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P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® - Non si sfugge a Se Stessi
P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® - Non si sfugge a Se Stessi
P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® - Non si sfugge a Se Stessi
E-book351 pagine3 ore

P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® - Non si sfugge a Se Stessi

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Info su questo ebook

Cosa spinge una persona a inseguire la perfezione, sottostare alla volontà altrui o percorrere una strada già tracciata che porta dritti al fallimento? Sono le regole nascoste che abbiamo generato fin dalla gravidanza e che ora condizionano la nostra esistenza senza che ce ne rendiamo conto. Il metodo P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® spiega come queste regole influiscano sulle nostre scelte e relazioni attuali. Attraverso le storie dei protagonisti, l'autore ci porta a comprendere il significato profondo delle proprie azioni, la loro origine e come modificarle per realizzare pienamente se stessi. Le "regole nascoste" emergono già durante la gestazione, quando siamo programmati per adattarci all'ambiente che ci attende dopo la nascita. Se non vengono aggiornate, queste regole possono portare a una vita di privazioni, dipendenza dagli altri e fallimenti. Con "Non si sfugge a Se Stessi" l'autore insegna a riconoscerle e sostituirle per vivere come creatori della propria esistenza. Un viaggio di scoperta che porta a nuove prospettive su se stessi, gli altri e il mondo.
LinguaItaliano
Data di uscita19 ott 2023
ISBN9791221451108
P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® - Non si sfugge a Se Stessi

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    P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® - Non si sfugge a Se Stessi - Francesco Peraro-Pireddu

    Francesco Peraro-Pireddu

    Non si sfugge a Se Stessi

    L’essere umano non é libero

    ma ha il libero arbitrio di scegliere come agire

    Frontespizio.jpeg

    P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® - Non si sfugge a Se Stessi

    Francesco Peraro-Pireddu

    ISBN 9791221451108

    © 2023 - Tutti i diritti riservati all’Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di self-publishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

    Youcanprint

    Via Marco Biagi 6 - 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Made by human

    Questo ebook è stato realizzato in versione flessibile per adattarsi alle caratteristiche dei differenti supporti di lettura (dispositivi o app). Ciò nonostante è possibile che alcuni dispositivi o alcune app non visualizzino correttamente il testo. L'autore garantisce che l'ebook ha superato i test di controllo richiesti anche da Amazon per la lettura sui supporti Kindle e relative app.

    Prima edizione ebook – ottobre 2023 (V-UCUZDT)

    Seconda edizione cartacea – agosto 2023

    Osservazione Esistenziale

    Il seguace osserva il dito del Maestro.

    Il fedele osserva dove il dito del Maestro indica.

    Il saggio ascolta le parole del Maestro,

    osserva dove il dito indica,

    e decide cosa tenere e cosa lasciare andare,

    diventando Maestro di se stesso.

    Chi di questi volete essere?

    L’Albero Esistenziale

    Potete guardare questo libro come un albero:

    nella Parte Prima,

    ci sono i fiori e i frutti (Le Storie)

    e la chioma (le Osservazioni Esistenziali);

    nella Parte Seconda,

    trovate le radici, ciò che permette all’albero di Stare in Vita;

    nella Parte Terza,

    ci sono il tronco e i rami,

    ciò che mette in comunicazione le radici alla chioma,

    e permette ai fiori e ai frutti di manifestare l’albero.

    Il Metodo

    Il metodo P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® non è sostitutivo di nessuna pratica medica e non intende porsi come verità assoluta, o superiore ad altre, ma come punto di vista Esistenziale della vita e di noi stessi.

    Sta al lettore valutare se queste Osservazioni Esistenziali trovano riscontro nella sua vita.

    Le informazioni presenti in questo libro, sono utili e funzionali per meglio comprendere se stessi, le proprie Regole Esistenziali, e come portare un cambiamento dove si ritiene necessario.

    Ma non sono da considerarsi esaustive al fine di praticare il metodo P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita® sugli altri, se non nei casi indicati dall’autore.

