Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Hamas file: Spec Op 1
Hamas file: Spec Op 1
Hamas file: Spec Op 1
E-book306 pagine4 ore

Hamas file: Spec Op 1

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Hamas FIle's Spec. Op. 1 è il sequel della collana Israel Jihad.

Dopo Tel Aviv, Cicada, Jerusalem e Gaza, quest'ultimo racconto continua la storia li dove si era fermata.
Un incredibile attentato a Parigi ha lasciato senza fiato la squadra di Yael.
Nell'indagine che segue, il racconto si schianta sul massacro del 7 Ottobre a Re'im di Hamas al Nova Festival.

www.ariellillicohen.co.il
LinguaItaliano
Data di uscita13 dic 2023
ISBN9791222485034
Hamas file: Spec Op 1

Leggi altro di Ariel Lilli Cohen

Correlato a Hamas file

Ebook correlati

Thriller per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Hamas file

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Hamas file - Ariel Lilli Cohen

    Table of Contents

    Inizio

    Hamas File’s

    Spec.Op. 1

    A novel by Ariel Lilli Cohen

    Copyright © 2023 Ariel Lilli Cohen

    All rights reserved. The reproduction in any form and the distribution with any means of any part of this book is not permitted without prior written authorization: www.ariellillicohen.co.il  www.ariellillicohen.com

    ariel@ariellillicohen.co.il

    Nota del produttore: questo è un lavoro di finzione. Nomi, personaggi, luoghi e incidenti sono un prodotto dell'immaginazione dell'autore. I nomi di Nazioni, politici e personaggi pubblici presenti nel libro vengono usati come suggestione e non rappresentano i loro pensieri e non rappresentano  fatti concreti né espressi, né compiuti né dai politici né dalle nazioni.  I nomi dei locali pubblici e delle città vengono usati a volte per scopi atmosferici e non hanno nessuna attinenza a fatti reali o pensieri espressi. La modella ritratta nella foto di copertina non è associata alla immagine dell’autrice del libro. Qualsiasi somiglianza a persone reali, vive o morte, o imprese, aziende, eventi, istituzioni o locali è completamente casuale.

    Paper Book

    Ebook

    Audible

    Disponibile in versione

    Stampato in Israele - Tel Aviv 6332517

    6 Dicembre 2023

    Hamas file’s – Spec Op n.1

    tratto dalla serie originale

    Israel Jihad

    Traduzione a cura di 

    Francesco Ebner

    Cristina Granchelli

    A cartoon of a black sheep Description automatically generated

    Ariel Lilli Cohen is a register trademark

    by Ṣabāba Factory a Blacksheep.co.il Company

    Sababa Factory Israel

    Creative Development

    Azrieli Tower 

    Derech Menachem Begin 146

    Tel Aviv     

    Sababa Factory US

    Format Development

    430 Park Avenue

    1022 – New York

    ariel@ariellillicohen.co.il

    www.ariellillicohen.co.il

    Dedica

    Lia Ben Nun, 19y

    2004 Rishon Lezion - Egyptian Border 2023

    Ohad Dahan, 20y

    2003 Ofakim - Egyptian Border 2023

    Ori Yitzhak Ilouz, 20y

    2003 Safed - Egyptian Border 2023

    Citazione

    "When you walk through fire, you shall not be burned and

    the flame shall not consume you."

    Isaiah 43:2

    Capitolo 1  - La Morte che da la vita

    ***

    6 dicembre 2022

    "Ašhadu an lāāilāha illāāAllāh - wa ašhadu  anna Muaammad Rasūl Allāh. Ašhadu an lāāilāha illāāAllāh - wa ašhadu  anna Muaammad Rasūl Allāh.Ašhadu an lāāilāha illāāAllāh - wa ašhadu  anna Muaammad Rasūl Allāh."

    Jason tiene Yael per le spalle, nessuno osa emettere suono, sono tutti immobili,  con gli occhi pieni di lacrime. Shlomit sorride nel modo più dolce e tenero che può e poi la sua voce sussurra solo tre parole in ebraico:

    Aliyah ti amo.

    È questione di minuti, di secondi, di istanti. Tutto precipita rapidamente ma il tempo sembra andare al rallentatore, solo per loro. Shlomit non ci sta a fare l’agnello sacrificale, non adesso che ha trovato l’amore. Non può e non deve finire cosí. pensa mentre con le poche forze rimaste nel corpo tenta l’ultima carta cercando di liberarsi e gettandosi dondolando con la sedia sugli altri due. Nella colluttazione gli occhiali che nascondono la microcamera cadono per terra frantumandosi.

