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La Piuma Dell'angelo
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E-book87 pagine1 ora

La Piuma Dell'angelo

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Info su questo ebook

L'aldilà non è tutta questa gran cosa, secondo la diciassettenne Lilith Adams. Odia stare alla postazione di Guardia e sicuramente non vuole avere niente a che fare con la guerra in corso contro i discepoli di Lucifero. Una guerra che, secondo Lilith, non la riguarda minimamente. A coronare il tutto c'è Gabriel, l'arcangelo che sembra determinato a rendere la sua vita dopo la morte un inferno.

Così, quando a Lilith viene offerta la possibilità di tornare indietro al momento esatto che precede la sua morte, non esita per un secondo. Ma si accorgerà che le sue azioni hanno conseguenze devastanti, non solo per lei, ma anche per Gabriel.

La piuma dell’angelo è una storia sul destino e sull'amore che arriva quando meno te lo aspetti e lo vuoi, con un tocco diabolico nel finale. La piuma dell’angelo è la prima parte della serie dedicata all’Esercito divino. La seconda parte, Sangue d’angelo, sarà disponibile nell'inverno del 2014.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita28 nov 2015
ISBN9781633396760
La Piuma Dell'angelo

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    Carino, si legge in una sera. Stile interessante, scorrevole, forse un po' breve per i miei gusti ma poi ho scoperto che la storia di svilupperà in una trilogia...

Anteprima del libro

La Piuma Dell'angelo - Olga Hoekstra

Questo è sempre stato per te, mamma.

Spero ti piaccia lì, in paradiso.

Capitolo 1

Dal cimitero il corteo funebre si incamminò lentamente verso l’auditorium. Lilith fissò la schiena di Ben. Indossava la sua giacca di pelle e ad ogni passo la cerniera rotta tintinnava contro la fibbia. Tac. Tac. Tac. Il rumore scandiva il ritmo del corteo funebre. La cerimonia era andata abbastanza bene. Bara bianca. Fiori bianchi. Tutto bianco. Anche il tempo aveva fatto la sua parte: un sottile strato di neve copriva la terra.

Delilah fece un passo in avanti, accanto a Ben. Gli si accostò, sfiorandogli le spalle. Ben si chinò verso di lei, avvicinandosi al suo viso. Lilith si sforzò di capire che cosa Delilah gli stesse dicendo: Se tu ...

Mamma!

Sua madre avanzò sulla neve, passando di fronte a Ben e Delilah, i suoi capelli castani legati insieme in una treccia che le correva lungo tutta la schiena. Con la testa leggermente inclinata si guardò gli stivaletti che avevano lasciato tracce sulla superficie bianca.

Lilith allungò la mano nel tentativo di abbracciare sua madre. Nel tentativo di confortarla. Fortunatamente c’era già lì suo papà. Mise le sue grandi mani sulle spalle di sua moglie. La strinse a sé, facendola appoggiare a lui.  Si fecero avanti, entrando nell’auditorium.

Ben e Delilah stavano ancora camminando fianco a fianco. Troppo vicini l'uno all'altro. Lilith sbuffò rumorosamente, ma non la sentirono. Si spostò più vicina, sul lato di Ben; forse così sarebbe stata in grado di catturare una frase o due di quello che si stavano dicendo. Ma erano entrambi silenziosi.

Di fronte alla pesante porta di legno della sala, Lilith si fermò. Delilah entrò e Ben la seguì. Avrebbe voluto afferrarlo per fermarlo, ma non riuscì a catturare la sua attenzione. Doveva assolutamente parlare con lui a proposito di quello che era successo. Aveva tante cose da chiarire con Ben. E non solo con il suo ragazzo. Aveva fatto passare un momento difficile anche alla mamma e Delilah. Le bugie, le lezioni saltate a scuola, il furto, gli stupidi scherzi che aveva fatto... era riuscita a combinare tanti casini da quando era venuta al mondo, diciassette anni fa.

Persone in lutto le passavano accanto da entrambi i lati. Nessuno diceva una parola. Sarebbe voluta entrare, ma improvvisamente Gabriel le bloccò il passaggio.

Ecco, proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento! Se c'era una cosa che davvero non aveva voglia di ascoltare, era la lezione che stava senza dubbio per ricevere. Con le braccia incrociate davanti al petto, Gabriel la guardò letteralmente dall’alto in basso. Stava in piedi sull’ultimo gradino della piccola scala che portava all’auditorium.

Sì, sì, lo so. Non poteva fare a meno di sfidarlo. Ogni conversazione che avesse mai avuto con Gabriel, si era trasformata in un dibattito feroce, sempre se era in grado di controllarsi! Più spesso finiva col perdere la pazienza, o Gabriel perdeva la sua - in realtà, la pazienza angelica altro non era che un semplice mito! Le loro conversazioni di solito finivano con lei che scalciava e urlava e con lui che sbatteva qualche porta qua e là.

Alzò un sopracciglio. La derisione era dipinta sul suo volto altrimenti perfetto. I suoi occhi azzurri, così splendenti in contrasto col colore nero intenso dei suoi capelli, fissarono quelli di lei.

Cosa? OK, questa volta la ragazza non era in grado di controllarsi.

Gabriel non aveva bisogno di dire nulla. Lei già sapeva. Gliel’aveva detto e ridetto, più e più volte. La sua voce le echeggiò nella testa, le parole risuonavano con lo stesso ritmo della cerniera rotta sulla giacca di Ben. Questo. È. Proibito.

Volse il naso all’insù. Un fiocco di neve volteggiò e cadde tra di loro. Poi un altro. Il tempo passava, dilatandosi. Il tempo era uno strano concetto, da morta. Sì. Lo so. Bene. Me l’hai detto. Tipo un'infinità di volte.

"Che cosa, Lilith? Cos’è che ti ho detto esattamente? "

Ok. E così voleva giocare? Lilith fece un respiro profondo e in velocità recitò fieramente le parole che a quanto pare lui desiderava così ardentemente sentirsi dire. Imitò la sua voce profonda e melodica, sottolineando la parola "proibito", proprio come faceva sempre lui.

"Ai Novizi è proibito cercare il contatto con i vivi senza aver ricevuto un’autorizzazione. Ai Novizi è proibito andare al proprio funerale. È proibito cercare di contattare la propria famiglia o i propri amici. "

*

Le sedie nell’ufficio di Nestor erano scomode. Mentre si dondolava avanti e indietro, Lilith si chiedeva se fossero state scelte così di proposito. Venivi convocato nell'ufficio di Nestor se ti eri cacciato così tanto nei guai, che nemmeno il tuo comandante era in grado di tirarti fuori. La maggior parte dei Novizi evitava quel posto come la peste. Nel poco tempo che aveva trascorso alla postazione di Guardia, lei ci era già stata una dozzina di volte.

Gabriel si appoggiò al muro. Lilith lo vide scrutare il giovane uomo biondo seduto di fronte a lei. Quando si accorse che lo guardava, rispose alla sua occhiata con una smorfia imbronciata. Lilith gli voltò le spalle. Da quando era diventata un’assidua frequentatrice dei quartieri punitivi in cui Nestor risiedeva, Gabriel aveva modo di visitarli più spesso di quanto ritenesse...gradevole. Sì, quelle erano state le sue esatte parole quando l'aveva trascinata via. Lontano dal cimitero. Lontano da Ben. Di nuovo alla postazione di Guardia.

Che Gabriel si fosse espresso così, cioè che non era gradevole, l’aveva sorpresa. Nemmeno Gabriel era il tipo di ragazzo

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