono diventare i migliori compagni di viaggio e i consulenti linguistici dei lettori che decideranno di sfogliare questo volume.
Per la sua realizzazione, volutamente semplice nella sua presentazione, è stato necessario un enorme lavoro di ricerca e selezione dei versi da destinare alle varie sezioni presenti all’interno dello stesso, interpretando le diverse occasioni della vita.
Non essendo l’autore un critico o un esperto ma semplicemente un amante della poesia, oltre al supporto del team di Libreriamo, sono stati coinvolti alcuni esperti, primo tra i quali il poeta e scrittore napoletano Achille Pignatelli che, seppur a distanza, ha contribuito in modo determinante ed esemplare alla realizzazione di questo volume. Si è voluto, inoltre, analizzare che cos’è la poesia, in tal senso è stato prezioso il contributo del professore e scrittore Dario Pisano.
È convinzione dell’autore che, per evangelizzare e avvicinare chi solitamente non è attratto dalla cultura perché considerata distante, noiosa e polverosa, ad esempio i più giovani, bisogna sapersi sporcare le mani e il pensiero, alla ricerca di trovare il linguaggio ideale per costruire un collegamento con chi utilizza codici di significato diversi.
Un ringraziamento speciale a Newton Compton e ad Alessandra Penna che hanno creduto in questo progetto affascinante quanto periglioso, stimolando e incoraggiando l’autore in tutto il percorso di realizzazione.
Il verso giusto… in amore
Parlare d’amore non è mai semplice, come non è semplice aprire il proprio cuore e manifestare i propri sentimenti.
In questo capitolo incontreremo diversi autori, utili a trovare il verso giusto in diverse situazioni; che sia un colpo di fulmine dovuto a un incontro fortuito, una dedica per il primo appuntamento, un suggerimento per dichiararsi o lasciarsi, celebrare l’amore eterno o il corpo dell’amato, qui troverai quello di cui hai bisogno. Usare le parole giuste, spesso, fa la differenza.
Per esempio, ti sei mai trovato nei panni di Catullo, quando fa l’elenco dei baci che vorrebbe ricevere dalla donna amata, e non trovare le parole giuste per dirlo? Oppure, ti sei mai soffermato sull’importanza di un abbraccio, come ha fatto Alda Merini? O ancora, sei mai stato travolto, come Pablo Neruda, dal desiderio?
Anche i grandi poeti del passato sono come noi e hanno vissuto esperienze simili alle nostre. Perché non imparare dai loro versi?
La conquista
Il colpo di fulmine, la conquista, insomma l’innamoramento in generale, è sicuramente una delle fasi più delicate nel rapporto tra due persone, ma, allo stesso tempo, è il punto di partenza, il primo sguardo su un mondo sconosciuto e allo stesso tempo emozionante.
Se fossimo nel regno animale basterebbe sfoggiare i colori o le forme del corpo, oppure danzare o cantare. Poiché, come ricorda Aristotele, siamo l’unico animale capace di usare i gràmmata, le parole, dobbiamo saper usare quelle giuste.
Pochi versi descrivono il momento del colpo di fulmine come quelli di A una passante di Baudelaire o come Il tuo nome ignoro di Pessoa; con O frenetiche notti! di Emily Dickinson siamo già immersi in un interesse più vivo e tangibile, un interesse che, lentamente, invade anche i sogni, come nel caso di Nazim Hikmet in Ho sognato della mia bella.
Il viaggio ha inizio, addentriamoci lungo i sentieri dell’amore.
Un lampo… poi la notte!
Charles Baudelaire, A una passante, 1855, da I fiori del male
Il verso esprime in maniera estremamente vivida e precisa un colpo di fulmine che ci sorprende in maniera inaspettata, quindi possiamo usarlo nelle situazioni in cui incontriamo una persona che ci rapisce con un singolo sguardo e abbiamo una sola possibilità per comunicarle che ci piace.
Il verso fa parte della poesia A una passante, che descrive un colpo di fulmine. Questo improvviso incontro è una rivelazione, un’epifania che si fa largo come un lampo luminoso; Baudelaire, infatti, è immerso nel caos cittadino, preso dai suoi impegni come potremmo esserlo noi nel corso della vita quotidiana, poi, all’improvviso, dalla folla emerge una donna che lo cattura con la sua bellezza e l’eleganza del portamento. I due protagonisti si avvicinano a ogni passo, fino a quando il poeta incontra lo sguardo della donna e, per un istante, si trovano fianco a fianco, poi la donna scompare nello stesso caos da cui è emersa, lasciando il poeta nella malinconia dovuta all’opportunità perduta.
I fiori del male è l’opera più famosa del poeta, pubblicata per la prima volta nel 1855. Con la raccolta, che segna il passaggio dal Romanticismo al Decadentismo, Baudelaire mira, attraverso una poetica cupa e spesso surrealista, a mettere in discussione il buon costume della Parigi del suo tempo, cosa che costò al poeta diverse denunce per oltraggio alla morale e al pudore.