    La telecamera emette un segnale di disturbo e smette la trasmissione mandando lo schermo a nero sul monitor del Mossad. Il cuore di Aliyah si ferma e le sue gambe cedono, Ariel cerca di sorreggerla, Jason corre in suo aiuto mentre Yael rimane immobile a fissare lo schermo nero. Zoe si porta le mani sul viso e scappa in lacrime nella saletta ristoro.

    Quattordici secondi di interminabile silenzio di trance nel quale il battito sincopato di Yael e gli altri è l’unico suono che si sente nell’open space. Sono tutti li a fissare il monitor nero, poi la radiotrasmittente gracchia e dall’altoparlante una voce fredda proveniente dalla capitale francese riporta tutti alla realtà.

    Un boato, un'esplosione forte come tuono, squarcia il silenzio del centro storico di Parigi.

    ***

    Tel Aviv - 3 mesi prima

    Shlomit è nella sua stanza al dormitorio del Mossad, mancano poche ore alla partenza per Parigi e lui prepara lo zaino e una valigia grande. Aviv entra mentre lui chiude la cerniera.

    Ehi fratello, hai intenzione di portarti dietro l’intero guardaroba?

    Non sappiamo quanto tempo ci vorrà, cerco solo di essere preparato.

    Se lo dici tu.

    Aviv va a sedere sul letto:

    Non capisco perché hanno dato a te la copertura del professore, io ho vissuto molto più tempo come arabo rispetto a te.

    Forse perché sono più intelligente e colto?

    Shlomit ride, Aviv gli lancia addosso un cuscino ma poi torna serio:

    Se in quella università si nascondono davvero dei terroristi, non mi piace saperti solo con loro fratello.

    Ma io non sarò solo Aviv. Avrò Aliyah e le ragazze alle costole per tutto il tempo, nessuna privacy e nemmeno un attimo di respiro.

    Shlomit è ironico e divertito, Aviv sorride ma non riesce a nascondere una punta di preoccupazione e l’amico se ne accorge:

    Ehi, che succede? Mi dici che ti passa per la testa?

    Non lo so, non mi sento tranquillo ma forse è solo una sensazione stupida, figurati.

    Aviv. Andrà tutto bene. Elimineremo ogni forma di minaccia e torneremo a casa dalle nostre donne. Tu vedrai nascere tuo figlio e io sposerò Aliyah il nove di ottobre.

    Aviv sgrana gli occhi per lo stupore:

    Avete già fissato la data? Dici sul serio?

    Shlomit annuisce, i due si abbracciano con entusiasmo.

    Sono davvero felice per te fratello, davvero.

    Lo so amico e ti ringrazio, ma non dirlo a nessuno. Aliyah vuole fare un annuncio ufficiale prima della partenza. Quindi cerca di fingerti sorpreso.

    Sarò l’uomo più sorpreso del mondo, lo prometto.

    I due ragazzi si stringono ancora e poi Shlomit torna a chiudere il suo zaino.

    ***

    Yael è seduta alla postazione di Ariel, controlla dati sul monitor e non si accorge di Shani che arriva e si ferma alle sue spalle. Quanti anni sono passati da quei primi giorni? Anche allora Yael arrivava prima di tutti gli altri e anche allora Shani la trovava in quella posizione, di spalle, con le mani sulla tastiera, concentrata come una studentessa che deve passare un esame a tutti i costi. Prova una certa nostalgia per quei giorni e saluta Yael con una battuta:

    Stanca di avere un ufficio tutto tuo vicedirettore? Possiamo scambiarci i ruoli se vuoi, ho sempre desiderato una poltrona come la tua.

    Yael le concede un sorriso, Shani le siede accanto:

    Che stai facendo?

    Ricontrollo i dati sui professori dell’Inalco di Parigi.

    Yael abbiamo controllato quei dati almeno dieci volte negli ultimi giorni, non è mai emerso niente di sospetto tra i docenti.

    Lo so Shani, lo so ma voglio stare tranquilla. Questa storia non mi piace.

    Di che parli?

    Se la cellula si nasconde davvero in quel complesso universitario, non può essere composta solo da studenti. Ci deve essere qualcuno di insospettabile dietro.

    Ed è per questo che ci infiltriamo, per scoprire chi muove le fila.

