Scandalo in città (eLit): eLit
Di Lori Foster
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Anteprima del libro
Scandalo in città (eLit) - Lori Foster
Immagine di copertina:
LaInspiratriz / iStock / Getty Images Plus
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:
Scandalized!
Harlequin Temptation
© 1997 Lori Foster
Traduzione di Paola Ingenito
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 1999 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5899-913-4
1
Era proprio la donna perfetta con cui avere un bambino.
Tony Austin continuava a guardarla, valutandone i lineamenti del viso e le forme del corpo. Non si poteva definire propriamente bella, ma andava bene comunque, con quel suo portamento e con la fiducia in se stessa che ostentava. La bellezza non era fondamentale per il suo piano.
Benché cercasse di evitarlo, il suo sguardo era continuamente attirato da lei, tanto che Olivia Anderson se ne accorse e gli indirizzò un sorriso discreto che lo lasciò senza fiato. Tony scosse la testa. Quella reazione doveva dipendere dall’eccitazione che provava per il suo piano e da nient’altro. Aveva preso la sua decisione e lei era implicata nei suoi progetti, indipendentemente dal fatto che ne fosse al corrente o meno.
Come al solito, Olivia aveva un aspetto elegante. Indossava un vestito nero piuttosto semplice e scarpe con il tacco alto, anch’esse nere.
Erano in rapporti d’affari ormai da tre anni, e lui sapeva che Olivia aveva partecipato a quella festa per il solo scopo di incentivare quei rapporti. Fra loro non c’era niente di personale e ci teneva che la situazione rimanesse tale.
Giusto due giorni prima, lei gli aveva presentato la proposta di espandere la propria attività, aprendo una nuova boutique di lingerie in un altro hotel della catena Austin Crown. Tony non le aveva ancora dato una risposta, ma intendeva provvedere quella sera. Anche lui le avrebbe fatto una proposta d’affari e, per la prima volta in vita sua, si sentiva nervoso. Vide che Olivia si avvicinava con la sua andatura decisa e aggraziata e Tony pensò che insieme avrebbero potuto mettere al mondo un bambino stupendo.
Olivia fremeva per l’ansia. Per tutta la sera si era sentita guardata, quasi studiata. Ci poteva essere una sola ragione per quell’esame. La sensazione dell’imminente vittoria la elettrizzava. Mentre si avvicinava, la bocca di lui aveva assunto una piega che, ne era certa, avrebbe potuto eccitare qualunque donna libera da impegni affettivi... e non solo. L’unica cosa che invece avrebbe potuto eccitare lei, era la notizia che aspettava.
Il lavoro era tutta la sua vita e Olivia non si permetteva il lusso di avere né tempo né desideri per una qualsiasi altra attività. Ed era certa che anche lui la pensasse allo stesso modo.
Conosceva bene la reputazione che aveva Tony tra le donne. Ognuna lo dipingeva come un amante spettacolare, anche se non poteva giurare sul numero esatto di quante potessero garantirlo di persona. Tony non le aveva mai parlato delle sue relazioni. Anzi, sembrava restio a qualsiasi forma di conversazione.
Anche lei aveva sempre cercato di essere riservata, di mantenere i loro rapporti nei limiti degli affari, eppure c’erano state delle volte in cui la sua mente aveva fantasticato. Adesso erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro, senza nessuno nelle vicinanze che potesse ascoltarli. L’atmosfera era intima e intrigante. Olivia sollevò il suo bicchiere di soda in un gesto di saluto.
«Olivia.» La voce era più profonda del solito, lo sguardo più assorto. «Ti stai divertendo?» Tony sembrava quasi guardingo, senza il solito atteggiamento controllato che assumeva mentre lavorava.
Lei si guardò intorno ammirando le nuove decorazioni e ostentando un interesse che non provava. Lo scopo di quella festa era quello di presentare il rifacimento del grande albergo del centro della città, che per molti anni era rimasto inutilizzato. Il nuovo arredamento raffinato e le decorazioni di gran classe lo rendevano perfettamente competitivo con quegli alberghi in cui il prezzo, per il cliente, non rappresentava un problema. «È tutto incantevole, Tony. Perché non dovrei divertirmi?»
«Mi sembra che le feste non ti piacciano molto. Hai l’aria preoccupata. Sei ansiosa di tornare a occuparti degli affari?»
Olivia si trattenne dal rispondergli di getto e mandò giù l’ultimo sorso di soda. Diede un’occhiata a una coppia che stava passando in quel momento e poi disse: «Mi stavo chiedendo se avevi già preso una decisione. Naturalmente, una festa non è il luogo adatto per discutere di affari, ma...». Si girò verso di lui e vide che ancora una volta la stava guardando con attenzione. «Ti dispiacerebbe darmi qualche chiarimento?»
Tony sorrise e ignorò la domanda. Era molto abile a giocare le sue mosse quando si trattava di affari. Ma certo anche lei non scherzava. «Vuoi qualcos’altro da bere?»
«No, grazie.»
«Bevuto troppo, eh?» azzardò lui.
«Soda? Credo proprio di poterla reggere. Tu piuttosto...» Poggiò delicatamente le dita intorno al polso di lui e si avvicinò al bicchiere. Lo annusò, ma non c’era traccia di alcol.
«Non bevo neanch’io. Molti dei miei soci lo stanno facendo, ma credo che qualcuno debba rimanere abbastanza sobrio da controllare le cose.»
«Dunque tu non ti lasci mai andare?»
«Giusto un bicchiere di vino a cena, solo di quando in quando.»
«Io sono astemia.»
«Per qualche ragione personale?»
