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Sempre con me
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E-book153 pagine2 ore

Sempre con me

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Info su questo ebook

AudioEbook: questo ebook contiente anche la traccia audio del testo letta dal sistentizzatore PubMe.Vocal.
Può una rockstar che è sempre stato abituato ad avere tutto, ritrovarsi a desiderare la cosa che tutti noi odiamo? La Routine, la semplicità, la vita vera, l’amore.
Noah incontra Gioia che lo intervista durante la sua tournèe fatta di sold out e successo, mai si sarebbe aspettato di trovarsi a corteggiare una ragazza, soprattutto quando l’attrazione è cosi maledettamente tangibile da spiazzare i cuori di chiunque.
Una storia d’amore bella e travolgente, qualcosa che ognuno di noi sogna, perché solo chi ha amato davvero qualcuno su quel palco può finalmente vivere una favola.
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita31 lug 2017
ISBN9788871632933
Sempre con me

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    Anteprima del libro

    Sempre con me - Elena Cecconi

    Elena Cecconi

    SEMPRE CON ME

    PubMe

    self-publishing

    www.pubme.me

    Lettura automatica

    Questo libro contiene la lettura automatica PubMe.Vocal.

    La lettura del testo è stata generata in automatico utilizzando il nostro sintetizzatore di ultima generazione.

    INIZIA LA LETTURA AUDIO

    SEMPRE CON ME

    #Noah

    Sono incastrato in questo corpo da una vita. Un corpo che mi ha fatto avere di tutto e di più, ma che non mi ha mai soddisfatto completamente.

    I capelli ricadono sudati sulle mie spalle, si infilano dentro il gilet di pelle e mi distraggono dal testo della canzone che sto cantando. Ho di nuovo sbagliato le parole. I miei assidui fans delle prime file me lo fanno notare ridendo. Gli sorrido complice e riprendo subito il filo. Se non avessi loro, farei delle pessime figure.

    Finalmente la band attacca l’ultimo pezzo, stasera non ce la faccio, non so cosa mi stia prendendo, ma impiego più fatica del solito a condurre il concerto. Sarà l’età, sarà la noia, sarà che sono costretto a cantare e interpretare queste canzoni di merda, che non ho scritto io, che non fanno parte di me, ma sono commerciali, come dice il mio nuovo manager Roberto Ruffocoli, meglio conosciuto nell’ambiente come Ruffo, l’agente delle star. Fanculo lui e la mia nuova casa discografica.

    Ritrovo un po’ di carica necessaria e uso quel poco della voce che mi rimane per l’ultima scatenata strofa. Il delirio. Tutti gridano il mio nome a gran voce, ma io qui ho finito. Devo andare. Mi aspetta la mia vita vera.

    Torno in camerino e non ho tempo nemmeno di riprendermi che sono assalito da una marea di persone che bussano alla porta. Ma chi cazzo li ha fatti entrare?

    Stringo mani, saluto persone, rispondo grazie ai complimenti, faccio le solite domande:

    «Piaciuto il concerto? Vi siete divertiti?» eccetera, eccetera... recito il mio copione.

    Sono stanco stasera. Molto stanco. Voglio andare a casa.

    Dopo quelle che mi sono sembrate ore, mi ritrovo in auto, il silenzio rotto solo dal mio autista e dalla mia assistente Claudia, io la chiamo Claudina, una ragazza piccoletta dai capelli a caschetto e il viso innocente. Parlano di come ci organizzeremo per il concerto di dopodomani. Le loro voci diventano un ronzio sempre più lontano, mi estraneo dai loro discorsi e mi addormento come un bambino.

    Mi sveglio sotto casa, prendo la borsa dal bagagliaio e saluto, come al solito non sono stato una buona compagnia.

    Vorrei vedere loro dopo due ore di concerto a scatenarsi sul palco.

    Salgo nel mio appartamento, in cui non dormo quasi mai più di due notti di fila, in tempo di tournée. Per fortuna la signora Rosa che abita al piano di sotto se ne occupa, facendo le pulizie e aerando le stanze durante i miei lunghi periodi di assenza.

    Apro la grande vetrata che si affaccia sulla terrazza panoramica.

    Roma vista da quassù ha sempre qualcosa di magico. È pieno inverno e il vento freddo pizzica la mia pelle. Mi sembra quasi impossibile che un paio d’ore fa avrei voluto strapparmela di dosso dal caldo.