    Yael sembra non sentire quelle ultime parole, continua a scorrere immagini, nomi, informazioni, è nervosa. Shani le poggia una mano sul braccio:

    Ehi.

    Lei si volta a guardarla.

    Dì la verità, sei preoccupata per Jason e Ariel e cerchi di concentrarti su altro?

    Yael fa un sospiro rassegnato e smette di digitare, appoggia la schiena alla spalliera e si passa le mani sulla faccia:

    Preferirei seguire una missione alla volta. Ho come la sensazione che non riusciremo a dare la giusta priorità alle cose. E se ci sfuggisse qualcosa?

    Yael, ognuno di noi sa cosa fare e facciamo bene il nostro lavoro.

    Lo so Shani, lo so.

    Yael sbuffa. Shani sorride e la invita ad alzarsi:

    Dai, andiamo. Qui non abbiamo niente da fare e dobbiamo salutare i ragazzi.

    Yael annuisce, è poco felice ma si alza ed entrambe escono dall’ufficio mentre sul monitor rimane aperta la scheda del professor Bettencourt.

    ***

    La direttrice dello Shin Bet, Tehila Samelin è seduta al tavolo di una caffetteria sul lungomare di Tel Aviv, ha davanti a sé la copia di un quotidiano che legge mentre un’auto dai finestrini oscurati si ferma poco distante. Lo sportello posteriore si apre, Netanyahu scende dalla macchina e la raggiunge.

    Direttrice, lavori anche durante le pause?

    Mi tengo informata Bibi, nel nostro lavoro l’informazione è alla base di tutto, lo sai.

    Netanyahu ammette con gli occhi quella verità assoluta, le siede accanto e ordina un caffè mentre lei ripiega in quattro il giornale.

    Di cosa volevi parlarmi Tehila?

    Ho saputo che il Mossad sta pianificando due missioni distinte sul campo e, se non sbaglio, sta affidando entrambe le operazioni agli hacker invece di usare agenti operativi specializzati.

    Anche gli hacker sono agenti specializzati Tehila, qual’è il problema? E perché ti interessa tanto ciò che accade al Mossad?

    Ho sentito dire che il tempo di Yossi Kadosh sta scadendo Bibi. Mi chiedevo se l’esito di queste missioni influirà sul suo futuro all’interno dell’agenzia.

    Netanyahu riflette prima di rispondere, guarda la donna che ha di fronte, lei è molto bella e in quel momento i suoi occhi sono illuminati da un raggio di sole che ne mette in risalto la determinazione.

    Vuoi dirmi la vera ragione del tuo interesse Tehila o continuiamo a girarci intorno?

    Sai che non sono il tipo che perde tempo, primo ministro.

    Non sono più il premier di Israele.

    Oh lo sarai di nuovo, ne sono certa. E vorrei che prendessi in considerazione la mia prossima candidatura al posto di Kadosh.

    Bibi sorride.

    Dritta al punto come sempre Samelin. Credevo ti trovassi bene allo Shin Bet, perché vuoi prenderti un simile carico sulle spalle?

    Perché ne ho le capacità e lo sai anche tu. Posso fare la differenza in quell’agenzia e non solo qui in Israele ma in tutto il mondo. Non ho passato metà della vita in viaggio per limitarmi a catturare qualche attentatore singolo che riesce a passare il confine. E giusto per non tralasciare niente, credo che Kadosh stia facendo un grosso errore proprio adesso mentre noi parliamo.

    A cosa ti riferisci?

    Ne riparliamo al termine delle missioni. E spero con tutto il cuore di sbagliarmi.

    Netanyahu è confuso, la donna si alza, prende il giornale, saluta con un cenno della testa e si allontana senza aggiungere altro. Bibi la guarda allontanarsi e sorseggia il suo caffè.

    ***

    Tel Aviv - 2 mesi prima

    Shani, Zoe e Aliyah sono alle loro postazioni al Mossad e spulciano le informazioni sui tre ragazzi conosciuti da Shlomit all’interno dell'università parigina. Sanno tutto su Gerard e Marcel ma qualcosa non torna sul conto di Stefanie.

    Perché una ragazza come lei dovrebbe occuparsi di problemi di dipendenza?

    Non lo so Zoe, magari ha un cuore buono.

    Si Shani, ma non ti dedichi a certe problematiche se non c’è qualcosa di specifico che ti spinge a farlo. E lei non ha mai avuto niente a che fare con le droghe.

