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Musard di Staveley
Musard di Staveley
Musard di Staveley
E-book525 pagine6 ore

Musard di Staveley

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Un saggio di storia europea unito alla libera ricostruzione delle gesta leggendarie di alcuni cavalieri della dinastia Musard. Storia incardinata nel medioevo, dai Viking alla costituzione del normanno "Regno nel Sole" del Sud Italia, ai crociati fino ad Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde. Non un romanzo ma una cavalcata tra grandi guerrieri, come l'epico crociato Guimar Musard poi medico lebbroso, Sir Malcom Musard the bad boy e il flglio Richard Musard di Staveley, il cavalere nero luogotenente e Banneur del Conte Amedeo VI di Savoia. Tutto in uno spicchio di storia europea ed italiana. In appendice personaggi famosi della Dinastia Musard, dal 1600 inglese all'800, con il musicista parigino inventore del Can Can
LinguaItaliano
Data di uscita18 mar 2017
ISBN9788892652996
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    Anteprima del libro

    Musard di Staveley - Enzo Parabita

    twitter.com/youcanprint

    INTRODUZIONE

    La prima parte di questo saggio storico è una rapida cavalcata nel basso medioevo, dall’epopea Viking nelle isole britanniche, in Russia e nel nord francese, fino ai normanni d’Altavilla, che crearono un regno nel sud Italia. Si scorre poi ai Savoia, dall’avvio della piccola contea in Borgogna fino alla creazione del Regno di Sardegna e d’Italia. La seconda parte tratta della dinastia Musard, un’antica stirpe guerriera di Viking-normanni giunti in Inghilterra al seguito di Roaldus Hascoulfus Musard, nobile vassallo di William duca di Normandia e conquistatore della corona inglese.

    Dopo le vicende del cavaliere crociato e dottore Guimar Musard in terrasanta e del suo ritorno rocambolesco in terra inglese, si narra la vita e le gesta di Sir Malcom Musard, the bad boy, nobile del XIV sec., nelle lotte con Re Edward II e Re Edward III.

    Il racconto giunge quindi a Richard Musard, quarto figlio di Malcom Musard, nato nel 1324 a Staveley, terra di Cumbria del Midland inglese. Cresciuto in incognito in una famiglia di fabbri, imparò l’arte di lavorare il ferro, mentre un cavaliere templare Jorn di York, ne cura l’istruzione alle armi, educandolo al codice etico dei miti ed eroi Viking, al coraggio, giustizia ed onore, tipici dei cavalieri medioevali. Un dotto arabo alchimista gli trasmise l’amore per la natura, per le scienze, la cultura e le belle arti, insegnandogli a leggere, scrivere e far di conto, nonché all’uso bellico del fuoco e dell’astuzia. Di corporatura alta e vigorosa, Richard sin da ragazzo manifestò una naturale indole di coraggioso e tenace, astuto e versatile, oculato, sanguigno ma mai improvvido. Ancora adolescente Richard fu costretto a fuggire inseguito dagli sgherri della Regina Isabel, insieme ai suoi tutori, lasciando per sempre il paese natio. Giunto nella regione dello Joppland norvegese, dopo tre d’anni fu ancora costretto a partire, prendendo il mare con una nave.Una burrasca fece naufragare la nave davanti alle coste dell’Emdem e fu preso dai pirati frisoni. Passò cisì un periodo in schiavitù sempre con al fianco i suoi tutori, fino a che si trovò ad aiutare un nobile prigioniero normanno, con cui riescono a fuggire in modo rocambolesco. Questi guarito dopo un lungo periodo di degenza, lo ripagò nominandolo suo scudiero ed ospitandolo poi nel castello di Caen. Nel 1345 fu investito cavaliere poco prima della battaglia di Stavoren e nello stesso anno passò in Bretagna, al soldo del Re inglese Edward III il quale, memore del valore del padre Malcom Musard, lo schierò anche nella battaglia di Crecy. Dopo la pace Richard disoccupato insieme a tanti altri soldati, scese verso la Borgogna, dove si scontrò con il conte Amedeo VI di Savoia, in lotta contro le bande di mercenari disoccupati. Riccado era al soldo del Marchese di Monferrato, accettò l’offerta di passare tra le fila del giovane Conte Amedeo, in cui vedeva incarnati i valori di etica cavalleresca e dell’amor cortese. Da quel momento la storia di Riccardo Musard si intrecciò con quella del Conte sabaudo, tra tornei e battaglie, dame e castelli, lotte, avventure, intrighi di papi e di tiranni. Nacque così una solida amicizia, tra il Conte Verde, ormai un famoso condottiero, e l’imponente cavaliere Nero. Riccardo divenne suo fratello d’arme, consigliere, gonfaloniere, guardia del corpo e ultima difesa. Riccardo era con il Conte ovunque e partecipò a tutte le sue spedizioni militari Alla crociata in Oriente, Riccardo fu il primo a penetrare nel forte di Gallipoli di Turchia, aprendo le porte alle truppe sabaude. Si distinse a Costantinopoli e nella successiva spedizione in Bulgaria a liberare l’imperatore prigioniero a Varna. Tornati in Italia Riccardo divenne Luogotenete del Piemonte. Amedeo e Riccardo divennero eroi molto famosi in tutta Europa ed i menestrelli ne cantavano le gesta per le corti europee.

