Il mio affascinante, timido capo: Harmony Jolly
Di Jennie Adams
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Info su questo ebook
-Fiona Donner-
Jennie Adams
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Anteprima del libro
Il mio affascinante, timido capo - Jennie Adams
1
Un brivido le attraversò la schiena.
Tutta colpa di quei magnetici occhi verdi con cui Brent MacKay la stava fissando, mentre le offriva il lavoro dei suoi sogni.
Per non fargli capire quanto fosse nervosa, tuttavia, Fiona Donner gli rispose sforzandosi di usare un tono professionale. «Grazie, signor MacKay. Sono felice di accettare la sua offerta e sì, posso iniziare lunedì.»
Il famoso, affascinante, misterioso nonché milionario, architetto paesaggista Brent MacKay voleva proprio lei. Era una ragione sufficiente per sentire qualche brivido, no?
Fiona avrebbe lavorato con Brent per i prossimi dodici mesi, con la possibilità di prolungare la loro collaborazione se entrambi fossero rimasti soddisfatti dei risultati ottenuti.
Per quanto la riguardava, comunque, sarebbe stata disposta a firmare un contratto che l’avrebbe tenuta legata allo studio per i prossimi cinquant’anni. Brent MacKay era il suo idolo ed era pronta a scommettere che non si sarebbe mai stancata di lavorare con lui.
Muovendosi leggermente sulla sua poltrona di pelle, Brent le rivolse un sorriso. «Sa, ho dei ritmi abbastanza frenetici, per cui potrebbe trovarsi un po’ in difficoltà all’inizio. Seguo vari progetti contemporaneamente e lei dovrà intervenire sui più importanti.»
«Sono abituata a lavorare sodo. Amo le sfide e non vedo l’ora di cominciare.» Ed era vero. «Non capita tutti i giorni di ricevere un’offerta di lavoro come questa. Finalmente io ho la prova concreta del fatto che gli ultimi due anni e mezzo di studio sono serviti a qualcosa.»
C’era stato qualcuno che non aveva fatto altro che ripeterle che stava solo perdendo il suo tempo frequentando quei corsi di disegno. Ma era ovvio che si era sbagliato. Aveva avuto ragione lei!
Il signor MacKay non l’avrebbe mai scelta se non avesse riconosciuto il suo talento artistico. Avrebbe usato le sue conoscenze di computer design per elaborare le proposte e presentare i progetti. Avrebbe dipinto quadri originali per i clienti e scattato fotografie per pubblicizzare l’attività dello studio.
Non stava più nella pelle.
Lo vedi, mamma? Ho le carte in regola per sfondare in questo campo. Avresti dovuto avere più fiducia in me.
Fiona si sistemò l’orlo della giacca che le scivolava sulle forme generose, d’accordo, molto generose, e passò le mani sulla gonna.
Era alta e aveva un fisico giunonico, che quel completo contribuiva a mettere in risalto.
«Perfetto. Mi auguro che continuerà a essere così entusiasta anche dopo la prima settimana di lavoro.» Brent la guardò un istante, prima di spostare lo sguardo su una pila di documenti appoggiata sul mobile che correva lungo una parete dell’ufficio.
Fiona seguì il suo sguardo poi si perse per un istante a osservare la strada trafficata di Sydney che si vedeva dalla finestra dell’ufficio del signor MacKay.
Brent MacKay avrebbe potuto scegliere come sede della propria attività l’ultimo piano di un grattacielo nella zona più esclusiva di Sydney, con vista sul porto. Invece il suo studio si trovava in un quartiere periferico e tranquillo. Una zona nella quale Fiona sapeva che si sarebbe sentita a proprio agio, perché era frequentata da persone semplici, come lei.
«Farò del mio meglio per dimostrarle che ha preso la decisione migliore scegliendo me» affermò lei con determinazione.
Nell’imbarazzante silenzio che seguì, tuttavia, si rese conto che forse non avrebbe dovuto rispondere in maniera così spavalda. L’ultima cosa che voleva, infatti, era che il suo nuovo capo la ritenesse una persona arrogante.