    Aliyah dice la sua:

    E se avesse conosciuto qualcuno nel suo passato che ha dato l'input?

    Non abbiamo trovato niente in merito.

    Ok Zoe lasciamo perdere i tossici e concentriamoci sui suoi contatti col mondo musulmano, d’altronde è quello che ci interessa no?

    Zoe storce il muso, non è molto convinta ma alla fine annuisce e cambia il suo motore di ricerca. Shani si alza, si stiracchia e muove la testa finché non sente scricchiolare i muscoli del collo. Raggiunge Aliyah, chiede notizia di Ariel e Jason ma non c’è nulla di nuovo dalla base e allora Shani guarda l’orologio:

    Cazzo, sono le quattro del mattino. Ok ragazze, mi servono solo un paio d’ore di sonno. Darò il cambio a una di voi alle sei in punto.

    Esce dalla stanza. Zoe rimane a guardare la foto di Stefanie, poi scrolla la testa e chiude la pagina dedicandosi a tutt’altro.

    ***

    Tehila Samelin rientra in casa che è quasi l’alba, la madre dorme sul divano, la tv è accesa senza volume.Tehila si avvicina e scuote la donna per un braccio:

    Mamma, mamma.

    Tehila, che ore sono?

    E’ quasi giorno mamma, mi dici perché non sei andata a letto?

    Ho sentito in tv di quel pazzo che ha sparato contro l’autobus, hanno parlato di diversi morti, ero preoccupata.

    Sì, è vero.

    Tehila siede accanto alla madre, è turbata, ha perso un agente, una donna, madre di un bambino ancora piccolo e non riesce ad accettarlo. A nulla è servita la corsa in ospedale, a nulla sono servite le attenzioni dei migliori medici, le ferite erano gravi e non c’è stato niente da fare. Si guarda le mani tremanti mentre ne parla, è solita raccontare tutto alla madre, tutto ciò che può, ed è solita lasciarsi andare alle emozioni solo nei momenti in cui parla con lei. Sono rimaste sole, dopo la morte del padre di Tehila ed è quella l’unica ragione per cui lei non ha più lasciato Tel Aviv. Ha passato lunghi anni in giro per il mondo, come un cacciatore solitario che insegue le prede fin dentro il loro covo. Ha vissuto in così tanti posti che ha quasi dimenticato cosa significasse avere una dimora fissa, una casa e qualcuno che l’aspetta la sera. Ma il suo lavoro è sempre stato al primo posto ed è la ragione per cui non si è mai sposata e non ha voluto costruirsi una famiglia. La collega uccisa quel giorno lascia un marito e un figlio e per Tehila quella è la cosa peggiore che possa accadere a una donna. Ripensa al suo ultimo colloquio avuto con Yoni quel giorno, lui è distrutto, non ha potuto impedire che la collega morisse, ha ucciso l’attentatore solo dopo che lui ha sparato. La direttrice dello Shin Bet condivide quei pensieri con la madre:

    Non si può far bene il proprio lavoro se si è coinvolti emotivamente. Non si può essere lucidi se uno dei nostri cari rischia la vita, dovrebbe essere vietato a chi fa un lavoro come il nostro di sposarsi e mettere al mondo dei figli.

    Amore ma che dici?

    La donna le prende le mani e le accarezza una guancia:

    E’ il dolore che ti fa parlare così, lo sai.

    Io non mi faccio distrarre dal dolore mamma e di certo non è lui a guidare i miei passi.

    Ne sei sicura Tehila? Non sei mai andata a trovare tuo fratello dal giorno del suo funerale. Non gli hai mai fatto visita.

    I morti non sono più dove noi ne seppelliamo il corpo mamma.

    Sì, è vero. Ma a volte fa bene al cuore pensare che possano ancora ascoltarci.

    Tehila guarda la madre, prova tanta tenerezza e lei sembra così fragile. Come un vetro rinforzato che ha ricevuto tanti colpi e aspetta solo l’ultimo per frantumarsi in mille piccoli pezzi. Le dà un bacio sulla guancia e si alza:

    Sono molto stanca, ho bisogno di sonno e dovresti andare a letto anche tu.

    ***

    Aliyah è distesa sul letto di Shlomit nel dormitorio ed è in videochiamata con lui in collegamento da Parigi. Ha un sorriso dolce sulle labbra e parla a voce bassa anche se nella stanza non c’è nessun altro.

    Non è così morbosa, è molto diversa dalla persona che mi hai sempre descritto.

