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Duo per tre
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E-book112 pagine1 ora

Duo per tre

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Un “Duo di penna” per una terna di racconti scanzonati e leggeri, al limite dell’ingenuità. Un breve viaggio sulle ali della fantasia, cercando forme nuove di comunicazione totale. Due naufraghi nel mare virtuale di Internet, che riscoprono un concetto antichissimo e denso di significati. Sarà una dimensione nuova con cui confrontarsi, per crescere, maturare e…giocare.

Le storie parallele di due coppie, reale l’una…surreale l’altra, tra magia e gioco. Un gioco, però, che è quello della vita.

Fra le pesantezze di un’umanità che continua a giocare con gli antichi vizi, ecco il viaggio lieve di un foglietto di carta colorata con su scritto “50 Euro”.

Si oscilla tra maieutica e autoironia, tra concetti profondi e magie infantili, tra comunicazione e gioco. E il gioco è lieve…
LinguaItaliano
Data di uscita13 mag 2020
ISBN9788831668019
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    Anteprima del libro

    Duo per tre - Fausta Genziana Le Piane

    633/1941.

    Ai per­di­tem­po per­ché so­no sim­pa­ti­ci e ren­do­no al­le­gra la vi­ta.

    PREFAZIONE A CURA DI PAOLO RUFFILLI

    Di scrit­to­ri che ab­bia­no col­ti­va­to il ge­ne­re del rac­con­to nel cor­so del­la lo­ro espe­rien­za poe­ti­ca, ce ne so­no nel­la tra­di­zio­ne ita­lia­na e nel pre­sen­te. So­no po­chi, tut­ta­via, quel­li ca­pa­ci di da­re vi­ta a gran­di av­ven­tu­re esi­sten­zia­li den­tro i lo­ro mi­cro­co­smi. An­co­ra me­no, poi, quel­li in gra­do di sal­va­re il lo­ro lin­guag­gio poe­ti­co den­tro il tes­su­to nar­ra­ti­vo. Ec­co per­ché spic­ca su­bi­to al­la let­tu­ra que­sto Duo per Tre, per mi­su­ra e gra­zia di di­se­gno, per acu­tez­za di rap­pre­sen­ta­zio­ne e per ele­gan­za espres­si­va. E l'ec­ce­zio­na­li­tà dell'im­pre­sa non è fi­ni­ta, quan­do si con­si­de­ra che die­tro il te­sto di que­ste pa­gi­ne ci so­no due au­to­ri, Fau­sta Gen­zia­na Le Pia­ne e Tom­ma­so Pat­ti, per non si sa qua­le mi­ra­co­lo crea­ti­vo fat­ti uno di due.

