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Saving Forever Parte 7 - Amore In Camice: Saving Forever  - Amore In Camice, #7
Saving Forever Parte 7 - Amore In Camice: Saving Forever  - Amore In Camice, #7
Saving Forever Parte 7 - Amore In Camice: Saving Forever  - Amore In Camice, #7
E-book166 pagine1 ora

Saving Forever Parte 7 - Amore In Camice: Saving Forever - Amore In Camice, #7

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Info su questo ebook

A volte, il cuore ha bisogno di essere salvato senza l'aiuto dei bisturi... scopri se la migliore amica di Charity, Julie, troverà un modo per salvare il suo in questo best-seller di Lexy Timms. 

Che cosa fai quando un amore destinato a durare per sempre viene messo alla prova?

Segui la storia di Julie e Simon mentre cercano di gestire le conseguenze dei loro errori e affrontano il dolore causato da un cuore spezzato. Tutto quello che sembrava semplice adesso è complicato. Simon farà di tutto per riconquistare Julie o è troppo tardi?

Quanto saresti disposto a rischiare per la persona che ami?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita16 gen 2019
ISBN9781547545056
Saving Forever Parte 7 - Amore In Camice: Saving Forever  - Amore In Camice, #7
Autore

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Anteprima del libro

    Saving Forever Parte 7 - Amore In Camice - Lexy Timms

    chapter header

    SAVING FOREVER SERIES

    SEGUI LEXY TIMMS:

    Website: http://lexytimms.wix.com/savingforever

    Facebook: https://www.facebook.com/SavingForever

    Book Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=ABs_uaeEamo

    Capitolo 1

    Julie afferrò il piccolo cuscino bordeaux e lo sprimacciò, cercando di sistemarlo sul divano color crema che aveva dovuto comprare un paio di mesi prima. Lo mise giù, piegò la testa di lato e ruggì.

    Poi lo prese e cominciò a colpire il bracciolo del divano. Le cose non sarebbero mai più tornate come prima. Simon aveva sofferto per la loro mancanza di passione, così l’aveva cercata con un’altra persona.

    Le lacrime la minacciarono, anche se non sapeva da dove provenissero. Aveva pianto un centinaio di volte nell’ultima settimana, dopo che lui aveva ammesso di essere andato a letto con Pam. Pam di plastica. Una parte di lei era sollevata che fosse stato lui a dirle la verità. Tuttavia, tutto quello che riusciva a sentire era la sua voce spezzarsi quando le aveva confessato la sua infedeltà.

    Da un lato, non poteva biasimarlo. Anche lei si sarebbe sentita sola e stanca a vivere con una persona che si lamentava dei piatti sporchi e della temperatura.

    «Quando è successo? Eravamo perfetti insieme.» Gettò il cuscino sul divano e andò in cucina, nella speranza di trovare qualcosa in cui affogare i suoi dispiaceri. Si era presa un paio di giorni liberi dall’ospedale, ma sarebbe ritornata presto. Stare a casa a rimuginare non era salutare.

    La vita sarebbe andata avanti e avrebbero sistemato le cose, oppure divorziato. Il bastardo aveva dormito nel suo ufficio nell’ultima settimana, o almeno così pensava.

    «Potrebbe essere con Pam.» Le venne il voltastomaco e fu assalita dai brividi.

    Che Pam avesse mostrato interesse per suo marito era certo. Molte donne pagherebbero una fortuna per passare una notte con l’illustre dottor Simon Paulk. Era alto e muscoloso e i suoi capelli scuri e gli occhi verdi facevano palpitare i cuori delle ragazze, come succedeva ancora a lei quando ci pensava.

    Asciugandosi le lacrime, Julie estrasse il gelato al cioccolato dal freezer e poi prese i cetriolini sottaceto dal frigo. Due cucchiai dopo, si ritrovò sul suo costoso divano a mangiare come se non ci fosse un domani.

    Le cose si erano complicate dopo che Simon le aveva confessato di essere andato a letto con un’altra donna. Scegliere di cacciarlo via avrebbe dovuto essere facile, ma il giorno dopo aveva scoperto che il suo grembo ospitava il seme della loro unione.

    Doveva ancora dire a Simon del bambino e avrebbe dovuto farlo al più presto. Questa era la sua prima gravidanza e, nonostante fosse un neurochirurgo, aveva studiato abbastanza da sapere che tra non molto il suo pancione sarebbe diventato visibile.

