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Tre giorni
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E-book58 pagine49 minuti

Tre giorni

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Info su questo ebook

Matt Johnson, un famoso musicista inglese in piena crisi creativa, si risveglia prigioniero in una baita di montagna tra le vette innevate delle Alpi. L’incontro con la sua insolita e affascinante carceriera segnerà per sempre la sua vita e il suo destino.
LinguaItaliano
Data di uscita28 ago 2012
ISBN9788867514168
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    Tre giorni - Emilia Capasso

    Emilia Capasso

    Tre giorni

    Youcanprint Self - Publishing

    Copyright © 2012

    Youcanprint Self-Publishing

    Via roma 73 - 73039 Tricase (LE)

    Tel. 0833.772652

    Fax. 0832.1836533

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Titolo : Tre giorni

    Autore : Emilia Capasso

    Illustrazione di copertina : © Oleksandr Kotenko - Fotolia.com

    ISBN: 9788867514168

    Prima edizione digitale 2012

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941

    Matt aprì gli occhi e si guardò intorno.

    Dove diavolo era?

    Balzò in piedi dal letto dove aveva dormito vestito, girò su se stesso e ancora e ancora, quasi perdendo l’equilibrio, agitato, confuso, impaurito perché non riusciva a capire dove fosse. Di certo sto sognando! pensò portandosi una mano alla fronte dolorante.

    La stanza in cui si era svegliato gli era perfettamente sconosciuta. Semplice nel suo arredamento, un letto cigolante quello su cui aveva dormito, un comodino in legno color noce rovinato dalle tarme, adornato da una vecchia lampada dal telo rosso un po’ macchiato e un armadio a due ante, sempre in noce di scarsa qualità, proprio di fronte al letto. Dalla finestra oscurata appena da due tendine rosse, filtrava un fascio di luce grigio, tipico di una giornata nuvolosa. I muri erano fatti in travi di legno. Si sarebbe detta una baita di montagna.

    Che diavolo ci faceva in una baita di montagna?

    Sto sognando.

    Eppure tutto era così spaventosamente vero, così maledettamente reale! Sentiva persino l’odore di cucinato: doveva essere un brodo, sì, o una minestra di verdure. No, non era possibile!

    All’improvviso, immagini sfocate si affacciarono alla memoria: era cominciato tutto alcune ore prima, quando in una strada provinciale, un’auto gli aveva volutamente tagliato la strada costringendolo a parcheggiare. Da essa erano poi scese due persone dal volto coperto che lo avevano afferrato, tirato fuori con violenza dalla sua macchina, gli avevano puntato la pistola dietro la nuca e lo avevano costretto ad entrare nella loro auto. Il buio era piombato tutto intorno non appena gli avevano bendato gli occhi. In seguito, aveva avvertito il dolore fisso di quella che doveva essere una corda stretta intorno ai polsi.

    La corda…Si guardò subito i polsi: erano ancora arrossati e sfiorandoli con le dita ne sentiva i solchi tracciati dalla stretta. Il cuore gli sussultò nel petto, mentre la dura verità lo inghiottiva in un boccone. Non ho sognato. Sono stato rapito.

    Dovevano averlo drogato, per questo si sentiva così stordito e confuso. Quanto aveva dormito? Probabilmente tutta la notte. Lo avevano rapito verso le sei di sera ed era già mattina.

    Matt si passò una mano tra i capelli neri, lisci e folti. Il ciuffo gli rimbalzò sulla fronte. Stava cominciando a sudare. Indossava gli stessi abiti del giorno prima, naturalmente: i suoi pantaloni rossi molto stretti e una t-shirt bianca con uno strano disegno astratto a strisce blu e rosse, la quale gli stava abbastanza aderente da mostrare tutta la sua magrezza. Mentre si passava una mano sullo stomaco, lo sentì brontolare. Da quanto tempo non mangiava? Quando sarebbe arrivato qualcuno per spiegargli cosa diavolo volevano da lui? Matt immaginò che da un momento all’altro potesse entrare un uomo incappucciato, robusto, tutto vestito di nero, pistola in una mano, piatto con brodaglia nell’altra. Cosa gli avrebbe detto? Probabilmente, anzi quasi certamente gli avrebbe rivelato il motivo di quel rapimento, l’ovvia intenzione di chiedere un riscatto alla sua famiglia, perché lui di soldi ne aveva e tanti.

    Lui era ricco, famoso, tutti gli amanti della musica in Inghilterra e nel mondo intero lo conoscevano. Lui era Matt Johnson, il chitarrista leader degli Smart. Da circa 15 anni erano sulla cresta dell’onda con album che ogni due anni circa salivano nelle top ten, riempiendo di denaro sonante le casse della loro casa discografica e naturalmente anche le sue e quelle dei componenti del suo gruppo. Avevano vinto diversi premi e riconoscimenti,

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