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Il Boss per sempre
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E-book236 pagine4 ore

Il Boss per sempre

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Info su questo ebook

Le vite dei fratelli Reid sono tutt'altro che ordinarie.

Dopo aver fronteggiato un attacco interno, la Reid Enterprises è in ripresa. Alex e Jamie cercano di coniugare amore, famiglia e lavoro, ma, ogni volta che le cose sembrano prendere la piega giusta, arrivano degli imprevisti a rimettere tutto in discussione. Riusciranno mai a trovare il loro lieto fine? 

Intanto, il "Little Lake Golf and Country Club" si sta preparando ad ospitare un torneo molto importante e Mark deve trovare anche il modo di organizzare il suo matrimonio, inseguendo i suoi sogni mentre cerca di realizzare quelli della futura moglie. Che sia un po' troppo, tutto insieme? 

Nella vita, si sa, non c'è mai niente di semplice, ma i fratelli Reid riusciranno a trovare la felicità, senza farsi più consumare dalla competizione?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita31 ott 2017
ISBN9781507197073
Il Boss per sempre
Autore

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Anteprima del libro

    Il Boss per sempre - Lexy Timms

    Indice

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3..........................................11

    Capitolo 4........................................18

    Capitolo 5........................................25

    Capitolo 6..........................................31

    Capitolo 7........................................36

    Capitolo 8..........................................45

    Capitolo 9..........................................54

    Capitolo 10........................................60

    Capitolo 11......................................64

    Capitolo 12

    Capitolo 13......................................75

    Capitolo 14......................................79

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 177

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21 .......................................124

    Capitolo 22 .......................................130

    Capitolo 23 .......................................136

    Nella serie L’assistente del Capo

    Nota dell’autrice

    Estratto Sconosciuta ..........................146

    Capitolo 1 .................................149

    Capitolo 2 .................................154

    Capitolo 3 .................................160

    Dove trovare Lexy Timms

    Altre serie

    Capitolo 1

    Dovresti prendere appuntamento con il dottor Bennet, le disse Alex. Il suo respiro le accarezzò l’orecchio, quando le parlò. Jamie riusciva a sentire il suo petto alzarsi ed abbassarsi ritmicamente mentre se ne stava tra le sue braccia in quella stanza buia.

    Gli si accoccolò addosso e rifletté su quello che le aveva appena detto. Potremmo fare un test di gravidanza, intanto.

    Lui la strinse un po’ più forte. Non dopo le complicazioni con i gemelli. Se fossi incinta, dovremmo saperlo il prima possibile e vorrei sapere anche se ci fosse altro per cui preoccuparci riguardo alla gravidanza.

    Aveva ragione, Jamie lo sapeva. Va bene, concordò. Andrò dal dottore.

    Grazie. Le baciò la nuca, le sue labbra calde e morbide sulla pelle di lei, e l’abbracciò meglio, sistemandosi alle sue spalle, poi il suo respiro si fece regolare, nel sonno.

    Jamie, invece, restò sveglia.

    Andare dal medico ancor prima di sapere se fosse incinta, significava ammettere che potesse esserci qualche problema con quella gravidanza. Ammesso che fosse davvero incinta. Aveva saltato l’ultimo ciclo? Il tempo era trascorso in modo strano, nell’ultimo periodo, alternando fasi velocissime ad altre molto lente, tra le lunghe giornate trascorse a casa e la preoccupazione per la Reid Enterprises, a causa dei problemi creati da Zander.

    Il dottore, se non altro, le avrebbe tolto ogni dubbio. Finché non ne avesse parlato con lui, preoccuparsi sarebbe stato del tutto inutile e non le avrebbe fatto bene. Chiuse gli occhi, sforzandosi di far obbedire il corpo al cervello. Tutti quei pensieri, però, non l’abbandonarono. Se ci fosse stato qualche problema, com’era successo con i gemelli? Come avrebbe fatto ad occuparsi di tre bambini quando i più grandi avevano appena compiuto un anno? E se... Non terminò quella domanda, ma si strinse di più ad Alex.

    ***

    Quando Jamie aprì gli occhi, il giorno dopo, il primo sole del mattino aveva fatto capolino dalla finestra ed Alex non era più accanto a lei, ma il suo lato del letto era ancora tiepido ed il suo profumo aleggiava nell’aria. Non ricordava di essersi addormentata, ma, evidentemente, ad un certo punto, nel bel mezzo del delirio per l’idea di una nuova gravidanza, era scivolata nel sonno. Rotolò sul posto lasciato vuoto da Alex, contemplando le ombre sul soffitto della camera da letto.