    Se interessati, si consiglia di contattare l’autore, il quale non è responsabile dell’utilizzo improprio delle stesse da parte del lettore o chi si presentasse come Consulente Esistenziale.

    Al momento della pubblicazione di quest’opera, nessun Consulente Esistenziale è stato formato e autorizzato dall’autore a praticare il Metodo P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita®.

    È possibile accedere al sito inquadrando il QR Code, dove poter contattare l’autore, vedere il calendario degli eventi (incontri, presentazioni, conferenze), e di accedere ai link presenti nel libro (Fonti e Bibliografia).

    Info: regolenascostevita@gmail.com

    https://francescopiredd4.wixsite.com/pecc

    IMG_3735.png

    Note dell’autore

    Questo libro è stato scritto per fare ordine nei miei appunti sulle Osservazioni Esistenziali, riguardo il senso della vita in generale e, in particolare, la mia. Con i primi corsi di Pranic Healing©¹, iniziati nell’autunno del 2006, mi sono trovato a incontrare persone che come me cercavano risposte, e possibili soluzioni, ai loro problemi fisici, mentali, emozionali, professionali, economici, relazionali. Risposte soddisfacenti e possibili soluzioni che le medicine istituzionali, o le tecniche di crescita personale non riuscivano, o solo in parte, offrire.

    Assieme all’indagine eterica che effettuavo tramite le tecniche del Pranic Healing©, venivano sempre più delineandosi dei paradigmi che successivamente avrei compreso essere Progetti, Programmi, Regole, Clausole e Variabili Esistenziali.

    Il principio intuitivo che stava alla base delle Osservazioni era che nulla si poteva manifestare nei differenti Piani dimensionali, senza l’azione di un’Intelligenza super partes, definita dall’autore Suprema Creazione, un’Intelligenza Creatrice non limitata dal credo scientifico, religioso o spirituale, con il Proposito di esprimere se stessa in tutte le infinite combinazioni possibili, creando costantemente Progetti Esistenziali capaci di manifestarsi nella multidimensione spaziale-aspaziale e temporale-atemporale, ognuno ben distinto nel Proposito, nello Scopo e nell’Obiettivo, come vedremo meglio in seguito.

    Da questa personale ricerca nasceva nel 2016 P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita®, con l’intento di dare un nome e fare una classificazione dei possibili Progetti Esistenziali (Umano, Animale, Vegetale e Minerale) definendone i Programmi, le Regole, le Clausole e le Variabili.

    Le storie che seguono sono state scritte in forma fantasiosa, alcune collegate a un’esperienza diretta dell’autore, altre basate su resoconti e ricerche effettuate in questi anni, anche tramite internet, perciò materiale facilmente reperibile da chiunque. Le trasposizioni dei fatti non devono pertanto essere intese come verità assolute ma come Osservazioni Esistenziali, delle possibili Scelte e Regole messe in atto dai protagonisti.

    L’intento è di aiutare la lettrice e il lettore all’Osservazione Esistenziale degli eventi, non in termini moralistici o psicologici, e domandarsi quali Progetti, Programmi e Regole pensa di aver utilizzato durante la gravidanza, l’infanzia, l’adolescenza e sta ancora utilizzando da adulta e adulto.

    Le stesse indicazioni su malattie, o su l’azione di meccanismi biologici e fisiologici di specifici organi, ormoni, ecc., non hanno valenza medica, diagnostica o terapeutica, ma vanno sempre intese dal punto di vista del metodo P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita®.

    Troverete parole scritte con l’iniziale in maiuscolo, anche dove normalmente andrebbero in minuscolo, queste perché fanno parte della terminologia del metodo P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita®, come Osservazione Esistenziale, Regola Esistenziale, Programma Esistenziale, Azioni Privative e altre ancora, andando a prendere in questo modo un significato specifico che, disgiunte o al di fuori di questo libro e del metodo P.E.C.c. Le Regole Nascoste della Vita®, potrebbero avere valenze e significati differenti.

