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Encala: Libro 3 Della Serie Heku
Encala: Libro 3 Della Serie Heku
Encala: Libro 3 Della Serie Heku
E-book517 pagine6 ore

Encala: Libro 3 Della Serie Heku

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Info su questo ebook

Chevalier continua a guidare, come Anziano, la fazione degli Equites, mentre Emily comincia ad addestrare un altro gruppo di cavalieri. Gli Encala cercano con più forza di ottenere il controllo dell’ultima Winchester rimasta, obbligando gli Equites a stringere il cordone di protezione intorno a Emily e ad Allen. Gli attacchi degli Encala aumentano mentre Emily fa amicizia con un Heku sconosciuto, facendo infuriare Chevalier e il Consiglio degli Equites.

LinguaItaliano
Data di uscita13 giu 2011
ISBN9781458055354
Encala: Libro 3 Della Serie Heku
Autore

T.M. Nielsen

T.M. Nielsen doesn't necessarily consider herself an author. She's an every-day woman who had a story to tell. Never intending to let anyone else read it, she decided to put it all down on paper. What she ended up with is a fascinating tale filling books full of drama, adventure, action, romance, and excitement.When asked why she decided to publish, she stated, "I want for others to be able to forget about problems in life and to lose themselves in my world... the world of the heku. While I write, I laugh, cry, grin, gasp, and my heart races. I want others to experience that too."T.M. Nielsen is a computer tech by trade and lives with her husband and two beautiful daughters. She's the author of Amazon.com's bestselling series The Heku Series and the Dimensions Saga, along with a Heku Series spin-off book called Return of the Encala. She's been listed numerous times on Apple's Breakout Books and on Amazon.com's top 20 in Fantasy.**** From TM ****I updated my books all the time! Check back often for new, cleaner versions. I can't afford an editor, but any time I hear of an error, I fix it immediately.

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    Anteprima del libro

    Encala - T.M. Nielsen

    Chapter 1 : Capitolo 1

    Dannato, disse Allen, sorridendo

    Vuoi andare fuori, oggi? Chiese Emily, prendendogli la mano.

    Sogghignò sentendo il nome del cavallo di Allen. Il nome gli si adattava quando era un puledro non ancora domato, ma ora che era un tranquillo stallone, era il cavallo perfetto per un ragazzino.

    Lo condusse verso l’entrata e si stupì: non c’erano guardie alla sua porta. Sapeva che la Cavalleria era fuori in missione e quindi non aveva il compito di farle da guardie del corpo per altri due giorni, ma c’erano sempre state guardie, scelte a caso, posizionate fuori dalla sua porta da quando i Cavalieri erano stati nominati Luogotenenti.

    Emily camminò con Allen attraverso il palazzo, provando un senso di libertà. Non passò vicino a nessun heku durante il tragitto e poi si ricordò che il Consiglio era in riunione. Stavano facendo giurare il nuovo Giustiziere, qualcuno di nome Damon. Tutto quello che sapeva di lui, era che si trattava di un altro dei ‘vecchi’ e che Chevalier lo conosceva da tantissimo tempo.

    Emily sollevò Allen e se lo gettò sulle spalle mentre a lui veniva la ridarella. Gli piaceva andare in giro sulle sue spalle. Attraversò la breve distanza fino alla scuderia e si guardò intorno,ancora nessun heku. Anche la scuderia era vuota: rimanevano solo Patra e Dannato.

    Emily mise una briglia a Patra e la condusse fuori dal suo box. Continuava a guardarsi intorno mentre metteva la sella, la legava e poi faceva sedere Allen vicino al pomello. Mise un piede nella staffa e si diede una spinta sedendosi dietro di lui. Mise una mano intorno alla vita di Allen e tenne le redini con l’altra, poi schioccò la lingua facendo muovere lentamente il cavallo verso l’esterno.

    Aveva visto le dolci colline a ovest della città, ma non aveva ancora trovato il tempo per esplorarle. Batté i tacchi contro Patra e la giumenta partì al trotto. La città era silenziosa, di giorno. La maggior parte del lavoro era fatta con la protezione della notte. Sentiva la gente che parlava dietro le porte chiuse e, ogni tanto, vedeva una tendina che si spostava. Era un po’ irritata da quello sbirciare, ma sapeva che per loro lei era uno strano spettacolo.

    Dopo parecchi giri e vicoli ciechi, trovò finalmente la strada verso le colline verdi. Sorrise e mise Patra al galoppo. Amava sentire il vento nei capelli e Allen ridere. Era bello portare la giumenta pezzata fuori sull’erba aperta. Il cavallo aveva lavorato duramente per preparare la cavalleria ed era un po’ che non poteva sgranchirsi le zampe. Il pomeriggio passava lentamente mentre esplorava le colline e parlava con Allen.

    In cima a una delle colline, Patra si impennò rabbiosamente ed Emily strinse Allen più forte. Calmò la giumenta e poi vide cosa l’aveva spaventata, qualcuno stava camminando verso di loro. Emily continuò a guardare mentre si avvicinava e si fece scura in volto.

