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Un dono speciale: Harmony Bianca
Un dono speciale: Harmony Bianca
Un dono speciale: Harmony Bianca
E-book169 pagine2 ore

Un dono speciale: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Georgie: Dalla vita ho avuto tutto, tranne ciò che desideravo davvero: un bambino. Il tempo passa e le possibilità di trovare l'uomo giusto diminuiscono sempre di più. Mi sono rivolta quindi alla sola persona in grado di aiutarmi, la sola di cui mi fidi ciecamente: Hamish, il mio migliore amico.

Hamish: Io e Georgie siamo amici da sempre, per questo non ho potuto dirle di no quando si è presentata con una folle idea: aiutarla a concepire un bambino. Le ho però detto chiaramente che non avrei potuto avere alcun ruolo nella vita di nostro figlio. Per questo mi sono infuriato quando , alcuni mesi dopo, si è presentata a casa mia, bellissima, sensuale e decisamente incinta. Qualcosa è cambiato fra di noi, e non sono sicuro di volerlo.

LinguaItaliano
Data di uscita20 gen 2014
ISBN9788858918746
Un dono speciale: Harmony Bianca
Autore

Fiona Lowe

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un dono speciale - Fiona Lowe

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Newborn Baby For Christmas

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2012 Fiona Lowe

    Traduzione di Francesca

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-874-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Nove anni prima

    «A Londra via Africa?»

    La dottoressa Georgina Lambert squadrò il suo migliore amico, Hamish, cercando di mascherare il disappunto. «Ma che bella notizia...»

    Affamata dopo la sessione di surf, si accinse ad aprire un cartoncino di pesce con le patatine. Meglio pensare a quello che all’imminente partenza di Hamish. Stava per lasciare l’Australia e lei...

    «Immagino che questo significhi che oramai siamo cresciuti» commentò con una punta di amarezza.

    Asciugandosi i riccioli biondi impregnati di acqua e sale, Hamish sorrise. «Cresciuti, noi? Mai.»

    Un’affermazione proprio da lui. Era davvero l’anima della compagnia. Dal momento in cui l’aveva conosciuto e lui l’aveva strappata alla biblioteca per portarla alla festa di quella che al tempo era la sua ragazza, le aveva sempre ripetuto che doveva godersi la vita un po’ di più.

    La loro relazione era cresciuta condividendo esperienze forti. Entrambi conoscevano la sottile linea di demarcazione tra vita e morte, ignorata da chiunque non fosse nel mondo della medicina. Sapevano di poter parlare l’uno all’altra di argomenti che avrebbero istantaneamente raggelato chiunque altro, eppure capivano anche come a volte il silenzio e la sola presenza potessero bastare. Georgina non riusciva propria a immaginare la propria vita senza di lui. «Adesso che ci penso, crescere non è sempre stato il tuo peggiore incubo?» scherzò.

    «Assolutamente sì» ammise Hamish. «Per fortuna che i miei fratelloni Ben e Caleb hanno la testa sulle spalle e tengono alto l’onore dei Pettigrew.»

    Georgina inarcò le sopracciglia. Nonostante il suo atteggiamento da ragazzaccio, Hamish era un medico talentuoso e affidabile. «Veramente anche i tuoi sei anni di università, i tre di specializzazione e adesso questo lavoro in Pronto Soccorso al St Thomas di Londra dovrebbero contare qualcosa.»

    «Qualche punto l’ho guadagnato, lo so» ammise Hamish, stappando la lattina di Coca Cola. «E per fortuna l’imminente paternità di Ben li distrae dal chiedermi continuamente quando mi sistemerò.»

    «Non sapevo che stessi per diventare zio» mormorò Georgina, addentando un pezzo di pesce fritto. Come sempre, quando si parlava di bambini, la speranza che un giorno sarebbe diventata mamma si insinuò in lei. «Andare a Londra ti impedirà di assistere alla nascita del tuo primo nipotino.»

    «Non è un grosso problema. Caleb si assumerà il compito di zio per entrambi.» Hamish scrollò le spalle. «Manderò al piccolo per posta un orsetto di peluche.»