    Vissuti in cameratesca simbiosi, nel 1383, durante la spedizione in aiuto della regina Giovanna d’Angiò, sia Amedeo e poco dopo Riccardo, persero la vita, vittime dalla peste portata dagli ungari. Dal Conte Verde, Riccardo Musard ottenne cariche, onori, feudi, fortezze e terre nel Ciablese, in Svizzera ed in Piemonte. Anche la regina Giovanna d’Angiò ripagò Riccardo Musard per l’aiuto contro i ribelli salentini, nominandolo Barone e concedendo dei feudi in terra d’Otranto, Acquarica, Soleto, Nardò e Lecce. Riccardo Musard fu tra i primi 15 cavalieri dell’Ordine del Collare, votato a difesa dei deboli, della giustizia e dell’onore ed operò sempre secondo il codice dei cavalieri del Collare e, grazie alle sue gesta de alla sua fama, conquistò il posto che gli spettava nella storia, dando lustro alla sua famiglia ed ai posteri.

    In appendice infine alcune brevi note su altri illustri personaggi della dinastia Musard e che hanno lasciato le loro tracce nella storia, fino ad alcuni discendenti attuali, allocati in Italia e nel mondo.

    Storia dei Musard liberamente ricostruita sulla base di notizie tratte da:

    La patrie de Richard Musard, Cavalier de l’Ordre du Collier -. Comnte Amedeè de Foras, Parigi 1798

    Sulla vera patria e sulle gesta di Riccardo Musard, antico cavaliere savoino del Collare" -Gaudenzio Claretta - Ediz. Loescher Torino 1884

    Spedizione in Oriente di Amedeo VI Conte di Savoia. --Pietro Luigi Datta - Ediz Paravia Torino 1824

    History of the Country of Berkshire - Parishes Chieveley 1924

    Amato di Montecassino - Historia Normannorum

    Niccolò Jamsilla - Cronaca dei Normanni

    I Normanni nel Sud (1016-1130) - John Julius Norwich - Mursia 1967

    Il regno nel sole - 1130-1194 - John Julius Norwich - Mursia 1970

    LAMA - Storia della real casa. - Archivi regi di Corte - Torino.

    Resoconto del tesoriere della spedizione in oriente di Amedeo VI di Savoia - Antonio Barbieri - 1366

    Cibraio: Origini delle istituzioni della Monarchia di Savoia -

    Cibrario: Specchio cronologico della Storia nazionale.

    Vittorio Amedeo Cogna-Santi: Serie Cronologica cavalieri del collare, Stamperia Reale, Torino 1796.

    Vincenzo Bianco: Tipografia di Alba XVsec: Torino 1815.

    Guglielmo di Puglia - GESTA ROBERTI WISCARDI XII secolo

    Istoria Reale Casa di Savoia- Davide Bertolotti.- Torino 1830.

    Napoli, fine di un regno antico. 2^ediz. Enzo Parabita Nov.2014

    PARTE PRIMA

    LE ORIGINI

    IL DRAKKAR - nave da guerra Viking

    1.1 - L'epopea Viking

    L'epoca vichinga è il periodo caratterizzato dall'espansione dei popoli scandinavi ed è convenzionalmente fissato dal 790 al 1066 (conquista normanna del trono inglese).

    Con il termine Viking erano indicati i popoli provenienti dalla penisola scandinava e, per estensione, dai loro insediamenti europei. I Viking, detti anche Normanni, erano gli uomini del nord, (norrenmannen) originari dalle coste scandinave o danesi. Il termine Viking significherebbe uomini dei fiordi, (da Vik fiordo in norvegese e Ing che indica provenienza.

    Viken era detta anche la costa svedese del Skagerrak da dove provenivano molti clan normanni. Altra teoria anglofila sostiene che Viking derivi da Wíc (inglese arcaico:accampamento), infine nelle saghe islandesi Viking era detta anche la spedizione in mare e Vikingr era il relativo condottiero. Le genti danesi dello Jutland, svedesi e norvegesi, che nel Medioevo abitavano il nord Europa, erano note come Normanni.