    Qualsiasi cosa accada, si disse, andrà tutto bene. Potevano permettersi i medici migliori. I gemelli, nonostante tutte le complicazioni, stavano bene. Presto avrebbero camminato e, poi, corso. Sarebbe arrivato anche il momento di togliere i pannolini. Jamie non sapeva ancora quando sarebbe successo di preciso, soprattutto se fosse stata di nuovo incinta, ma altre madri ce l’avevano fatta prima di lei e Brianna l’avrebbe aiutata. Per quanto si fosse opposta all’idea di avere una tata, quando Benton e Lilli erano nati, con il tempo aveva imparato ad affidarsi alla giovane donna. Quella mattina, però, toccava a lei occuparsi dei gemelli.

    Jamie guardò l’orologio. Le sette e mezza. I bambini si sarebbero svegliati presto. Era ora di alzarsi.

    Un rumore di passi anticipò Alex che entrò in camera completamente vestito. L’abito scuro faceva risaltare i suoi occhi e Jamie desiderò ardentemente di non doversi alzare affatto. Avrebbe voluto averlo in quel letto con lei e spogliarlo lentamente, scoprendo il suo corpo perfetto. Avevano trascorso più tempo insieme, da quando Zander era stato preso, ma comunque non abbastanza. Jamie non era neanche sicura che sarebbe mai stato abbastanza, considerando la sua bellezza.

    So a cosa stai pensando, le disse Alex, con un tono di voce che le provocò un brivido di desiderio in tutto il corpo. Quando lo guardò, i suoi occhi la tradirono, confermando i sospetti di lui. Il sorriso che le rivolse, come sempre, le fece battere il cuore. Cattiva ragazza.

    Almeno adesso sai quanto ti rivoglio nel letto con me, gli rispose Jamie, sorridendogli a sua volta.

    Vide il desiderio sul suo viso, nei suoi occhi azzurri, ma lui scosse la testa mentre quell’espressione maliziosa lasciava spazio alla rassegnazione. Non posso, purtroppo. Ho un appuntamento con il presidente di una delle società che avevano intenzione di lasciarci, dopo i problemi con Zander. Devo convincerlo a restare.

    Jamie sospirò. Si sedette sul letto e si alzò, non avrebbe voluto lasciare quel tepore, ma ancor di meno voleva che Alex se ne andasse senza averla prima baciata. Le si avvicinò e la prese tra le braccia, stringendosela al petto. Abbassò la testa verso di lei che lo assecondò mentre la baciava dolcemente, a lungo.

    Più tardi, le disse, separandosi da lei e lasciandola senza respiro. Ti prometto che recupereremo dopo.

    Lo so, gli rispose Jamie. Gli sorrise, di nuovo, ma, stavolta, non c’era alcuna richiesta di avere di più, nei suoi occhi. Ci vediamo stasera.

    A stasera.

    Lei fece un passo indietro, ma lui l’afferrò di nuovo e le diede un altro bacio che Jamie ricambiò con trasporto. Non è giusto, baciarmi in questo modo e andartene, gli disse, quando riacquistò un respiro regolare.

    Alex rise. È una tortura per me tanto quanto lo è per te, piccola. Credimi.

    Probabilmente era vero. Se non altro, erano entrambi nella stessa situazione, anche se questo non migliorava le cose.

    Chiama il dottore, aggiunse, serio. E fatti dare un appuntamento.

    Lo farò.

    Scomparve fuori dalla porta e Jamie si sedette ai piedi del letto, con le braccia appoggiate sulle gambe. Aveva ragione. Doveva chiamare il medico e controllare che fosse tutto a posto. Sarebbe stato meglio sapere, invece di fingere che andasse tutto bene ed augurarsi che fosse davvero così.

    Si alzò e si diresse in bagno, guardandosi allo specchio quando vi passò davanti. Forse era soltanto la sua immaginazione, ma ultimamente aveva pensato di essere invecchiata, da quando si era sposata. Le erano venute le rughe. Probabilmente dipendeva dallo stress per aver sposato anche la società, la Reid Enterprises, oltre all’uomo che la dirigeva, ma non avrebbe comunque cambiato quella decisione per niente al mondo. Non quando pensava ad Alex e ai gemelli. Valevano ogni preoccupazione, ogni nuova ruga.

    Come se si fossero sentiti chiamati in causa da quell’ultimo pensiero, udì, dal baby monitor, che i gemelli si erano appena svegliati. Almeno, rifletté Jamie, con un sorriso mesto, mentre si infilava i pantaloni della tuta ed una maglietta, sembravano felici, da quello che poteva sentire. I bambini dormivano tutta la notte, ormai, e, di solito, non si svegliavano quasi mai piangendo, un bel cambiamento rispetto ai primi tempi.

