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Sotto stretto controllo (eLit): eLit
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E-book180 pagine2 ore

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Info su questo ebook

Questa volta l'ispettore Tony Gallagher, detective della omicidi di Chicago, non rischia solamente di essere radiato dal dipartimento di polizia, ma anche di passare il resto della sua vita in prigione. Una serie di brutali omicidi ha insanguinato le strade della città, e tutte le vittime hanno qualcosa in comune: lo conoscono personalmente. Ma nonostante la reputazione di testa calda che si è guadagnato nel corso degli anni, Tony non è l'assassino, anche se le prove portano a lui. Lo può testimoniare Eve Barrett che, da tempo, ha l'incarico di sorvegliare in segreto il comportamento del collega. È evidente che qualcuno lo vuole incastrare. Ma chi può odiarlo a tal punto?

La giustizia dei Gallagher - Vol. 2

LinguaItaliano
Data di uscita29 ago 2014
ISBN9788858927984
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Autore

Amanda Stevens

Amanda Stevens is an award-winning author of over fifty novels. Born and raised in the rural south, she now resides in Houston, Texas.

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    Anteprima del libro

    Sotto stretto controllo (eLit) - Amanda Stevens

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Secret Admirer

    Harlequin Intrigue

    © 2000 Marilyn Medlock Amann

    Traduzione di Maria Latorre

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2001 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-798-4

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Maledetto assassino!» gridò la donna contro Tony Gallagher. «Guardatelo! Guardatelo tutti. Avete mai guardato negli occhi un assassino?»

    Era una donna sulla quarantina, aveva lunghi capelli neri scompigliati, e i polsi ornati di braccialetti, nel guardarla Tony pensò a una zingara. E proprio come una zingara era capace di attirare l’attenzione di molti passanti.

    Il traffico era intenso a quell’ora, soprattutto nei paraggi del Distretto di Polizia di Chicago.

    La donna continuava a puntare il dito contro Tony. «Quell’uomo, quel poliziotto, ha ucciso mio figlio. Ha sparato a sangue freddo al mio Franco!»

    Tony si infilò gli occhiali da sole. In quel caldo pomeriggio di giugno avrebbe preferito andarsene in barca sul lago Michigan, piuttosto che affrontare una commissione disciplinare prima e una pazza scatenata subito dopo, ma immaginava che la sceneggiata della donna fornisse un buon intrattenimento per i passanti.

    Affiancato dalla sorella Fiona e dal suo migliore amico, l’avvocato David MacKenzie, Tony si avviò giù per le scale.

    «Non fare caso a lei» lo incoraggiò la sorella.

    «Saremmo dovuti uscire dall’altra parte» le fece eco David.

    «E perché?» obiettò Tony slacciandosi il nodo della cravatta. «Là dentro mi hanno scagionato, non dimenticarlo.»

    «La commissione disciplinare non rappresenta l’opinione pubblica» replicò David.

    «Franco Mancini ha ferito due poliziotti, uno dei quali è rimasto paralizzato. Cosa dovevo fare? Aspettare che sparasse anche a me?»

    «No, si capisce. Hai fatto l’unica cosa che potevi fare, ma con il tuo passato...» concluse David lasciando in sospeso la frase.

    La donna, intanto, si fiondò in avanti per aggredire Tony, e dovettero intervenire due poliziotti per fermarla. «Maledetto!» gridò. «Pagherai per quello che hai fatto a mio figlio. Te lo giuro! Pagherai.»

    Un mormorio serpeggiò tra la folla riunita per strada. Dal giorno dell’incidente, non era la prima volta che Maria Mancini lo aggrediva.

    Sul luogo della rapina Tony era capitato per caso. Franco Mancini aveva ferito gravemente due agenti, e anche se Tony quel giorno non era in servizio, non aveva esitato a fare fuoco per proteggere i colleghi. Franco Mancini era stato trasportato in fin di vita in ospedale, la madre lo aveva raggiunto subito dopo, ma ormai era troppo tardi. Franco era spirato sotto i ferri.

    In qualche modo, Maria era venuta a sapere che era stato Tony a sparare a suo figlio, e da quel giorno non gli aveva dato più pace. La sua rabbia non si era placata nemmeno nelle tre settimane successive all’incidente, quando Tony era stato sospeso dal servizio in attesa che si concludessero le indagini sul caso.

    Fiona gli strinse il braccio mentre si avviavano verso la macchina. «Hai fatto la cosa giusta, Tony. Hai salvato la vita di due poliziotti. Chiedi alle loro mogli e ai loro figli se ti ritengono un assassino.»

    Fiona voleva sempre mettere tutto a posto. Non sopportava le ingiustizie, ma da quando stava facendo pratica legale, si era resa conto che nel mondo a farla da padrona era proprio l’ingiustizia. Altrimenti perché Ashley sarebbe morta così giovane?