    Per gli europei del medioevo il termine Viking era sinonimo di predoni scandinavi, soprattutto norvegesi. Pure se gli storici fanno rilevare presenze culturali Viking già nel VII secolo, si assume il 793 (incursione al monastero inglese di Lindisfarne) come l’inizio e il 1066 (battaglia di Hastings) come la fine dell’epopea vichinga. Le scorrerie dei Viking all’inizio seguirono le principali rotte commerciali e ciò è provato dagli scavi archeologici in Scandinavia, nel Baltico e in Europa continentale. Nell’VIII sec. in Scandinavia nacquero importanti centri commerciali Viking come Ribe, Hedeby (Haithabu) nello Jutland danese (e tedesco), Birka sul lago Mälaren (in Svezia) e Kaupang nel Vestfold in Norvegia. A metà del IX sec le incursioni erano in genere condotte con poche navi e contro monasteri e conventi, prede ricche e poco difese. La prima scorreria di cui si ha traccia fu contro il monastero di Lindisfarne sulla costa in Northumbria del 793, seguita da quelle a Jarrow e Wearmouth. Le razzie ai monasteri irlandesi iniziarono nel 795 e proseguirono fino al 840, quando i normanni iniziarono a svernare nell’isola e costruire i primi insediamenti. Le razzie in continente, documentate dal 799, si concentrarono in Frisia e nelle città mercantili di Dorestad e di Quentovic e poi flotte organizzate di navi, con armati guidati dai loro capi, risalivano i fiumi saccheggiando le campagne ed imponendo riscatti a città e monasteri.

    La prima spedizione militare Viking (micel here) in Inghilterra ci fu nel 866. Con la pace, firmata dal Re del Wessex Alfred il Grande e il leader Viking Guthrum I, nacque il dominio scandinavo del Danelaw, che comprendeva l’Anglia orientale e la Mercia. Dal 937 il Re del Wessex ne riconquistò una parte ma York rimase Viking fino al 954. Nel 911, al leader normanno Rollone il Re di Francia diede in feudo ampie zone alla foce della Senna e da qui, nell’XI sec,partì la spedizione normanna alla conquista del trono inglese, nonché alla formazione di un regno nell’Italia meridionale e man mano si convertirono al cristianesimo. Sempre nel IX sec i norvegesi giunsero nelle isole Fær Øer e l’Islanda, dove giunsero molti coloni provenienti da Norvegia, Svezia, Irlanda e Isole Shetland. Nel 985 partendo dall’Islanda si avviò la colonizzazione della Groenlandia, da dove, intorno all’anno Mille, venne poi colonizzata una parte della costa americana con l’isola di Terranova.

    Gli attacchi Viking contro l’Inghilterra ripresero intorno al 980 e con grandi flotte spesso guidati dai Re, allo scopo principale di imporre il danegeld (la tassa danese). Nel 1009 l’attacco del re danese Sven Tveskæg (986-1014), portò nel 1013 alla conquista dell’Inghilterra. Nel 1016 il figlio di Sven, Canuto il Grande, al trono inglese unì la corona danese e poi nel 1018 parte di Norvegia e Svezia. Il dominio era però troppo vasto e nel 1034 entrò in crisi, già prima della morte di Canuto. In quell’anno si gettarono le basi per la crisi del 1066, con le battaglie di Stamford Bridge e di Hastings e la conquista normanna del trono inglese.

    L’impatto degli Scandinavi nell’Europa occidentale ebbe differenze marcate. A parte i toponimi e sepolture isolate, in Normandia ed in Bretagna non vi sono reperti del periodo viking né risultano loro influssi d’arte ed in Imghilterra le sepolture scandinave sono rare ed essenzialmente del IX sec. Evidentemente i Viking si integravano rapidamente e solo tracce di iconografie testimoniano rare influenze scandinave. Ad esempo su alcune isole come Man, si produssero elementi di cultura mista scandinavo-celtica, come anche le città costiere d’Irlanda fondate dai Viking su una doppia radice culturale. Lo stanziamento di Viking in Russia fu legato soprattutto ai commercianti svedesi e portò a risultati diversi rispetto all’Europa occidentale. Tracce di cultura scandinava del VIII sec si trovano a Staraja Ladoga, lungo i fiumi del Baltico, a Novgorod sul Volchov, a Kiev sul Dnepr e verso il Mar Nero. Per decenni queste città principali furono governate da capi vareghi o scandinavo-slavi finchè, intorno la metà del X sec, si notò il graduale passaggio allo slavo, anche con il cambio dei nomi dei principi. Nel 988 Vladimir I principe varego di Kiev si convertì al cristianesimo e da quel momento l’influenza etnico-religiosa di Bisanzio divenne dominante e sostituì man mano la cultura tradizionale scandinava.

    Lo stanziamento dei Viking nell’est europeo consentì la creazione di entità sociali autonome, sembra in modo progressivo e pacifico. La nascita dello Stato russo nell’XI secolo sotto l’egemonia di Kiev, si ebbe grazie alla fusione tra genti slave e questi gruppi scandinavi. In breve i mercenari Viking andarono a costituire anche la guardia Variaga, la guardia del corpo dell’imperatore bizantino dove, tra l’altro, si affermarono famosi condottieri come Harald Hardrade, a Costantinopoli dal 1034 al 1043, poi divenuto re di Norvegia,.

