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Saving Forever Parte 6 - Amore In Camice
Saving Forever Parte 6 - Amore In Camice
Saving Forever Parte 6 - Amore In Camice
E-book148 pagine1 ora

Saving Forever Parte 6 - Amore In Camice

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Info su questo ebook


Charity ed Elijah stanno vivendo al massimo la loro vita. Ormai entrambi dottori, hanno un lavoro e una famiglia perfetta. Jamie Lynn è la loro adorabile bambina di due anni. Non dimentichiamoci di Scott, il padre di Charity, e Margaret, la madre di Elijah. Chi dice che la passione non possa accenderci dopo i sessanta anni?
Charity sta per imparare quanto la vita sia imprevedibile e che non si finisca mai di imparare. Una nuova posizione in ospedale e un terribile incidente sono soltanto alcuni degli ostacoli che Charity ed Elijah dovranno superare. 
L'amore sarà sufficiente? 

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita13 mag 2017
ISBN9781547500819
Saving Forever Parte 6 - Amore In Camice
Autore

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Anteprima del libro

    Saving Forever Parte 6 - Amore In Camice - Lexy Timms

    Capitolo 1

    Due anni dopo

    Charity era sdraiata sul letto, vittima della maternità. Aveva sentito le altre mamme parlarne, ma non credeva che avrebbe colpito anche lei. I suoi orari erano cambiati drasticamente tra Jamie e il suo internato. Ormai aveva quasi due anni. Charity non chiudeva occhio da un’eternità. Era come se sua figlia avesse sempre bisogno di lei.

    Si voltò e vide Elijah dormire profondamente. Era una donna fortunata. Il suo angioletto dormiva nella stanza accanto e quel capolavoro di suo marito al suo fianco.

    «Mi stai fissando Charity. Posso sentire il tuo sguardo su di me,» Elijah disse con voce roca.

    Rabbrividì. Charity amava la sua voce al mattino, lo faceva sembrare vulnerabile. Il dottore autoritario andava bene per l’ospedale, ma a casa le sue barriere si abbassavano.

    «Mi conosci bene, Dottor Bennet. Ti avrei lasciato dormire perché hai dovuto fare il turno a Raynolds. Ho sentito dire fosse un paziente orribile.»

    «Non è molto carino da dire.» Non aprì gli occhi, ma sorrise.

    «Ho saputo che tutti hanno tirato un sospiro di sollievo quando è cominciata l’operazione. L’anestesista non aveva mai ricevuto un applauso prima. Spero soltanto che smetta di lamentarsi per il dolore.»

    Elijah le poggiò un dito sulle labbra. «Basta parlare, bellissima. Questo è il nostro momento.» Si voltò e la ricoprì con il suo corpo. Adesso aveva gli occhi aperti, brillanti e del colore dell’oceano. Abbassò la camicia da notte di Charity, rivelando il suo seno. Erano ritornati alla loro forma naturale, dopo che Jamie aveva smesso di allattare. Elijah lo adorava comunque, perché era parte di lei.

    «Non riesco a capire come tu faccia ad avere tutte queste energie senza aver dormito.» Charity ansimò quando le mani del dottore scesero verso il suo ombelico e oltre.

    «Non riesco a dormire sapendo che tu sei accanto a me, sveglia. A volte devo darmi dei pizzicotti perché non riesco a credere che tu sia mia. Questa è la realtà, non un sogno, giusto?»

    Charity glielo dimostrò togliendogli i boxer. Era pronto, come sempre, e lo guidò dentro di lei.

    Un attimo di felicità e poi si torna alla realtà.

    «Tempismo perfetto, di nuovo.» Elijah grugnì.

    Charity scese dal letto e gli diede un bacio sulle labbra prima di entrare nella stanza di Jamie proprio quando cominciò a piangere. «Giorno, Nocciolina.»

    Jamie era nella culla. I suoi capelli biondi e gli occhi azzurri un capolavoro. Charity amava il nome di sua figlia e la maggior parte del tempo la chiamava Jamie. Tuttavia, a volte utilizzava i nomignoli che le aveva dato quando non era ancora nata. «Hai fatto dei bei sogni? C’erano principesse e pony?»

    «Mammina, fatto cacca.» Jamie sorrise mostrandole i dentini. Le aveva dato il primo morso a soli quattro anni, mentre stava allattando. Elijah si era precipitato per capire che cosa stesse succedendo.

    Elijah e Charity non erano come gli altri genitori, non litigavano per chi dovesse cambiare il pannolino di Jamie. Questa volta toccava a Charity. Quando la sdraiò sul fasciatoio, le venne in mente la madre di Elijah.

    Erano passati pochi giorni dall’ultima volta che si erano viste su FaceTime. Doveva abituarsi a quella routine. Vestire Jamie con i regali di Margaret, graziosi abiti colorati. Ricordarsi del fuso orario prima di chiamarla.

    Charity aveva finito il suo internato e adesso era un dottore a tutti gli effetti, eppure, dimenticava sempre che ci fossero sedici ore di distanza tra la Nuova Zelanda e casa sua.

    «State pianificando la vostra giornata?» Elijah entrò e fece una smorfia per via dell’odore.

    «Sai come siamo fatte noi ragazze; impieghiamo un’eternità a scegliere cosa mettere. Penso che Jamie abbia scelto il maglione rosa con i tulipani.»

    «Non ha qualcosa che non sia rosa?» Elijah sorrise.

    Jamie agitò la mano, come se stesse tenendo una bacchetta magica. «Rosa, rosa, rosa. Papa, ho fatto cacca.» L’espressione sul volto di Jamie non aveva prezzo.