    A fine libro è presente l’elenco completo nell’Indice dei Termini Esistenziali.

    Per non appesantire la lettura, non viene sempre utilizzato il termine Esistenziale ma lasciato solo il resto dei termini tecnici, riconoscibili dall’iniziale maiuscola, a parte minorenne e creatura che vanno sempre minuscole, come nell’acronimo P.E.C.c.

    Inoltre, si è scelto di scrivere essere umano al posto del termine generico uomo, quando questo non fa riferimento al genere maschile.

    Anche sopravvivere o sopravvivenza non vengono utilizzati nella terminologia Esistenziale, perché letteralmente significano stare sopra alla vita, intendendo però faticare a vivere. Oltre a essere un controsenso non danno una collocazione Esistenziale, perché o si è nella vita oppure non lo si è. Meglio sarebbe stato l’uso comune del termine sottovivere o sottovivenza. Comunque, al loro posto troverete restare vivi o Stare in Vita (Regola Esistenziale Fondamentale).

    Un altro aspetto importante riguarda l’Energia Vitale che chiamiamo emozione e sentimento, come la rabbia, la frustrazione, l’odio, l’ansia, il senso di solitudine, di felicità, di fiducia, di quiete, l’atto di fede e così via. Dal punto di vista Esistenziale tutte queste distinzioni sono puramente intellettuali o psicologiche, che fanno parte della capacità dell’essere umano di interpretare il suo stato mentale in svariati modi, ma che di fatto rientrano in una tipologia di Energia Vitale, cioè carburante, necessaria per agire o non agire, di fronte una determinata situazione, come spiegato nel proseguo del libro e, in particolare, nei capitoli "Lo Schema dell’Energia Vitale Emozione-Sentimento e Il Quaderno delle 5 Azioni Esistenziali".

    Per aiutare il lettore si è mantenuto il termine emozione e sentimento, distinguendo questo tipo di carburante (Energia Vitale Emozione-Sentimento) da altri tipi di Energia Vitale che insieme permettono al corpo eterico-fisico di Stare in Vita.

    Dalla Parte Seconda in poi, sono stati inseriti degli schemi a sostegno della comprensione dei capitoli più tecnici.

    Come primo libro, l’autore ha preferito non dilungarsi troppo negli argomenti trattati, rimandando alle prossime pubblicazioni il compito di approfondire le singole tematiche qui presentate.

    Caos e Casualità

    Ciò che definiamo caos e casualità non sono altro che l’incapacità di calcolare tutte le possibili Variabili.

    Il limite dell’osservatore non è il limite dell’osservato e viceversa.

    Il limite dell’osservatore è il punto di vista e lo strumento che utilizza.

    Quando il punto di osservazione è troppo vicino, si perde di vista il quadro d’insieme e qualunque variazione risulta incomprensibile.

    È come guardare l’asfalto scorrere via veloce sotto di noi mentre si va in bicicletta, in moto o in automobile: tutto appare confuso, non si vede ciò che succede attorno, si rischia di sbagliare strada o peggio ancora farsi del male, andando a sbattere o incorrendo in un incidente.

    Più strumenti si hanno a disposizione, più capacità si ha di osservare le differenti Realtà dell’osservato, e maggiori possibilità si ha di calcolarne le Variabili e lo stato d’essere.

    Ciò non toglie che senza l’Accurata Percezione (il discernimento), qualunque osservazione verrà viziata dall’esperienza dell’osservatore la quale, se non aggiornata al Qui e Ora, non è altro che un Pregiudizio generato in uno Spazio-Tempo Passato, diventando così più un limite che un vantaggio, non mostrando le cose per quello che sono ma per quello si pensa o si vorrebbe che fossero.

    Parte Prima

    Le Storie

    I fiori, i frutti e la chioma.

    L’orecchio assoluto

    Forse un giorno capiranno che sono nata per risolvere il loro conflitto, un conflitto che teneva i miei genitori faticosamente legati, fin da quando era iniziata la loro relazione. Servivo io per permettersi di lasciarsi.

