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Operazione Cenerentola (eLit): eLit
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E-book148 pagine2 ore

Operazione Cenerentola (eLit): eLit

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Info su questo ebook

AMICI PER SEMPRE? - Vol.5. Charlotte Taylor è un vero maschiaccio. Il suo passatempo preferito? Il surf. Il suo migliore amico? Un uomo, naturalmente. Quando quest'ultimo, Gabe Donofrio, scommette con lei che non riuscirà mai a essere un femme fatale, Charlotte accetta: entro due mesi riceverà una proposta di matrimonio. Certo, da monella impertinente a sirena sexy il passo non è breve, ma Charlotte sorprende tutti, Gabe compreso...



I romanzi della serie:

1) Amici più di prima

2) Soltanto tra amici

3) Amici, fidanzati e...

4) Stregati

5) Operazione Cenerentola
LinguaItaliano
Data di uscita30 mag 2016
ISBN9788858955215
Operazione Cenerentola (eLit): eLit
Autore

Cathy Yardley

Cathy Yardley has always been entranced by fairy tales and now spends her time giving them her extra-special touch. This multi-published author enjoys movies, video games, cooking, and plotting world domination (just kidding; she hates to cook). When not writing, she spends time in her beautiful San Diego home with her husband and son.

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    Anteprima del libro

    Operazione Cenerentola (eLit) - Cathy Yardley

    successivo.

    1

    «Questa volta lo ammazzo con le mie mani» ringhiò Charlotte, mentre pigiava il piede calzato in un'elegante scarpetta di seta sull'acceleratore dell'auto. «Ma prima devo cercare di uscire viva da questo matrimonio.»

    Le ruote stridettero quando l'auto svoltò a tutto gas nel cortile della chiesa di St. Mary. Era un rumore insopportabile per la sua povera testa, e Charlotte fece una smorfia di dolore. Qualsiasi suono le rimbombava nelle orecchie come un martello pneumatico.

    Di tutti i giorni per smaltire una sbornia, questo era decisamente il peggiore, si disse angustiata.

    Dopo aver sbandato leggermente e sollevato una nuvola di polvere nello sterrato del parcheggio, l'auto finalmente si fermò. Charlotte lanciò uno sguardo angosciato allo specchietto retrovisore e studiò la sfumatura verdognola del proprio incarnato. «Sì, l'ammazzo» ripeté in tono deciso, mentre usciva e sbatteva la portiera.

    Il rumore le procurò un'altra fitta alla testa, e lei si portò le mani alle orecchie, mentre cercava di restare in equilibrio sui tacchi alti.

    Beveva raramente e ricordava di essersi ubriacata solo una volta nella sua vita. Ma non rammentava che fosse stato così terribile. Niente poteva essere tanto terribile quanto quella sbornia.

    «Eccoti finalmente, Charlie» chiamò una voce maschile dai gradini della chiesa.

    No, si corresse velocemente. C'era qualcosa di più terribile. «Ti ammazzo» sibilò tra i denti.

    Gabe Donofrio le lanciò un sorriso diabolico. Era bello come sempre, notò lei con disappunto. Quella splendente tintarella che aveva per tutto l'anno non aveva nessuna sfumatura di verde, e i suoi occhi chiari e limpidi luccicavano di malizia. I capelli folti e neri e il sorriso smagliante che scopriva una fila di denti bianchissimi lo facevano sembrare un modello appena uscito dagli studi fotografici. Sembrava che avesse trascorso la sera precedente accoccolato in poltrona a leggere un libro, mentre lei sapeva perfettamente a cosa si era dedicato per l'intera notte. A fare in modo che lei si rendesse ridicola quella mattina!

    «Bene, bene, bene.» Gabe la scrutò con attenzione mentre scendeva le scale per andarle incontro, attento, tuttavia, a mantenersi a debita distanza. «Sembra che abbiamo alzato il gomito ieri sera, eh?»

    «Taci, verme! Sai bene che è stata colpa tua.» Si aggrappò alla balaustra della scalinata come un naufrago alla zattera, mentre il suo stomaco ballava una danza sfrenata. «Come diavolo ti è venuto in mente di portarmi alla festa di addio al celibato di Brad, ieri?»

