10 giugno 1940
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Anteprima del libro
10 giugno 1940 - Arnaldo Baroffio
Albatros
Nuove Voci
Ebook
© 2017 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l. | Roma
www.gruppoalbatrosilfilo.it
ISBN 978-88-567-8474-9
I edizione elettronica luglio 2017
Prefazione
Nel Talmud ebraico è scritta la massima: Chi salva un uomo salva un mondo
, parafrasandola in estensione si potrebbe affermare che: Chi scrive un libro fa nascere una storia
. Nel caso del presente testo vi è solo un pezzo di storia dell’immensa tragedia della Seconda Guerra Mondiale condensata in poche decine di pagine di ricordi, di avvenimenti, di battaglie, e fantasie su realtà nascoste.
Entrando nel poetico, immagini il lettore di varcare le porte di un cimitero di guerra e davanti alla prima tomba vedere sulla lapide, sotto una croce o altro simbolo religioso, nome, cognome e due date, nascita e morte. Prima che nella sua mente esca un pensiero, sono le scritte sulla lapide che entrano in lui per raccontare con la velocità della luce, in quei pochi minuti di raccoglimento, tutto il mondo vissuto nel breve lasso di tempo compreso tra le due date.
Nel mio caso la volontà di scrivere questo breve libro, che si può dire memoria storica personale
, è nata dopo aver saputo quanto scritto sulla lapide all’entrata del cimitero polacco, dove sono sepolti i morti della battaglia di Montecassino: "I soldati polacchi hanno dato l’anima a Dio, il corpo all’Italia, il cuore alla Polonia". Ecco… il libro intende onorare tutti i morti, civili e militari, di questa guerra.
Qualche numero interessante:
Popolazione coinvolta nella guerra: 1.899.500.000
Morti militari: 22.564.947
Morti civili: 48.525.113
Totale: 71.090.060 morti
37,4 morti su 1000 persone coinvolte.
Perciò non è sicuramente strano pensare che la Trinità della massima del Talmud (Chi, uomo, mondo) sia espressa anche nella Trinità della lapide al cimitero di guerra polacco (Anima, Corpo, Cuore). Negare tale accostamento pare impossibile: una massima regge l’altra. Infatti, chi mai entrando nel cimitero polacco, dopo aver letto la scritta all’ingresso, griderà: Non avete salvato nessun uomo, perciò qui non esiste nessun mondo?
.
Premesso ciò, il libro si sviluppa in un ricordo dal 1940 al 1945, inizia con un ragazzino di 10 anni che in quell’età dello sviluppo conobbe gli stimoli della fame, causa le restrizioni alimentari della guerra – solo alla fine del 1943, forse perché l’Italia era divisa in due, si ebbe una disponibilità alimentare migliore –, un ragazzino che alla fine della guerra in Europa (9 maggio1945) ebbe la percezione d’essere già adulto poiché in pochi anni nella sua mente aveva vissuto esperienze di timore, di pietà o amore, di dolore, di paura, di assistenza verso altri, di conoscenza, di decisione, e non sentiva odio per nessuno. Era principalmente discernimento, poiché tutto sommato, in quel tempo di massimo male, non era poi così difficile capire fra il male e il bene e far prevalere il bene.
Insomma una gamma di acquisizioni che in tempi normali sarebbero occorsi almeno tre lustri.
Certamente per quanto riguarda il susseguirsi di battaglie, sconfitte o vittorie, la memoria non era sufficiente e l’aiuto per le date è venuto da altri libri, fra cui la Storia della Seconda Guerra Mondiale edita nel 1966 al Reader’s Digest e i 6 volumi delle Memorie di Churchill, nonché da Google.
In conclusione, questo testo spazia dal piccolo mondo di un ragazzino alla cronistoria apparentemente arida dei combattimenti, fino alle riflessioni ponderate libere da ogni interesse politico, perciò vicine al vero. Ponderate ovviamente nell’età matura in cui dal terreno di coltura della guerra venne il vissuto futuro. Il tutto nella Buona Volontà ragionevole anche sul passato.
La finalità è portare, specialmente ai giovani di oggi, che paiono così lontani dalla conoscenza dove la gioventù moriva o appassiva causa una Dittatura, una gioventù mia, che era appassita, e pur seppe rifiorire. Così, per confrontarla con quella attuale dove la Libertà può, anzi deve, divenire capacità migliore nel capire, rispetto a quella che derivava da una dittatura di guerra. E anche per escludere gli errori degli anni trenta-quaranta e far sì che la Libertà di oggi non sia invece motivo per allontanare la Buona Volontà ragionevole che pur nella guerra degli errori esisteva.
Tutto qui il senso morale dello scopo del testo. La guerra è stata mondiale, il testo è quindi giù in un pozzo con falda povera, ma la sua acqua è potabile, poiché se è scritto: se salvi un uomo salvi un mondo, allora anche lo stupore degli occhi di un bambino può essere un mondo a chi quello stupore lo percepisse nel cuore e nell’anima. Quell’uomo capirà d’essere salvo pure lui elevando il proverbio del Talmud fino al punto di poter scrivere: L’uomo salva il mondo
. Infatti, nel caso del Cristianesimo il mondo è stato redento (salvato) addirittura da un uomo morto.
