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Aleksej Navalny: L'eterna lotta col potere dei dissidenti russi
Aleksej Navalny: L'eterna lotta col potere dei dissidenti russi
Aleksej Navalny: L'eterna lotta col potere dei dissidenti russi
E-book94 pagine1 ora

Aleksej Navalny: L'eterna lotta col potere dei dissidenti russi

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Info su questo ebook

Questo breve saggio è un importante contributo per capire e riflettere sullo scontro in atto tra il potere di Vladimir Putin e la sua opposizione, rappresentata da molti e svariati gruppi, ai quali dava voce Aleksej Naval’nyj.
L’autrice cerca anche di ricostruire, dal XVIII secolo, il perpetuo conflitto tra oppositori e potere: una costante della storia russa. I Russi sono sempre stati esemplari per il coraggio civile nel protestare contro i governanti. Ma questi glielo hanno sempre impedito, anche con i mezzi più violenti. La persecuzione degli oppositori russi non è cambiata; ha cambiato solo i suoi strumenti.
LinguaItaliano
Data di uscita19 feb 2024
ISBN9791223008911
Aleksej Navalny: L'eterna lotta col potere dei dissidenti russi

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    Anteprima del libro

    Aleksej Navalny - Gina Pigozzo

    1.png

    I Sorrisi del Leone

    56.

    Gina Pigozzo

    Aleksej Naval’nyj

    L՚eterna lotta col potere

    dei dissidenti russi

    In copertina Aleksej Naval’nyj durante una manifestazione.

    Proprietà letteraria riservata

    2021 © Piazza Editore

    via Chiesa, 6 - 31057 Silea (TV)

    Tel. 0422.1781409

    e-mail: info@piazzaeditore.it

    www.piazzaeditore.it

    email dell’autrice: gina.pigozzo@gmail.com

    ISBN 978-88-6341-252-9

    A Dino Bernardini,

    indimenticabile direttore

    di Slavia

    Aleksej Anatol’evič Naval’nyj

    Presidente del partito Russia del futuro dal 28 marzo 2019

    1.

    Il caso Naval’nyj

    Introduzione

    La sera del 2 febbraio 2021 abbiamo sentito la notizia della condanna a due anni e otto mesi di galera di Aleksèj Naval’nyj. Nella stampa del giorno dopo si legge: Il giudice ha accolto la richiesta del Servizio Penitenziario Federale che ha accusato Naval’nyj di aver violato i termini della libertà vigilata mentre era in Germania. (…) Mentre il dissidente pronunciava un՚arringa per la sua innocenza e, insieme, d՚accusa contro il regime russo, per chiedere il rilascio di tutti i prigionieri politici, oltre al suo - sono diventati intanto 6.000 gli arrestati per le proteste di domenica scorsa svoltesi in 31 città - le forze dell՚ordine hanno ammanettato oltre 350 persone riunitesi fuori dell՚aula del tribunale Simonovsky.¹

    Dunque viene chiuso in carcere (kolonija, colonia penale) guarda caso proprio quasi alla vigilia delle prossime elezioni legislative del 2021!

    Ripercorriamo brevemente con la memoria i precedenti che lo riguardano: l՚estate scorsa era stato avvelenato, si era sentito male mentre volava in aereo, era dovuto essere ricoverato in Germania, per disintossicarsi. Trovo fra le svariate notizie su Internet: Il leader dell՚opposizione russa è finito in coma dopo essere entrato a contatto con un agente nervino, un composto chimico altamente tossico usato anche come arma chimica. Il 20 agosto di quest՚anno, Navalny collassò mentre si trovava su un aereo, partito dalla città di Tomsk, in Siberia, e diretto a Mosca. L՚aereo fu fatto atterrare nella città più vicina, Omsk, dove Navalny fu ricoverato in terapia intensiva.²

    In breve, dopo due giorni in cui i medici dell՚ospedale di Omsk negavano ogni tipo di avvelenamento, malgrado il coma dell՚infermo, le autorità russe gli consentirono di essere curato in un ospedale di Berlino, dove si è ristabilito. Qui è stato confermato il tentativo di avvelenamento, oltre che da altri laboratori chimici e dall՚OPCW (Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche). Al ritorno in Russia, il 17 gennaio 2021, Naval’nyj viene arrestato all՚aeroporto Šeremetevo di Mosca da agenti di polizia e processato per direttissima.

    Gli avvocati di Naval’nyj hanno fatto ricorso al Consiglio d՚Europa, dopo la sentenza di condanna del 2 febbraio. La Corte Europea dei Diritti Umani ha già definito questo processo arbitrario e manifestamente irragionevole. Il Ministero degli Affari Esteri italiano dichiara che, ancor prima della condanna, la detenzione di Naval’nyj, dopo l՚avvelenamento (…) conferma la tendenza alla soppressione dei diritti fondamentali in Russia. Infatti la Procura russa ha fatto ricorso anche contro la condanna di Naval’nyj e del fratello (2018) per ‘l՚affare Yves Rocher’ condanna per la quale Naval’nyj era ai domiciliari.