    «Che alternative avevi? Se fossi rimasta a casa dei miei a sorbirti le prediche di mia sorella e di Dana, saresti diventata pazza. Ora che anche Bella sta per convolare a nozze, sei rimasta l'ultima. E sai bene che non ti lasceranno in pace fin quando non troverai anche tu la tua dolce metà» le ricordò Gabe con aria sorniona.

    La testa le doleva atrocemente e il suo stomaco continuava a ballare la rumba. Perché doveva anche essere torturata da quell'uomo insopportabile? «Perciò hai deciso che il modo migliore per prepararmi ai futuri tormenti era rendermi incapace di intendere e di volere?»

    «Su, Charlie, nessuno ti ha costretta a bere puntandoti un fucile alla testa.»

    «Mi avevi sfidata!» lo rimbeccò lei in tono secco. «Avevi scommesso che non sarei riuscita a reggere l'alcol quanto te, e io ho deciso che ti avrei dato una lezione, pallone gonfiato!»

    «Una lezione a me?» ripeté lui ridendo. «Non hai ancora imparato che faresti meglio a non scommettere mai con me? È da quando avevi otto anni che non riesci a battermi e mai ci riuscirai, se vuoi saperlo.»

    «Ah, sì? Vuoi scommettere che tra poco tutto il contenuto del mio stomaco si troverà come d'incanto sul tuo elegantissimo completo di Armani?» lo sfidò Charlotte con aria provocatoria.

    «Ma come fa una donna così femminile come mia sorella ad avere per amica un maschiaccio come te?» commentò Gabe con una risata soffocata.

    «Taci adesso, per favore» sibilò lei mentre lo precedeva in chiesa. Ma l'odore dolciastro delle composizioni floreali la fece fermare e cercare affannosamente un sostegno. Gabe corse in suo aiuto.

    «Che succede, angelo? Ti senti male?» le chiese, senza il solito tono canzonatorio.

    Charlotte stava lottando con tutta se stessa contro la nausea. Si aggrappò con forza al braccio dell'amico. «Come sta Bella?» chiese con un filo di voce, per distrarsi dall'impulso di mettersi a sedere sul pavimento della chiesa e dare libero sfogo alle contorsioni del suo stomaco.

    «Sembra che sia stata investita dall'esplosione di una fabbrica di pizzo e merletti.»

    Charlotte ridacchiò, sentendo con sollievo che i conati e le pulsazioni del mal di testa cominciavano a lasciarle un po' di tregua. «Se il suo vestito è scomodo anche solo la metà del mio, ho pietà di lei, povera ragazza.»

    «Io ne ho pietà semplicemente perché sta per sposarsi» ribatté Gabe sarcastico. «Il solo fatto di non trovarti al suo posto dovrebbe farti sentire meglio.»

    «Se bastasse così poco...» sospirò Charlotte. «A ogni modo, dovrò per forza darmi una scossa se voglio evitare la domanda assassina.»

    Lui sollevò un sopracciglio. «Intendi» cominciò, imitando una voce nasale femminile, «quand'è che ti sposi, Charlotte?»

    «Esattamente» annuì lei. Domande di quel genere la tormentavano da anni. Quando troverai l'uomo giusto per te, Charlotte? Perché non cerchi di essere come le altre donne? Come credi che qualcuno possa innamorarsi di te se continui a combinarti in quel modo?

    Lei era single per scelta, rammentò a se stessa. Se lo era ripetuto così spesso che le sembrava di avere quelle maledette parole stampate sulla fronte.

    «Non saresti costretta a sfuggire a domande del genere se la smettessi di accettare di fare da testimone ai matrimoni di tutte le tue amiche. Con questo a quanti siamo? Tre?»

    «Quattro» lo corresse lei.

    «Non potevi dire di no almeno a questo?»

    «Ma si trattava di Bella, Gabe!» protestò lei. «Forse avrei potuto rifiutarmi agli altri, ma non a questo. Tua madre, tua sorella e Dana sono state un po' la mia famiglia da quando è morto mio padre.»

    «Lo so» disse Gabe. «Ho cominciato a pensarlo quando ho sentito mia madre che ti chiedeva quando le avresti dato un nipotino.»

    Charlotte sentì un'altra fitta allo stomaco. Ma questa volta non si trattava di nausea o di semplice insofferenza alle aspettative altrui. C'era anche una leggera sensazione di frustrazione. «Il punto è che farei qualsiasi cosa per i miei amici, lo sai. L'unica ragione per cui non ti ho ancora ucciso è che sei il mio migliore amico» gli confessò con un lieve sorriso. «Ma giuro che se mi sfidi con un'altra scommessa come quella di ieri, non risponderò delle mie azioni. Ricevuto?»