    Emily? lo sentì chiedere, e strinse la presa su Allen così forte che il bambino cominciò a lamentarsi.

    Tim, disse, osservandolo. Non lo vedeva da quando era prigioniera dei Valle, quando l’uomo era stato mandato a infrangere il suo legame con Chevalier. L’ultima volta che l’aveva visto, Tim era semisvenuto e stava soffrendo a causa della tortura che lei gli aveva inflitto.

    Si fermò a qualche passo da lei e le sorrise: Vedo che hai avuto un maschietto.

    Lei annuì e tirò le redini, obbligando Patra a fare un passo indietro: Che cosa stai facendo qui?

    Sono un donatore, non lo sapevi? chiese, con fare indifferente.

    Per gli Equites? Che cosa è successo ai Valle? Non si fidava per niente di lui.

    Sono un donatore per chiunque abbia bisogno di me. Sto facendo una visita a Council City, si mise le mani in tasca e la guardò dalla testa ai piedi.

    Ti suggerisco di tornare da dove sei venuto.

    L’uomo fece una smorfia: Non sarai ancora arrabbiata, vero? Non è stata colpa mia. Mi hanno obbligato a farlo.

    Non mi interessa chi ha obbligato chi, il tuo posto non è qui.

    Non arrabbiarti, Emily, per favore. Avrei voluto farti le mie scuse, ma non sapevo dove trovarti, le disse, facendo un passo verso di lei.

    Emily fece indietreggiare Patra di un altro passo: Avvicinati e tutta la città ti sarà addosso in un attimo.

    Non ne dubito, ho sentito che tuo marito è diventato un Anziano.

    Hai sentito giusto.

    Mi importava veramente di te, lo sai, vero? aggiunse l’uomo con un sorriso.

    Sì, certo, hai lasciato che mi torturassero.

    No, non è vero. Mi portavano via finché non era ora di lasciarti andare, non potevo farci nulla, voleva disperatamente che lei gli credesse.

    Ma lo sapevi, per tutto quel tempo tu li stavi aiutando.

    È vero, lo sapevo, ma non li stavo aiutando.

    Allora non stavi cercando di infrangere il mio legame con Chev? chiese Emily, alzando un sopracciglio.

    Ok, sì forse... ma mi importava veramente di te e lottavo per tornare da te quando ti legavano. Tolse le mani dalle tasche e le allungò verso il cavallo.

    Indietro, lo avvertì.

    Tim tirò indietro le mani: Non fare così, è passato tanto tempo e ora che ti ho trovato, voglio chiederti scusa.

    Sparisci, non sei il benvenuto in città, gli disse di nuovo.

    Invece sì, sono un donatore e ho un appuntamento con un heku, disse, facendo un passo di lato.

    Sono piuttosto sicura di superare in grado chiunque sia la persona con cui tu hai un appuntamento, e dico che non sei il benvenuto.

    L’uomo si voltò verso la città, poi tornò a guardare Emily: Non fare così, Em. Sarò in città per non più di un’ora.

    E poi cosa farai? Ritornerai dai Valle con le informazioni sul Consiglio?

    Te l’ho detto, non sono con i Valle

    Ah, giusto... e ovviamente io devo credere a tutto quello che dici.

    Tim sorrise e guardò Allen: È un bel bambino, Emily.

    Non sto scherzando, vattene immediatamente, lo avvertì di nuovo.

    Farò quello che vorrò. Tu puoi anche essere la moglie di un Anziano, ma sei sempre una mortale, il che vuol dire che per loro... non sei niente. Sogghignò, ammiccando.

    Emily? sentì chiamare dietro di lei e si girò proprio mentre Tim guardava dietro di lei.

    Tim spalancò gli occhi quando vide i sette heku a cavallo. Si guardò intorno, senza sapere dove scappare, ma si accorse presto che lui ed Emily erano circondati.

    Stai bene, Emily? chiese uno dei cavalieri.

    Quest’uomo, lo conosco... lavora per i Valle, li ha persino aiutati a rapirmi, una volta, disse, sorridendo all’espressione terrorizzata sul volto di Tim.

    Non è vero! Io... beh... ok io ero lì... quando i Valle avevano Emily, ma non lavoro per loro, disse, sulle spine.

    Vediamo cos’ha da dire l’Anziano di questa faccenda, gli rispose uno dei cavalieri prima di far muovere il suo cavallo verso Tim e smontare.

    Non è necessario, stavo proprio per andarmene, cercò di dire Tim, allontanandosi dagli heku che avanzavano. Sentì una mano forte sulla spalla e mormorò: Per favore, non sono venuto per far male a nessuno.

    La guardia chiese ad Emily: Cosa vuoi che ne facciamo?

    Emily sorrise: Portatelo da Chevalier e vediamo se, con le sue chiacchiere, riesce a convincerlo a lasciarlo andare.

