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L anello più prezioso: Harmony Collezione
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L anello più prezioso: Harmony Collezione
E-book160 pagine2 ore

L anello più prezioso: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Theo De Angelis conduce la propria esistenza solo in base alle proprie regole, finché un debito di famiglia non lo costringe all'unica fusione che non ha mai desiderato: il matrimonio! E se anche la bella e inesperta Alexa Caldini non è una delle esplosive modelle che Theo è abituato ad avere tra le braccia, non significa che la loro unione non possa essere comunque gratificante.

Costretta a sposare il figlio del rivale di suo padre, Alexa è determinata a imporre limiti precisi per quell'indesiderato accordo. Ma portare al dito l'anello di un De Angelis si dimostrerà ben più facile che resistere alle tentazioni che le si presenteranno quando si ritroverà sposata con Theo.



Miniserie "Tentazione italiana" - Vol.1/2
LinguaItaliano
Data di uscita20 feb 2017
ISBN9788858962633
L anello più prezioso: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    L anello più prezioso - Cathy Williams

    successivo.

    1

    «Ciò che sto per dirti non ti piacerà.»

    Quando Stefano aveva chiamato il figlio per dirgli che doveva parlargli urgentemente, Theo aveva mollato tutto e aveva preso il primo volo per l'Italia per raggiungere la tenuta del padre fuori Roma.

    Stefano De Angelis non era un uomo incline al dramma, in ogni caso Theo e il fratello Daniel avevano passato gli ultimi cinque anni a preoccuparsi per lui. Non si era mai ripreso del tutto dalla morte della moglie Rose: l'uomo vigoroso che aveva costruito una fortuna personale dal niente era letteralmente crollato, ritirandosi nella sua proprietà nonostante gli sforzi dei figli per strapparlo al suo lutto. Aveva continuato a mangiare, dormire, parlare e muoversi, ma la sua anima se n'era andata, lasciandosi dietro solo un guscio vuoto.

    Cosa dovrà dirmi?, si interrogò Theo, preoccupato.

    «Hai convocato anche Daniel?» gli domandò mentre attraversava il salotto per poi sedersi davanti al padre.

    «Questa situazione non riguarda tuo fratello» rispose Stefano, evitando di guardare gli occhi scrutatori del figlio.

    Theo tirò un sospiro di sollievo. Se Daniel non era stato convocato, allora si poteva escludere un problema di salute. Era stato tentato di telefonargli, ma aveva resistito all'impulso sapendo che Daniel era in una situazione complicata: doveva chiudere un affare importante e nello stesso tempo una relazione.

    L'affare, gli aveva confidato il fratello diversi giorni prima quando lo aveva chiamato dal suo attico a Sydney, era una passeggiata in confronto alla donna che aveva preteso di fare un passo oltre la loro situazione: non era il tipo da rinunciare senza lottare.

    «Allora dimmi... cosa non mi piacerà sentire?» lo incoraggiò Theo.

    «Come sai bene, figliolo...» Gli occhi scuri socchiusi di Stefano guardavano in lontananza. «... le cose non mi sono andate molto bene dalla morte di tua madre. Quando la mia adorata Rose se n'è andata, si è portata via una grande parte di me.»

    «Di tutti noi

    «Ma tu e tuo fratello siete giovani. Io, invece, sono un vecchio, e sai cosa si dice dei cani anziani e delle loro abitudini. Forse se la sua morte non fosse stata così improvvisa... se avessi avuto il tempo di abituarmi all'idea della sua assenza...» Sospirò. «Ma non è per lamentarmi di questo che io ti ho convocato qui, Theo. Ti ho chiamato perché mentre ero... diciamo... mentalmente assente, nella società sono avvenuti dei fatti sfortunati.»

    Theo si irrigidì, notando il movimento nervoso delle dita del padre, di solito molto calmo.

    «Fatti sfortunati

    «Parlo di una evidente mala gestione» dichiarò Stefano. «Ancora peggio, temo che Alfredo, il mio fidato direttore, sia rimasto coinvolto in una frode su larga scala che solo di recente è stata portata alla mia attenzione. È un miracolo che non ci sia arrivata la stampa. Il risultato, Theo, è che sono state sottratte grandi somme di denaro, inclusa buona parte dei fondi pensione.»

    Theo rimase immobile sulla sedia, senza rivelare sul volto nulla di ciò che gli passava per la testa.

    Era un problema, sì, ma era serio? Non proprio. In ogni caso era un problema che era in grado di gestire.