    Sistemare la situazione con suo marito le sembrava l’unica soluzione possibile dato che adesso c’era un bambino di mezzo. Essendo cresciuta con un genitore single, voleva che il suo bambino avesse una vita normale.

    «Che cos’è la normalità?» borbottò, prendendo il telecomando, quando il suo cellulare vibrò. Vide il numero di Simon e lo silenziò; non era ancora pronta per parlargli.

    I giorni dopo la sua confessione, aveva lavorato accanto a lui, ignorandolo, come se non esistesse. Lo stress cui era stata sottoposta le aveva causato degli episodi di spotting e aveva preso qualche giorno di malattia, non volendo perdere il bambino e rimpiangerlo per tutta la vita.

    La sua migliore amica, Chairty, doveva aver chiamato sua madre, perché si era presentata a casa sua ed era rimasta per qualche giorno, peggiorando la situazione, ripetendole in continuazione di cacciare Simon a calci in culo.

    Non era così semplice.

    Julie prese un altro boccone di gelato e infilò in bocca mezzo cetriolino proprio quando il suo cellulare suonò di nuovo.

    Simon.

    «Oh, dannazione!» Premette il tasto di risposta e deglutì ma non riuscì a farlo in tempo e tossì un paio di volte. Poi, la voce di Simon coprì tutto il resto.

    «Jules! Stai bene? Jules?»

    Deglutì di nuovo e si alzò, facendo cadere il gelato sul divano e i sottaceti sul tappeto persiano. Riuscì a rispondere tra un colpo di tosse e l’altro. «Sto bene.»

    «Jules. Piccola, lo so che sei arrabbiata. Lascia che venga da te. Non vieni a lavoro da tre giorni e non riesco a sopportare di non vederti. Ho bisogno di sapere che stai bene.»

    Alzò gli occhi al cielo e si fermò davanti al lavandino, prendendo un piccolo bicchiere che Simon aveva lasciato lì nel caso uno di loro due si fosse alzato nel bel mezzo della notte.

    Dopo aver preso un sorso, rispose: «Sto bene. Non sono triste, stronzo. Mi stavo affogando con un cetriolo.»

    «Um... un cetriolo?» chiese con tono accusatorio.

    «Sì, uno di quelli sottaceto. Non il genere preferito dalla tua nuova ragazza.» Sussultò non appena lo disse, non voleva dimostrargli quanto le sue azioni l’avessero ferita. Aveva rovinato qualcosa d’incredibile.

    «Jules. Non volevo offenderti. Per favore, lasciami venire a casa. Mi prenderò un pomeriggio libero. Devo vederti,» disse.

    «Hai ancora quel mio vecchio documento nel tuo portafogli? Ricordi quando ero una tirocinante in ospedale e noi due abbiamo cominciato quel gioco che pensavamo sarebbe durato per sempre?» Sentì il risentimento prendere il sopravvento e capì che fosse arrivato il momento di riagganciare. Aveva due possibilità: Parlargli e fargli capire quanto stese male o ignorarlo.

    Scelse la seconda.

    «Sì. Ovviamente,» disse, facendo attenzione alle sue parole.

    Bene. Peccato che non abbia avuto la stessa accortezza con le sue azioni. «Grande. Tiralo fuori e fissalo. È tutto quello che otterrai oggi, amico.»

    «Quando tornerai a lavoro? Ci manchi.»

    «Presto. Passa una buona giornata, Simon, e salutami Pam.» Riagganciò e lasciò il cellulare nel salone. Quando lo sentì vibrare, le sfuggì un singhiozzo. Si portò le mani sul volto e si piegò sul ripiano della cucina.

    Perché non era stata abbastanza per lui? Sì, le cose non andavano bene a casa e non parlavano più come prima, ma erano ancora Simon e Julie. Quando aveva smesso di attirare l’attenzione di suo marito? L’ultima volta che avevano fatto l’amore era stato due mesi prima, era stata una notta divertente piena di risate e del loro vino rosso preferito.

    Le lacrime le bagnarono le braccia e la vibrazione del suo cellulare fece scattare qualcosa in lei. Sollevò il capo e urlò contro la stanza.

    «Vai via, cazzo! Lasciami da sola con il mio dolore, stronzo. Trova qualcuno di cui prenderti cura, non sono più una tua preoccupazione.» Le bruciava la gola e le girava la testa ma si era già trovata in questa situazione nell’ultima settimana.

