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Desiderio e segreti: Harmony Collezione
Desiderio e segreti: Harmony Collezione
Desiderio e segreti: Harmony Collezione
E-book158 pagine3 ore

Desiderio e segreti: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Nessun fuoco può ardere così forte come un amore segreto, di cui nessuno sa nulla.

Jake Harrington aveva amato Sally Winslow con passione, ma era stato costretto a sposare un'altra. Ora che è libero da ogni legame, desidera una seconda opportunità con la donna che da sempre sente sua. Le circostanze, però, lo costringono alla più assoluta riservatezza. Per Sally celare la passione e l'amore che prova per Jake è un'umiliazione troppo grande. In pubblico è costretta a vederlo in compagnia di altre donne, e a sorridere anche quando sente il cuore spezzarsi. Può un amore resistere a una prova simile? E cosa accadrà quando Sally gli dovrà rivelare il suo segreto più importante...

LinguaItaliano
Data di uscita10 ago 2015
ISBN9788858939048
Desiderio e segreti: Harmony Collezione
Autore

Catherine Spencer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Desiderio e segreti - Catherine Spencer

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Passion in Secret

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2003 Catherine Spencer

    Traduzione di Federica Ressi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-904-8

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Gli sguardi ostili degli altri partecipanti al funerale raggelarono Sally. Per carità, nessuno disse nulla. I beneducati residenti di Bayview Heights, il quartiere più prestigioso di Eastridge Bay, avrebbero considerato un sacrilegio dar voce al proprio biasimo nel momento dell’estremo saluto a una delle figlie più eminenti della città, Penelope Burton.

    No, avrebbero risparmiato le recriminazioni per dopo. Salvo che Sally non sarebbe stata lì ad ascoltarli. L’omissione del suo nome dalla lista degli ospiti invitati a casa Burton, per commemorare una vita spezzata tragicamente, era già un’accusa di per sé.

    «Terra alla terra, cenere alla cenere, polvere alla polvere...»

    La madre di Penelope, Colette, posò una mano sulla bara ricoperta di fiori. Sally vide Fletcher Burton sostenere la moglie per un braccio in silenzioso conforto. Affiancandola dall’altro lato, sostenuto da un bastone, Jake rimase in piedi a capo chino. I suoi capelli, benché prematuramente punteggiati da un accenno d’argento, erano ancora folti proprio come quando Sally li aveva toccati l’ultima volta, otto anni prima.

    Avendo l’impressione di sentirsi osservato, alzò gli occhi e incrociò lo sguardo indagatore di lei.

    Non è stata colpa mia, Jake!

    Ma anche se avesse compreso quel che lei stava cercando di esprimere, chiaramente non le credeva. Come tutti gli altri, la riteneva responsabile. Era rimasto vedovo a ventotto anni, ed era tutta colpa di Sally. Riusciva a leggere il biasimo in quegli occhi azzurri come il cielo, nella linea inflessibile di quella bocca che un tempo aveva baciato la sua con tutto il calore e la frenesia che solo i diciannovenni conoscono.

    Una folata di vento scosse i rami neri e spogli degli olmi e agitò il nastro che guarniva l’elaborata corona di fiori dei Burton, come se Penelope stesse cercando di aprire il coperchio dall’interno, cosa che avrebbe senz’altro fatto se avesse potuto. E avrebbe riso in faccia a tanta solennità funerea.

    La vita è una giostra, aveva sempre sostenuto, e io intendo girare sino alla fine, ed essere uno splendido cadavere!

    Ricordando quelle parole e la risata spensierata che le aveva accompagnate, Sally si chiese se fosse il freddo pungente a velarle gli occhi di lacrime o se la strana mancanza di emozioni che l’aveva tenuta prigioniera stesse finalmente allentando la sua stretta perversa, permettendole di provare di nuovo dei sentimenti.

    Un movimento confuso attirò la sua attenzione. Asciugandosi gli occhi, vide che la cerimonia era finita. Colette Burton si portò la punta delle dita alle labbra e poi le posò sulla bara per un ultimo saluto. Altri tra i presenti fecero lo stesso, ma non il vedovo e i suoi familiari più prossimi. Jake rimase immobile, il volto imperscrutabile. I suoi parenti serrarono i ranghi attorno a lui, come se così facendo potessero proteggerlo dall’enormità di quella perdita.