    In Scandinavia nei secoli VII-IX, la società era governata da assemblee dei capi clan, con riunioni annuali dette Althig e dove deliberavano le azioni. Nel XI secolo si andarono poi affermando leader dominanti, che assunsero il controllo di vasti territori e crando veri e propri regni. Rimasero con la struttura rappresentativa dell'Althig le colonie in Islanda e Groenlandia, che non conobbero mai una sovravità regale e quindi non furono mai sudditi.

    Una importante innovazione nella società normanna fu la creazione di mercati e città commerciali come Helgö. Qui sul lago Mälaren nella Svezia centrale, si riunivano periodicamente gli esperti di arti e mestieri, anche quelli per la lavorazione del metallo e del legno, creando una specie di grande fiera e un grande mercato di merci provenienti da posti anche molto lontani. Dall’iniziale creazione dei posti per immagazzinare le merci lungo le rotte costiere e fluviali, si andarono poi creando nuclei urbani dedicati al commercio. Nell’VIII secolo si sviluppò il mercato di Ribe sulla costa dello Jutland, poi seguito da Hedeby sul Mar Baltico, da Birka sul lago Mälaren e, intorno all’800 da Kaupang, molti dei quali poi trasferiri all’interno dopo l’anno 1000 per ragioni di sicurezza. Scavi archeologici hanno poi fornito dati su usi e costumi dei frisoni Sceattas. Sempre intorno al 1000 vennero fondate Sigtuna in Svezia Trondheim ed Oslo in Norvegia e Aarhus, Odense, Ribe, Lund in Danimarca.

    La conversione al cristianesimo iniziò nel IX sec. con il vescovo Anscario, inviato dal Re franco Ludovico il Pio. In Danimarca e Svezia predicò anche Ebbone di Reims, che eresse le famose chiese di Hedeby, Ribe e Birka. La reazione pagana ritardò tale conversione fino a metà del X sec in Danimarca e poi in Norvegia, Islanda e in Svezia nell’XI sec. Adamo di Brema narrava del tempio pagano di Uppsalam, tipica Stavkirk di tradizione scandinava e tracce architettoniche di chiese romaniche dei sec X e XI.

    A partire dal VII sec le coste settentrionali della Gallia e delle isole britanniche furono interessate dalle scorrerie Viking. Questi predoni, partendo dalle aspre terre scandinave, giungevano nei primi giorni d’estate e, sbarcando incontrastati, depredavano tutto ciò che raggiungevano.Erano uomini possenti, di carnagione e capelli chiari, spirito indomito e aggressivo. Fortissimi, impavidi e determinati, rudi e tenaci, sempre pronti alla lotta, animati da spirito d’avventura alla continua ricerca di prede e ansiosi di mostrare il loro valore. In battaglia si presentavano barbuti e spesso dipinti su tutto il corpo, con un aspetto che incuteva terrore alla sola vista. Avevano grandi scudi rotondi ed erano armati di asce e lunghe spade, che usavano con abilità e forza.Quando attaccavano, questa feroce orda diveniva una terribile massa compatta che si scagliava come un ariete contro il nemico. Erano praticamente insensibili alla fatica ed ai rigori del clima e presto per gli europei divennero un flagello divino, peggio di una calamità naturale. Prima dediti alla pirateria, si convertirono ai commerci anche grazie alla loro abilità di navigare nei fondali bassi (come i fiordi), giungendo a colonizzare terre europee anche molto distanti dalle coste.

    I Viking tramandavano le loro tradizioni solo per via orale. Riuniti la sera intorno alla torcia norrena, (un ciocco di legno con due solchi incrociati su una facciata, che bruciava vivacemente dall’interno tutta la notte), raccontavano le gesta degli eroi ai confini del mondo. Avevano un pantheon di Dei e guerrieri che esprimevano l’onore, il coraggio e il valore, la fratellanza con i membri del clan e il rispetto per gli anziani. I principali dei erano Odino, Thor e Freyr, ai quali i Viking riconoscevano qualità e difetti tipici degli umani,come modelli di comportamento. Odino era il sovrano dio della saggezza, rappresentato da due corvi, Hugin (il pensiero) e Munin (la memoria Thor, figlio di Odino, era protettore dei guerrieri, sinonimo del tuono, il cui rombo annunciava il cocchio ed i suoi fulmini le scintille del suo martello Mjöllnir. Freyr dio della fertilità garantiva raccolti abbondanti e salute della prole. I Viking credevano nella vita ultraterrena e di poter portare nell’aldilà i loro beni (a Dublino sono state trovate tombe di guerrieri con spade, scudi e coltelli e donne con gioielli). I leader spesso erano sepolti su una nave con i loro beni, le armi e i cavalli; la nave era poi incendiata e ricoperta di terra.