    Sentì un dolore lancinante allo stomaco e sussultò. Si portò una mano sulla pancia.

    «Mi dispiace,» sussurrò, sapendo che la sua condizione fisica potesse fare del male al bambino. Tuttavia, non poteva fermare i sentimenti che provava ogni volta che la chiamava o che inciampava in uno dei loro ricordi.

    Sentì del liquido scivolarle tra le gambe e le sue mutandine bianche si tinsero di rosso.

    «Oh no! No, no, no, no! Cazzo!» Andò in bagno e si asciugò. «Mi sdraierò e andrà tutto bene.»

    Riuscì a malapena ad arrivare alla stanza da letto quando fu travolta da un altro crampo e cadde in ginocchio. Il telefono di casa squillò e rispose subito.

    «Jules. Simon ha chiamato e...»

    Interruppe Charity con un singhiozzo. «Chiama il 911 per me. Sto sanguinando. È il bambino.»

    «Cosa? Oh cavolo! Resta lì, li chiamo subito. Ci vediamo al pronto soccorso. Calmati, tesoro. Andrà tutto bene.»

    «Chiamali e basta.» Julie riattaccò e si trascinò in bagno, vedendo il sangue macchiare il tappeto sotto di lei. Si sforzò di non pensare a che cosa stesse accadendo, ma sapeva bene quale sarebbe stato l’esito.

    Aveva lasciato che il fallimento del suo matrimonio e l’infedeltà di Simon rubassero la vita che stava crescendo dentro di lei. Era più colpa sua che di Simon e, anche se forse un giorno lo avrebbe perdonato, non avrebbe mai potuto fare la stessa cosa con se stessa.

    Si rannicchiò sul pavimento del bagno fin quando due dei migliori ragazzi dell’ospedale la raccolsero.

    Il suono delle sirene fu quasi di conforto quando si addormentò a causa dei farmaci che le avevano iniettato.

    «Andrà tutto bene, dottor Paulk. Non molli.»

    Dottor Paulk? Si riferivano a lei o a Simon? Era lì con lei?

    Capitolo 2

    ––––––––

    «Dannazione!» Simon lanciò il cellulare sulla scrivania e si passò una mano tra i capelli. Pensava che, dopo una settimana di silenzio, gli avrebbe permesso di lasciarlo tornare a casa per un minuto. Guardò il sacco a pelo accanto al divano del suo ufficio e si lamentò.

    Era passata una settimana e, nonostante sapesse di averla fatta grossa, c’era soltanto un modo per riconquistarla: Ricordarle quanto fossero importanti l’uno per l’altra. Avrebbe passato il resto della sua vita a fare ammenda, ma lei avrebbe dovuto permetterglielo.

    La rabbia nella voce di Julie nascondeva la tristezza che stava provando. Bene. Si meritava la sua cattiveria e molto di più. Il suo uccello s’irrigidì pensando a quanto fosse incazzata e impetuosa. Alzò gli occhi al cielo e premette una mano sulla sua erezione. «Fanculo! Sei tu la causa di tutto questo. Come se qualcuno potesse essere migliore di Julie.» Si alzò e scosse la testa. «Che cosa stavo pensando? Giusto! Non lo stavo facendo.»

    Una settimana. Un’intera settimana passata a dormire in ufficio e a scegliere doppi turni per tenersi impegnato.

    Qualcuno bussò alla sua porta. Poteva aver mandato a puttane la sua vita privata ma non avrebbe fatto lo stesso con la sua carriera. Il suo lavoro era l’unica cosa che gli rimaneva al momento.

    «Avanti,» ringhiò.

    Elijah aprì la porta e si appoggiò allo stipite, incrociando le braccia al petto. «Sai che non puoi fare un altro doppio turno. Ho appena controllato i nostri report e se qualcuno vedesse quanto hai lavorato negli ultimi giorni, mi farebbe delle domande. Questa notte non lavorerai.»

    «E dove andrò?» Simon incrociò le braccia al petto. Ultimamente, lui e il suo migliore amico non andavano molto d’accordo, considerato che Elijah aveva mentito a sua moglie, Charity, riguardo all’incidente tra Simon e Pam.

    Era stato il capo dello staff a ricucirgli la testa dopo il suo incidente con Pam. Quel casino era servito a dargli una svegliata, mentre tutti gli altri lo consideravano  una punizione per i suoi peccati.

    «Prendi una stanza d’hotel o affitta un

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