    L’heku annuì e spinse avanti Tim, tornando a piedi verso la città. Un altro heku prese le redini del suo cavallo e poi tutti li seguirono. Emily li guardò andarsene, poi sospirò quando si girarono verso di lei.

    Dovrai venire anche tu con noi, le disse uno di loro.

    Emily immaginò che fosse inutile cercare di passare ancora un po’ di tempo fuori dalla città e li seguì, continuando a parlare con Allen di tutto quello che lui le indicava.

    Una delle guardie rimase indietro e adeguò il suo passo a quello di Emily: Dov’è la tua scorta?

    Lei scrollò le spalle: A quanto pare oggi non l’avevo.

    Non l’avevi oppure sei riuscita a seminarli?

    Ehi, non mi va quest’atteggiamento, scattò. Non c’era nessuna guardia quando sono uscita dalla mia stanza, così ho deciso di portare Allen a fare una cavalcata.

    L’heku annuì, con lo sguardo fisso in avanti.

    Suppongo che dirai a Chevalier che mi avete trovato là fuori.

    L’heku annuì ancora.

    Grande!

    Emily e la guardia restarono un po’ indietro rispetto agli altri. Non aveva nessuna fretta di rientrare nel palazzo soffocante. Quando arrivarono alla scuderia, gli altri cavalli erano già stati riportati nei box e il resto della Cavalleria se n’era già andato. Ritirò Patra con calma, e aiutò Allen che riempiva la mangiatoia con secchielli di avena.

    Bentornata, le disse Sam, guardando da dietro l’angolo. Allen gli corse in braccio.

    È tutto a posto per l’addestramento di settimana prossima, Sam?, chiese, chiudendo il box di Patra.

    Sì, tutto a posto, le disse, gettando Allen per aria e riprendendolo, mentre il bambino rideva. Domani arriveranno quei nuovi cavalli.

    Lei annuì e poi rimase a guardare Sam e Allen finché non sentì l’heku schiarirsi la gola Rientriamo, l’Anziano vuole parlare con te.

    Quanto mi da fastidio!

    Cosa? chiese, conducendola verso l’ingresso.

    Il fatto che possiate parlarvi quando siete così lontani. È piuttosto irritante.

    Lui sorrise: Però è comodo.

    Già, ci scommetto, disse, cambiando umore.

    Era stata così contenta là fuori nei campi aperti con Allen. Ora stava andando verso un altro round di litigi. Era stanca di litigare con Chevalier. Sembrava che tutto quello che facevano fosse litigare, poi fare la pace, e poi litigare ancora. Ebbe di colpo un’idea, e se non avesse litigato per niente? E se avesse ammesso di aver fatto un errore e avesse accettato la punizione qualunque fosse?

    Emily sorrise: era perfetto. Avrebbe evitato un litigio, anche se sapeva che Chevalier sarebbe stato scettico. Il portone del palazzo si aprì davanti a lei e sentì le guardie immediatamente dietro di lei. La portarono al quarto piano nella sala del Consiglio. C’era stata già una volta, prima ma ora non sembrava più così intimidatoria.

    Tutte le tredici sedie erano occupate ed Emily osservò attentamente Damon, che era seduto nel posto che era stato di Chevalier. Sembrava più giovane di Chevalier, e aveva occhi marrone scuro e capelli castani tagliati corti. Leonid e Maleth la guardavano sorridendo, ma Chevalier aveva il volto corrucciato. Tim era sul pavimento di fronte al Consiglio, sulle ginocchia. Il resto della cavalleria era schierato lungo le pareti e quello che era con lei la fece allineare con loro.

    Vieni avanti, Emily, le disse Maleth, facendole segno di avanzare.

    Emily sospirò e poi avanzò fino a mettersi dietro a Tim, senza nemmeno guardarlo.

    Sei ferita, Emily? chiese Maleth, preoccupato.

    No, per niente.

    Non siamo qui per scoprire cosa facevi fuori dalle mura della città da sola, anche se vorremmo sottolineare che non sei al sicuro fuori dal palazzo; disse Maleth, dando una veloce occhiata a Chevalier.

    Ok, rispose Emily, curiosa.

    È stato portato all’attenzione del Consiglio che questo mortale è stato coinvolto con la tua cattura da parte del Valle lo scorso anno, disse Maleth indicando Tim.

    Tim guardò verso di lui e poi si rivolse verso Emily, con gli occhi imploranti.

    Sì, è vero. Era quello che sono stata accusata di torturare, disse, infilandosi le mani in tasca.

    Leonid guardò verso Tim che abbassò la testa.

    Credi sia ancora un Valle? le chiese Leonid.

    Emily rifletté un attimo: È difficile dirlo... ma l’ho avvertito di non venire in città.

    Ha detto perché stava dirigendosi qui?

    Sì, aveva un appuntamento come donatore.

    Ha preso parte, in qualunque momento, alla tua tortura per mano dei Valle? domandò Maleth, guardando Tim severamente.

    Non lo so. Era lì e sapeva che il suo compito era di infrangere il mio legame con Chevalier.