    Quando moriva un leader, i suoi beni erano suddivisi in 3 parti. Una parte era destinata ai festeggiamenti funebri, della durata di dieci giorni, una per le spese e la nave funebre, un terzo l’eredità destinata agli eredi. A volte insieme al guerriero veniva sepolta anche la moglie o schiava preferita, offertasi volontaria al sacrificio. Il rito prevedeva che durante i festeggiamenti funebri e la notte prima delle esequie, la donna dovesse festeggiare e concedersi a tutti i guerrieri, per poter riferire al suo signore nell’aldidà il grande onore ricevuto dai suoi compagni d’armi. Dopo il rito orgiastico, la schiava, ormai ubriaca, veniva portata sulla nave funebre al fianco l’eroe morto, sgozzata in maniera sacrificale e insieme poi sepolti. La nave funebre veniva data alle fiamme e, a volte, coprendola con terra, a volte invece, sempre in fiamme, veniva lanciata in mare. L'arma preferita dei Viking era la spada, in ferro bordato d’acciaio, peso ca. un chilo, lunga ca. 90 cm, o punta a terra, il pomello dell’elsa doveva lambire l’ombelico del guerriero. La spada era a doppio taglio, a singola impugnatura e con pomello di bilanciamento all’estremità dell’elsa. Alla spada veniva spesso dato un nome proprio e quella vecchia era migliore perché si riteneva avesse poteri magici, in quanto temprata nel sangue dei vinti. I Viking usavano anche possenti asce e due lance: una da lancio e una corta per la lotta. L’arco era poco diffuso. I Viking coprivano la testa con un elmo conico (senza corni) rivestito in cuoio, rinforzi in legno o in metallo e il leader ne aveva uno in ferro con maschera protettiva. Lo scudo era in legno, con fasce metalliche ai bordi.

    I Viking avevano cura del corpo e usavano pettini, pinzette, cucchiaini per orecchie, rasoi,sapone per lavarsi e schiarirsi i capelli (il biondo o il rosso erano sinonimi di bellezza virile). I sassoni deridevano i Viking troppo puliti che ogni sabato facevano il bagno. Infatti in lingua norrena il sabato è laurdag/lørdag (giorno di pulizia) e in Islanda il bagno laug, il sabato laugardagur. Gli arabi disprezzavano i Viking per la loro pulizia eccessiva e lo scrittore Ahmad ibn Fadlan era disgustato dalla Guardia imperiale di Bisanzio, i cui membri si lavavano spesso mani e viso e ogni settimana facevano il bagno.

    Ad inizio estate i Viking giungevano improvvisi sulla costa con le loro Drakkar (dragoni), montavano i Grod (o gorod), grandi recinti circolari, divisi da due strade incrociate, nord-sud ed est-ovest.

    Se il campo doveva ospitare i soldati, il trellerborg era protetto da un vallo con alta palizzata e all’interno ospitava le case lunghe. Con le agili Drakkar a chiglia bassa,i Viking penetravano a remi nelle foci dei fiumi fin nel cuore d’Europa, percorrendo grandi distanze anche navigando controcorrente. Navigatori ed abili artigiani del ferro (estratto anche dalla torba), erano specialisti nel costruire navi con il legname pregiato delle loro foreste. Esperti delle maree, delle correnti e dei venti, avevano ottime nozioni di astronomia, navigavano orientandosi con il sole, con la luna e le stelle. Alcune saghe islandesi - racconti epici di storia vichinga - raccontavano delle magiche pietre di sole,con cui i navigatori riuscivano a localizzare il sole anche nelle giornate nuvolose. Questa pietra di sole era lo Spato d’Islanda, un cristallo trasparente di calcite (carbonato di calcio)-.

    Viking nell’est Europa.

    Sospensorio di elmo Viking.

    Alcuni recenti test condotti su un cristallo di calcite ritrovato sulla nave inglese Alderney, affondata nel XVI secolo, hanno permesso di scoprirne il funzionamento, Il cristallo è stato irradiato di luce laser polarizzata e si è notato che, passando dal cristallo, la luce si divideva in due raggi. Ruotandolo il cristallo si è notato che c’era un solo punto in cui i due raggi avevano la stessa intensità. E’ stata così confermata l'ipotesi che i Viking usassero questo cristallo, marcando sulla sua superficie o sul box la posizione dell'astro. Nei giorni nuvolosi o in mezzo alla nebbia il navigatore si orientava osservando la differenza di luminosità tra i due raggi, localizzando la posizione del sole, (con errore di ca.1° sui 360).