Ecco perché entrando in un cimitero di guerra o non di guerra, si entra in un mondo morto per uscire con la consapevolezza di aver compiuto un dovere, salvante qualcuno (noi stessi?) o qualcosa.
Detto ciò, essendo una Prefazione, sarebbe illogico non esporre brevemente ciò che fu la Prefazione della Seconda Guerra Mondiale.
Il seme venne gettato a Versailles col trattato di Pace del 1920, trattato non firmato da Wilson, il Presidente degli Stati Uniti, contrario verso l’esagerato indennizzo dei danni di guerra posto a carico del popolo tedesco, non tenendo conto che quella Prima Guerra Mondiale derivò da Trattati che furono firmati per evitare la guerra ad ogni popolo. Perciò: come si può punire un popolo che con quel trattato voleva e dava la Pace? Significativa è la vignetta di un giornale dell’epoca – forse USA – nella quale si vedono i firmatari del trattato uscire tutti contenti mentre un neonato, con sulle fasce la scritta anno 1920
, sta piangendo a dirotto.
Motivo del pianto: sa che fra 20 anni morirà in guerra anche causa quel patto.
Profezia maligna, ma ben azzeccata. In quegli anni ‘20 si crearono due ideologie nazionalistiche con motivi diversi. La prima fu quella fascista, l’ex socialista Mussolini s’accorse che il biennio rosso (1920/1921) della lotta di classe stava provocando una reazione in tantissimi cittadini non rappresentati dai partiti di destra (il Popolare di Don Sturzo e il Liberale di Giolitti). Fu facile creare il Partito Fascista e rafforzarlo nel numero degli iscritti fino a marciare su Roma. Mussolini non vi partecipò, si ritirò a Cavallasca (a pochi chilometri da Como) nella villa della sua amante Margherita Sarfatti presso il confine svizzero, probabilmente per varcarlo nel caso la Marcia su Roma fallisse e lui fosse stato ricercato per essere arrestato.
Una rivoluzione senza armi – o con poche armi. Il premier Luigi Facta decretò lo Stato d’Assedio per fermare i fascisti con l’Esercito, ma il Re Vittorio Emanuele III non lo firmò. Facta diede le dimissioni, il Re il 28 ottobre 1922 diede l’incarico a Mussolini di formare un Governo provvisorio fino alle elezioni del 1924. Mussolini quelle elezioni le vinse, nel giro dei due anni successivi abolì i partiti e le elezioni. Ebbe inizio la dittatura fascista.
L’altra ideologia sorse in Germania col partito nazionalsocialista di Hitler. Copiando Mussolini, Hitler tenta uno strano colpo di Stato a Monaco per assumere il potere della Baviera. Il l8 novembre 1923, in una birreria, sequestra tre commissari regionali, informa che l’indomani ci sarà un Putsch con grande folla. Invece i rivoltosi sono solo 3000, la polizia ha buon gioco nel fermarli, qualcuno spara, muoiono 3 agenti e 14 rivoltosi.
Hitler fugge, catturato e processato è condannato a 5 anni, ma dopo un anno è liberato. Lo accolgono fuori dal carcere il famoso generale Ludendorff della Prima Guerra Mondiale e il Magistrato che lo condannò. Segno che le idee di Hitler contro la pace di Versailles iniziarono a far breccia nell’elite tedesca per poi prorompere nel popolo con le elezioni del 1933.
Infatti mentre Mussolini si limita a fare tre conquiste: la battaglia del grano, la guerra in Etiopia (1935), l’invasione in Albania (1938), Hitler, andato al governo nel 1933 dopo aver vinte le elezioni, si proclama Capo dello Stato alla morte Hindenburg (1934). Sempre nel 1934 stipula un patto di non aggressione con la Polonia con scadenza nel 1939.
L’industria tedesca è destinata a un vasto programma di armamento già dal 1933; nel 1936 Hitler occupa la regione tedesca della Renania infrangendo l’obbligo previsto dalla Pace di Versailles che la volle militarizzata, annette l’Austria dopo il beneplacito del Duce, nel 1938 la Boemia. Nel 1939 i due dittatori firmano il patto d’acciaio, il 22 maggio.
La prefazione si conclude a quella primavera del 1939 del Patto d’Acciaio
A metà dell’estate del 1939 inizia la Storia della Seconda Guerra Mondiale narrata nel testo, non sempre in concordanza secondo le date degli avvenimenti e saltando da un argomento all’altro.
Alla confusa, proprio come fu l’entrata in guerra dell’Italia.
I RICORDI INIZIALI DEL BALILLA (pigro) CHE SNOBBAVA IL SABATO FASCISTA
Nei Paesi dove vige la condanna capitale, la Giustizia manda alla morte i colpevoli dei più efferati crimini. Solitamente i condannati rimangono nella cella della morte anche per anni per via d’appelli, contro appelli, revisioni del processo e altro. Quel tempo d’attesa è probabilmente più da speranza che d’agonia,