    Tim, chiese Leonid: Dov’eri quando Emily era legata al letto per lunghi periodi?

    Tim guardò verso di loro: Mi portavano via, lo giuro. Appena mi lasciavano tornare nella stanza la liberavo".

    Qual era il tuo scopo?

    Emily ha ragione, avrei dovuto infrangere il legame con l’heku, disse Tim piano.

    Si sentì Chevalier ringhiare.

    Io non le ho fatto del male, lo giuro, disse supplicando.

    Leonid disse qualcosa a Maleth e Chevalier, a voce troppo bassa perché Emily capisse, e quando si girarono, Chevalier si alzò: Non abbiamo prove che tu abbia lasciato i Valle, quindi sarai recluso nella prigione di Council City per dieci anni, disse, fissando il mortale.

    No, per favore, gridò Tim alzandosi e girandosi verso Emily. Le mani di due heku si posarono immediatamente sulle sue spalle.

    Per favore, Emily, non farlo. Io non sono mai stato cattivo con te.

    Non tocca a me discutere le decisioni del Consiglio. Disse, sorridendogli dolcemente. Con la coda dell’occhio, vide che Chevalier aveva un’espressione sorpresa.

    Tim fu trascinato via dalla sala del Consiglio da due delle guardie. Emily si girò per andarsene, ma fu richiamata.

    Sì?, chiese, guardandoli. Stava per incrociare le braccia, ma le lasciò rilassate lungo i fianchi.

    Questo è il Giustiziere, Damon, le disse Leonid, indicando il nuovo membro del Consiglio.

    Emily gli sorrise e poi guardò di nuovo verso Leonid.

    Ha chiesto una dimostrazione delle tue abilità, disse Leonid ed Emily rimase senza fiato.

    Chevalier ringhiò: Quella richiesta non è stata approvata.

    No, non lo farò, disse Emily a occhi sgranati.

    Era solo una richiesta, Bambina. Mi interessa solo vedere quello che sai fare, disse Damon, guardandola con un sopracciglio alzato.

    Non sono una bambina, disse Emily a denti stretti.

    Molto bene, non ti obbligheremo, si intromise Maleth. Il tuo talento è un mistero per tutti noi e anch’io sono curiosa di vedere le capacità delle Winchester, se mai decidessi di mostrarcele.

    Emily si girò e notò l’espressione sbalordita sui volti della cavalleria. A quanto pareva non erano stati informati del suo retaggio.

    Emily, aggiunse Maleth: Oggi la cavalleria comincerà con il suo nuovo compito come tua guardia personale. Due per volta, come stabilito.

    Emily ebbe un moto di repulsione, ma poi sorrise: Naturalmente.

    Vide Chevalier che la guardava con occhi sospettosi mentre usciva dalla sala con le due guardie dietro di lei.

    Emily entrò in camera, lasciando le guardie fuori dalla porta e andò da Sam e Allen che erano seduti a tavola. Si sedette e mise un po’ di maccheroni al formaggio sul proprio piatto.

    Stai bene? chiese Sam, guardandola attentamente.

    Sì. Sto bene, perché? gli chiese lei, sorridendo ad Allen. Era coperto di formaggio dalla testa ai piedi e le sorrideva beato. Aveva il sorriso di Chevalier.

    Niente, disse Sam e spinse via la sedia dal tavolo. Vado alla scuderia.

    Emily si girò verso Allen.

    Dove papà? chiese, scavando nel piatto con le mani.

    Sono sicura che sarà qui presto. Gli rispose, prima di prendere un boccone.

    Il resto della cena andò liscio e poi Emily preparò un bagno ad Allen, che cominciò immediatamente a giocare nell’acqua e a schizzarla intorno, con l’acqua che diventava arancio.

    Emily? sentì Chevalier che la chiamava. Sospirò: non era un buon segno quando la chiamava Emily.

    In bagno, rispose facendo la cresta con lo shampoo ad Allen.

    Sentì Chevalier che entrava e si appoggiava al ripiano dietro di lei.

    Papà! Allen allungò le braccia verso di lui.

    Dopo il bagno, gli disse ed Emily non poté fare a meno di notare che aveva la voce tesa.

    Emily si affrettò a finire il bagno di Allen, poi lo tolse dall’acqua per asciugarlo. Il bambino le sfuggì dalle mani e corse, nudo, verso Chevalier, allungando le braccia. Chevalier lo sollevò e lo abbracciò stretto.

    Dannato, disse Allen, sorridendo.

    Sì, ho sentito che sei andato a cavallo oggi. Chevalier guardava Emily.

    Tu no? chiese Allen.

    Ero al lavoro, gli disse Chevalier e lo rimise tra le braccia di Emily.

    Emily lo portò nella sua camera e gli mise il pigiama. Si sedette nella sedia a dondolo e chiuse gli occhi, con Allen accoccolato contro il suo petto. Ci vollero quasi trenta minuti prima che si addormentasse, poi lo mise a letto e tornò nella propria camera, chiudendo adagio la porta.