    Cristallo d calcite detto Spato d’Islanda

    Box portatile di Spato d’islanda con indicazione della direzione del sole

    Il capitano della nave Viking, quando erano in mare in mezzo alla nebbia o con cielo nuvoloso, consultava il Sólarstein, la pietra del sole e, esponendolo in alto, lo ruotava fino a individuare la posizione dell’astro, dando così la rotta. Una saga viking narrava che Re Olaf prendeva la magica pietra di sole, la rivolgeva in cielo pregando Thor ed indicava la rotta agli uomini. A riprova dell’uso diffuso di tale sistema nel XVI sec. nonostante fosse stata già adottata la bussola magnetica, lo Spato era ancora usato perché la massa metallica dei cannoni delle navi perturbava la bussola. Per collegarsi ai percorsi fluviali, i Viking passavano spesso da un fiume all’altro a piedi, trasportando a spalla via terra sia la nave e sia le merci fino alla successiva via d’acqua. Fu così che riuscirono a portare le loro merci, le pelli ed i legni pregiati fino nell’entroterra russo, a Costantinopoli, nell’impero turco e fino in Persia (dove sono stati ritrovati oggetti viking anche a Bagdad).

    Penetrati nel continente dalle foci dei grandi fiumi europei questi intrepidi guerrieri-mercanti, allestirono le loto grandi basi per le merci; basi che poi divennero floride città, quali BeoGrad, Novgorod, Hedeby, Kaupang, Birka, Jorvik, Kiev, Ladoga, Staraya. Esploratori, guerrieri, commercianti, questi intrepidi navigatori toccarono tutte le coste atlantiche e fondarono villaggi, città e domini lungo i fiumi Elba, Danubio, Oder, Dnepr, Dnester, il Volga, in Ucraina e Russia, sul mar Nero e sul Caspio. (*).

    Verso la fine del X secolo i Viking giunsero anche sulle coste del Nordamerica, dove crearono alcuni insediamenti. La tradizione norrena narra che il navigatore norvegese Bjarni Herjólfsson, fu il primo europeo a mettere piede sul suolo americano cinque secoli prima di Colombo. Nel XVIII sec sulla costa di Terranova nel Labrador, era ancora visibile L’Anse aux Meadows, insediamento norreno del XI sec, nella terra denominata Vineland, (sembra perché i Viking avevano scoperto alcune piante di viti selvatiche, da cui estrarre una bevanda simile al vino).

    (*) Ruotsi erano i rematori ed era il termine finlandese per definire gli Svedesi.

    Il Danelaw, terre inglesi sottoposte alla tasse danesi.

    L'epopea Viking prese all’inizio si sviluppò nella Britannia occidentale e dove, dopo numerose spedizioni, vennero creati domini detti Danelaw (legge danese), che imponeva il danegelt (il soldo danese), tassa che gli anglo-sassoni dovevano pagare per non subire molestie. Cpn Scozia e Irlanda i Viking ocuparono l’isola di Man, le Shetland, le Orcadi le Fær Øer. In Islanda e in Groenlandia crearono poi strutture sociali basate sulla rappresentatività dei clan, collegati e indipendenti dalla madrepatria. I Viking si spinsero nel cuore del Mediterraneo e in Nordafrica fino all’arcipelago delle isole Canarie, dove crearono i loro insediamenti. ancora radicati nella tradizione popolare con le enormi statue di Candelaria di Tenerife, con la struttura longilinea normanna, diversa da quella locale.

    Non tutte le spedizioni viking ebbero fortuna; a fronte di successi vi furono anche cocenti sconfitte, con guerrieri morti, celebrati nelle pietre runiche sparse in tutta la Scandinavia. Nel X-XI sec. su 25 pietre runiche di Ingvar in Svezia, si citavano i viaggi dei Vareghi mentre quelle tra i boschi delle Opplands norvegesi, ricordavano la spedizione del XI secolo, con il figlio del re scomparso nelle paludi dell’Oder. Altre pietre citavano i viaggi nel Bath (la Grecia), a Gerusalemme, in Persia, in Italia (detta Longobardland) e nei domini Saerkland (il mondo arabo). I Viking furono guerrieri intrepidi e spietati e vissero in un’epoca in cui tutte le società erano permeate di violenza, dove vigeva solo la legge del più forte ed era da tempo scomparsa ogni traccia del diritto romano.

    Molti Viking dal IX sec., come detto, a Costantinopoli furono arruolati come mercenari vareghi, celebrati condottieri membri della guardia imperiale. Ad esempio fu un grande condottiero il principe Harald Hardråde che, fuggito dalla guerra civile in Norvegia, intorno al 1035 a Costantinopoli, guidò vittoriosamente le truppe contro gli arabi, recuperando la Palestina e buona parte del Nordafrica. Può sembrare casuale ma, dopo le ondate arabe del VII sec, l’avvento dei Viking a Bisanzio coincise con il periodo di stabilità dell'Impero. Nel XI sec i normanni d’Heauteville dovettero competere con i greco -bizantini per il dominio del Sud Italia, riuscendo man mano a controllare tutto il meridione italiano, di parte della Grecia, Illiria e Dalmazia. I bizantini tentarono in ogni modo di fermare i normanni nel Sud Italia, schierando invano persino i mercenari vareghi.