    Tony aggrottò la fronte. Non voleva pensare ad Ashley, ma da qualche tempo non riusciva a fare altro. L’anniversario della sua morte si stava avvicinando, e sebbene non conservasse un buon ricordo del periodo trascorso insieme a lei, quell’ultimo anno per lui era stato assai peggiore. Con la sospensione dal lavoro, aveva avuto più tempo per rimuginare, per bere, per abbrutirsi.

    Da perfetto gentiluomo, David aprì la portiera della macchina di Fiona per farle prendere posto alla guida.

    «Che ne direste di andare da Nellie’s? Potremmo bere una birra.»

    «Dimentichi che io sono tornato in servizio, non posso bere» gli fece notare Tony.

    «Già, in servizio. Come vanno le cose con il nuovo tenente?»

    Altro argomento spinoso. Anziché dargli il suo appoggio durante l’inchiesta, Clare Foxx aveva acconsentito, senza battere ciglio, che venisse sospeso dal servizio.

    Tony sospettava che anche Clare si fosse addirittura divertita a vederlo andare in pasto ai mass media, e si domandava quale altra sadica tortura avesse in mente di infliggergli.

    C’era stato un periodo in cui Tony si era sentito vicino a Clare Foxx come mai a un’altra donna. Era stata la sua prima collega di squadra quando era diventato detective, e si era persino illuso che proprio lei potesse fargli dimenticare la morte di Ashley.

    Il loro rapporto, però, sia professionale sia personale, era finito malamente, e mentre a Tony erano sfuggite tutte le promozioni, Clare non se n’era lasciata scappare una. Così adesso era la sua diretta superiore, la padrona del suo destino, posizione che lei sembrava adorare.

    Avrebbe potuto resistere alla tentazione di avere una relazione con altre colleghe, pensò Tony amaramente, ma non sicuramente con Clare Foxx, con lei c’erano stati molti motivi per cedere.

    «Ho avuto la notizia» commentò Clare poco più tardi, mentre Tony era seduto nel suo ufficio. «Complimenti.» Nel dire questo, andò a sedersi sull’orlo della scrivania accanto a lui, facendo sollevare appena la gonna.

    Tony intravide le sue gambe e sussultò. Dannazione! Clare si dava da fare, con la ginnastica. Aveva quarant’anni, quasi dieci più di lui, eppure aveva ancora il corpo di una ventenne.

    E lo sapeva!

    Era un bravo poliziotto, lo era sempre stata, ed era stata anche una buona collega... finché lei e Tony non avevano deciso di andare oltre. Finché le cose non si erano messe male. Allora era diventata uguale a tutte le altre donne. Aveva incominciato a desiderare una parte di lui che Tony non era disposto a concedere. Non più, dopo la morte di Ashley.

    «E allora» proseguì Clare osservandolo lentamente da capo a piedi, «adesso che la commissione ti ha prosciolto, cosa dice il dottor Metzer? Sei pronto a ritornare in servizio?»

    In seguito a ogni sparatoria, gli agenti erano tenuti a farsi seguire, per un periodo, da uno psicologo. «Sì, ho rimesso la testa a posto» commentò Tony, ma non seppe resistere alla tentazione di aggiungere: «Almeno per il momento».

    «È proprio quello che temo» commentò Clare. «Corri sul filo da troppo tempo, un giorno di questi potresti incominciare a dare i numeri, e a quel punto nemmeno il dottor Metzer sarebbe in grado di riportarti indietro.»

    «Non sminuire così Metzer» la rimproverò Tony. «Pensa a quello che ha fatto per te.»

    Clare si imporporò di rabbia. «Non sono tenuta a tollerare simili commenti da parte tua, Tony. Non dimenticare che sono il tuo capo.»

    «Difficile scordarlo» commentò lui di rimando. «Allora, cos’hai in serbo per me?»

    «Purtroppo non è uno scherzo» rispose Clare tornando a sedersi dietro la scrivania. «Le cose devono cambiare.»

    «Cosa vuoi dire?»

    «Che il fatto che in passato siamo stati... amanti non ti autorizza ad esimerti dai doveri che hanno tutti gli altri tuoi colleghi.»

    «Non ho mai pensato questo.»

    «Il sovrintendente Dawson sta facendo pressione affinché voi detective cambiate sistema. Soprattutto, non intende più tollerare le pressioni... definiamole fisiche, che talvolta vengono fatte sui sospettati, rischiando, a volte, addirittura la loro vita.»

    Tony fece spallucce. «Sai che io generalmente non uso certi sistemi.» Anche se c’erano state delle situazioni in cui la tentazione era stata forte, come nel caso Betts, pensò.