    Emily andò da Chevalier che era seduto sul letto e si mise cavalcioni sulle sue gambe, guardandolo in viso.

    Decise di anticipare il suo discorso: Non lo farò più, mi dispiace. Non ci ho pensato e so che è stato imprudente.

    Lui la guardò sospettoso: Che cosa stai macchinando?

    Cosa? gli chiese, guardandolo negli occhi.

    Cos’è successo a ‘posso proteggermi da sola’?

    Posso farlo, la maggior parte delle volte, ma siamo incappati in un mortale e questo ha messo me e lui più o meno sullo stesso piano. Mi dispiace, Chev, disse sinceramente.

    Voglio sempre sapere che cosa stai macchinando.

    Niente, ho notato che non c’erano guardie e Allen voleva andare a fare una cavalcata. È tanto che vedo quelle colline e volevo lasciar correre un po’ Patra. Avrei dovuto tener conto del pericolo, prima. Gli passò le mani dietro al collo e lo baciò piano.

    Non vuoi lamentarti riguardo alla condanna di Tim? chiese guardandola attentamente.

    No, non spetta a me disse, e poi rise quando sentì Chevalier che si irrigidiva.

    Da quando?

    Emily scrollò le spalle e cominciò a baciarli dolcemente il collo.

    Ah... ci sono, stai solo tentando di evitare un litigio, disse, e rabbrividì leggermente.

    Lei annuì e lo baciò lungo la mascella.

    Allora non è vero che credi realmente quello che stai dicendo, cerchi solo di non farmi arrabbiare? Le sollevò il viso per farsi guardare in faccia.

    Non c’è un modo giusto per rispondere a questa domanda. Non ho voglia di litigare, sono ultrastufa di litigare.

    Anch’io.

    Emily appoggiò la testa contro la sua spalla e gli mise la braccia intorno. Si tirò più vicina a lui quando sentì le forti braccia intorno alla vita. Si tirò indietro e lo guardò negli occhi: Vuoi che lo mostri al Consiglio?

    Mostrargli che cosa? le chiese, spingendole via i capelli dalle spalle.

    Incenerire.

    No, se non vuoi farlo.

    Però tu vuoi che lo faccia, vero?

    Chevalier sospirò: Vogliono veramente vederlo.

    Emily si morse il labbro inferiore: A una condizione.

    Chevalier aveva gli occhi sgranati: Lo farai?

    Se accetti la mia condizione.

    Ok... qual è?

    Scelgo io chi.

    Avevi in mente qualcuno?.

    No, ma voglio sapere cosa hanno fatto e se merita l’incenerimento, disse, scendendo dalle sue gambe.

    Chevalier allungò le mani e se la tirò nuovamente in grembo, poi sfiorò le sue labbra con le proprie e sorrise: Affare fatto. È un po’ che scalpitano per vederti in azione.

    Emily ci pensò un attimo: Ok, domani andrò fuori a prendere un po’ di sole. Portami i file dei vostri peggiori crimini e vedrò se me ne piace qualcuno.

    Chevalier alzò un sopracciglio: Andrai a prendere un po’ di sole?

    Emily rise: A qualcuno di noi fa effettivamente bene... Allen mi sembra un po’ pallido ed io potrei assorbire un po’ di quella vitamina D che adoro.

    Chevalier sembrava incerto.

    Ehi, credevo avresti smesso con la gelosia.

    Sospirò: Hai ragione, sto tentando.

    Lo baciò, e scese nuovamente dalle sue gambe. Lui ringhiò e cercò di tirarla indietro.

    No, non stanotte, disse, prima di afferrare una camicia da notte e sparire in bagno.

    Perché?, chiese, preoccupato.

    Emily rientrò dopo qualche minuto. Perché... devo fare un viaggetto in una città vera prima, salvo che tu abbia intenzione di mettermi incinta di nuovo.

    Lui ci pensò per un po’ mentre lei si sdraiava e poi si accoccolò contro di lei: Non ti seguo.

    Emily lo guardò stupita: Ho finito le pillole anticoncezionali.

    Ci sono pillole per quello? Chiese, sbalordito.

    Emily rise: Naturalmente!

    I mortali pensano proprio a tutto, disse, spegnendo la luce.

    ***

    Emily era sdraiata su un lettino e guardava Allen che giocava nell’erba con solo i pantaloncini ed era ricoperto di crema solare. Emily era in bikini e aveva gli occhiali da sole. La giornata sembrava particolarmente luminosa. Le sue due guardie erano in piedi ad almeno sei metri di distanza da lei. Era certa che la distanza fosse un ordine del teoricamente non geloso Chevalier.

    Signora? sentì qualcuno chiedere, in tono nervoso.

    Emily alzò lo sguardo verso un heku sconosciuto. Aveva una pila di cartelle in mano e cercava disperatamente di non guardarla.

    Oh, grazie, gli disse, prendendole. Si girò per chiedergli se era tutto e sogghignò quando vide che era già sparito.