    Non c’erano riusciti con il primo figlio: la sua scelta di non compiacere nessuno dei due li aveva costretti a vivere insieme per altri sette anni, un tiremmolla fatto di litigi e scuse, offese e amore.

    La sorprendente capacità degli esseri viventi di adattarsi all’ambiente, è maggiore quando non pensano, o non sanno, di avere alternative per cambiarlo o andarsene.

    È ciò che devo aver fatto durante la gravidanza, non sapevo di avere delle alternative, oltre a quelle che percepivo.

    Vi è mai capitato di guardavi in uno specchio rotto, con molte crepe, che si diramano in tutte le direzioni? A seconda di come ti sposti, ti vedi differente: sei sempre tu e anche no. Ma che importa, finché ti specchi significa che sei viva.

    Il problema con la gravidanza è che non ti puoi prendere una pausa e riflettere, magari chiedere lumi a qualcuno sul da farsi: devi svilupparti secondo per secondo, minuto per minuto, ora per ora, altrimenti perdi il treno o i treni, per completare il tuo piccolo corpicino.

    Lo so, messa così sa di triste, ma non dico nulla di nuovo, che ognuno di voi non abbia già vissuto sulla sua pelle: non si prova dolore, né tristezza né rabbia, queste sono emozioni che prova chi ha un’idea chiara di se stesso, dei suoi desideri, dei suoi bisogni e vede che non vengono rispettate dagli altri.

    Ma lì, dentro quell’utero ci sei solo tu, e quello specchio dalle mille facce: strada facendo devi scegliere quale spicchio guardare e decidere chi sei. Scelsi i due spicchi più grandi: in uno vedevo finissime corde vocali, capaci di raggiungere sonorità angeliche; nell’altro, la maestosa architettura interna delle orecchie: la voce e il suono, ecco cos’ero!

    Ora, questi due spicchi combaciavano alla perfezione. Lo ammetto, sono stata fortunata, perché non ho fatto fatica a scegliere cosa tenere e cosa lasciare nel costruire il mio mondo perfetto: vocalizzi, armoniche, melodie e accordi avevano spazzato via qualunque altro sentire e dubbio.

    Il tempo è tiranno… anche, e forse più, durante la gravidanza.

    Concentrandomi a perfezionare le connessioni sinaptiche del cervello, con le corde vocali e i canali uditori dell’orecchio, lasciai indietro lo sviluppo della vista, l’organo che più di altri interferiva nella mia ricerca della perfezione acustica e sonora. In fondo, non c’era molto da vedere lì dentro.

    Col senno di poi, qualche ora passata a strutturare l’apparato visivo non avrebbe guastato il mio mondo perfetto. Ma, come si dice, nessuno è … perfetto!

    E venne il grande giorno: il parto.

    Tataa… signore e signori, eccomi qua!

    Ammetto che da li in poi, per qualche anno, ho avuto le idee piuttosto confuse; insomma, mettetevi nei miei panni: lavorate sodo per mesi a perfezionare la voce e l’udito e, d’un tratto, vi rendete conto che percepite una marea di distorsioni acustiche, che nulla di soave avevano, e tutto ciò che riuscite a emettere sono versi sgraziati. Che spreco di energie!

    La cosa che trovavo paradossale era che a nessuno interessava questo, tutti erano concentrati sull’imperfezione dei miei occhi.

    Se solo me lo avessero chiesto avrei spiegato che non valeva la pena perdere tempo con la mia vista, avevo scelto io di lasciarla indietro.

    Allora, signore e signori, perché non tornare tutti a concentrarsi su migliorare i miei vocalizzi e sul riconoscimento delle frequenze sonore?

    Detto fatto. Il caso voleva che mamma fosse una cantante e un’artista di successo e babbo, un funambolico pianista. Il nutrimento ideale per il mio cervello, le mie corde vocali e le mie orecchie.

    Lo so che state pensando che stia esagerando con le lodi dei miei, ma lo sappiamo tutti che da neonati e bambini, come mamma e papà non c’è nessuno.