      L'ori­gi­na­li­tà dei rac­con­ti a quat­tro ma­ni di que­sto li­bro sta an­che nel fat­to che i due pun­ti di vi­sta si in­te­gra­no in una sor­ta di re­ci­pro­co ri­spec­chia­men­to, sen­za an­nac­quar­si o an­nul­lar­si nell'in­con­tro; e fanno, del­le di­ver­se espe­rien­ze (che re­sta­no au­to­no­me ep­pu­re con­ver­gen­ti), un ter­re­no di co­mu­ne nuo­va espe­rien­za. Nell'ul­te­rio­re svi­lup­po di si­tua­zio­ni e di for­me, nell'ul­te­rio­re ela­bo­ra­zio­ne di idee e di pen­sie­ri, nell'ul­te­rio­re pul­lu­la­re di im­ma­gi­ni e at­mo­sfe­re. Il mec­ca­ni­smo del rac­con­ta­re si in­ne­sca a par­ti­re da un sen­so pro­fon­do e au­ten­ti­ca­men­te poe­ti­co del­la real­tà. La sto­ria, nel suo com­bi­nar­si in rac­con­to, ri­ve­la il si­gni­fi­ca­to di ciò che al­tri­men­ti ri­mar­reb­be una se­quen­za scom­bi­na­ta di even­ti. La ri­sor­sa pri­ma­ria del rac­con­ta­re è qui de­ter­mi­na­ta dal na­vi­ga­re in In­ter­net, at­tua­lis­si­ma pro­va di viag­gio del mon­do d'og­gi. Si par­la del viag­gio co­me oc­ca­sio­ne an­che strut­tu­ra­le del rac­con­ta­re, per il ti­po di de­bi­ti re­ci­pro­ci che esi­sto­no tra la nar­ra­zio­ne e il mo­vi­men­to. La strut­tu­ra nar­ra­ti­va che con­tie­ne e in­ter­pre­ta espres­si­va­men­te il viag­gio è una ri­cor­ren­za del­la no­stra espe­rien­za let­te­ra­ria. Ad­di­rit­tu­ra il pro­ble­ma è sta­to po­sto nel­la chia­ve to­ta­liz­zan­te del viag­gio at­tra­ver­so il te­sto, da par­te del­la cri­ti­ca più so­fi­sti­ca­ta. Fat­to sta che il mo­ti­vo in qual­che mo­do de­ci­si­vo del­la que­stio­ne è la rap­pre­sen­ta­zio­ne di un per­cor­so nel­lo spa­zio e nel tem­po, in una sto­ria e at­tra­ver­so i suoi per­so­nag­gi. An­che e so­prat­tut­to in un ca­so co­me que­sto, in cui gli au­to­ri so­no at­to­ri e in­sie­me fi­gu­re del­la sto­ria (fi­gu­rae, in sen­so sce­ni­co, ap­pun­to del­la fin­zio­ne). Es­sen­do ol­tre tut­to la real­tà vir­tua­le oc­ca­sio­ne e ma­te­ria di que­sti rac­con­ti, co­me del re­sto vir­tua­le è sem­pre la di­men­sio­ne di ogni nar­ra­zio­ne.

      Il viag­gio co­me mo­vi­men­to nel tem­po, si sa, è il mec­ca­ni­smo princi­pe di ogni ri­co­gni­zio­ne pro­ble­ma­ti­ca del­la me­mo­ria. Nel con­fron­to tra pre­sen­te e pas­sa­to che ine­vi­ta­bil­men­te si in­ne­sca; ma nel con­fron­to, an­che, di al­te­ri­tà che si ri­spec­chia­no per co­no­scer­si (e la co­no­scen­za, co­me di­ce Ador­no, ha sem­pre una va­len­za di svi­lup­po tem­po­ra­le che cor­ri­spon­de a un per­cor­so). L’im­mer­sio­ne nel­lo spa­zio-tem­po del rac­con­ta­re ci por­ta a una lo­ca­liz­za­zio­ne del­le sto­rie (del­la sto­ria). Che può es­se­re una lo­ca­liz­za­zio­ne ap­pun­to vir­tua­le, ma che è an­che sem­pre rea­le. Ma­ga­ri, co­me in que­sto ca­so, nel sen­so del luo­go su­pe­rio­re e idea­le: la Si­ci­lia, ter­ra del­la co­mu­ne ori­gi­ne per gli au­to­ri, di là sra­di­ca­ti dal­le con­tin­gen­ze del­la vi­ta, ep­pu­re ver­so là at­trat­ti da una for­za ir­re­si­sti­bi­le di ri­com­po­si­zio­ne e di iden­ti­tà. Ele­men­ti di pae­sag­gio e di sta­gio­ne, eva­po­ra­ti al­lo sta­dio dell'at­mo­sfe­ra o del­la con­di­zio­ne di fon­do, so­no ri­cor­ren­ti nei rac­con­ti. Tut­ta­via le­ga­ti sem­pre ad una in­te­rio­riz­za­zio­ne che li de­pi­sta ri­spet­to ad ogni na­tu­ra­li­smo. C'è sem­pre uno scar­to, psi­co­lo­gi­co o sen­ti­men­ta­le, ri­spet­to al­la sce­na na­tu­ra­le in sé; e la nar­ra­zio­ne pog­gia sem­pre su di un im­pian­to in­tel­let­tua­le o, in al­tre pa­ro­le, è sem­pre ani­ma­ta da una vi­va­ce ener­gia in­tel­let­tua­le.