    «Ricevuto» la rassicurò lui, ma con un lieve sorriso beffardo che gli increspò gli angoli della bocca.

    «Sto cercando Charlotte» gridò Gabe nel chiasso della festa nuziale. «È scomparsa da quando hanno cominciato a fare le foto di gruppo. Per caso l'hai vista?»

    «No, mi dispiace» rispose Sean guardando interrogativamente anche il resto della cricca di amici. Ma tutti scossero la testa in segno di diniego. «Se dovessi trovarla, comunque, dille che giochiamo a poker da Mike stasera.»

    Gabe annuì col capo. «Se riesco a stanarla, ci saremo entrambi, grazie.»

    Era così intento a cercare Charlotte per aiutarla a evitare la domanda fatidica che per qualche minuto si era dimenticato di essere anche lui oggetto delle stesse curiosità e attenzioni.

    In genere non lo preoccupava attraversare una sala piena di giovani donne. Ma questo era un matrimonio, e la cosa cambiava le carte in tavola. Invitare una donna a ballare poteva equivalere a metterle un anello al dito. I matrimoni erano un vero tormento per gli scapoli, rifletté. Se solo avesse avuto Charlotte al suo fianco, avrebbe neutralizzato qualsiasi tentativo di accalappiamento. L'amica era l'unica donna che conoscesse che non fosse interessata al matrimonio e a lui.

    Inoltre, si sentiva preoccupato per lei. Sospettava che non fosse solo per sfuggire alle domande della gente che si nascondeva. Per restare così a lungo lontana da lui doveva esserci qualche altra ragione. E lui avrebbe scoperto cos'era, a costo di inchiodarla in un angolo e farle il terzo grado.

    In quel momento una mano gli si posò sulla spalla. «Ehi, fratellone!»

    Gabe si voltò e sorrise al cognato. «Ciao, Brad. Come ti senti ora che ti hanno incastrato?»

    «Non sono mai stato così felice in vita mia» rispose sinceramente il giovane con gli occhi che gli brillavano.

    «Aspetta a dirlo» scherzò Gabe.

    «Credimi» insistette Brad. «Quando trovi la donna giusta non c'è niente al mondo che ti faccia sentire più appagato.»

    «Se lo dici tu.» Gabe si guardò intorno a disagio. «A me sembra di essere circondato da aspiranti mogli, che farebbero di tutto pur di sembrare quella giusta. I matrimoni giocano brutti scherzi alle donne. Se in questo momento chiedessi a una qualsiasi di loro di scappare con me e sposarmi a Las Vegas, lo farebbe di volata.» Si guardò intorno e scosse la testa. «E senza neanche conoscermi!»

    «Ed è l'unica ragione per cui lo farebbe» commentò la voce sarcastica di Charlotte alle sue spalle.

    Lui si voltò di scatto. «Eccoti final...» Ma lei non c'era già più.

    «Era Charlotte?» chiese Brad mentre seguiva con lo sguardo la snella figura femminile che si allontanava tra gli invitati. «Questa mattina, quando l'ho vista arrivare, l'ho riconosciuta a stento. Forse è a causa di tutti quei boccoli e non mi sembra di averla mai vista con un vestito prima d'oggi.»

    «E neanche ubriaca, credo» aggiunse Gabe, mentre cercava di non perderla con lo sguardo. «Ieri l'ho trascinata alla tua festa di addio al celibato e abbiamo scommesso che non sarebbe riuscita a bere quanto me.»

    «Hai portato una donna alla mia festa?» chiese Brad scandalizzato.

    «No, ho portato Charlotte. È diverso. E poi è rimasta in disparte, tant'è vero che non te ne sei neanche accorto. Lei fa parte della banda da anni ormai, e non mi sembra che abbiamo fatto niente di scandaloso, dopotutto.»

    «No, ma è il principio che vale. Non lo sai? Non sono ammesse donne alle feste di addio al celibato.» Brad scosse la testa. «E Charlotte non è niente male come donna, quando vuole. Riesco a malapena a immaginare come sarebbe oggi se il suo viso non avesse quello strano colorito verde e se non avesse quell'espressione assassina ogni volta che ti vede.»

    «Le passerà. Ci vorrà qualche giorno come al solito. E

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