    Non nego che tra una pausa melodica e l’altra, sonorità meno aggraziate venivano condivise dai miei genitori. Ma, in fondo, anche quelle erano pur sempre un linguaggio musicale, prima o poi, da imparare.

    Nel giro di pochi anni divenni un’onnivora musicale, arrivando a trasformare quei suoni in note, armoniche, melodie, raffinando sempre più le mie corde vocali e la connessione cervello – mani. Ero tornata io, alla casa natia: cantare e suonare, così come avevo fatto durante tutta la gravidanza. Poco importa se non vedo, non l’ho mai avuta la vista, pertanto non ho motivo di sentirne la mancanza. I miei occhi sono le mie mani, le mie orecchie e la mia voce.

    Più affinavo le mie capacità, più la fine della relazione tra i miei genitori si avvicinava. Che strani esseri siamo noi umani!

    Sono passati molti anni, la mia vita è delineata nel manifestare questo dono che è la musica e il canto. Mamma e papà, seppure non più insieme, condividono con me questo viaggio fantastico che è la vita.

    Osservazioni Esistenziali

    Con il concepimento si genera l’Unione Uno-Trina Infantile tra i Creatori-Genitori e la creatura Infantile-figlia o figlio.

    Sono Uno (madre-ovulo + padre-spermatozoo = figlia/o-feto), perché non esistono genitori senza una figlia o un figlio e viceversa.

    Sono Trino, perché sono tre Individualità Creatrici ben distinte fin dal concepimento.

    Questa Unione non è solo genetica ma genera un Legame Esistenziale inscindibile, e se l’Uno è biologicamente scontato, l’aspetto Trino è una presa di conoscenza/coscienza, che per primi i genitori devono fare nel momento in cui progettano o desiderano avere dei figli.

    Durante la gravidanza, la Privazione è una Scelta Esistenziale che il feto fa, a volte per Specchiamento verso i genitori, come in questa storia, a volte per Adattamento al Territorio (utero), quando vengono a mancare qualità e quantità di nutrimenti per Stare in Vita.

    Se mantenuta a lungo, l’Azione in Privazione può portare il feto a non svilupparsi completamente, sia nella Struttura Bio-Informatica che in quella Bio-Eterico-Fisica.

    Nel Progetto Esistenziale Umano è previsto l’organo della vista. Il mancato sviluppo rimane comunque un deficit, e non è detto che in automatico porti dei benefici, né permetta di manifestare i propri Talenti e le proprie aspirazioni nel proseguo della vita, come invece è avvenuto per la protagonista di questa storia.

    Quando i genitori utilizzano Regole Individuali Infantili, oltre a condizionare l’andamento della gravidanza, con lo Specchiamento proiettano i loro sogni mancati e le loro aspettative sui figli, generando una Relazione Esistenziale di Dipendenza Reciproca, che se permane anche nell’infanzia, e per il resto della vita, porta genitori e figli a non distinguere i propri Bisogni e i propri Propositi, da quelli degli altri.

    E adesso che faccio?

    Già, è tutta la vita, ancora giovane per la verità, che mi domando se posso agire o devo aspettare. Aspettare chi o aspettare cosa, vi chiederete. Bella domanda, me lo chiedo sempre anch’io.

    Ma facciamo un passo indietro, magari insieme riusciamo a capirci qualcosa.

    Trentanove settimane passate alla grande: nessun dubbio su chi ero, il primogenito; nessun dubbio sul sesso: maschio; nessun dubbio su cosa avrei fatto un giorno: grandi cose…, forse questo pensiero veniva più dai miei genitori che da me.

    Comunque, per farla breve, ero pronto al grande salto nel vuoto, avevo mandato segnali a tutti i miei conoscenti:

    "Tenetevi liberi che sto arrivando! Non prendetevi impegni per tale giorno e tale ora."

    Sapete come si dice: chi tace acconsente.