    Tony non voleva ripensare al caso Betts, ma talvolta era proprio impossibile. Era stato lui a ritrovare il corpicino straziato di quella bambina di pochi anni nella discarica alle spalle di un condominio abbandonato di Chinatown. Il ricordo dello sguardo vitreo della piccola lo aveva ossessionato per mesi, per anni, ma ancora di più lo aveva ossessionato il ricordo dello sguardo sadico del padre, che Tony aveva incontrato quando era andato a perquisire il suo appartamento.

    Già. Con quel tipo avrebbe fatto volentieri ricorso a qualche pressione fisica. Quella volta si era sfiorata la tragedia. Aveva fatto molta fatica a trattenersi dall’ucciderlo, ma sapeva bene che se avesse perso completamente il controllo, avrebbe rischiato di perdere per sempre il suo posto.

    Lo sguardo di Clare si ammorbidì. Forse anche lei ricordava la piccola Julie Betts. Era stata lei a trattenere Tony quando si era scagliato contro Robert Betts, il giorno che andarono ad arrestarlo.

    «So che non ti spingeresti mai fino a tanto, ma qualche volta sbagli anche tu, Tony. L’altra notte avresti dovuto chiamare i rinforzi.»

    «Mi interessava di più salvare due vite. Tre, se avessi potuto.» Non aveva mica sparato a Franco Mancini con l’intenzione di ucciderlo! Dapprincipio aveva cercato di persuaderlo a gettare l’arma, ma Franco, con lo sguardo ipnotizzato dalla droga, aveva continuato a sparare come un pazzo.

    Tony si massaggiò la fronte nella speranza di tenere a bada la terribile emicrania che avanzava.

    «Ti senti bene?» indagò Clare.

    «Benone, però facciamola finita.»

    Lei aggrottò la fronte. «C’è una donna che ti minaccia, a causa di ciò che hai fatto quella notte» gli ricordò con freddezza.

    Tony si strinse nelle spalle. Non era la prima volta, e non sarebbe stata neanche l’ultima, anche se in verità doveva ammettere che le minacce di Maria Mancini non gli piacevano.

    «Un giorno di questi» lo avvertì Clare, «qualcuno passerà dalle minacce ai fatti.»

    Tony non poté fare a meno di domandarsi se con quella frase si era riferita a Maria Mancini o a se stessa. Se la memoria non lo ingannava, anche Clare gli aveva fatto qualche promessa spiacevole, la sera in cui l’aveva lasciata.

    Quasi come se anche Clare stesse pensando a quella sera, sollevò il mento e gli dardeggiò uno sguardo di sfida. «Finora sei stato libero di andartene in giro da solo perché, in tutta franchezza, non c’era nessun agente che volesse fare coppia con te, ma come ti ho detto, da oggi le cose cambieranno. Hai un nuovo compagno di squadra.»

    Allarmato, Tony si rizzò a sedere. «Ma io lavoro meglio da solo, pensavo che su questo fossimo d’accordo.»

    «Eri d’accordo con il tuo vecchio tenente» gli fece notare Clare sorridendo. «Le promesse che ci siamo fatti noi due sono state dimenticate da tempo. O sbaglio?»

    Tony la guardò torvo. «Ti diverti a farmi soffrire, a quanto pare.»

    «Il fatto è che sei un bersaglio facile.»

    «Risparmia i convenevoli. A chi sono stato assegnato? Davis? Sanchez?»

    «È una nuova, trasferita dal North Side un paio di settimane fa.»

    Una donna? «Anche tu venivi da quelle parti, se non erro. La conosci?»

    «L’avrò vista un paio di volte. Era nella Buon Costume.»

    «E cosa le è successo? Si è stancata di portare i tacchi a spillo?»

    «I tacchi a spillo stancano, dopo un po’. Per un sabato sera possono anche andare bene, ma tutti i giorni diventano insopportabili. Dovresti provarli anche tu, qualche volta.»

    Tony sollevò gli occhi mentre la sua nuova collega entrava in ufficio. Clare gli rivolse un sorrisetto derisorio. «Tony, ti presento il detective Eve Barrett. Eve, sono certa che tu conosca già la reputazione del detective Gallagher.»

    Eve gli tese la mano mentre lui si alzava a malincuore. «Guarda che non devi alzarti in mia presenza» gli disse. «Io non ho nessuna intenzione di farlo se dovessi arrivare tu.»

    Tony scoccò un’occhiata assassina a Clare. Cosa ho fatto per meritarmi questa punizione? sembrava volesse chiederle, e gli parve di vedere un sorriso soddisfatto sulle labbra di Clare.

    «Vedrò di accontentarti» rispose, e suo malgrado si ritrovò a osservarla da capo a piedi. Belle gambe!, non poté fare a meno di pensare. Forse addirittura più belle di quelle di Clare. Certo che da quelle parti non erano messi

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