    Lilli, che si rivelò essere l’unica sveglia, stava in piedi nel suo lettino ed allungò le braccia non appena vide Jamie. Sollevò la figlia, lamentandosi appena per il peso.

    Stai diventando grande, vero? le parlò dolcemente. Lilli la guardò, spalancando gli occhi azzurri che, probabilmente, sarebbero diventati dello stesso colore di quelli del padre. Presto, non riuscirò più a prenderti in braccio. Soprattutto perché siete due.

    L’unica risposta che ottenne fu una serie di gorgoglii incomprensibili. Non che si aspettasse altro. A Lilli, comunque, non importava di essere troppo pesante per stare in braccio. Le importava soltanto della colazione.

    Jamie uscì nel corridoio e la mise nel seggiolone, poi ritornò velocemente in camera per prendere anche Benton che si stava stiracchiando, sbattendo gli occhi assonnati. Quando la vide, sorrise e Jamie sentì il suo cuore riempirsi d’amore. Non c’era nient’altro al mondo che amasse più dei gemelli.

    E tu? Vuoi fare colazione? Benton sbatté la manina sulla sua spalla e Jamie rise. Lo prenderò come un ‘sì’.

    Se la domanda riguardava il cibo, la loro risposta era sempre ‘sì’. Qualsiasi alimento, a parte le barbabietole. Le odiavano.

    Dopo aver sistemato anche Benton nel seggiolone, Jamie prese la colazione e si sedette tra i gemelli, componendo il numero del dottore per parlargli mentre li imboccava.

    Studio del dottor Bennet. Come posso aiutarla?

    Buongiorno. Sono Jamie Reid, vorrei prendere appuntamento con il dottor Bennet. Sono una sua paziente.

    Ci fu un momento di silenzio. Quando vorrebbe venire?

    Il prima possibile. Non è proprio un’emergenza, ma sarebbe meglio non perdere tempo e mio marito vorrebbe che mi facessi visitare il prima possibile.

    Certamente, signora Reid.

    La sentì picchiettare su una tastiera e, poi, la segretaria parlò nuovamente. Alle due andrebbe bene per lei?

    Era un po’ prima di quanto Jamie si aspettasse e pensò addirittura di rimandare, ma Alex non si sarebbe tranquillizzato finché non si fosse fatta visitare quindi annuì, ma poi si rese conto che la donna dall’altra parte del telefono non poteva vederla ed aggiunse, Per me va bene.

    Perfetto. Ci vediamo alle due, signora Reid. Buona giornata.

    A lei.

    Dopo aver terminato la conversazione, Jamie diede un altro boccone di uova a Benton. Quell’appuntamento le avrebbe tolto ogni dubbio.

    ***

    Beh, disse il dott. Bennet, tornando nella stanza. Non sei incinta.

    Jamie lo guardò dal lettino dov’era seduta. No? Non si aspettava che il dottore tornasse con quell’esito. La parte di lei che sperava in un’altra gravidanza, nonostante tutte le riserve e le preoccupazioni, rimase delusa da quella notizia.

    Mi hai detto di essere stata molto stressata, nell’ultimo periodo. Probabilmente lo svenimento è stato causato proprio dallo stress, soprattutto se non ti eri sentita bene.

    Livelli elevati di stress. Jamie si portò una mano sullo stomaco e lo accarezzò distrattamente. Non si aspettava di rimanerci tanto male. Ho capito.

    Sei dispiaciuta? Le chiese, gentilmente, il dott. Bennet. Sei giovane ed in buona salute. Lo stesso vale per Alex. Se ci state provando, ci riuscirete presto.

    Non ci stiamo provando molto, rispose lei, assente. Voglio dire, aggiunse, arrossendo, che non stavamo pensando di avere un altro bambino. Non ne abbiamo parlato molto. Forse dovremmo. Sorrise e lasciò parlare un altro po’ il dott. Bennet, prima di ringraziarlo e andarsene.

    Uscì dallo studio del dottore e compose il numero di Alex.

    Ciao, piccola. Le sembrò indaffarato, come se l’avesse interrotto, ma sapeva che le aveva risposto nonostante gli impegni perché era ansioso di sapere come fosse andato l’appuntamento. Che ha detto il dottore?

    Non sono incinta. Jamie non avrebbe voluto dirglielo in quel modo. Non subito, almeno, e non con tutta quella delusione.

    Dall’altra parte del telefono, le sembrò di sentire Alex che zittiva qualcuno, poi i rumori dell’ufficio divennero sempre più lontani e sentì chiudersi una porta. Sembri dispiaciuta.

    Io... Jamie inspirò a fondo. Non pensavo che ci sarei rimasta tanto male. Ero abbastanza sicura, sai? Di essere incinta. So che abbiamo avuto due gemelli e che hanno appena compiuto un anno. Mi ero detta che se non fossi stata incinta sarebbe stato più semplice per tutti, ma quando ho saputo di non esserlo, io...