    «Se sei preoccupato che Alfredo non venga punito, allora lascia fare a me» dichiarò Theo con gelida sicurezza, mentre il suo cervello analitico stava già escogitando il modo di farsi risarcire. «E se sei preoccupato per il denaro perso, lascia sempre fare a me. Non sarà un problema recuperare il maltolto. E nessuno lo saprà mai.»

    «Non è così semplice, Theo.»

    Stavano arrivando al cuore del problema, la ragione per cui l'aveva convocato.

    «Non chiederei mai un aiuto economico a te o Daniel!» Stefano gli lanciò un'occhiataccia, recuperando per un attimo lo spirito combattivo nel prendere in considerazione l'impensabile. «Voi ragazzi vi siete fatti strada nel mondo e il mio orgoglio non mi permetterebbe mai di correre da uno di voi...»

    Theo scosse la testa. «Non sarebbe stata una questione di...»

    «Purtroppo mi sono rivolto a Carlo Caldini» borbottò Stefano. «Non avevo scelta. La banca non era un'alternativa, dato che con molta probabilità mi avrebbe rifiutato la richiesta. E se fosse successo, gli affari... be', che posso dire? Tutto ciò che io e tua madre abbiamo costruito sarebbe finito in pasto alle iene! Almeno con Carlo possiamo tenere la cosa tra noi...»

    Theo si premette i pollici sugli occhi.

    Un tempo Carlo Caldini era stato il migliore amico di suo padre e ora, per quanto riusciva a ricordare, il suo acerrimo nemico. Il fatto che avesse ritenuto giusto andare da Carlo in cerca di aiuto minacciava di fargli scoppiare un'emicrania.

    Non c'era alcun dubbio che, qualunque cosa gli avesse detto ora, Theo non avrebbe voluto sentirlo.

    «E a quale prezzo?» chiese. Esorbitante, fu la parola che gli balenò in mente.

    Stefano si agitò. «Tu stai invecchiando, Theo. Hai trentadue anni! Tua madre desiderava tanto vedere uno dei suoi ragazzi sistemato... Non doveva andare...»

    «Non ti seguo...»

    «Tutto questo è successo più di otto mesi fa» continuò Stefano. «In questo periodo è stato impossibile saldare il debito. È stata una faticaccia anche solo contenere le perdite e gestire Alfredo...»

    «E non hai detto una parola!»

    «Non c'era motivo di preoccupare te o tuo fratello.»

    «Dimmi solo che interessi ti ha imposto Carlo e me ne occuperò io.»

    «Questa è la parte che forse non gradirai, figliolo...»

    Quando si trattava di denaro non c'era niente che Theo non riuscisse a comprare: avrebbe coperto il debito senza un lamento, anche se era furioso con suo padre per aver chiesto aiuto al di fuori della famiglia.

    Orgoglio.

    «Come sai, Carlo ha una figlia. L'unica figlia. Purtroppo non ha avuto figli maschi.»

    Anche mentre spiegava ciò che suo figlio non avrebbe voluto sentire, Stefano non riuscì a celare il compiacimento nella voce, e Theo aggrottò le sopracciglia. Non aveva mai saputo il motivo dell'astio tra suo padre e Carlo, ma sospettava che derivasse da un fatto decisamente insignificante.

    «Cosa c'entra?» chiese, sinceramente confuso per la piega che stava prendendo quella conversazione.

    «Alexa... credo tu l'abbia conosciuta... o forse no... be', sembra che non sia ancora sposata e Carlo...» Stefano scrollò le spalle. «... ne è rattristato, come lo sarei io se avessi una figlia... Quindi, come parte del risarcimento, vuole che lo aiuti a uscire dall'imbarazzo con Alexa. In altre parole, Theo, io gli ho promesso che la sposerai...»

    Alexa fissò il vestito che la madre le aveva preparato, qualcosa di adatto per incontrare un uomo che non aveva alcun desiderio di conoscere, figurarsi poi sposarlo. Un abito ridicolmente frivolo e di un azzurro abbagliante, che arrivava alle caviglie e presentava una scollatura profonda.

    Doveva mostrarsi di fronte a Theo De Angelis come un agnello sacrificale.

    Alexa desiderò uscire di corsa di casa, dirigersi al porto più vicino e prendere una nave per l'altro capo del mondo, dove si sarebbe nascosta, finché quella assurda situazione non si fosse sistemata. Senza di lei.

    Sulle prime, quando suo padre l'aveva fatta sedere e le aveva detto che avrebbe sposato un De Angelis, aveva pensato a uno scherzo.

    Un matrimonio combinato? Al giorno d'oggi? Con il figlio dell'uomo con cui aveva una stupida faida da tanti anni? Poteva essere solo uno scherzo!