Un lampo… poi la notte! – Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m’ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell’eternità?
Un éclair… puis la nuit! – Fugitive beauté
Dont le regard m’a fait soudainement renaître,
Ne te verrai-je plus que dans l’éternité?
* * *
Sogno o rammento?
Fernando Pessoa, Il tuo nome ignoro
da Un’affollata solitudine. Poesie eteronime, 2012
Questo verso è perfetto per quegli incontri fugaci e improvvisi, quando conosciamo una persona che cattura il nostro interesse e il nostro cuore, ma dopo quel primo incontro, proviamo a tornarci con la mente ma il ricordo appare così fumoso e impreciso da portarci a dubitare che sia avvenuto davvero.
Il verso, inserito nella poesia Il tuo nome ignoro, comunica un senso di tenerezza e, allo stesso tempo, malinconia. Inseriamo il verso nel suo contesto. Il tuo nome ignoro è dominata da un tono di inquietudine e smarrimento. Il poeta sembra aver dimenticato tutti i particolari del primo incontro: il nome, il volto, le parole, il luogo, fino a ipotizzare di essersi perso in un sogno.
Un’affollata solitudine. Poesie eteronime, pubblicata nel 2012, è un’antologia che raccoglie l’intera produzione di Pessoa, che nel corso della sua vita scrisse molte poesie utilizzando diversi pseudonimi, mostrando i risvolti filosofici ed emotivi di questa scelta stilistica che risente degli influssi della psicoanalisi.
Era mattina, nebbia, era dicembre,
Quando ti trovai e ti persi.
Sogno o rammento?
Era manhã, nevoeiro, era Dezembro,
Quando te achei e te perdi.
Sonho ou relembro?
* * *
Se fossi accanto a te,
Queste notti frenetiche sarebbero
La nostra estasi!
Emily Dickinson, O frenetiche notti!, da Poesie, 2017
Quando la notte è animata dal pensiero della persona che ha rapito il nostro cuore, possiamo utilizzare questi versi così vibranti e accorati; possiamo scegliere di inviarli con un messaggio, palesando che stiamo pensando a lei, oppure mostrarci vaghi condividendoli sui social. L’importante è esternare questo pensiero che tinge la notte di attesa.
Non sappiamo quando Emily Dickinson ha composto questi versi ("O frenetiche notti! / Se fossi accanto a te, / Queste notti frenetiche sarebbero / La nostra estasi!"), pubblicati nel 2017 nell’antologia Poesie, la sua intera produzione è stata pubblicata postuma, possiamo supporre che abbia scritto questi versi per una persona così speciale da invadere il momento del riposo con il suo pensiero, fino a portare la poetessa a desiderarne la presenza.
L’opera Poesie raccoglie l’intera produzione di Emily Dickinson, che, nonostante scrisse poesie di una bellezza rara, passò totalmente inosservata. La poetessa scriveva poesie per amici e parenti, come dediche o doni speciali, e solo alla sua morte ci si rese conto del suo straordinario talento.
O frenetiche notti!
Se fossi accanto a te,
Queste notti frenetiche sarebbero
La nostra estasi!
Wild nights! Wild nights!
Were I with thee,
Wild nights should be
Our luxury!
Ho sognato della mia bella
m’è apparsa sopra i rami
Nazim Hikmet, Ho sognato della mia bella, 1947,
da Poesie d’amore
Immagina di aver sognato la persona amata, o di essere impegnato nelle attività della quotidianità e di essere rapito da un solo pensiero. Questi versi sono una dedica perfetta per manifestare alla persona che ha rapito il nostro cuore che stiamo pensando a lei.
Sulla composizione dei versi tratti dalla poesia Ho sognato della mia bella, pubblicata nel ’64 nella raccolta Poesie d’amore, sappiamo che è stata composta nel 1947 nel carcere di Bursa (Anatolia), dove Hikmet si trovava imprigionato con accuse di propaganda comunista e di complotto contro il governo. Questa come altre poesie fa parte delle Lettere dal carcere a Munevvér, che comprendono i versi indirizzati alla moglie, rimasta bloccata in Turchia e che il poeta non rivedrà mai più a causa del clima politico della sua patria.
In Poesie d’amore, l’opera più famosa di Hikmet, pubblicata nel 1964, il poeta affronta tematiche legate all’impegno civile, alla speranza per un mondo migliore e all’amore con un linguaggio semplice, romantico e diretto.
Ho sognato della mia bella
m’è apparsa sopra i rami
passava sopra la luna
tra una nuvola e l’altra.
* * *
Il primo appuntamento
Il primo appuntamento è come stare sulla soglia di una porta. Certo, non neghiamo che ci sia un po’ di imbarazzo e di insicurezza, ma va detto che quella sensazione di trovarsi per la prima volta a contatto con la persona che ci interessa, noi due occhi negli occhi, è di una tenerezza indescrivibile; sfiorarsi la mano, il primo bacio, restare in contemplazione della persona amata e osservarla in silenzio. Non è emozionante?