Pregando di non arrossire, chinò leggermente il capo e si passò una mano sulla coda di cavallo bionda.
Lui la studiò attentamente. «Sono certo che sarà all’altezza della situazione, signorina» le rispose con la sua voce profonda. Si mise a tamburellare con le dita sulla scrivania poi, dopo qualche secondo, le fermò e si schiarì la voce. «Fino a oggi ho sempre lavorato da solo sui miei progetti, ma ora vorrei provare a condividere le mie idee con qualcun altro, anche se so che non sarà facile cambiare le mie abitudini. I suoi insegnanti mi hanno parlato molto bene di lei e devo riconoscere che mi ha fatto un’ottima impressione durante il nostro colloquio, per cui sono davvero felice che sia una dei nostri.»
«Grazie. Non sa quanto sia importante per me poter collaborare con lei.» E avrebbe fatto del proprio meglio per non rovinare quella grande opportunità. «Le prometto che rispetterò la sua privacy. Quando vorrà che lavoriamo insieme, io ci sarò e quando invece avrà bisogno di restare solo, sparirò dalla sua vista.»
«Bene, apprezzo la sua disponibilità. Sono più che certo che noi due andremo d’accordo.»
Quelle poche parole e lo sguardo sereno, serafico di Brent le fecero venire la pelle d’oca.
Alt. Frena la fantasia. Cosa ti sei messa in testa?
Era ovvio che il signor MacKay si riferiva semplicemente al fatto che avrebbero trovato una buona sintonia a livello professionale.
«Lavorerò sodo, farò tutto ciò che riterrà necessario» gli garantì Fiona.
«Bene. Grazie.» Brent prese un profondo respiro. «Ora le vorrei presentare i suoi nuovi colleghi. A dire il vero in ufficio ci sono solo una ventina di persone. La maggior parte dei miei collaboratori, infatti, lavora direttamente sul posto per realizzare i miei progetti. Conoscerà un team lunedì e gli altri con il tempo.» Si alzò, girò intorno alla scrivania e quando anche Fiona si alzò, la prese sottobraccio per farle strada.
Era un uomo alto, con un fisico asciutto. Aveva spalle larghe, una vita sottile, capelli corti e scuri, labbra carnose e splendidi occhi verdi.
Occhi che guardavano il mondo con un misto di intensità e circospezione che Fiona trovava... incredibilmente affascinante.
In maniera del tutto platonica, ovviamente. Brent MacKay era un vero maestro nel campo dell’architettura paesaggistica e lei era affascinata, appunto, dal suo straordinario talento. Tutto qui.
«Sarà un piacere conoscere tutti, signor MacKay.»
«E per loro sarà un piacere conoscere lei» la rassicurò lui. «E, per favore, mi chiami Brent e diamoci del tu. Lunedì andremo a controllare a che punto è un certo progetto. Staremo tutta la mattina in mezzo al fango e alla terra, per cui direi che possiamo abolire da subito le formalità, no? A proposito, ti consiglio di metterti qualcosa di comodo.»
Mentre Brent stava parlando entrò dall’ingresso principale una donna, che portò con sé una fresca brezza di maggio.
Tra un mese sarebbe ufficialmente arrivato l’inverno. In quella zona della città, lontano dalla costa, avrebbe fatto freddo. Per il momento, però, l’aria fresca era piacevole.
Fiona guardò il suo capo. Indossava una camicia scura e un paio di pantaloni antracite. Era vestito in maniera informale, eppure riusciva ugualmente a emanare una grande autorevolezza.
Che qualcuno mi dia la forza di mantenere la calma e di fare bene il mio lavoro.
Per lei era fondamentale riuscire a dimostrare quanto valesse. Probabilmente se la sua famiglia l’avesse incoraggiata e sostenuta adesso, a ventisei anni, non sarebbe stata così insicura e avrebbe avuto un po’ più di fiducia nelle proprie capacità.
«D’accordo... Brent» affermò, cercando di ignorare il calore che le trasmetteva la sua stretta.