    E venne il fatidico giorno, ma allo scoccare dell’ora prevista… niente. Non stava succedendo niente, nessun pertugio da cui sbirciare, nessuna luce accecante verso cui andare. Insomma, nessun segno che la festa stava iniziando. Da qualche parte, avevo sentito parlare di un certo Alì Babà², probabilmente anche lui rinchiuso in un utero come il mio, e che dopo vari tentativi aveva trovato la parolina magica.

    Apriti Sesamo! urlai, senza sapere cosa stavo dicendo.

    Solo scossoni ma niente di più.

    Non pensiate che mi sia arreso al primo tentativo, ma più insistevo e più resistenza trovavo. Per la prima volta ho provato paura: tutte le mie sicurezze e i buoni propositi si stavano sciogliendo come neve al sole (non che a quel tempo sapessi cosa fosse il sole e la neve).

    E adesso che faccio?

    Decisi di aspettare… e aspettare… e aspettare.

    E più il tempo passava, più l’ansia e la paura crescevano; l’unica consolazione era che le razioni alimentari non erano state tagliate. Finché c’era cibo, c’era vita.

    Una settimana dopo, quando avevo perso quasi tutte le speranze, avvenne il miracolo: le acque si ruppero, la luce oltrepassò il pertugio, grandi scossoni minavano le pareti, insomma, il finimondo!

    E adesso che faccio? Aspetto, ecco che faccio e vediamo che succede.

    Ve la faccio breve: una settimana prima, sembra che il grande capo, esperto di apertura caverne, avesse deciso che non ero abbastanza ammalato per infilare la chiave, tirarmi fuori di lì e affibbiarmi la tessera sanitaria di malato tra i malati. Decisione criptica, per dire che ero ancora troppo sano per farmi uscire dalla caverna. Se questo è il futuro che mi si prospetta, è meglio che ci pensi su, prima di diventare adulto.

    Consiglio spassionato alle partorienti: se siete sane non andate da lui a farvi visitare!

    Insomma, sette giorni dopo, sembra abbia dato il benestare alle operazioni di sminamento e sblocco dell’unica via di uscita: mi dicono che il travaglio fu lungo e faticoso per mia madre, perché non avevo alcuna intenzione di uscire; in fondo, quando ero pronto io non lo erano loro e ora, che mi stavo riorganizzando con gli spazi sempre più ristretti, ti arrivano questi e vogliono che tu salti fuori a comando.

    E adesso che faccio? Aspetto, ecco che faccio e vediamo che succede.

    Utilizzai la resistenza passiva come quel Gandhi³, un tizio dell’India che mamma aveva visto in TV, proprio in quei giorni di trepida attesa e che, a quanto pare, non voleva saperne di sottostare agli ordini dei quaranta ladroni, o erano inglesi? Mah… che confusione!

    Dovettero così ricorrere all’artiglieria pesante e praticare il taglio cesareo, una tecnica che utilizzava anche mamma a Natale, quando preparava il tacchino ripieno, tagliandolo per il lungo: l’idea era stanarmi e convincermi che lì dentro, non ci potevo più stare perché ormai ufficialmente riconosciuto come cittadino italiano, malato e con un debito da pagare. Ero stato sfrattato dalla mia stessa caverna, come fossi un abusivo. Eppure, non c’era nessuno da farci entrare tanto in fretta!

    Comunque, almeno per un paio di anni vissi felice, coccolato e amato.

    Ma quando meno te lo aspetti, la pacchia svanì inesorabilmente: la pancia della mamma, ogni mese più gonfia, mi ricordava quella del tacchino di Natale, che prima veniva svuotato delle interiora e poi riempito di cose buone. Lascio a voi decidere con quali delle due mi identificai.

    Passai i mesi successivi a studiare minuziosamente la situazione.

    Con l’uscita dalla caverna dell’intruso, la casa era diventata un campo di battaglia: le urla di guerra del nemico, i movimenti di mamma e papà, i sorrisi poco rassicuranti dei nonni, domandandomi spesso, se non sarebbe stato meglio se fossi rimasto nella caverna: là almeno, avevo un solo foro di entrata da

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