    Ecco. Era quella la ragione per cui erano amici e non fidanzati. Desideravano dalla vita cose diverse. Georgina fu colta da un vago senso di tristezza, come le capitava sempre quando pensava a quanto lui fosse allergico al concetto di famiglia. Non che credesse che tutti dovevano avere dei figli, anzi. Solo che Hamish aveva così tanto da dare ed era davvero bravo con i pazienti più piccoli... Nonostante l’amicizia intima e le numerose domande trabocchetto che gli aveva posto negli anni per cercare di scoprire perché fosse così deciso a restare single e senza figli, ancora non era riuscita a capirlo. Su quel punto Hamish era irremovibile. Ed era abbastanza buffo, considerando quanto fosse affascinante. Nel corso degli anni, Georgie aveva visto svariate donne cadergli letteralmente ai piedi, ma quando Hamish usciva con qualcuna, era suo fino al giorno in cui non la lasciava, il che avveniva abbastanza presto.

    Probabilmente era stata propria la sua allergia ai legami sentimentali a far sì che tra loro ci fosse la regola non scritta che nulla avrebbe mai rovinato la loro amicizia. Quella e l’alchimia. O, meglio, la sua assoluta mancanza, almeno da parte di lui, fatta eccezione per un unico momento post sbornia finito in niente ancora prima di iniziare. Hamish l’aveva sempre trattata con cameratismo, e Georgina non ci aveva messo molto a capire perché. Le ragazze che gli piacevano rispondevano sempre a determinate caratteristiche fisiche. Alte, snelle, perfette. Mentre lei, con la vita stretta, le gambe solide e i fianchi larghi, era l’esatto contrario. Per quanto inizialmente avesse sperato che tra loro ci potesse essere qualcosa di più di una semplice amicizia, ben presto aveva capito che quella era tutto ciò a cui poteva aspirare, e ne aveva fatto tesoro.

    Così erano amici, perfettamente a proprio agio l’uno con l’altra e consci delle rispettive fissazioni.

    «E tu, Georgie?» le domandò Hamish, finito di mangiare. «Con Jonas aprirete un bell’ambulatorio con le tendine di pizzo alle finestre e avrete una banda di bambinetti urlanti?»

    Il cuore ferito che le martellava nel petto, Georgie sorseggiò un po’ di Coca per prendere tempo. «Veramente Jonas e io...»

    Hamish la fissò, preoccupato. «Cosa?»

    «Ci siamo lasciati.»

    La prese per mano. «E quando?»

    «La settimana scorsa.» Georgie scrollò le spalle. «Ha deciso di andare a Sydney per specializzarsi in ortopedia, e, a quanto pare, il cambiamento di prospettiva implica inevitabilmente anche di cambiare la ragazza.»

    «Quel verme non mi è mai piaciuto.»

    «Lo dici tutte le volte che qualcuno mi lascia.»

    Hamish le strinse la mano. «È a questo che servono gli amici, no? E, comunque, tanto per la cronaca, ci sono state volte in cui sei stata tu a mollare il colpo.»

    Georgie abbozzò un sorriso. «È vero. Però pensavo che stavolta fosse quella buona.»

    Hamish scosse la testa così forte da spargere intorno delle gocce d’acqua. «Maledizione, Georgie, perché caschi sempre nello stesso errore? Hai solo ventisei anni! Sai quanto tempo hai per trovare uno che non veda l’ora di avere un bambino con te?»

    Davvero? Georgie non ne era così sicura. Al contrario di lui, non aveva una fila di pretendenti e per esperienza sapeva bene di non essere il tipo da attrarre gli uomini al primo sguardo. Era una ragazza dalla personalità spiccata, non bella da togliere il fiato.

    Ripensò a quanto Hamish le avesse parlato dei suoi fratelli e del loro entusiasmo per essersi sposati. «Ben e Caleb stanno benissimo. Peccato che non ci sia un altro Pettigrew per me.»

    Hamish le indirizzò un sorriso sornione dei suoi. «Solo mio cugino Richard, che è ancora più restio ad accasarsi di me.»

    «Non ci posso credere.»

    «Povera Georgie. Hai incontrato il Pettigrew sbagliato, temo.» Il suo sorriso si trasformò in qualcosa di più serio. «Smettila di preoccuparti e vivi la tua vita. Se a trentacinque anni sarai ancora single, allora potrai stressarti.»

    L’immagine di un film visto di recente si formò nella mente di Georgie. «Siamo al punto di metterci d’accordo che se per allora saremo ancora tutte e due liberi ci sposeremo?»