Godiamoci l’agrodolce tempesta del primo appuntamento e, soprattutto, chiediamo ai poeti un po’ di supporto. Prévert risponde con I ragazzi che si amano, elogio del primo amore; Neruda, invece, in Mi piaci quando taci ci parla della gioia che si prova nell’osservare la persona amata; subentra Emily Dickinson e con Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi sottolinea l’importanza di mostrarsi rassicuranti, che bisogna comunicare l’impegno ad aver cura della persona amata; infine Gabriele D’Annunzio ci indica le parole giuste per stringere tra le proprie braccia già al primo appuntamento l’altra persona.
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Jacques Prévert, I ragazzi che si amano,
1945, da Spectacle
Questi versi sono un invito a vivere l’esperienza dell’amore senza curarsi del parere degli altri, in particolare degli adulti, troppo distanti dalla meraviglia e dalla passione dell’adolescenza. Il primo amore e il primo appuntamento sono momenti di tenerezza e libertà, e nessuno può o deve frapporsi in questa magica dimensione che pretende il massimo coinvolgimento.
Prévert, con i suoi versi, crea una contrapposizione tra l’amore adolescente, passionale e leggero, e quello maturo degli adulti mentalmente chiusi e che, forse, hanno dimenticato cosa si prova durante il primo amore. È interessante, a questo punto, raccontare una piccola curiosità sui versi del poeta francese. I ragazzi che si amano è stata scritta nel 1945, una fase storica complessa animata da una certa rigidità morale. L’impostazione della poesia fa percepire una critica alla chiusura mentale della società, troppo impegnata a giudicare e vietare, mentre l’amore diventa un simbolo di assoluta libertà e, forse, di resistenza.
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Loro sono altrove ben più lontano della notte
Ben più in alto del sole
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore
Les enfants qui s’aiment ne sont là pour personne
Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit
Bien plus haut que le jour
Dans l’éblouissante clarté de leur premier amour
* * *
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice
Pablo Neruda, Mi piaci quando taci, 1924, da Venti poesie d’amore e una canzone disperata
Immagina di trovarti al vostro primo appuntamento, entrambi sopraffatti dalla timidezza. Siete seduti a un bar o a cena fuori, immersi in un tenero silenzio che comunica molto. Questo verso di Neruda è un ottimo modo per rompere il ghiaccio e allo stesso tempo fare un dolce complimento alla persona che ha rapito il nostro cuore.
È interessante sapere che i versi che compongono Mi piaci quando taci non sono dedicati a una singola donna. L’intera opera Venti poesie d’amore e una canzone disperata, infatti, è ispirata a più donne, delle quali Neruda quasi si serve per creare una donna ideale a cui rivolgersi e che, nel corso dell’opera, assume i tratti di una donna autonoma, presentata al lettore come fonte di un amore dalla vibrante sensualità. All’uscita dell’opera, Neruda confessò che la sua stesura fu influenzata dalla relazione con una ragazza di Temuco e una di Santiago, nominate con lo pseudonimo di Marisol e Marisombra. A ogni modo, stando alle poesie presenti nella raccolta, la relazione con la donna ideale non è sempre facile, anzi spesso i componimenti sono dominati da un clima di distanza e silenzio, ed è quindi lecito dedurre che anche le relazioni reali poste alla base dell’opera fossero travagliate e incostanti.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
Eres como la noche, callada y constelada.
Tu silencio es de estrella, tan lejano y sencillo.
* * *
Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano
Emily Dickinson, Se io potrò impedire a un cuore
di spezzarsi, da Poesie, 2017
Tu e la persona amata siete da soli, magari al tavolo di un bar oppure state bevendo qualcosa all’aria aperta. A un certo punto il discorso cade su di voi, sulla frequentazione e sulle delusioni passate. Con le parole della poetessa, così semplici e dirette, abbiamo la possibilità di dire in maniera efficace che è l’amore a rendere autentica la nostra vita, mostrando la nostra intenzione di avere cura della persona amata.
I versi di Emily Dickinson così pieni di amore e scritti a cuore aperto, delicati come i gesti d’affetto che rendono unica la nostra vita, sono un invito a seminare piccole azioni che sbocceranno, poi, nei cuori degli altri, comunicano impegno e cura verso il mondo esterno e mostrano la sensibilità di cui sono pregni i piccoli gesti. Riguardo i versi di Emily Dickinson, è interessante ricordare che la poetessa non ebbe alcun riconoscimento durante la sua vita, anzi la sua vasta produzione poetica è stata pubblicata postuma, ricostruita attraverso i biglietti che accompagnava ai suoi doni e dopo diversi ritrovamenti. Chissà chi è il destinatario di questa meravigliosa poesia, forse un amico o un parente, di sicuro una persona molto fortunata.
Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano.
If I can stop one Heart from breaking
I shall not live in vain.