    Si legge, a questo proposito, nel periodico russo Argumenty i fakti: Il 29 gennaio il Tribunale Simonovskij (a Mosca) valuterà la petizione del servizio penitenziario federale nel caso ‘Yves Rocher’. Lo denuncia mercoledì 13 gennaio l՚edizione in rete ‘Open Media’ con riferimento al servizio stampa del tribunale.³

    Indignano le parole pronunciate dall՚ex-presidente della Federazione russa Medvedev (che da circa vent՚anni si alterna con Vladimir Putin nelle cariche di Presidente e di Primo Ministro), nei riguardi di Naval’nyj e dei suoi sostenitori, definiti canaglie assetate di potere. Inoltre sostiene che gli arresti e i maltrattamenti dei manifestanti a favore di Navalnyj, sono atti dovuti nei confronti di teppisti e provocatori che disturbano l՚ordine pubblico. Parole inaccettabili!

    Voglio dare il mio sia pur piccolo contributo a questi Russi che lottano per i diritti civili! Mi si affastellano in mente ricordi letterari, politici, i miei studi di letteratura russa, praticamente la storia della Russia nella quale, salvo in brevi parentesi, l՚opposizione non ha mai potuto esprimersi, o l՚ha fatto a caro prezzo, con la detenzione, l՚esilio, anche la morte! Credo che noi russisti non possiamo restare indifferenti, mentre nelle città russe si lotta per la democrazia, dato che insegniamo, oltre alla lingua, la civiltà russa! Non possiamo restare nel tepore delle nostre ricerche, senza prendere posizione, o quanto meno partecipare alla discussione su questi fatti: l՚indifferenza è complicità. Certo, le notizie ci giungono filtrate dagli avversari e dai partigiani di Naval’nyj, quindi forse deformate. Ci vuole cautela nel consultare le fonti più varie, ma alcuni dati sono oggettivi.

    Perciò preferisco buttarmi a capofitto nella ricerca di cosa sta succedendo in Russia e del filo rosso dello scontro perenne fra dissidenti russi e potere costituito.

    Dunque, dopo aver analizzato la vicenda di Naval’nyj, che si svolge ora davanti ai nostri occhi, e la sua personalità, ripercorreremo alcune delle tappe più significative nella storia della lotta impari tra dissidenti e potere in Russia. Per prendere, poi, in considerazione le vicende di altri oppositori perseguitati, o addirittura uccisi, in questi ultimi vent՚anni.

    Breve biografia di Aleksej Naval’nyj

    Aleksej Navàl’nyj non lo conosco a fondo, devo ancora informarmi precisamente sulle sue idee e sui suoi progetti che, comunque, ha il diritto di esprimere liberamente, come ogni cittadino. Mi era rimasta impressa una sua frase di qualche tempo fa, che suonava più o meno Con El’cin c՚era il problema della corruzione, con Putin essa è diventata sistema. È un՚affermazione degna di attenzione. Vado a spulciare nella stampa dell՚epoca: un procuratore di Ginevra svelò nel 2000 il sistema di riciclaggio con cui la ‘famiglia’, cioè i fedeli collaboratori di El’cin, guadagnava interessi e azioni: i 9.600 miliardi di lire affidati (in dollari) al Cremlino dal Fondo monetario internazionale nel 1998, furono riciclati attraverso una rete di banche svizzere e conti per corrispondenza. Una volta stornati, quei soldi ritornarono in Russia, prestati a importanti società di esportazione, soprattutto nel petrolio e nell՚alluminio.⁴ Un cittadino che lotta pubblicamente contro simile corruzione nel proprio Paese, è perciò stesso degno di rispetto, anzi può esserci di esempio.

    Chi è Naval’nyj? È oggi uno dei principali oppositori russi di Vladimir Putin, non perché diriga un partito importante, che ottiene molti voti alle elezioni politiche, ma per il suo peso nell՚opinione pubblica russa e internazionale, soprattutto fra i giovani. Dà voce a vari gruppi di opposizione.

    Che cosa fa? È attivista politico e blogger. Qual è il suo passato?

    È nato nel 1976, proviene da una famiglia ‘tutta in regola’ secondo gli schemi socio-culturali sia sovietici, che post-sovietici: i nonni paterni hanno sempre vissuto e lavorato in un kolchoz,⁵ dove il nonno era falegname. La madre di Aleksej era assistente di laboratorio in un Istituto di Ricerche sui microdispositivi (NII), poco lontano da Mosca. Il padre era militare. I genitori di Aleksej sono proprietari della ‘Fabbrica Kobjakovskaja di lavorazione del vimini’. Sua moglie Julija, invece,

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