Olivia ebbe un attimo di esitazione. Da anni conosceva quell’uomo senza aver mai affrontato argomenti che esulassero dal campo del lavoro, e ora, all’improvviso... A ogni buon conto, era convinta che il conoscere bene le persone con le quali si è in rapporti di lavoro facilitasse la conclusione degli affari. E il suo desiderio più grande era proprio quello di concluderne molti con Tony Austin. «In realtà, molto personale. Detesto l’alcol» si decise a rispondere.
«Forse un giorno mi dirai come mai.»
«Forse.»
Tony cambiò improvvisamente argomento. «Hai un piano o un qualche progetto a lunga scadenza al quale stai lavorando?»
Olivia cercò di dominare quella nuova fitta di eccitazione. Tony stava rivelando un interesse mai dimostrato prima, evidentemente approvando il suo modo di condurre gli affari. E questo non poteva che lusingarla. Tony era la personificazione del successo.
Dalla morte di suo padre, tre anni prima, era riuscito a raddoppiare la catena degli hotel Austin Crown, che sotto la sua direzione si erano trasformati da immobili mediocri in alberghi di lusso molto esclusivi.
Tutti i suoi dipendenti lo adoravano e le riviste economiche parlavano di lui come dell’uomo che aveva creato una delle più grandi catene alberghiere del mondo, con strutture in ogni angolo del Paese, e che presto si sarebbe espanso anche all’estero.
Olivia lo studiò mentre stava lì appoggiato a un muro, l’ampiezza delle spalle ben visibile anche sotto la giacca dell’abito dal taglio di classe. Dovette ammettere che era un uomo affascinante, con l’energia e la determinazione di nessun altro al mondo. I capelli erano di un castano più scuro e più carico di quelli di Olivia ed erano anche leggermente più ricci. Gli occhi, verdi e intensi, la fissavano intenti.
Olivia sorrise. «È naturale che ho un piano. E se vuoi te lo posso descrivere a grandi linee.»
Tony fermò uno dei camerieri che si aggiravano tra la folla degli invitati, cogliendola di sorpresa. «Io e la signorina Anderson stiamo per andare in ufficio. La prego, ci porti delle bevande non alcoliche e si assicuri che nessuno venga a disturbarci a meno che non sia assolutamente necessario.»
Il cameriere fece un cenno di assenso con il capo, prese i loro bicchieri vuoti e si allontanò. Olivia si sentì improvvisamente agitata. Stava per darle una risposta. Non si sarebbe aspettata che parlassero di affari proprio quella sera.
Mentre Tony la conduceva sottobraccio tra gli ospiti, Olivia ripassò mentalmente il discorso che aveva preparato per convincerlo dei suoi progetti. Si stava domandando se, grazie all’aiuto di quell’uomo, sarebbe riuscita a realizzare i suoi piani in un arco inferiore ai cinque anni, quando lui la fece entrare in una stanza scarsamente illuminata. In quell’ufficio avrebbe potuto cogliere l’occasione che aspettava. Tutto ciò che aveva, e che avrebbe sempre voluto avere, era il lavoro. Aveva dedicato agli affari tutta se stessa e questi le avevano dato ogni soddisfazione possibile. Vedere la sua attività espandersi era quasi come condurre la vita che realmente desiderava. Quasi.
Tony si chiuse la porta alle spalle e vi si appoggiò. Era strano, ma non si era mai accorto fino a quel momento di quanto Olivia fosse deliziosa quando sorrideva. Naturalmente aveva notato ogni singolo lineamento di lei, ma non li aveva mai considerati nel loro insieme. Era una donna molto seducente.
Quella sera aveva legato i capelli castani in un elegante chignon, anche se di solito li portava sciolti e lisci fin sopra le spalle. Olivia aveva sempre un’aria elegante e più stile e classe di qualunque altra donna di sua conoscenza. E il fatto che avesse gli occhi marroni e non verdi come i suoi, non era importante. Gli piacevano quegli occhi. Mostravano bene la profondità del suo carattere e della sua passione. Passione per il lavoro e nient’altro.
Si avvicinò a una piccola lampada e la accese, in modo che nella stanza si diffondesse una luce più morbida. Forse era un vigliacco, ma preferiva un’atmosfera più rarefatta per la sua proposta. «Sei mai stata sposata?» chiese senza preamboli.
Olivia sembrava sbalordita di fronte alla domanda, ma fortunatamente, non offesa. «No. Né ho in progetto un simile accordo per l’immediato futuro.»
«Accordo?» Quella donna aveva un modo strano di vedere le cose, come se tutto fosse un’operazione commerciale.
Olivia si strinse nelle spalle, poi si voltò in cerca di una sedia. «Il lavoro è la mia vita. E io sono contenta che le cose stiano così.»
Tony le si sedette di fronte. Benché quella fosse proprio la risposta che si aspettava, era comunque un po’ perplesso. Non era giusto che una donna con quegli attributi, quell’intelligenza e quella personalità non avesse un uomo accanto.
«Quanti anni hai?»
Olivia batté le palpebre incredula, ma riuscì a rispondere quasi immediatamente. «Ventisei. E spero che quando avrò trent’anni la mia attività sia molto solida, con almeno altri tre negozi.»
«Non ti ritagli molto tempo per pensare a un marito, a dei figli o a qualunque altro interesse personale.»
Olivia lo guardò circospetta. Tony capì che avrebbe dovuto fare marcia indietro, non pressarla in quel modo. Ma quando desiderava qualcosa, non riusciva a essere un uomo paziente.
E adesso desiderava un erede.
«Non capisco lo scopo di domande così personali. Credevo che tu fossi contento dei nostri rapporti d’affari...»
«Sono molto soddisfatto. La tua attività si è rivelata assai redditizia. E i due negozi che hai già avviato accrescono il prestigio dei miei alberghi.»
Olivia trasse un sospiro di sollievo. «Ti ringrazio. Naturalmente era proprio quello che speravo