    Aliyah, mia madre non è diversa. Solo che ha capito quanto sei importante per me e che è meglio averti come amica che farti la guerra.

    Lui ride, poi torna a guardarla con occhi innamorati e chiede:

    Hai già preso una decisione?

    No. E non ho intenzione di scegliere da sola. Lo faremo insieme quando tornerai.

    Ma amore, non possiamo fare tutto all’ultimo momento. Ti ho dato diverse opzioni e, come ho già detto, per me vanno bene tutte. E’ il nostro matrimonio, possiamo scegliere qualsiasi cosa. Dimmi solo cosa ti farebbe piacere. Cosa desideri.

    L’unica cosa che voglio è averti qui, tutto il resto sarà solo un contorno. Sarà il giorno più bello della mia vita a prescindere da tutto.

    Sarà il giorno più bello delle Nostre vite.

    Sì, è vero. Quindi sbrigati a tornare perché non voglio passare altro tempo in questa stanza senza di te.

    Finirà presto, tu nel frattempo scegli uno di quei ristoranti e inizia a fare la lista degli invitati. Vedrai, sarà di buon auspicio.

    Aliyah continua a guardare il suo uomo attraverso lo schermo, farebbe qualsiasi cosa per poterlo abbracciare. Shlomit le manca, come mai nessuno al mondo, non riesce più a immaginare la sua vita senza lui e alla fine cede:

    D’accordo, lo farò. Ma tu prometti che starai attento per favore.

    Lo prometto. Ora devo andare, ci sentiamo più tardi. Buonanotte amore.

    Buonanotte.

    Aliyah chiude la conversazione e continua a sorridere. Poggia il telefono sul comodino e prende un piccolo astuccio poggiato accanto a quello. E’ un test di gravidanza. Lo guarda, se lo rigira tra le dita, la linea rossa è evidente e lei si accarezza la pancia:

    Questo lo conserviamo fino al ritorno di papà. Non possiamo distrarlo adesso.

    ***

    Tel Aviv - 1 mese prima

    Noora e Yael si immettono nell’ufficio del vicedirettore e Yael invita l’amica a prendere posto. Noora si guarda intorno, non è mai entrata prima in quella stanza e punta gli occhi sulle foto. Una ritrae Danielle, l’altra il padre e il fratello di Yael stretti in un abbraccio e sorridenti.

    Ok Noora, hai dieci minuti esatti. Mi spiace ma non posso fare di più.

    Noora apprezza quello che Yael sta facendo per lei, sa che non è concesso avere contatti con gli agenti sotto copertura e quell’unica eccezione è per lei un grande regalo. Yael usa il suo computer personale e fa partire una videochiamata per Parigi. Aviv compare sullo schermo, il suo sorriso è così grande che sembra un bambino incantato di fronte a un dono inatteso.

    Amore.

    Yael lascia la stanza e Noora rimane sola col suo uomo. I primi sessanta secondi passano senza che lei riesca a dire una parola. Aviv la riempie di complimenti, lei è sempre la più bella e lui non vede l’ora di stringerla forte. Le chiede della gravidanza, di Joaan e lei lo rassicura su tutto, poi iniziano a raccontare ognuno qualcosa senza mai smettere di guardarsi negli occhi e lasciando trapelare tutto l’amore che sentono l’una per l’altra. Ma dieci minuti sono un tempo brevissimo e alla fine della chiamata Noora si rende conto di non avergli detto la cosa più importante, la notizia che aspettava di comunicargli di persona. L’ultima ecografia ha mostrato chiaramente il sesso e adesso sa di aspettare un maschio.

    ***

    Shani rientra dalla saletta ristoro nell’open space, ha in mano due tazze di caffè e ne porge una Zoe ancora dietro al suo computer e intenta a fare ricerche. Lei prende la tazza ma non stacca gli occhi dal monitor, la sua espressione è quella di chi cerca di risolvere un quesito matematico o almeno questa è l’idea che Shani se ne fa.

    Amore che succede?

    Mi sfugge qualcosa Shani, ne sono sicura.

    Parli di Stefanie?

    Sì, proprio di Stefanie. Il suo primo ragazzo muore in un attentato terroristico e questa è già una cosa che spezzerebbe chiunque, lei poi era molto giovane e quel tipo di traumi difficilmente si supera. Ma adesso sta con Marcel e la loro relazione va avanti da un anno, se è vero quello che dicono.  Come può farlo? Insomma è davvero innamorata o lo ha sempre preso in giro?