    Distogliendo lo sguardo, Sally si fece da parte mentre i genitori di Penelope, evitandola apertamente, si allontanarono per raggiungere la flotta di limousine in attesa. Aveva partecipato al funerale per rispetto nei confronti di una vecchia amica e perché sapeva che la sua assenza avrebbe alimentato i pettegolezzi più di quanto non avesse fatto la sua presenza. Ma il messaggio dei Burton per il resto dei convenuti era chiaro: Sally Winslow provocava solo guai, come aveva sempre fatto, e non meritava compassione né cortesia.

    Per questo fu scioccata di sentire dei passi irregolari avvicinarsi a lei e la voce di Jake che le sussurrava all’orecchio: «Speravo che venissi. Come te la stai cavando, Sally?».

    «Più o meno come ci si può immaginare. E tu?»

    Lui si strinse nelle spalle. «Lo stesso. Vieni dai Burton?»

    «No. Non sono stata invitata.»

    Lui la fissò per un istante. «Adesso sì. In qualità di marito di Penelope, ti invito io. Lei lo avrebbe voluto.»

    Sally non riusciva a guardarlo. Non riusciva a sopportare la gelida neutralità della sua voce. «Non ne sono sicura» disse. «Le nostre vite avevano seguito direzioni diverse.»

    Incurante delle congetture che un tale gesto avrebbe sicuramente suscitato, la prese per un braccio per impedirle di andarsene. «Significherebbe molto per me.»

    «Perché, Jake? Tu e io non ci frequentiamo da anni, e date le circostanze non riesco a immaginare perché tu abbia bisogno di cercarmi adesso.»

    «Sei l’ultima persona che ha visto mia moglie viva. Vorrei parlarti.»

    «Perché?» ripeté lei, sopprimendo un attimo di panico. «Il rapporto della polizia descrive gli eventi di quella notte piuttosto chiaramente.»

    «Ho letto il rapporto della polizia e ho anche sentito la versione dei miei suoceri. È quel che hai da dire tu che mi interessa. Loro sanno solo che è avvenuto un incidente, tu invece sei l’unica che sa come e perché.»

    Il panico ebbe di nuovo il sopravvento su di lei. «Ho già detto tutto quello che c’era da dire, almeno una decina di volte.»

    «Fammi contento, Sally, e ripetilo ancora una volta.» Indicò il bastone che impugnava con la mano sinistra. «Mi hanno dimesso da un ospedale militare in Germania meno di ventiquattro ore fa. Sono arrivato stamattina, giusto in tempo per il funerale. Tutto quello che mi hanno riferito mi è arrivato di seconda mano. Di sicuro puoi comprendere perché preferirei sentirlo raccontare dall’unica persona che era presente quando Penelope è morta.»

    «Cosa ti aspetti di ottenere?»

    «È possibile che tu riesca a ricordare qualcosa che non ti è sembrato importante al momento della tua dichiarazione ufficiale.»

    In altre parole, sospettava che ci fosse ben altro a parte la versione ufficiale prontamente edulcorata. Era proprio ciò che Sally aveva temuto. L’eventualità che lui riuscisse a scorgere la dolorosa verità dietro le bugie che aveva raccontato per non ferire i suoi sentimenti e quelli dei Burton.

    «Sally?» Margaret, sua sorella, li raggiunse. L’espressione un po’ accigliata era l’unico indizio del fatto che giudicava totalmente inappropriato che la sorella fraternizzasse con il vedovo. «Dobbiamo andare.»

    «Sì.» Una volta tanto contenta dell’intromissione della sorella maggiore, Sally pose una rispettabile distanza tra sé e Jake. «Stavo solo spiegando che non posso partecipare al ricevimento.»

    «Mi dispiace tanto per la tua perdita, Jake. Che tragico ritorno a casa per te. Purtroppo, però ora dobbiamo proprio andare. Devo tornare dai bambini.»

    «Tu e Sally siete venute insieme?»

    «Sì. Non è troppo ansiosa di riprendere a guidare. L’incidente l’ha sconvolta più di quanto molta gente paia comprendere.»