    Nonostante la rapida espansione, i normanni si sentirono sempre un unico popolo, con tradizioni ed una lingua comune (con alcune varianti dialettali). Verso la fine dell’epopea viking, in Scandinavia si andarono creando regni con potere centralizzato e sistema feudale tipico europeo. Le incursioni normanne nel nord Europa cessarono verso la metà dell'XI sec. e dopo l’anno 1000 le cronache citano solo alcune battaglie di viking contro i cugini baltici e la famosa Crociata del Nord, con Svezia e Danimarca alleate nella Lega delle città anseatiche. La progressiva conversione al cristianesimo produsse legami sempre più profondi tra i leader normanni e gli europei, con patti, alleanze e legami familiari con i principi.

    Arazzo di Bayeaux splendido tessuto lungo ca.70 m e alto 0,.5, dove la Regina Matilda, moglie del Duca di Normandi a Guglielmo, volle ricamare per celebrare le gesta del marito alla battaglia di Hastings e alla conquista inglese.

    CRONOLOGIA VIKING NEL NORD EUROPA

    1.2. I VIKING in CRONACHE ANGLOSASSONI

    La prima citazione dei Viking in Cronache Anglosassoni è del anno 787 e narra di alcuni normanni giunti nell'isola di Portland che uccisero il gabelliere del Re che reclamava la tassa sui commerci. Nel 793 il monastero di Lindisfarne, sulla costa orientale inglese, subì un attacco dei Viking, dando il via all’epoca delle incursioni dei pirati normanni e da quel periodo, in Cronaca Anglosassone vengono elencati molti attacchi Viking, narrando anche le tante astuzie ed i loro trucchi per razziare pur con pochi guerrieri. A volte ai Viking si univano guerrieri celti (scozzesi, Irlandesi, Gallesi e di Cornovaglia), da sempre nemici degli Angli, considerati antichi invasori e primi nemici. In quegli anni le razzie Viking divennero una calamità ciclica e ad esempio nell’inverno del 840 i sassoni furono colti di sorpresa dai Viking, che giunsero dalle isole al largo dell’Irlanda, da dove arrivavano solo in estate.

    Nel 865, dopo varie spedizioni, i leader normanni Ivar e Guthrum consolidarono il dominio di York, ribattezzata Jorvik, (con ancora oggi testimonianze culturali e architettoniche norrene).Da ricordare che all’epoca l’Inghilterra era divisa in piccoli regni in lotta tra loro e tale frammentazione ne indeboliva le forze e impediva il contrasto delle razzie lungo le coste britanniche. I pirati Viking divennero il terrore dei sassoni.Nella prima metà del X sec il Re sassone Alfredo il Grande riuscì a bloccare le incursioni normanne, liberando York, ma durò poco e già nel 947 Erik I tornò ad occupare la città.

    Dalla seconda metà del X sec gli inglesi riuscirono a organizzare delle difese ed un sistema di vigilanza costiera. Sempre in Cronache, si narra che nel 970 una piccola flotta di predoni giunse sulla costa del monastero di Jarrow. Le navi furono avvistate dalle vedette e, allo sbarco, i Viking trovarono la resistenza inaspettata della popolazione. I predoni furono inondati di frecce incendiarie che appiccarono il fuoco alle navi. I capi normanni che guidavano l’attacco furono i primi a cadere e i pochi superstiti trovarono la salvezza nella fuga sulle navi rimaste, prendendo il largo. In mare però una tempesta sorprese le Drakkar dei Viking, che si arenarono sulla riva di Tynemouth, dove i pirati superstiti furono trucidati dalla popolazione, allertata dallo scontro di Jarrow. Per decenni questo fu uno degli ultimi raid Viking in terra inglese.

    In Inghilterra, l’alba del nuovo millennio vide intrecciarsi le sorti del trono anglosassone con quello dei Viking danesi. Nel 1013 il Re normanno-danese Sven riuscì a conquistare il trono inglese deponendo il Re anglosassone Ethelredo, fuggito in Normandia. Il figlio di Sven, Canuto il Grande, subentrato al padre nel 1016, consolidò la corona Viking in terra inglese, respingendo il ritorno di Ethelredo e consentendo l’insediamento di molti normanni nell’isola britannica. Dopo ca. 20 anni di regno contrastato, nel 1035 morto Re Canuto, la corona passò al figlio Harthacnut. Nello stesso anno, il normanno Guglielmo, detto il Bastardo, subentrò al padre Roberto al Ducato di Normandia. Nel 1042 morto il Re anglo-viking danese Harthacnut, i nobili riuscirono a riportare sul trono il sassone Eduardo il Confessore, figlio di Ethelredo. Questo Re Eduardo I, dopo un decennio di regno, senza eredi maschi e consapevole della ormai troppo forte presenza normanna nelle sue terre, nominò il cugino (per parte di madre) Guglielmo Duca di Normandia, quale erede legittimo al trono inglese. Poco dopo tale nomina, il principe sassone Aroldo di Vessex (anche egli nipote di Re Eduardo), durante una battuta di caccia nel nord-est della Normandia, fu rapito da una banda di pirati frisoni e liberato solo grazie all’intervento del Duca Guglielmo. Per ringraziare della liberazione Aroldo di Vessex giurò fedeltà al Duca normanno, dichiarandosi suo vassallo e riconoscendolo suo futuro sovrano al trono inglese.