    Shani è senza parole, non ne trova ovunque le cerchi. La sua concezione di amore, come quella di Zoe, comporta l’idea naturale di proteggere le persone che ami ma per Stefanie sembra tutto il contrario. Quella ragazza ha un forte ascendente sugli uomini che frequenta e sembra usare questo suo potere solo per spingere i suoi ragazzi verso l’inevitabile suicidio. Shani sospetta che anche stavolta Stefanie ne uscirà indenne ed è proprio quell’ipotesi che fa accanire Zoe.

    Deve essere accaduto qualcosa nella vita di questa ragazza che la porta ad agire così. Il suo odio è molto più forte di qualsiasi sentimento d’amore.

    Abbiamo scavato nel suo passato Zoe, non c’è niente.

    Dev’esserci. Sono sicura che c’è. Un fatto, una persona, qualcosa che ha dato l'input e che le ha gelato il cuore. Non può essere nata così.

    ***

    Aliyah è dentro la sua stanza al Mossad, la porta è aperta, lei inginocchiata sul tappeto orientato verso la Mecca, sta pregando. Shani arriva, fa per bussare ma si ferma con il pugno alzato e rimane in silenzio. Fa un passo indietro per non disturbare le preghiere dell’amica e raggiunge la parete del corridoio. Poggia le spalle e rimane lì a guardare Aliyah che prega. La sua mente inizia un percorso di numeri e simboli intorno all’immagine del corpo di lei, le è inevitabile e d’altronde la matematica è ovunque nella vita di tutti i giorni, nella natura e persino in noi. La posizione del corpo di Aliyah le fa fare una rapida associazione di idee con il pi greco, la distanza che va dall’alluce all’ombelico e da questo alla punta della testa. Ma il pi greco è anche nelle nostre pupille, nella doppia elica del Dna e poi nei cerchi concentrici che si formano quando cade un sasso nell’acqua, negli arcobaleni. Ma ancora di più il pi greco è fondamentale in tutte quelle formule che descrivono un fenomeno fisico che si ripete in un tempo fisso. E a Shani viene in mente il cuore che pulsa. Si porta una mano sul petto ma senza smettere di guardare Aliyah e riconduce tutti quei pensieri all’amore. Anche l’amore è fatto di matematica. L’equazione della gelosia, il calcolo delle probabilità di durata di un rapporto a due, la relazione proporzionale tra tempo e interesse, il valore zero. Sono tutti concetti derivati dalla matematica che si applicano perfettamente alle questioni di cuore. Shani è totalmente assorta nei suoi calcoli mentali, sussurra la formula di Donn Byrne, psicologo sociale della States University of New York:

    1,7xA+1,5xB+1,5xC+1,5xD+1,3 xE=Y

    che consente di verificare se ciò che sentiamo per il partner è vero amore. E poi quella di John Gottman, professore emerito di psicologia alla University of Washington che ha dedicato la sua vita a studiare quanto può reggere una coppia e a che condizioni:

    "S/G>5

    100-N>90"

    Ma Shani sa che nessuna di quelle formule ha previsto condizioni estreme di paura, distacco forzato e consapevolezza della precarietà della vita. le condizioni che le persone di quella agenzia vivono ogni giorno. Aliyah finisce di pregare, si alza, arrotola il tappeto e si accorge di Shani. La chiama, lei riemerge dalla sua montagna di formule mentali e le dice il motivo per cui stava aspettando:

    La madre di Shlomit è di sotto, in sala d’aspetto.

    Ah sì, la raggiungo subito. Grazie.

    E’ incredibile, quella donna non ha mai messo piede in agenzia in tutti questi anni e adesso viene quasi ogni giorno.

    Aliyah si sistema l’hijab allo specchio e attraverso quello mostra all’amica una consapevolezza che la inorgoglisce:

    Adesso le cose sono cambiate.

    Già. pensa Shani Le cose sono davvero cambiate.

    E poi si chiede quanto cambieranno ancora. Ma non condivide quest’ultimo pensiero con Aliyah. Fanno insieme il percorso fino agli ascensori, poi Aliyah scende all’ingresso e Shani torna alla sua postazione nell’open space. Raggiunge Zoe come illuminata e le siede accanto:

    Credo che dovremmo indagare sul comportamento di Stefanie anche con altre persone, quelle con cui non si è mai fidanzata intendo.

    Zoe non

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1