    «Sul serio? Almeno hai evitato delle lesioni gravi.»

    «Sono stata fortunata.»

    «Senz’altro. Molto più di mia moglie.»

    I ricordi la travolsero: lo stridore dei freni, l’odore di gomma bruciata. E poi Penelope, volata fuori dalla macchina, che giaceva scomposta nel fosso, con un sorriso spettrale sul volto. Che sciocca. Sono caduta dalla giostra prima che si fermasse, Sal.

    Con uno sforzo, Sally scacciò via il doloroso ricordo e, consapevole che Jake continuava a scrutarla, disse: «Sì, sono stata fortunata. Ma non tutte le ferite sono visibili all’esterno. Guardare un’amica morire non è una cosa che si superi tanto facilmente».

    «Di regola, no.»

    «Credi forse che stia mentendo?»

    «È così?»

    «Santo cielo, questa domanda è del tutto ingiustificata!» si intromise Margaret. «Mia sorella era – è! – sconvolta dalla morte di Penelope.»

    Qualcosa mutò nell’espressione di lui. «Sì, certo. Ti chiedo scusa, Sally, per aver insinuato il contrario.»

    Sally annuì sollevata, ma poi lui aggiunse: «E sarei felice di trovarti un passaggio a casa dopo il ricevimento».

    «Grazie, Jake, ma no. Ho già scomodato Margaret. Non mi azzarderei a scomodare anche te in una giornata come questa.»

    «Mi faresti un favore. E se temi che...»

    «Perché dovrebbe?» lo interruppe Margaret. «La morte di Penelope è stata un incidente.»

    «Questo lo so, così come so che non tutti hanno accettato per buona questa versione.»

    «Allora forse hai ragione. Forse portarla al ricevimento non è una cattiva idea.» Margaret arricciò le labbra, pensierosa, poi diede a Sally una gomitata incoraggiante alle costole. «Sì. Va’ con lui, Sally. Affrontali tutti e dimostra che non hai niente di cui vergognarti.»

    Rimasta senza parole per l’improvviso dietrofront di Margaret, Sally cercò disperatamente una risposta che ponesse fine all’intera questione. Aveva già abbastanza problemi a cui far fronte.

    «No!» farfugliò alla fine. «Non devo provare niente a nessuno!»

    Ma l’unica persona che le prestava attenzione era Jake. Avendo espresso la propria decisione, Margaret si era fatta strada in fretta tra le lapidi sino a dove era parcheggiata la sua auto, e si stava già sistemando dietro al volante.

    «A quanto pare, non hai altra scelta» mormorò Jake, prendendola per il gomito e conducendola verso l’unica limousine rimasta. «Non facciamo aspettare l’autista. Non so tu, ma io non sono nelle condizioni di fare quattro miglia a piedi sino a casa dei miei suoceri.»

    L’adorabile Sally Winslow mentiva spudoratamente. A quale scopo?

    Era stata scagionata da ogni colpa. E allora perché non riusciva a guardarlo negli occhi?

    Lo chauffeur superò diverse dimore maestose, poi girò a sinistra attraverso i cancelli di ferro a guardia della proprietà dei Burton. Se si escludeva il bagliore delle luci accese al pianoterra, l’enorme casa si stagliava cupa e minacciosa nella luce del crepuscolo.

    La limousine si fermò quasi senza emettere rumore prima che Morton, il maggiordomo, aprisse le doppie porte d’ingresso. Alla vista di Sally che saliva i gradini, il suo viso fu attraversato da un guizzo di sorpresa. «Ehm...» disse, tendendo un braccio come per sbarrarle la strada.

    «La signorina Winslow è qui come mia ospite» lo informò Jake, colto alla sprovvista dall’istinto di protezione che provò nei suoi confronti. Sally era sempre stata in grado di cavarsela da sola. Non aveva bisogno di un cavaliere dalla fulgida armatura che prendesse le sue difese.

    Morton la aiutò con il cappotto. «La famiglia sta intrattenendo gli ospiti nel salotto, capitano Harrington. Devo annunciarla?»

    «Non è necessario. Conosco la strada» Jake

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