    Controllò Allen e poi guardò le cartelle. Ce n’erano cinque in tutto. La prima era semplice, un heku Encala era stato catturato a Council City mentre mandava informazioni sulla disposizione della città da un cellulare.

    Emily arricciò il naso e passò alla cartella seguente. Cominciò a ridere quando lesse la descrizione: Mortale molto attraente colta quasi nuda sul prato a distrarre tutti gli heku, facendogli trascurare il lavoro.

    Gettò la cartella ad Allen per farlo giocare e ne prese un’altra. Questa era più dettagliata, ma da quello che poteva capire, questo heku aveva ucciso la sua compagna e un compagno di stanza per un donatore. Continuò a leggere, sconcertata che avesse potuto uccidere per del cibo. Mise la cartella sulla sedia vicino a lei e gettò per terra la prima cartella.

    Gettò immediatamente via la quarta cartella. Non riteneva che una femmina heku che aveva tentato di unirsi agli Encala meritasse di essere incenerita. La quinta cartella era la più pesante e la aprì, scorrendo senza pensare le fotografie dell’interno di una casa. Le guardò velocemente, non vedendo niente d’importante. Alla fine trovò il rapporto scritto. Questo heku aveva catturato e tenuto prigionieri quattro mortali per giorni, nutrendosi come aveva voluto, e alla fine li aveva uccisi.

    Emily riguardò le fotografie, senza capire perché fossero state allegate. Limitò la scelta ai due casi. Diede un’occhiata alle sue guardie e si chiese come avrebbe potuto incontrare i due heku.

    Sam? Chiamò, sedendosi.

    Sì, Emily? chiese, quando arrivò da lei qualche minuto dopo.

    Per favore prendi Allen, deve pranzare.

    Sam annuì e prese il bambino, poi andò in casa.

    Emily si alzò e andò verso lo guardie, che evitavano a tutti i costi di guardarla.

    Allora, disse, dondolandosi sui talloni.

    Sì? chiese uno di loro, sempre guardando sopra la sua testa.

    Come posso fare ad andare giù in prigione per parlare con due prigionieri? chiese e trasalì quando entrambi la guardarono allarmati.

    Perché? Chiese uno dei due.

    Ho alcune cartelle che mi hanno mandato gli Anziani, e devo sceglierne uno per... beh... la punizione. Non riesco a decidere tra i due, quindi voglio vederli.

    Dovremo chiederlo all’Anziano.

    Emily cercò di ritrarsi: Dobbiamo proprio? Non posso semplicemente andarci con voi? Saranno nelle loro celle.

    Entrambi scossero la testa.

    Bene, andate a chiederglielo, disse, e uno dei due scomparve.

    Emily si mise il prendisole che le aveva portato la guardia ritornando: Ha detto che abbiamo il permesso, ma devi restare lontana dalle sbarre.

    Emily annuì, sorpresa che Chevalier lo permettesse. Cominciava a capire quanto fossero ansiosi i Consiglieri di vedere cosa poteva fare.

    Le celle della prigione erano allineate, fila dopo fila. Emily poté solo cogliere un’impressione vaga di quanto fosse grande la prigione quando la condussero giù per una delle fila e una guardia heku indicò una cella. Emily sentì un sibilo e le sue guardie si chinarono e sibilarono in risposta. Osservò l’heku nella cella. Aveva gli occhi feroci innaturali e fissavano il suo collo.

    Posso farti qualche domanda? gli chiese

    Dipende da quello che vuoi sapere, mortale, le rispose, mentre si passava la lingua sulle labbra screpolate.

    Perché hai ucciso la tua famiglia? Pensava fosse una domanda semplice, ma l’heku inalò forte e le sue mani si chiusero a pugno.

    Vieni più vicino e te le dirò, ed Emily sentì una mano forte sulla spalla che la tratteneva, anche se non aveva alcuna voglia di andare verso di lui.

    No, dimmelo adesso, o me ne vado. Ne ho altri con cui parlare, disse freddamente.

    La mia famiglia?

    Sì, il rapporto dice che hai ucciso le persone che vivevano con te.

    Volevano il mio donatore, disse, piegando la testa di lato e guardandola.

    E per questo meritavano di morire?

    Sssì, sibilò di nuovo, inalando a fondo.

    Una delle guardie sbatté i pugni sulle sbarre e il prigioniero heku arretrò leggermente.

    Stai attento, gridò la guardia.

    Emily sospirò: Portatemi dall’altro.

    Le guardie la riportarono nel corridoio principale e poi camminarono oltre le fila, girandosi poi verso una cella.

    Emily guardò dentro, l’heku rinchiuso sembrava miserevole e infelice. Era seduto sul letto con la testa tra le mani.

    Stai bene? gli chiese.

    L’heku alzò lo sguardo e saltò in piedi: Una mortale? Qui?

    Ho una domanda da farti?

    Lui la guardò, sbalordito.

    Perché hai rapito i mortali e poi li hai uccisi?

