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Sei sola stanotte?: Harmony Collezione
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E-book148 pagine1 ora

Sei sola stanotte?: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Francesca D'Arcy ha investito ogni singolo centesimo per coronare il suo sogno: aprire un agriturismo ricco di charme con Anthony Galini, l'uomo che segretamente ama da anni. Purtroppo lui non sembra interessato a dare una svolta alla loro relazione, ma Francesca ignora che solo la paura di rovinare la loro splendida amicizia impedisce ad Anthony di prenderla tra le braccia e baciarla. Mentre sperimentano nuove ricette e sorseggiano vini pregiati l'attrazione diviene sempre più palpabile e, complice un blackout, si ritroveranno nella stessa camera da letto, pronti a soddisfare le loro più dolci fantasie.

LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2014
ISBN9788858921258
Sei sola stanotte?: Harmony Collezione

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    Anteprima del libro

    Sei sola stanotte? - Wendy Etherington

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Are You Lonesome Tonight?

    Harlequin Temptation

    © 2004 Wendy Etherington

    Traduzione di Marina Riva

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-125-8

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Ches, mi passeresti il cavo di alimentazione, per favore?»

    Francesca D’Arcy lanciò un’occhiata inequivocabile al fondoschiena del suo migliore amico nonché socio in affari, Anthony Galini, che in quel momento era inginocchiato sotto la sua scrivania alle prese con i fili del computer. Be’, niente male.

    Per un istante, o forse qualcosa di più, se lo immaginò senza la T-shirt nera aderente e...

    Tony le diede un colpetto con un piede. «Ehi, Ches?»

    «Come? Ah, sì, il cavo di alimentazione!» Cercò nella scatola appoggiata sulla scrivania, indecisa su cosa passargli.

    «Vuoi che ti faccia un disegnino?» le chiese lui con pungente sarcasmo.

    «Certo, di sicuro saprai far bene anche quello.»

    «Qualcuno si è alzato con il piede sbagliato questa mattina!»

    «Be’, perlomeno quel qualcuno a letto prima di questa mattina ci è andato.» Neppure il grande impegno per l’imminente inaugurazione dell’agriturismo, che avevano deciso di aprire insieme, era riuscito a dissuadere Tony dal fare le ore piccole con le numerose e avvenenti amichette che gli circolavano sempre intorno. Alle due e mezza di quella mattina, dato che era ancora sveglia e che le loro stanze erano vicine, lo aveva sentito chiaramente rientrare.

    «Come si chiamava l’amichetta di turno, Barbie?»

    «Spiacente, ma non sono mai uscito con una ragazza di nome Barbie» replicò. Poi fece una pausa. «Se però ne conosci una...»

    Francesca trovò finalmente il cavo di alimentazione e glielo allungò. Anzi, a dir la verità, glielo lanciò addosso.

    «Ehi! Cosa c’è oggi che non va?»

    Era una cosa ridicola, lo sapeva, ma il risentimento che provava per essere da sempre considerata da Tony soltanto una brava e tranquilla ragazza era particolarmente tagliente quella mattina. Non aveva considerato gli effetti di una stretta vicinanza. E ultimamente era alle prese con desideri e fantasie che a stento riusciva a frenare. La loro amicizia era cominciata in quarta elementare, erano quindi vent’anni che lo conosceva e che in qualche modo si sentiva attratta da lui. Ma era sempre stata in grado di controllare le proprie emozioni. Insomma, ci era abituata. Perché, allora, proprio adesso che la sua vita professionale doveva venire prima di qualsiasi altra cosa faticava a tenere a bada quell’attrazione?

    Aveva investito fino all’ultimo centesimo nel Bella Luna, l’ultima idea dello zio di Tony, Joe, il patriarca della famiglia Galini. Da oltre un secolo i Galini erano proprietari di vigneti in Italia e da quindici anni il caro zio Joe possedeva anche un terreno molto esteso a Long Island, dove aveva avviato un’importante e florida azienda vinicola, la North Fork. E ora l’agriturismo, appunto. I suoi due figli, impegnati a seguire l’attività in Italia, e gli altri suoi nipoti, molto più interessati a giocare a tennis nei circoli esclusivi di New York e a sciare sulle Alpi italiane che non alla loro vita professionale, lo avevano spinto ad affidare a Tony le redini del Bella Luna.

    A dir la verità anche lui non aveva mai disdegnato lo stile di vita dei suoi parenti. Ma all’improvviso, sei mesi prima, aveva telefonato a Francesca chiedendole se fosse interessata all’agriturismo. Con il diploma di scuola alberghiera e con una specializzazione in un istituto per chef, lei, non del tutto soddisfatta del lavoro all’Hilton, aveva visto quella proposta come una possibile svolta per la sua vita professionale, e così aveva accettato diventando socia. Ora mancavano soltanto due settimane all’apertura, e ancora non le sembrava vero.

    Ma di una cosa era certa. Non avrebbe permesso ai suoi ormoni in subbuglio di avere la meglio.

    Tony uscì da sotto la scrivania, alzandosi e mostrando tutto il suo metro e novanta di altezza. Il profumo sexy e speziato del suo dopobarba la inebriò piacevolmente. «Proviamo ad accenderlo ora.»