      Vo­len­do ten­ta­re una de­fi­ni­zio­ne cri­ti­ca, di­rei che la lu­ci­di­tà malizio­sa del rac­con­to set­te­cen­te­sco si uni­sce al fi­lo psi­co­lo­gi­co del­la nar­ra­zio­ne ro­man­ze­sca e a cir­co­stan­ze di pro­dut­ti­va am­bi­gui­tà ti­pi­ca­men­te con­tem­po­ra­nee (fran­tu­ma­zio­ne, va­ria­zio­ne, in­ser­to do­cu­men­ta­le…). La mol­ti­pli­ca­zio­ne del­le si­tua­zio­ni con­sen­te agli au­to­ri una più in­ci­si­va rap­pre­sen­ta­zio­ne di quell'an­go­scia esi­sten­zia­le sot­te­sa che po­po­la la quo­ti­dia­ni­tà dei per­so­nag­gi, chiu­si nei ruo­li in­vo­lon­ta­ri ai qua­li la vi­ta li co­strin­ge tra equi­vo­ci e ma­lin­te­si e pe­rò, intan­to, te­si a re­cu­pe­rar la lo­ro au­ten­ti­ca per­so­na­li­tà.   

    Pao­lo Ruf­fil­li

    NOTA DEGLI AUTORI

    In oc­ca­sio­ne del­la rea­liz­za­zio­ne di una se­con­da edi­zio­ne, è ine­vi­ta­bi­le os­ser­va­re che il mon­do del­la re­te ha fat­to gran­di pas­si avan­ti. In real­tà i rac­con­ti di que­sta rac­col­ta vi­vo­no nel mon­do del­la fan­ta­sia che si può con­si­de­ra­re as­so­lu­ta­men­te al di fuo­ri del tem­po.

    Esi­ste la ma­gia? Cer­to che sì. Al­tri­men­ti a co­sa do­vrem­mo il no­stro in­con­tro?

    Un in­con­tro ro­ma­no ma con l’ago del­la bus­so­la ri­vol­to al pro­fon­do sud, da cui en­tram­bi pro­ve­nia­mo. Ma il ve­ro pun­to car­di­na­le di ri­fe­ri­men­to, ver­so il qua­le en­tram­bi ci di­ri­ge­va­mo, era quel­lo del­la poe­sia e del­la fan­ta­sia. Lei avan­ti e io die­tro, al­me­no per quan­to ri­guar­da le pub­bli­ca­zio­ni (Lei ha già pub­bli­ca­to In­con­tri con Me­du­sa e La not­te per ma­sche­ra, ol­tre che in­nu­me­re­vo­li ar­ti­co­li, sag­gi, ecc.). Ma ba­ste­rà guar­da­re il fan­ta­sti­co si­to di Fau­sta (www.fau­star­te­poe­sia.org) per far­si un’idea sui suoi mol­te­pli­ci in­te­res­si cul­tu­ra­li.

    Lei cre­de che pub­bli­ca­re pos­sa con­dur­re a nuo­vi pos­si­bi­li in­con­tri.

    Io, che in­ve­ce ho sem­pre scrit­to per po­chi ami­ci, un po’ più scet­ti­co, non ho mai pub­bli­ca­to nien­te pri­ma di que­sto li­bro.

    Lei trae ispi­ra­zio­ne dal­la ma­gia, dal mi­to, dal­la sua fan­ta­sia e mu­ta tut­to in poe­sia.

    Io mi sen­to a mio agio nel­la sto­ria, con una ve­ra ma­nia per quel­la del­la Si­ci­lia, ter­ra del­la cui ani­ma va­do al­la ri­cer­ca da sem­pre. E in que­sta ri­cer­ca la poe­sia

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