    L’heku si sedette di colpo sulla branda: È stato un incidente. Li avevo pagati per rimanere quattro giorni... ma non sono riuscito a fermarmi. La voce era piena d’angoscia.

    Emily lo osservò per un po’, poi si girò e se ne andò velocemente. Non riusciva più a guardarlo e i sibili e le occhiate che arrivavano dalle celle buie le facevano venire i brividi.

    Una volta ritornata al marmo lucido e alle sale luminose, si fermò e si appoggiò a una parete.

    Stai bene? le chiese una delle guardie, toccandole leggermente il braccio.

    Emily annuì: Dite a Chevalier che ne ho scelto uno.

    Una delle guardie sfuocò via ed Emily rimase lì, appoggiata al muro.

    Sei sicura di star bene? chiese l’altra guardia.

    Emily annuì di nuovo, senza parlare.

    Dopo qualche istante, la guardia riapparve al suo fianco: Vorrebbero vederti nella sala del Consiglio.

    Ora?, chiese, sorpresa.

    Sì, hanno detto di portarti lì immediatamente.

    Emily li seguì nella stanza che cominciava a conoscere bene e guardò su verso il Consiglio.

    Emily, apprezziamo moltissimo che tu abbia deciso di farlo. L’Anziano Chevalier ci ha spiegato com’è difficile per te, disse Maleth, sorridendole.

    Emily abbassò lo sguardo verso il pavimento.

    Chi hai scelto? le chiese Maleth, rompendo il silenzio.

    Quello che ha ucciso la sua famiglia, sussurrò lei.

    Sentì qualcuno che si muoveva e alzò lo sguardo, proprio mentre Chevalier appariva al suo fianco.

    Non sei obbligata a farlo, le sussurrò.

    Facciamola finita... solo che... io...

    Cosa, Em?

    Io non voglio vederlo, disse. Chevalier le prese la mano e la condusse sul palco del Consiglio.

    Girò la sedia con le schienale verso la sala e lei si sedette, continuando a guardare il disegno del pavimento. Qualche minuto dopo la porta si aprì e un basso sibilo sfuggì dall’heku dietro di lei. Le mani di Chevalier si chiusero a pugno ed Emily sentì una delle guardie che ringhiava.

    Ti comporterai bene, o avrò la tua testa, disse una guardia.

    Emily fece un profondo respiro: Quando?

    Leonid parlò adagio: Quando sarai pronta, Bambina.

    Emily annuì, ignorando il fatto che l’aveva chiamata bambina e si concentrò. Finì subito. Prima che qualcuno nel Consiglio avesse il tempo di batter ciglio, l’heku sibilante non fu altro che una mucchietto di ceneri sparse.

    Emily rimase ferma, con la schiena rivolta verso di lui e sentì i Consiglieri che respiravano forte e parlavano in fretta tra di loro.

    Chevalier le mise una mano sulla spalla.

    L’intera sala cadde in silenzio mentre Emily si sedeva e cominciava a tremare.

    Em? la chiamò Chevalier, inginocchiandosi accanto a lei, che continuava a fissare il pavimento.

    Per favore, non fatemelo fare un’altra volta, sussurrò, ma l’udito acuto del Consiglio permise a tutti di sentirla.

    No, non te lo chiederò rispose Chevalier e la aiutò ad alzarsi.

    La abbracciò e si rivolse verso gli altri: La porto di sopra.

    Tutti fecero cenno di sì, guardandola con occhi compassionevoli. Capivano come fosse difficile per lei, sapevano quanto amasse gli heku.

    Chevalier la condusse fuori dalla sala del Consiglio e si girò a guardare mentre gli Anziani si chinavano sopra le scrivanie per guardare di nuovo le ceneri.

    Entrarono nella loro stanza ed Emily si stese immediatamente sul letto. Chevalier la coprì e rimase seduto vicino a lei. Il silenzio riempiva la stanza ed Emily si addormentò presto. Chevalier la osservava, continuando a pensare a come fosse difficile per lei uccidere. Lui lo trovava facile, non si guardava mai indietro e non ci pensava mai due volte quando faceva giustizia uccidendo.

    Chapter 2 : Capitolo 2

    Santa merda, disse Emily, guardando il nuovo gruppo di guardie che venivano a rapporto per l’addestramento alla cavalleria. I sette avanzavano verso di lei che non poté fare a meno di indietreggiare un passo. Erano enormi. Sembrava altissimi culturisti che giganteggiavano avanzando.

    I primi sette Cavalieri erano con lei. Avrebbero dovuto sorvegliarla e aiutarla ad addestrare le nuove guardie. Formavano una V con Emily davanti e osservavano attentamente le nuove reclute.

    Emily sentì un rumore familiare mentre si avvicinavano, il clic-clic degli speroni. Guardò in basso e vide che il più grosso di loro indossava speroni sui suoi stivali neri da cow-boy. Non sapeva esattamente il perché, ma, per qualche ragione, questo nuovo gruppo la faceva sentire a disagio.