    Francesca deglutì cercando di sembrare tranquilla. «Come si fa?»

    «Quando fai così ti mangerei, Ches» disse lui chiamandola con lo stesso nomignolo che usava da quando erano bambini e baciandole teneramente la punta del naso.

    «Stai facendo di tutto per infastidirmi, vero?» replicò muovendo un passo indietro. Tutto questo era ridicolo, imbarazzante, addirittura inutile.

    Tony spinse il bottone dell’accensione. I suoi occhi color cioccolato parvero danzare. «Ti rendi conto da quanto tempo ci conosciamo?»

    Be’, più che altro si rendeva conto che già a dieci anni lui aveva un fascino notevole che non aveva fatto altro che aumentare con l’età.

    Per distrarsi da quel pensiero fuorviante, lanciò uno sguardo alla stanza che era stata trasformata nell’ufficio di Tony, completa persino di un rifornito bar e di un piccolo salotto, il tutto arredato con grande eleganza.

    Il computer cominciò ad accendersi. «Pare proprio che funzioni, grandioso!»

    Con lo sguardo ancora una volta fisso sul suo fondoschiena, Francesca annuì entusiasta. «Oh, sì!»

    «Va’ a controllare il tuo, voglio vedere se ti hanno collegata alla rete. Ora ti mando una e-mail di prova.»

    «Come?» replicò non esattamente interessata alla tecnologia in quel momento.

    «Hai capito quello che ti ho detto?»

    «Ah... sì. Okay, ora vado» rispose arrossendo.

    Il suo ufficio, con la scrivania in noce, le sedie rivestite di un tessuto verde scuro, qualche suppellettile qua e là e i diplomi appesi al muro, era senza dubbio meno lussuoso di quello di Tony, ma le piaceva comunque molto.

    Si guardò allo specchio, che rivestiva una parete della stanza, e vide la propria immagine riflessa. I capelli castani raccolti in una coda, il viso regolare dalla carnagione olivastra ereditata dalla madre, gli occhi blu e le labbra messe in risalto da un rossetto rosa. Ricordò a se stessa quanto era importante la decisione che aveva preso accettando quel nuovo lavoro, non poteva lasciarsi distrarre. Prima o poi sarebbe arrivato il momento per pensare anche all’amore, ma adesso aveva altre priorità.

    Stava attraversando una fase della sua vita in cui tutto ciò che era romantico doveva smettere di essere considerato. Stava per diventare una donna d’affari con delle importanti responsabilità, e non aveva tempo di pensare a trovare il ragazzo giusto. E soprattutto doveva convincersi che quel ragazzo non era sicuramente Tony.

    No, perché lei avrebbe riconosciuto all’istante il principe azzurro, avrebbe capito subito che era innamorato pazzo, così come era sempre successo a tutte le donne della sua famiglia. E poi, a giudicare dalla lunga e felice relazione dei suoi genitori che durava da più di trent’anni, non aveva dubbi: anche la sua storia d’amore sarebbe durata per sempre, per tutta la vita.

    Si decise a leggere l’e-mail che le aveva mandato Tony. Ciao, Ches, ti ho già detto il motivo per il quale non potrei più vivere senza di te?

    Fece un respiro profondo mentre una tempesta di emozioni contrastanti si scatenava dentro di lei.

    Decise di continuare la lettura. Come potrei vivere senza una donna che sa cucinare così bene?

    «Hai ricevuto il messaggio?» urlò Tony dalla stanza accanto.

    «Sì» rispose delusa ma pronta a ribattere. Allora vuoi essere preso per la gola? Così sia. Eccoti il piatto di questa sera: fettuccine ai frutti di mare. Andrai letteralmente in estasi...

    Schiacciò il tasto invio, si alzò dalla sedia e provò l’istinto di uscire dall’ufficio. Voleva andare via, allontanarsi da lui. Anzi, doveva trovare qualcosa che la distraesse da quella impossibile attrazione perché era del tutto assurdo allontanarsi dall’uomo che era appena diventato il suo socio.

    Doveva per forza trovare un modo per uscirne.

    Lo squillo del telefono interruppe i suoi pensieri.

    «Sì? Chi parla?» chiese Tony rispondendo.

    «Signor Galini, sono Alice dalla reception. C’è in linea un certo signor Helmut Von Schalburg. Vuole fare una prenotazione ma insiste per parlare direttamente con lei.»

    Quel nome non gli diceva proprio nulla. «Chi?»

    «Pensavo che lo conoscesse. Sembra una persona importante» specificò la ragazza, nervosa.

    Spostando un mucchio di fatture alle quali doveva dare un’occhiata prima di cenare con Francesca, Tony sospirò. «Okay, passamelo.»

    Come diavolo faceva a finire un lavoro quando tutti continuavano a chiamare e a interrompere?

    Il cliente viene prima di tutto, avrebbe commentato Francesca, la voce della sua coscienza almeno per quanto riguardava la sfera professionale.

    Ma chi poteva immaginare che la decisione di accettare la proposta di zio Joe comportasse tanto lavoro e tanto stress? Aveva accettato per dimostrare che anche lui era in grado di costruire qualcosa. Voleva che le persone cominciassero a guardarlo con l’ammirazione e

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