    Come ogni volta, dopo un concerto pieno di vita, mi sento solo. Tutte quelle persone erano lì per me, ma adesso io sono qui, a guardare questo immenso spettacolo senza condividerlo con nessuno. Mi siedo su una sdraio e tiro fuori dalla tasca del giubbotto di pelle il mio iPhone. Chiamate, messaggi, mail.

    Non adesso. Apro le note, seleziono nuova dal menù e inizio a digitare, mentre una musica nuova prende forma nella mia testa:

    "La notte non è buia stasera

    Le luci illuminano tutto intorno

    la luna sarà la stessa che vedi tu

    ogni sera

    ogni notte

    dopo il tramonto ..."

    Le migliori canzoni dei miei album sono nate così, improvvisamente. Senza essere cercate, senza un perché, ma erano altri tempi. Questa è merda in confronto.

    Il freddo mi impedisce di concentrarmi come vorrei e sono costretto a rientrare, tengo ancora il telefono fra le mani, ma la magia ormai è svanita, insieme alla mia ispirazione.

    Ho già fatto la doccia in camerino e mi sdraio vestito sul letto. Dormire quell’ora in macchina mi ha tolto il sonno e so già che passerò una nottata di merda. Scorro i messaggi WhatsApp, molti dei miei amici erano al concerto e mi scrivono che è stato bello e che io ero carico. A me non sembrava affatto, comunque sono felice di aver dato quest’impressione. Non è facile fingere, soprattutto di fronte a qualche migliaio di persone. Ma io sono Noah, la rockstar con un disco in Top Ten e devo farlo, perché sono profumatamente pagato e perché questa è la mia vita, la musica è tutto quello in cui credo e l’unica cosa che so fare.

    Rispondo a qualcuno e posto su Facebook una foto della serata che ha scattato Claudina da dietro il palco, ringraziando il pubblico intervenuto stasera, effettivamente sempre più numeroso. Ho trovato la strada giusta per il successo.

    Un paio di amiche mi scrivono per sapere se voglio compagnia, sono tentato, forse una bella scopata allontanerebbe questa noia. Rispondo a una. Lara, culo favoloso e gambe chilometriche. Proprio quello che ci vuole.

    Ore 2.12

    Dove sei?

    Vedo che torna subito online e sta digitando la sua risposta.

    Lara

    Ore 2.13

    A casa... vieni?

    Mentre rispondo al messaggio sono già in ascensore e ho di nuovo indosso il giubbotto di pelle. Controllo di nuovo e sento nella tasca le due bustine di preservativi. Perfetto. Arrivo al piano terra e mi accendo una sigaretta scendendo le scale che portano al garage. Indosso il casco e salgo sulla mia Harley.

    Dopo poco più di dieci minuti sono da lei.

    Non serve suonare alla porta, la vedo affacciarsi alla finestra, sono le due del mattino e la sua è l’unica illuminata.

    «Sali, è aperto.»

    Salgo due a due i gradini che portano al primo piano, vengo spesso qui e ormai so che sarà sulla porta ad aspettarmi con uno dei suoi completi intimi migliori.

    Stavolta è in pizzo color corallo, interessante e bellissima. Ha i lunghi capelli neri sciolti posati su una sola spalla e un sorriso malizioso sulle labbra. L’afferro per la vita e la bacio subito avidamente.

    «Ciao» le dico spingendola nel suo appartamento.

    «Ciao» mi risponde languida.

    La sdraio sul letto e mi spoglio mentre la guardo contorcersi per l’attesa. Sì, mi serviva proprio questo.

    «Sai cosa mi eccita di più?» mi chiede con voce sexy.

    Annuisco per farla proseguire.

    «Che con tutte quelle ragazzine urlanti potresti scoparti chiunque, ma vieni sempre da me.»

    «Sei la mia ragazzina urlante preferita, lo sai» le dico appena ho finito di spogliarmi. «E ora ho intenzione di chiuderti quella dannata bocca.»

    Quelli che sono usciti dopo sono stati solo gemiti e imprecazioni. Una magnifica scopata. Mi sento davvero meglio.

    Mi alzo e quando mi vesto parte con il solito discorso.

    «Non rimani?»

    «No.»