    Nel 1065, morto Re Eduardo, i nobili sassoni si opposero al ritorno di un sovrano normanno ed elessero Re d’Inghilterra il sassone Aroldo di Wessex, che accettando la corona, violò il giuramento di vassallaggio dato anni prima al Duca di Normandia. Guglielmo protestò vivacemente presso tutte le corti d’Europa, ma solo il Papa ascoltò le lagnanze, esortandolo a prendersi il trono, inviandogli il vessillo pontificio sotto il quale il Duca era legittimato a combattere. A settembre 1066 sulle coste inglesi ci fu un’invasione, con Re Harald Handrade III di Norvegia sbarcato vicino York, con l’intento di frammentare le forze di Re Aroldo di Vessex e costringerlo a correre nel nord. Il Re norvegese, dopo l’iniziale vittoria, fu però pesantemente sconfitto a Stamford Bridge, dove perse anche la vita, mentre i suoi soldati superstiti si diedero alla fuga sulle navi. I normanni residenti in quelle terre dovettero fuggire a sud, ma ebbero modo di vendicarsi appena pochi giorni dopo.

    Guglielmo il Conquistatore

    Re Aroldo era ancora nel nord quando a fine settembre 1066 il Duca Guglielmo di Normandia, sbarcò nel sud dell’isola con l’esercito. Il 14 ottobre. Nell’epica battaglia di Hastings, a prevalere furono i franconormanni e fu Re Aroldo a perdere la vita ed il trono.La dinastia normanna si insediò sul trono il Duca William, detto il Bastardo, divenne Re d’Inghilterra iunificando tale corona al Ducato di Normandia. Nel 1087, morto Guglielmo, il trono inglese passò al figlio Guglielmo II, (il Rufo), mentre il Ducato di Normandia passò al primogenito Roberto (Gambacorta). Nel 1100, mentre Roberto era in terrasanta, Guglielmo II fu assassinato e sostituito sul trono dal fratello minore Enrico. Roberto era il primogenito e, tornato dopo la presa di Gerusalemme, si scontrò con Enrico. Scoppiò la guerra e nel 1107 a Tinchebray, le truppe inglesi di Enrico sconfissero quelle normanne di Roberto, ritiratosi in Normandia. Dopo la morte prematura del figlio unico Guglielmo e alla morte di Re Enrico nel 1135, i nobili elessero al trono inglese il sassone Stefano di Blois ed a questi si oppose Goffredo Plantageneto, marito di Matilde, figlia del defunto Re Enrico. Nel 1139 altra guerra e Enrico d’Angiò figlio di Matilde, sbarcò in Inghilterra, reclamando il trono quale erede del nonno. Dopo anni di lotte e stragi, nel 1153 si giunse alla pace, accordandosi che la corona rimanesse a Stefano di Blois ma, alla sua morte, passava a Enrico d’Angiò. Nel 1154, morto Stefano di Blois, la corona inglese passò pacificamente a Enrico II. Questi semi però radicarono la lotta secolare tra Francia e Inghilterra.

    Domesday Book, primo catasto europeo, istituito da Guglielmo dopo la presa del potere in Inghilterra nel 1066.

    In Scozia nell’VIII sec risultava una forte presenza di pescatori normanni, insediatisi lungo le coste settentrionali. Le cronache narravano che, nell’anno 839, un nutrito esercito di Viking giunse sulle coste della valle di Tay, scontrandosi con Re scozzese Eoganan. I feroci guerrieri normanni sbaragliarono gli scozzesi e lo stesso Re trovò la morte, insieme a quasi tutti i suoi nobili, causando il tracollo del regno scozzese. Le isole Ebridi esterne, le Shetland, le Orcadi e le Sutherland divennero normanne. Le prime due tornarono scozzesi solo nel 1486. Nel 1066, con la conquista della corona inglese da parte di Guglielmo di Normandia, uno dei suoi rivali, Edgard Atheling, in fuga dopo la sconfitta di Hastings, si rifugiò da Malcolm Canmore di Scozia, marito della sorella Margarita, dove iniziò ad armare un esercito al confine sud della Scozia. Nel 1072, vista la minaccia, Guglielmo invase la Scozia e sconfisse Edgard, giungendo fino a Firth di Tay, dove si congiunse con la sua flotta. Malcolm dovette fare atto di vassallaggio a Guglielmo e dare in ostaggio il figlio Duncan. Da quel momento i normanni si radicarono in Scozia, costruendo vari castelli e dando il via a famiglie da cui discesero sovrani come

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