«Immagino che verrai a vivere in questa zona, invece di fare la pendolare» osservò Brent conducendola verso l’open-space in cui si trovavano le varie postazioni di lavoro dei suoi nuovi colleghi. «Leggendo il tuo curriculum ho notato che vivi in centro a Sydney.» Si fermò davanti alla prima scrivania per presentare Fiona a una delle impiegate.
«Già» gli rispose lei, dopo avere scambiato qualche parola con la collega. «Vivere in centro era comodo finché frequentavo il corso di grafica, ora però mi piacerebbe spostarmi più vicino al posto di lavoro.»
Le piaceva l’idea di trasferirsi in quell’area. Tanto per cominciare perché sarebbe stata più vicina ad alcuni dei suoi migliori amici, che abitavano appunto lì. E poi anche perché sarebbe stata più lontana dalla propria famiglia, che viveva nella zona residenziale del North Shore.
Questo pensiero le fece provare un misto di sollievo e senso di colpa. «Comincerò subito a cercare casa. Avevo già in mente, infatti, di passare da un’agenzia immobiliare in zona e di fare un giro per il quartiere per vedere se c’è qualche annuncio interessante.»
«Giusto, a questo proposito, avrei una proposta da farti, ma ne riparleremo dopo che ti avrò presentato gli altri.» Brent le fece strada fermandosi a ogni scrivania per farle conoscere i suoi collaboratori.
Infine la portò nel piccolo cucinino sul retro dell’open-space, dove c’erano due uomini, uno vestito in maniera elegante e l’altro in modo più sportivo.
«Fiona, ti presento Linc e Alex MacKay, i miei fratelli.» Brent si rivolse poi ai due. «Ragazzi, lei è Fiona Donner, la mia nuova grafica...» guardò l’orologio, «... da circa dieci minuti.»
Fiona non sapeva che Brent MacKay avesse dei fratelli. Ma, d’altra parte, prima di mandargli il proprio curriculum aveva fatto delle ricerche sulla sua attività professionale, non certo sulla sua vita privata.
«Piacere di conoscerti.» Linc le strinse la mano amichevolmente. «Io gestisco una catena di vivai e posso dire di essere tra i fornitori più importanti di Brent.»
Linc era un uomo alto, con i capelli scuri e gli occhi grigi e lo stesso fisico asciutto di Brent.
Anzi, era più alto e più robusto di lui. In effetti, osservandolo meglio, Fiona si rese conto che non gli somigliava molto, se non per il fatto che aveva la sua stessa espressione un po’ sospettosa.
«Il piacere è mio, Linc» gli rispose. «Non saprei davvero dire chi di voi due è il maggiore. Sembrate coetanei.»
«Brent è il maggiore. D’altra parte abbiamo quasi la stessa età, anche se in genere le persone non lo notano, visto che siamo così diversi…» Linc si bloccò di colpo, come se si fosse reso conto di essersi lasciato sfuggire qualcosa che non avrebbe dovuto dire.
Prima che lei potesse riflettere sulla strana risposta di Linc, il ragazzo più giovane le strinse la mano. «Piacere, io sono Alex. Dirigo un’azienda di esportazione proprio qui vicino, e sono anche socio dell’attività di Brent. Spero che ti piacerà lavorare qui.»
«Non vedo l’ora di cominciare.»
Alex era sicuramente più giovane di Brent e Linc. Doveva avere poco più di vent’anni ed essere un asso nel proprio lavoro se dirigeva già un’attività a una simile età. Aveva occhi blu, capelli castani e non somigliava né a Brent né a Linc. Inoltre, rispetto agli altri due, aveva uno sguardo più furbo.
Uno di quegli sguardi capace di incantare qualsiasi donna.
Era strano. Nonostante fossero fratelli, Brent, Linc e Alex non avevano nessuna caratteristica fisica che li accomunava. Né il colore dei capelli, né il taglio degli occhi, e neppure la corporatura.
Parevano tre perfetti estranei, che avevano in comune solo il fatto di essere molto attraenti.