    Elijah rise. «Lo so, Nocciolina. La mamma se ne sta occupando.» Mise una mano sul fianco di Charity. Il suo corpo era tornato alla normalità dopo il parto. Charity ne era grata, ma a Elijah non importava.

    «Devi fare la doccia, Elijah.» Controllò l’orologio. «Devo dare la colazione a Jamie o faremo tardi.»

    Le rivolse un sorriso malizioso, invitandola a unirsi a lui, ma adesso c’era Jamie.

    Che ora era pulita, asciutta e pronta a correre. Aveva cominciato a camminare a dieci mesi, e adesso era ai livelli di Usain Bolt. Se avessero messo delle videocamere nella sua stanza, sarebbero diventati famosi su Youtube. Due adulti sconfitti da una bambina di due anni. La casa era a prova di bambino ma Jamie riusciva sempre a vincere. Andò a prendere la scatola dei pastelli, in altre parole la borsa dei trucchi di Charity.

    «Ti ho acchiappato, Nocciolina!» Charity prese Jamie in braccio, prima che giocasse ancora con i suoi rossetti. Quando dicono che crescere un figlio è costoso, non parlano dei trucchi.

    Elijah diede una pacca sul sedere a Charity. «Suppongo riprenderemo da dove abbiamo lasciato questa sera? Odio quando lavori tutto il giorno. Dovrò mettere del ghiaccio sui gioielli di famiglia.»

    Charity rise, adorava il suo accento. Lo guardò andare in bagno. Era ancora più sexy della prima volta in cui lo aveva incontrato. Diventare padre lo aveva cambiato. Non aveva preso peso o perso i suoi muscoli. Il suo fisico era ancora stupendo, ma si muoveva in modo diverso e amava con più passione. Era una nuova parte di Elijah.

    Se non stessi tenendo quest’angioletto tre le braccia, lo inseguirei e lo farei mio nel corridoio. «Li scongelerò io per te!» urlò quando sentì l’acqua scorrere.

    Capitolo 2

    Elijah si diresse in ospedale esattamente venti minuti dopo. Charity era lievemente gelosa della sua devozione, adesso che aveva deciso di prendersi una pausa dalla medicina. Riusciva a capirlo meglio. Sapeva cosa volesse dire essere un medico, poiché lo era anche lei. Non si può lasciare l’ospedale e dimenticarsi dei propri pazienti o di quelli che lo saranno presto. Tuttavia, non poteva fare a meno di pensare che il nuovo dentino di Jamie fosse più importante della sostituzione della valvola di Mrs. Richter. Quando aveva cominciato a lavorare per la Pinnacle Foundation, o PF come la chiamava adesso, forse aveva smesso di sentirsi tanto coinvolta.

    «Ehi, Jamie.» Charity si sforzò di sembrare di buon umore. «Chiameremo la Nona con FaceTime dopo aver mangiato. È tardi in Nuova Zelanda, ma non starà ancora dormendo.»

    Jamie prese il tablet nello stesso momento in cui il cellulare di Charity suonò. Elijah le cambiava la suoneria ogni giorno, una sorta di dichiarazione d’amore. Oggi aveva scelto Better When We’re Together di Jack Johnson. Da quando era arrivata Jamie, i toni delle canzoni si erano abbassati. Riservavano i testi provocanti per la stanza da letto, lo sgabuzzino dell’ospedale o qualsiasi luogo in cui avessero l’opportunità di fare l’amore, o scopare. Negli ultimi tempi c’era più bisogno dell’ultima.

    Charity rispose al telefono. «Ehi, bocconcino. Hai dimenticato qualcosa?»

    «Non ti ho dato un bacio e adesso mi bruciano le labbra,» Elijah la stuzzicò. Il rumore del traffico le fece capire che fosse già in autostrada.

    «Stavamo per mangiare e chiamare Nona. Da non confondere con Nana.» Disse andando in cucina.

    «Io ho una nana che mi piacerebbe usare con te,» scherzò.

    «Questa sera. In questo momento sono Mammina. Che succede?» estrasse un cartone di uova, il bacon e il burro dal frigorifero.

    «Potrei fare tardi questa sera. Sembra che ci sia il pienone di operazioni in questi giorni. Se non to lo avessi detto subito, mi sarei distratto in sala operatoria e probabilmente avrei lasciato un bisturi nell’addome di un povero paziente.»

    «Non preoccuparti. Ho sentito che questo genere di cose accade spesso. Il paziente di solito non muore, ma le accuse di negligenza sono difficili da gestire.» Ormai ci aveva fatto l’abitudine. «Ti amo. Anche la Nocciolina vuole parlarti.» Charity passò il cellulare a Jamie, e non fu una grande idea, di solito tendeva a lanciarlo per casa dopo aver finito di parlare.

    «Ti voglio bene Jamie,» Elijah disse. Adesso era in vivavoce.

    «Bene, bene Papa. Papino casa?»

    «Tornerò più tardi, tesoro. Prenditi cura della tua bellissima mamma.»

    «Mammina beissima. Uova!» Jamie lanciò il telefono e Charity riuscì a prenderlo in tempo.

    «C’è qualche speranza che riuscirai a tornar per cena?» Charity disse a bassa voce, anche se sapeva Jamie non avrebbe capito. «Metterò Jamie a letto alle sette. Non mi dispiace mangiare tardi. Possiamo mettere della musica di sottofondo e cenare a lume di candela, come ai vecchi tempi. Sai, potremmo fare anche noi un po’ di

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