    Grazie per essere venuti, mi chiamo Emily e vi aiuterò con i cavalli, disse, senza avvicinarsi come faceva di solito. Li osservava attentamente. Sei di loro l’avevano guardata mentre parlava, ma quello più grosso, quello con gli speroni, non abbassava lo sguardo su di lei. Emily fece una smorfia e continuò.

    Come prima cosa, per favore puoi toglierti gli speroni? Chiese, guardando quello che, dentro di sé aveva soprannominato Carrarmato.

    No, rispose lui, continuando a guardare sopra la sua testa.

    Emily si accigliò e andò verso di lui. Mentre alzava la testa per guardarlo negli occhi, si rese conto di quanto fosse alta esattamente. Di solito Emily non lasciava che la sua altezza la ostacolasse, ma mentre guardava in quegli occhi ben sessanta centimetri più in alto dei suoi, sentì la propria determinazione che svaniva. Sapeva che non era il caso di mostrare debolezza con gli heku, quindi addrizzò le spalle e si mise le mani sui fianchi.

    Scusa? scattò.

    Ho detto no. Guardò in basso e le sue spalle larghe si scuotevano leggermente mentre rideva.

    Toglili, ora, ordinò lei.

    Troppo in fretta perché potesse reagire, il rosso heku le mise un dito sulla fronte e spinse forte, mandandola a finire a terra, mentre mormorava un altro: No.

    In meno di un secondo l’heku, Carrarmato, era stato immobilizzato al suolo da quattro Cavalieri. Il collo era girato pericolosamente di lato, ancora qualche millimetro e si sarebbe rotto.

    Toccami di nuovo e ti farò staccare le mani, gli disse, rialzandosi e spazzolandosi i vestiti. Si abbassò e sganciò gli speroni, poi li tolse dagli stivali, gettandoli nella spazzatura.

    Avremo altri problemi con te, ragazzo? chiese una delle guardie.

    No, Signore, scattò Carrarmato.

    Le guardie lo lasciarono andare e lui si alzò lentamente, fissando Emily con odio. Lei lo ignorò e le guardie tornarono alla loro posizione alle sue spalle.

    Bene, qualcun altro ha dei problemi con me? Chiese irritata.

    Quando nessuno parlò, indico la prima recluta: Andiamo a scegliere un cavallo per te.

    Emily portò ciascuna delle reclute attraverso la scuderia, scegliendo un buon cavallo per loro. Non aveva molta scelta. Erano così grossi che doveva scegliere i cavalli più alti che trovava. Consegnò a ciascuno una spazzola, dicendo loro di cominciare a strigliare il proprio cavallo. Era nervosa quando fu il turno di scegliere il cavallo per Carrarmato, con lui che la seguiva, palesemente non contento di essere lì.

    Appena non furono più in vista degli altri, Emily si girò verso di lui: Che problemi hai?

    Tu disse, guardandola.

    Fattela passare oppure vattene dalla mia scuderia, sibilò Emily, incrociando le braccia.

    Non posso andarmene, questo è un ordine.

    Allora fattela passare, disse, girandosi.

    Sai che non hai nessun diritto di stare qui... una mortale nel palazzo, è imbarazzante, disse, seguendola.

    Emily ignorò il commento e lo portò al box del cavallo più grande che aveva. Aprì la porta del box e si girò: Questo è il tuo.

    L’heku entrò e prese il cavallo rudemente per la criniera: Stupido animale.

    Il cavallo cercò di ritrarsi ed Emily saltò verso di lui, mettendosi tra l’heku e il cavallo: Lascialo andare.

    Carrarmato lasciò andare il cavallo e rimase in piedi a qualche centimetro da Emily, guardando in basso verso di lei. Era così vicino che poteva sentire la rabbia che irradiava da lui.

    Mi stai dicendo cosa devo fare, piccoletta?

    Sì, e se toccherai ancora un altro cavallo in un modo meno che delicato e rispettoso avrai a che fare con me, disse, ribollendo di rabbia.

    Emily sentì che i piedi si staccavano da terra quando l’heku la sollevò per le braccia e la alzò sopra la propria testa.

    Non prendo ordini da una mortale, le disse, scuotendola forte.

    Lasciami andare, gli rispose Emily stringendo i denti.

    Lasciò cadere Emily e fu immediatamente gettato verso il fondo della scuderia dalle sue guardie. Emily sentì un forte crack alla caviglia quando atterrò sul pavimento. Rotolò su un lato e si afferrò la gamba, gridando piano per il dolore. Per tutta la scuderia si sentì il suono dell’heku fatto a pezzi dalle sue guardie, e le altre reclute vennero a vedere cosa stava succedendo.

    Videro il grosso heku che veniva smembrato ed Emily per terra, che si lamentava per il dolore, con il piede che formava uno strano angolo con la gamba. Uno di loro si inginocchiò accanto a lei, stando attento a non toccarla.

    Lady Emily, ha altre lesioni, oltre alla caviglia?, le chiese, controllandola.

    Emily scosse la testa ed emise un lamento. Il dolore nella gamba era intenso.

    "Che

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