    Ci fu un attimo di silenzio, in cui Alex cercò di capire se volesse aggiungere altro, ma Jamie non sapeva che altro dire. Non era in grado di descrivere l’improvvisa sensazione di vuoto che l’aveva travolta quando il medico le aveva dato la notizia.

    Vuoi davvero un altro bambino, Jamie? Alex non la stava giudicando. Subito, intendo?

    Penso di sì, gli rispose Jamie. So che non te l’aspettavi, ma quando pensavo di essere di nuovo incinta ero così... così felice. Un altro fratello, o sorella, con cui giocare, per i gemelli. Un altro bambino. Mi piaceva tanto l’idea.

    Beh, se davvero vuoi avere un altro bambino, non credo che sarà un problema. Riusciva a sentire il suo sorriso, in quelle parole.

    "Tu vuoi avere un altro bambino così presto?" Non se la sarebbe cavata così, Jamie voleva sapere cosa ne pensasse lui.

    Anche io ero felice, all’idea che fossi di nuovo incinta. Se vuoi un altro bambino, io ci sto. La sua voce si abbassò appena. E ci sto a provare ad averlo.

    Jamie rise, sentendosi finalmente sollevata. Riesci sempre a farmi sorridere, Alex Reid.

    È la mia missione, le disse Alex. Beh, quella e farti urlare di piacere.

    Se non la smetti, dovrò farti una chiamata d’emergenza per costringerti a tornare a casa e iniziare a provarci subito, ribatté Jamie.

    Per quanto mi piacerebbe, rispose Alex, "e mi piacerebbe davvero molto, non posso. C’è una questione, qui al lavoro, di cui devo occuparmi, ma ci vedremo più tardi e potremo provarci quanto vorrai."

    L’hai detto anche stamattina. Più o meno. Non hai ancora mantenuto la promessa, però, lo prese in giro Jamie.

    Stavolta fu Alex a ridere. Solo perché non è ancora sera, piccola. Avrai quello che ti ho promesso. Tutto quanto.

    Ti farò rispettare la promessa.

    Sarà un piacere.

    Si salutarono e Jamie riagganciò, soffermandosi per un momento sulla foto, che aveva impostato come salvaschermo del telefono, di loro due insieme ai gemelli. Poi lo mise nella borsa, entrò nell’auto e mise in moto.

    Era fortunata. Davvero fortunata, rifletté mentre guidava. Aveva Alex, che le avrebbe consegnato il mondo se gliel’avesse chiesto, Benton e Lilli. Forse, presto, avrebbe avuto anche un altro bambino. C’erano stati parecchi alti e bassi negli ultimi anni, ma, se l’avevano portata dov’era ora, ne era valsa la pena. Qualsiasi cosa fosse successa, infatti, lei avrebbe avuto sempre la sua famiglia ed era questo che la rendeva estremamente fortunata.

    Capitolo 2

    Erica stava fissando l’anello che portava al dito, di nuovo. Mark la vide osservare il simbolo del loro impegno reciproco con un sorriso. Quella visione faceva sorridere sempre anche lui. Aveva detto sì. Presto, sarebbe stato ufficiale. Si chiedeva soltanto quanto presto sarebbe successo.

    Quando vorresti sposarti? Le chiese.

    Lei, finalmente, alzò lo sguardo dalla mano per rivolgerlo al viso di lui ed inclinò leggermente la testa di lato, pensando alla domanda. Non troppo presto. Dobbiamo avere il tempo necessario per organizzare e preparare tutto quanto, ma non vorrei neanche aspettare troppo. Il sorriso di poco prima ritornò ad illuminarle il volto. Non credo che riuscirò ad aspettare tanto.

    Potremmo farlo dopo il torneo, suggerì Mark. So che manca ancora un po’, ma non penso che riusciremo a farlo prima, non senza affrettare le cose, e nessuno dei due vuole fare le cose di fretta.

    No, infatti. Hai ragione, ma non vorrei aspettare troppo, dopo il torneo, visto che manca ancora un po’. Non più di un mese.

    Un mese al massimo. Significava che avrebbero dovuto organizzare entrambi gli eventi contemporaneamente, anche se Mark immaginava che sarebbe stato più coinvolto nei preparativi per il torneo di golf piuttosto che in quelli per il matrimonio. Un intero staff si sarebbe occupato del torneo, tra l’altro. Forse avrebbero potuto assumere un wedding planner ed evitare quanto più stress possibile.

    Se faremo così, dovremo stare molto attenti. Mark fece un respiro profondo ed allungò un braccio sul tavolo, occupato dai panini

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