    Era successo una settimana prima, e ormai sapeva che suo padre parlava sul serio.

    «Quel poveretto è alle prese con un grave dissesto finanziario» aveva esordito Carlo Caldini nel tentativo di commuoverla. «È vero, lui e io non andiamo d'accordo da anni...»

    «Da parecchi anni, papà...»

    «Ma chi gira le spalle a un amico nel momento del bisogno? Nella sua posizione io avrei fatto lo stesso...»

    Alexa era rimasta perplessa da quella dimostrazione di empatia, ma se suo padre aveva scelto di soccorrere un uomo che aveva deriso per tutti quegli anni, bene. Ma lei come entrava in tutto questo?

    Adorava suo padre, ma aveva puntato i piedi, rifiutandosi finché lui non aveva giocato l'asso nella manica: sua madre.

    Cora Caldini, in convalescenza per un infarto, per ordine del dottore doveva stare tranquilla. Inoltre, le aveva confidato il padre, questo terzo infarto era stato il più serio. Il cuore era debole e lei parlava solo del fatto che sarebbe morta prima di veder sistemata la sua unica figlia. E se le fosse successo qualcosa?, le aveva chiesto il padre. Se lei se ne fosse andata prima che il suo ultimo desiderio fosse esaudito?

    Alexa aveva ansimato, cercando di controbattere con discorsi sui tempi moderni e il fatto che i matrimoni combinati erano roba del passato. Aveva decantato l'importanza dell'amore, anche se non l'aveva ancora conosciuto. Aveva sottolineato che l'ultima cosa che Cora Caldini avrebbe voluto era un matrimonio fasullo per ragioni sbagliate...

    Alla fine aveva strappato l'unica concessione possibile: se lo avesse sposato, lo avrebbe fatto alle sue condizioni. Dopo un anno di infelicità coniugale sarebbe stata libera di divorziare e il debito sarebbe stato cancellato. Suo padre aveva accettato subito.

    E adesso, nel giro di un'ora, quell'uomo sarebbe arrivato alla loro residenza: Alexa strinse i denti e rimise il vestito azzurro nel guardaroba.

    Non si sarebbe vestita come una bambola per un uomo la cui reputazione di donnaiolo superava i confini nazionali. Non aveva dovuto controllare in rete, perché sapeva tutto di lui e di suo fratello. Theo e Daniel De Angelis erano due spietati magnati, fin troppo attraenti per il loro stesso bene.

    Già da tempo Alexa aveva deciso di evitare uomini del genere. Conosceva bene la superficialità degli uomini che possedevano denaro e potere. Per anni li aveva visti imperversare e trattare le donne come volevano solo perché potevano farlo.

    Quando rifletteva sull'amore, la sua mente andava subito ai suoi genitori: voleva trovare una persona gentile e di spirito, con cui poter godere della stessa felicità e unione che avevano i suoi. Quando pensava al matrimonio sapeva che non esistevano compromessi. Lei avrebbe sposato la sua anima gemella, l'uomo che avrebbe voluto tenere per mano per tutta la vita. Aveva conosciuto troppi uomini ricchi, arroganti ed egocentrici, come Theo De Angelis, per non sapere che non l'avrebbe mai trovata tra loro.

    Si fece una doccia con tutta calma: non avrebbe aspettato in trepida attesa come una sposa, eccitata di incastrare un uomo che la stampa definiva lo scapolo più ambito in circolazione.

    E non avrebbe indossato quel vestito. Anzi, non avrebbe indossato niente che sottolineasse il fisico. Così scelse un paio di jeans e una camicia morbida accollata poi, tesa per la rabbia repressa, si fissò nello specchio.

    Come suo padre, aveva la pelle olivastra, ma dalla madre aveva preso gli occhi turchesi, l'unico particolare degno di nota, perché non era alta, né aveva gambe lunghe. Il suo fisico a clessidra si fermava a un metro e sessantadue: negli anni i personal trainer avevano rinunciato a metterla in forma.

    Sentì delle voci ancor prima di raggiungere il soggiorno, la porta era aperta, e fu assalita da un improvviso attacco di nervi. Un conto era disprezzare Theo De Angelis nella sicurezza della sua camera. Un altro riuscire a trattenere l'ira nel vederlo appoggiato a una sedia a pochi metri da lei.

    Non l'aveva mai visto di persona. Lui viveva a Londra, ma anche se avesse vissuto a Roma probabilmente non l'avrebbe incontrato comunque, perché lei evitava quanto più possibile gli eventi mondani.

    Con il cuore che le

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