    «Assolutamente no.» Un’espressione inorridita gli attraversò il viso, senza lasciarle il minimo dubbio sui suoi sentimenti. «Sai benissimo che sono allergico a quella roba. Ciò che desidero sono avventura, divertimento e giorni spensierati. E andare in surf con te.»

    Georgie abbozzò un sorrisetto ironico. «Temo che, andando a Londra, ti sarà un po’ impossibile.» Dirlo a voce alta lo fece diventare reale, e gli occhi le si riempirono di lacrime. Il suo migliore amico, la sola persona che l’avesse sempre sostenuta, stava per andarsene dall’altra parte del mondo. «Come farò senza di te? Con chi potrò sfogarmi dopo una giornata faticosa o ridere o andare in surf?»

    Hamish si chinò in avanti, gli occhi azzurri pieni di sincerità. «Se avrai bisogno di me, non importa dove sarò. Basterà una telefonata.»

    Georgie trasse un profondo sospiro e sorrise. Per quanto le sarebbe mancato, voleva che fosse felice e sapeva che il suo più profondo desiderio era tuffarsi in quell’avventura. «Lo stesso vale per me, amico. Vai in Inghilterra e uccidi.»

    «È esattamente quello che ho in mente.»

    Un anno prima

    «Okay, ragazza, ci siamo» mormorò Georgie a se stessa davanti al porticato della magnifica villetta di Hamish, appena ristrutturata. Il caldo sole di dicembre illuminava il pomeriggio, scaldando le piastrelle marroni e gialle su cui appoggiava i sandali. Lo stomaco in subbuglio, alzò l’indice e lo premette decisa sul campanello. Il suono si spense, lasciando spazio al rumore familiare dei passi di Hamish.

    Prima avresti dovuto sondare il terreno.

    La tentazione di girare le spalle e scappare via a gambe levate per un attimo sembrò avere la meglio.

    Basta. Conta sul fattore sorpresa. Attieniti al piano. Ora o mai più.

    Lo sguardo perso su un punto imprecisato della porta, Georgie trasse un profondo sospiro.

    «Ciao!» La voce di Hamish, genuinamente stupita, l’avvolse, accarezzandola. Prima che Georgie riuscisse a rispondere, l’amico l’aveva già abbracciata, sollevandola da terra e facendola roteare come se non pesasse niente. «Che bello vederti!»

    «Lo stesso per me» mormorò Georgie.

    Hamish l’appoggiò a terra per poi abbracciarla di nuovo con trasporto. «Dai, entra» la invitò, facendole strada fino allo spazioso salotto. «Non ci posso credere... Pensavo che fossi a Perth.»

    Anche se si erano tenuti in contatto via e-mail, erano oramai trascorsi sei mesi dall’ultima volta che si erano visti, e Georgie si sorprese a fissarlo, cercando di capire cosa aveva di diverso. Forse i capelli, insolitamente corti, o gli occhi, che tradivano un genuino entusiasmo... Per il resto era sempre lo stesso. Alto, tonico, abbronzato, pieno di vita.

    Dopo cinque anni a Londra e in Africa – dove era andata a trovarlo due volte – era ritornato in Australia e aveva acquistato quella casa, in un viale alberato di Geelong, vicino al suo amato mare e a solo due ore di macchina dai suoi genitori.

    Non che si fosse calmato, comunque. Almeno tre mesi all’anno li passava in missione con Medici senza frontiere, e tutte le volte offriva a Georgie la possibilità di usare casa sua per delle mini vacanze lontane da Melbourne. Lei aveva anche pensato di approfittare dell’invito, ma tutto era cambiato alla festa di inaugurazione della casa, quando aveva conosciuto Luke. L’adorabile Luke, come era soprannominato dagli amici. Affascinata, lo aveva seguito a Perth ed era andato tutto benissimo, almeno fino a tre mesi prima.

    «Sono tornata a lavorare a Melbourne.» Gli sorrise, sperando che non si accorgesse di quanto fosse tesa. Il cuore le galoppava nel petto e aveva lo stomaco in subbuglio, come se fosse nella centrifuga di una lavatrice. Le ci volle tutto il proprio autocontrollo per sembrare normale. L’esatto opposto di come si sentiva. Tutto dipendeva da come Hamish avrebbe risposto alla domanda. «Credevo, invece, che tu fossi in Perù fino a febbraio. Quando Joel Goldsmith mi ha detto che eri qui non gli ho creduto.»

    Hamish sorrise. «Scusami, Georgie. So che di solito ci informiamo l’un

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