    «L'altra settimana sei rimasto.»

    «Ero ubriaco e non ero in grado di andarmene.»

    Mette il broncio e si volta dall’altra parte.

    «Sai che sei fai così la prossima volta mi scoperò un’altra ragazzina dalla bocca urlante invece di te, vero?»

    «Buonanotte Noah. Vai al diavolo.»

    Sorrido ed esco dalla stanza. Finisce sempre così, ma almeno adesso sono più rilassato.

    Salgo di nuovo in moto e prendo una strada più lunga, molto più panoramica e suggestiva. Fermo la moto in uno spiazzo su una curva e prendo di nuovo in mano il telefono.

    "... Le strade sono vuote

    Le luci della città illuminano il cielo coperto dalle nuvole

    Stasera non c’è la luna,

    non riesco a vederla perché il cielo è coperto dalle nuvole."

    Riparto e poco dopo sono a casa, mi addormento soddisfatto e svuotato sul letto.

    Mi sveglio rilassato, stasera non ho nessun concerto e posso passare la giornata come voglio.

    Passo da mia sorella per trascorrere qualche ora in famiglia, con i miei nipoti e mia madre, che vive con lei da anni. Io non riesco a prendermi cura di lei, mentre lei ci riesce benissimo.

    Dopo pranzo accontento tutti suonando qualcosa sul divano, davanti al camino. Porto sempre la chitarra quando vengo qui, mi piace suonare e cantare per loro, sono la mia vita. Quella vera. Suono Stairway to heaven dei Led Zeppelin.

    Quando la canzone finisce sorrido al solito applauso sincero. Mio nipote Gabriele mi guarda affascinato, gli passo la chitarra e gli insegno qualche accordo, mentre mi dice che un giorno sarà il chitarrista della mia band. Ovviamente Chiara, la piccolina, vuole fare la corista.

    «Quando sarete grandi, zio verrà a vedere i vostri concerti. Sono sicuro che sarete bravissimi.»

    Torno a casa al tramonto, faccio una doccia ed esco di nuovo.

    Una pizza e una birra con gli amici di sempre. Firmo autografi, scatto qualche selfie con qualche fan, che come al solito prende d’assalto il mio tavolo. I miei amici ne approfittano per fare nuove conquiste e prendere contatto con ragazze di ogni genere. Io mi limito a sorridere complice. Ma non mi interessano i rapporti normali. L’ultima volta che ci ho provato è finita male, malissimo. Io sono una rockstar e non posso limitare niente di quello che sono. Non posso innamorarmi, non posso provare niente, non posso essere di nessuno, ma solo di me stesso e del mio pubblico.

    È di nuovo mattina, Claudina mi chiama per dirmi che a mezzogiorno passerà a prendermi con Ruffo. Dobbiamo visitare il posto, fare un’intervista in una radio locale e il check-sound con la band.

    Faccio qualche telefonata per invitare dei miei amici alla serata, che è l’ultima che faccio qui vicino. Domani dovrò partire per il nord Italia e non tornerò prima di due settimane.

    Preparo un paio di valige con le mie cose e scendo. Suono alla signora Rosa per prendere accordi, si occuperà come al solito della casa in mia assenza.

    Arriviamo a Latina e ci fermiamo a mangiare in un ristorante, pranzo leggero e niente alcol. Stasera devo essere al massimo, sarà presente anche la mia famiglia.

    Ripartiamo dopo il solito rito di foto e autografi. Ruffo mi dice di scattarmi un selfie e dare appuntamento ai miei fans per stasera. Mi appoggio al finestrino, dal quale si vede il mare, lo apro leggermente e un vento di salsedine mi scompiglia i capelli. È una bella giornata di sole. Indosso i miei Ray Ban e scatto la foto.

    "Latina. Ci siamo. Vi aspetto stasera.

    Spacchiamo tutto insieme. #senzaritornotour #Noah"

    Fatta anche questa. Roberto sintonizza l’autoradio sulla emittente in cui stiamo andando. Una voce bella e graffiante di donna annuncia che fra pochi minuti in radio verrà Noah e rilascerà in esclusiva un’intervista per la radio, prima della tappa del concerto di stasera a Latina. Eppure quella voce mi evoca qualcosa, un ricordo, un’emozione, ma non riesco a darle un volto. Non vedo l’ora di

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